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La notte con la bambola

Post n°7 pubblicato il 28 Maggio 2008 da nightwish2002

Dopo il secondo piatto di lasagna, abbondantemente innaffiato di buon Chianti, Valentina sentì l'assalto della stanchezza. Erano quasi le 5 del mattino e loro stavano ancora li, seduti ad un tavolo a ridere e scherzare; la musica in sottofondo suonava ormai ininterrottamente lo stesso cd visto che nessuno dei due aveva la voglia di abbandonare la conversazione, fosse anche per poco, per andare a cambiare il disco. Lei sapeva già che avrebbe dovuto attendere ancora un bel po' prima di poter dormire... tanta ospitalità, lui aveva addirittura preparato la lasagna, una cosa di cui Valentina aveva solo sentito parlare prima di quel momento, l'aveva aspettata fuori al lavoro fin quasi alle due... insomma, le era ben chiaro in mente che avrebbe dovuto dare a Luca quello che lui, come ogni altro uomo si aspettava. Non che la cosa le dispiacesse, in fondo era un bell'uomo, gentile, educato, pulito e interessante; anzi proprio perché quell'uomo in qualche modo la attraeva avrebbe voluto dargli il meglio di se stessa e, così stanca, temeva che non sarebbe riuscita ad esprimersi al meglio della sua sensualità.

A Valentina la casa era piaciuta moltissimo. Malgrado avesse avuto rapporti con molti uomini, non era mai stata a casa di nessuno di loro e questa casa era, in assoluto, la più grande e la più bella che avesse mai visto. Confrontata poi con il pccolo appartamento dove viveva lei e dove in quattro dividevano due camere, bagno e cucina, questo luogo le sembrava enorme. Resto parecchi minuti di fronte alla enorme parete a specchi, un po' a rimirarsi, un po' a guardare come quella parete facesse sembrare la camera gigantesca. Non riuscì a trattenere un gridolino di sorpresa quando vide il bagno, con il bel lavandino in stile moderno, con la grandissima specchiera,  la grande vasca da bagno angolare e la cabina doccia, rialzata su una specie di piccola pedana, raggiungibile con due piccolini scalini. La cucina, ovviamente italiana, era grandissima, un po' stretta, ma dotata di tutti gli accessori più strani, molti dei quali le erano completamente sconosciuti. Ma la cosa che le piaceva di più era il fatto che l'appartamento, al non piano, avesse delle finestre enormi da cui si godeva di un bellissimo panorama su un giardino pieno di betulle. La casa sorgeva di fronte al luogo dove, nel 1998, un attentato aveva fatto crollare un intero palazzo, dando di fatto il via alla guerra in Cecenia. Al posto di quel palazzo vi erano due moderni grattacieli ed un piccolo memoriale, ma questa era l'unica nota triste di quella casa.

Valentina adorava fare il bagno nella vasca; faceva lunghi e rilassanti bagni quasi tutti i giorni, ma quella sera era troppo stanca e, comunque, anche la cabina doccia non sembrava meno invitante della vasca. Si lavò accuratamente, stando ben attenta a non bagnarsi le lunghissime treccine, altrimenti ci avrebbero messo delle ore ad asciugarsi, poi si mise seduta sul piccolo seggiolino di plastica che sbucava da una delle pareti della doccia e comincio a giocare con i tasti dell'idromassaggio; appena spinse il primo tasto che le capitò sotto gli occhi, da alcuni forellini sulla parete doccia le arrivò uno zampillo proprio in faccia... infastidita per paura che le potesse calare il trucco, ma divertita da quell'involontario scherzo del box doccia, comincio a provare gli altri tasti, finché non trovò quello per il massaggio alla cervicale... si alzò la pesante massa di treccine sulla testa, poggiò la testa alla parete e lasciò che l'acqua le massaggiasse il collo per alcuni minuti, rilassandosi e perdendosi nei suo pensieri.

