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La casa della bambola

Post n°6 pubblicato il 27 Maggio 2008 da nightwish2002

A Luca non dispiaceva molto aspettare. Era sempre stato una persona puntuale in un mondo di ritardari e quindi sapeva come passare il tempo. Si mise, dentro di se, a dare il voto alle ragazze che passavano di li.... ooooh questa 7!!! ....mmmm questa 5.... E così gli sembrava che il tempo passasse più in fretta. In realtà l'intera giornata era volata. Malgrado la sera prima avesse fatto molto tardi, l'eccitazione per il fatto di poter finalmente entrare nella sua nuova casa aveva fatto sì che la mattina, molto presto, fosse già fuori, sotto una gelida bufera di neve, ad aspettare l'arrivo del furgone per portare le sue cose all'appartamento. In realtà non aveva moltissime cose, ma intendeva sfruttare il furgone per passare ad Ikea a comprare due tre cosucce che desiderava. Nel giro di poche ore aveva comprato un bel mobile per il televisore, un bel televisore, un home theatre ed una panca da palestra, aveva portato tutto a casa, aveva montato il tutto ed era solo mezzogiorno.Si sedette sul divano percorrendo con lo sguardo tutto l'appartamento.. gli piaceva da morire, pensava, mentre giocherellava con il telecomando del condizionatore. Certo mancava un po' di tocco femminile, ma sapeva che a quello avrebbe rimediato.

Adesso, mentre aspettava ripensava a come aveva lasciato l'appartamento. Aveva preparato la lasagna, comprato un bel po' di bottiglie di vino rosso italiano, montato i faretti colorati che davano al salone un' aria molto intima e piuttosto provocante. Pensò che a Valentina sarebbe piaciuto sicuramente e buttò un occhio all'orologio: era da poco passata l'una di notte. Doveva aspettare ancora quasi un'ora, ma la cosa sembrava non infastidirlo per niente, così come sembrava non disturbarlo il freddo che si era fatto decisamente pungente. Si guardava riflesso nella vetrata d'ingresso dell'hotel e gli venne da sorridere nel vedere le luci della grande insegna che gli coloravano il viso ora di rosso, ora di blu.

Ripensò alla notte precedente. Era rimasto quasi due ore a parlare e a ridere con la ragazza con le treccine che, come aveva poi scoperto, si chiamava Valentina. Fra l'allegria e le risate Luca si era vantato di essere un buon cuoco ed aveva invitato Valentina a cena da lui, promettendole di preparare per lei una cena coi fiocchi. Lei gli aveva spiegato che ogni sera lavorava al night almeno fino alle due di notte, ma Luca, per nulla scoraggiato promise che l'indomani la avrebbe attesa li fuori fino alle due di notte per portarla, se lei si fosse fidata, a cena a casa sua. Rimase sorpreso, quando lei senza battere ciglio, gli rispose subito di si scoppiando in una fragorosa risata.

Era ormai già quasi l'una e mezza, Luca stava per accendersi l'ennesima sigaretta, quando al di la del vetro della porta vide Valentina che a passo veloce si avviava verso l'uscita. Sorpreso che una donna potesse essere addirittura in anticipo, non riuscì comunque a nascondere un moto di soddisfazione visto che il freddo cominciava ad essere davvero troppo ed anticipare di una mezzoretta non era affatto un peccato. La abbracciò teneramente e fu piacevolmente percorso da un brivido quando lei lo ricambio con inattesa intensità e calore,  le disse quanto era contento di vederla, rimanendo un attimo disorientato dal bacio che lei gli stampò sulle labbra; poi, pensando che in Russia si fa sempre così, anche fra uomini alle volte, la prese per mano e si arrampicarono a passi rapidi, scivolando ripetutamente,  sulla collinetta innevata che dal parcheggio dell'albergo portava su una via piuttosto trafficata e, come si fa a Mosca, Luca tese il braccio per fermare la prima macchina che passava. Una breve trattativa e, seduti entrambi sul sedile posteriore di una vecchia Volga, partirono verso la periferia sud di Mosca, dove si trovava l'appartamento.

Valentina non riusciva a capacitarsi di quello che era accaduto. Solitamente era una delle ragazze più intraprendenti del club. Alla fine della serata era sempre una di quelle che aveva guadagnato di più. Le treccine lunghissime, gli occhi verdi leggerissimamente allungati, un viso ed un corpo quasi da bambina uniti ad una carica sensuale esplosiva la rendevano una delle ragazze più belle e richieste del locale. Come poteva aver passato tutta la serata a cercare di soffiare quello straniero alle sue colleghe per poi passarci tutta la serata di ieri semplicemente a parlare, ridere e scherzare?? E come se questo non fosse già abbastanza, aveva passato tutta la serata seduta in disparte, guardando nervosamente l'orologio attendendo che arrivassero le due per poter uscire e rivedere Luca.

