Creato da giuliosforza il 28/11/2008
Riflessione filosofico-poetico-musicale

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

CarmillaKgiuliosforzafamaggiore2gryllo73pino.poglianidiogene_svtPisciulittofrancesco_ceriniper_letteranorise1fantasma.ritrovatom12ps12patrizia112maxnegro
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Pacciardi massone? Uono ...Hanno soriso le più belle stelle »

Il Giordano Bruno di Ingrid Rowland. Habemus papam di Moretti come la fantozziana Corazzata Potemkin

Post n°436 pubblicato il 18 Aprile 2011 da giuliosforza

Post 418      Giordano Bruno della Rownald. Habemus Papam

 

Sugli autori a me più cari le cose più belle, perché scritte oltre che con l’intelletto anche col cuore, sono state dette da donne. Per Nietzsche penso a Béatrice Commangé ed alla sua La danza di Nietzsche, per non dire dei ricordi di Lou Andreas Salomé; per D’Annunzio alla Andreoli de Il vivere inimitabile ed alla Claudia Solaris de Alla festa della rivoluzione, dedicato all’impresa fiumana. Ora trovo, allegato a Focus Storia di Aprile, un inatteso volume di Ingrid D. Rowland, docente  alla sede romana dell’americana University of Notre Dame School of Architecture , Un fuoco sulla terra (titolo originale Giordano Bruno Philosopher/Heretic) una vera e propria preziosa sorpresa da uovo di Pasqua. Naturalmente mi vi tuffo, deciso a trascorrer con esso questi per me travagliati, fisicamente e spiritualmente, giorni di fine Quaresima. M’attendo dal Satiro nolano un risarcimento per il colpo basso giocatomi l’anno passato dinnanzi al Sant’Uffizio la sera della sua annuale commemorazione.

Dalle prime cinquanta pagine ricavo una impressione positiva. La maniera della Rownald di avvicinarsi a Filippo Bruno è per molti aspetti diversa da quella degli altri suoi studiosi. Essa mira direttamente all’uomo, ne tratteggia con mano lieve il carattere, è fluida, agile, accessibile, discorsiva: essendo rivolta a lettori di lingua inglese che per la prima volta s’accostano al Filosofo-Poeta dell’infinito, è sovrabbondante di citazioni originali (utili anche all’esperto) sovente con molta acutezza reinterpretate; fruga con esiti inattesi nelle pieghe del personaggio, della sua vita e della sua opera, anch’esse in qualche modo “inimitabili”. Sento che non rimarrò deluso nel proseguimento della lettura.

*

Ora debbo farmi qualche altro nemico.

Da tutte le parti non si fa che un gran parlare dell’ultimo film di Moretti, Habemus Papam, per lo più in tono osannante (vedi, per tutti, “Il Sole 24 Ore” e Il Foglio dove l’Elefantino scommette sul film a scatola chiusa, confessando di non averlo ancora visto). Di vent’anni precisi più giovane di me, essendo nato il 19 agosto 1953, il Nanni nazionale era negli anni caldi intorno al ’77 tra gli studenti borghesissimi che occupavano le facoltà romane, compresa la mia dell’allora Magistero, alla quale, posso errare, mi pare fosse iscritto. Proveniva dal classico, sua Padre era professore di Epigrafia Greca e Latina, anche sua madre insegnante in qualche liceo cittadino. Non ho seguito con assiduità la sua carriera cinematografica. Quel  tanto che ne conosco non mi piace, traboccante com’è di “impegno” spocchioso, di saccenza, di sicumera, di supponenza. Trovo abusati ed ovvi i suoi temi, grezzi i suoi materiali,  banali le sue sceneggiature, monotona la sua dizione. Ed i suoi sarcasmi e le sue ironie non mi fanno ridere. Insomma non mi incanta né come attore, né come regista, né come autore. Come produttore, anche di sé stesso, ha più indubbio talento.

Habemus papam l’ho visto ieri. Un critico ha detto che è bello perché, finalmente, c’è il film e non c’è Moretti. Non so se voglia essere una battuta. Indiscutibile: Moretti, e la Bui in particolare, sono inesistenti e Michel Piccoli, irriconoscibile nella sua grassezza, nella parte del papa tormentato ed infine rinunciante ha dei momenti di una esilarante involontaria comicità, soprattutto allorché si sfoga urlando come un lupo mannaro.

Quale dunque il mio  giudizio sintetico? Quello fantozziano sulla Corazzata Potemkin. Solo che, visti l’argomento e l’ambientazione, visti i porpora i rosso gli oro che per circa due ore ti accecano, cambierei l’aggettivo. Non pazzesca qualificherei quella cosa, ma solennissima. Gli si addirebbe di più.

PS

Diverso sarebbe il mio giudizio se almeno il finale fosse  meno scontato e prevedibile, in fondo per nulla provocatorio: un bel finale alla Nietzsche, per esempio, con un papa appena eletto che salutando dal balcone la folla osannante ed ignara dichiara di aver accettato solo per poter annunciare solennemente al mondo il suo ritiro,  non certo per celestiniana viltà, ma per aver scoperto che il vecchio Iddio è  morto (Gott ist tot!) ed il Nuovo rifiuta  mediatori e Vicari. Immaginate lo scompiglio?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963