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Spirito- Del Noce

Post n°218 pubblicato il 09 Novembre 2009 da giuliosforza

Post 211

 

Uno degli episodi determinanti per la mia formazione intellettuale, per la liberazione della mia mente dagli schematismi di una visione del mondo unilaterale (o almeno della  loro pubblica abiura, essendone io inconsapevolmente vaccinato per nascita), avvenne nel 1963. Ero da poco assistente volontario di Luigi Volpicelli, uno degli ultimi illuminati “Baroni”, di quelli che non ti chiedevano, per accettarti tra i discepoli, la rinunzia all’anima per la servile coscienza. Tra i vari seminari interculturali di cui arricchiva i suoi corsi accademici, nel maggio di quell’anno organizzò a Magistero, nei bei locali storici di Piazza dell’Esedra, un incontro-dibattito sul tema dell’estetica tra Ugo Spirito, già discepolo prediletto di Gentile e suo successore alla “Sapienza”, dal cui idealismo stava in quel periodo, secondo me alquanto forzosamente, facendo discendere il suo problematicismo; il filosofo spiritualista Augusto del Noce, padre…incolpevole di Fabrizio, ed un  tomista olandese domenicano, di cui non ricordo il nome,  docente presso la pontificia Università “Angelicum” di via Panisperna. I loro punti di vista diversi, ma difesi da ognuno con profonde e dotte argomentazioni, risultarono  assai stimolanti per le giovani menti degli ascoltatori ed anche per la mia che già da tempo ormai aveva iniziato a provar uggia per i monolitismi delle ideologie totalizzanti e orientava la sua ricerca nei campi fertili delle filosofie della libertà.

Qualche tempo dopo, nei ruggenti anni immediatamente pre e post sessantotteschi, l’editore Armando mi diede da tradurre tre testi francesi della Descléè de Brouwer, Les crises de la pensée scientifique dans le monde actuel, Les idéologies dans le monde actuel, ambedue di autori vari, e L’asphyxie et le cri di Jean Onimus che m’avrebbero definitivamente consegnato alla nicciana “ideologia del transitorio”, come alquanto provocatoriamente chiamava Antimo Negri, nell’introduzione al primo testo, la visione  dell’uomo come “passaggio e tramonto”, come “corda tesa tra bestia e superuomo, una corda al di sopra di un precipizio” (Nietzsche, prologo al Così parlò Zarathustra).

Lungo gli anni della mia docenza universitaria gli effetti di tale trasformazione di mentaltà, di tale metànoia, si sarebbero fatti sentire. Fui il primo a tenere, in un facoltà pedagogica, un corso su Popper e sul suo falsificazionismo e dedicai tre anni consecutivi alla lettura del Grandi Libri, Bibbia, Baghavad Gita, Corano chiamando a discettarne studiosi di differenti orientamenti e tenendo su di essi convegni non sempre…pacifici  Durante la Giornata  dedicata al Corano nell’Aula Magna della “Sapienza”, tra fondamentalisti e rappresentanti di altre scuole moderate, che a vicenda si accusavano di esser fuori dall’ortodossia coranica, ci furono scontri verbali così violenti che ad un certo punto si temette, per l’intemperanza dei primi, diventassero fisici…Placatrice degli animi fu anche in quella circostanza l’Arte, presenza ineliminabile, sotto forma di Concerti strumentali e vocali e di mostre di disegni e pitture infantili dedicate ai singoli temi, in ogni nostro incontro (sul mio sito è possibile leggerne una dettagliatissima documentazione). Con nostalgia ripenso a quelle giornate in cui tra cattolici, valdesi, ebrei, mussulmani, induisti ed agnostici  si tentò (si tentò, ché i rappresentanti delle tre confessioni principali stavano ognuno  ben chiuso nel suo  cilindro di vetro) di trovare un punto di contatto almeno sul piano pratico di una immanente categoria “religiosa” forse indispensabile al vivere, come si sosteneva da parte di Elémire Zolla, il grande storico delle religioni, esperto di dottrine esoteriche, studioso di mistica occidentale e orientale. Chi volesse saperne di più può cercare gli Atti di quelle Giornate itineranti di Studi e d’Arte, ancora disponibili presso l’editrice Anicia  in un volume a mia cura dal titolo Religione ed Educazione. Dialogo delle Civiltà

Chàirete Dàimones!

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