Un uomo che si vanta di saper cucinare??? Valentina era sorpresa!!! Non è certo una prerogativa molto diffusa, soprattutto fra gli uomini russi... e poi a che serve ad un uomo saper cucinare?? Eppure quello straniero, così divertente le aveva fatto passare due ore spensierate. Di solito gli uomini sono così banali... cominciano a chiederti, con una ipocrisia sfacciata, perché una ragazza così bella, giovane e intelligente debba fare questo lavoraccio così umiliante, ti si mostrano ricchi e importanti, ti dicono che meriteresti moooolto di più e si dichiarano ben felici di aiutarti a raggiungere quel molto di più... poi ti chiedono 50 dollari di sconto. Per loro, dopo tuti quei discorsi 50 dollari dovrebbero essere nulla!!!!! Invece Luca era stato molto allegro, non le aveva chiesto nulla della sua vita... avevano parlato degli Scorpions e dei Rammstein, di musica, di teatro e del circo, avevano parlato di emozioni e sensazioni.

La serata si trascinava stancamente. Nel locale c'era poca gente e Valentina non aveva nessuna voglia di alzarsi dal suo divanetto. Aveva fatto solo un paio di balli, visibilmente controvoglia. Quando il locale era così vuoto il suo corpo sembrava non voler reagire. Faceva i suoi bravi volteggi in torno al palo, si spogliava e se ne andava. Non riusciva a tirare fuori quella furia che le albergava nell'anima; non riusciva a farsi travolgere dalla cascata di note che gli altoparlanti riversavano; non riusciva a  farsi salire l'adrenalina fino a perdere il controllo del proprio corpo che, come dotato di vita propria iniziava a danzare da solo. A dire il vero era talmente presa dai suoi pensieri che quella sera probabilmente non sarebbe riuscita a scatenarsi nemmeno se il locale fosse stato stracolmo, cosa che peraltro, non accadeva da moltissimo tempo.

I suoi pensieri furono interrotti dalla vista delle sue tre colleghe che, la sera precedente, le avevano conteso lo straniero. Sedute sul divanetto di fronte, sull'altro lato della sala, la guardavano e parlottavano fra di loro scambiandosi risatine. Valentina era piuttosto temuta fra le ragazze del locale. Pur essendo giovanissima era quella che lavorava li da più tempo ed era molto considerata dal direttore del night. Quell'atteggiamento da parte delle colleghe era una provocazione che, fino a 48 ore prima, sarebbe costata alle colleghe una lite furibonda e, molto probabilmente, il posto di lavoro. Ma mentre Valentina considerava l'eventualità di alzarsi ed andare a litigare con loro, il direttore del locale disse a tutte le ragazze di vestirsi ed andarsene a casa: per quella sera non ci sarebbe stato più nulla da fare. Valentina si vestì in fretta, indossò il paltò e il suo cappello, un baschetto che ricordava quello dei pittori francesi, e si affrettò per le scale. Vide Luca attraverso il vetro ben prima di arrivare alla porta e, con la coda dell'occhio, si accorsedi avere dietro le colleghe che poc'anzi parlottavano ridendo di lei. Fu ben felice di vedere Luca aprirle le braccia e fu ancora più felice di affondare profondamente in quell'abbraccio e di baciare Luca affettuosamente sulle labbra proprio mentre le sue colleghe passavano loro davanti.

Non era orgogliosa di se per averlo usato in quel modo, ma in qualche modo sentiva che era importante. Lui le prese la mano e ridendo, le chiese se era pronta per andare. Poi le indicò una ripida collinetta, ricoperta di neve che portava su una strada. Certo era la via più breve per raggiungere la strada, ma nessuno mai passava di li quando la neve non era fresca perché la notte, ghiacciandosi, la neve diventava molto scivolosa. Fece per protestare, ma lui l'aveva già tirata fino a mezza collina... sembravano scappati da un film comico; le gambe che roteavano, le scarpe che non facevano presa sulla neve scivolosa... ci misero un po' ad arrivare in cima, ridendo come forsennati. Dopo pochi minuti erano sul sedile posteriore di un' auto. Lui le mise un braccio intorno alla spalla e lei si accucciò su di lui poggiando il naso freddo sul collo.

 
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