Valentina aveva indossato una corta sottoveste da notte. A dire il vero era abituata a dormire nuda, ma non le sembrava carino presentarsi così in camera da letto. Poi sapeva bene che un po' di lingerie eccitava l'uomo molto di più di una ragazza già completamente nuda. Uscì dal bagno diretta verso la camera da letto con la certezza che Luca fosse già ad attenderla dentro al letto e passando davanti alla parete a specchio si fermò per un attimo a guardarsi. Rimase molto sorpresa nel vedere riflesso nello specchio che Luca non era affatto ad attenderla nel letto, nudo ed eccitato, come lei si attendeva, ma stava comodamente e tranquillamente seduto sul divano, con una sigaretta in una mano e l'ennesimo bicchiere di vino nell'altra. Con un sorriso la invitò a sedersi e le porse un bicchiere di vino. Valentina fu presa completamente alla sprovvista da quell'atteggiamento... che lui avesse qualche problemino??? Però la doccia le aveva messo sete e si sedette, prese il bicchiere del vino e si accese anche lei una sigaretta. Lui la guardò intensamente e le disse l'ultima cosa che lei si sarebbe aspettata di sentirsi dire: "Devo andare al lavoro adesso, ma se vuoi tu rimani pure; tornerò verso le 7 di stasera e sarei felicissimo di trovarti ancora qui". Fuori, le nuvole si dipingevano di quel rosa tenero tipico delle gelide giornate invernali...erano già le sette di mattina...

Luca era piuttosto contrariato perché l'androne del palazzo dove viveva non era minimamente all'altezza dell'appartamento; era mal illuminato, le pareti graffiate e scarabocchiate, il pèavimento sporco e maleodorante; temeva che Valentina, una volta visto l'androne, avrebbe trovato una scusa per andarsene. Invece gli sembrò che lei rimanesse assolutamente indifferente a tanta bruttura. Certo gli androni della maggior parte dei palazzi di Mosca erano anche peggio del suo, ma Luca non ci aveva minimamente pensato. Quando aprì la porta di casa, entrati nel piccolo ingresso dove, come si usa in Russia, si stavano togliendo le scarpe, Luca vide bene come Valentina si guardasse intorno, sorpresa e meravigliata dalla bellezza e dalla grandezza dell'appartamento. Le disse di fare come se fosse a casa sua sbirciandole nella scollatua mentre lei si inchinava per liberarsi dell scarpe e corse avanti per mettere la lasagna in forno e versare due abbondanti bicchieri di vino.

Non era certo la prima volta che si portava una ragazza a casa, anche se la tattica del dire di essere un buon cuoco era nuova, e, visto che era a secco di sesso da un bel pezzo, non ci trovava nulla di male. Ma quello che più lasciava Luca sconcertato era il fatto che, pur sapendo bene di essersi portato a casa una prostituta che, proprio in quanto tale, immaginava benissimo cosa lui potesse volere, la trattava come se fosse una vecchia amica, senza malizia, senza provocazione. Ma non lo faceva apposta, non c'era finzione in lui. Gli veniva assolutamente spontaneo. Non che non gli sarebbe piaciuto fare sesso con lei, ma in quel momento non era la sua esigenza primaria: in quel momento voleva che lei stesse bene, che parlasse con lui e soprattutto che sorridesse... il sorriso di Valentina lo faceva sentire bene e quando lei sorrideva lui restava estasiato. Cercava sempre di guardarla in maniera distratta, per non farla sentire troppo sotto osservazione, per non darle l'impressione che lui la stesse spogliando con gli occhi, ma si rendeva conto che, per quanto ci provasse, quando lei parlava, lui le fissava ora gli occhi ora le labbra.

Come cuoco era davvero bravo visto che aveva vissuto tanti anni da solo e la lasagna era una delle sue specialità; inoltre quella volta, avendo avuto parecchio tempo a disposizione, era stato attento a tutti i dettagli e gli era venuta davvero una lasagna speciale. Eh si, cucinare gli piaceva, ma lo intristiva parecchio il fatto di dover poi mangiare da solo tutte e cose buone che preparava. Quella notte era dunque doppiamente felice, sia per la bellezza e la freschezza spirituale (e anche fisica) della sua ospite, sia per poter sdere in allegra compagnia a cena. Mentre mangiava Luca ascoltava Valentina che gli raccontava dei suoi studi e della sua passione per la musica e per l'arte in generale.... ascoltava Luca, ascoltava, ma non sentiva rapito com'era da quegli occhi verdi che brillavano di un sorriso che lui non conosceva. Avrebbe voluto lasciarsi andare e dire a Valentina che lei gli piaceva tantissimo, ma Luca era tanto bravo come cuoco quanto imbranato come "conquistatore"; inoltre c'era qualcosa che lo frenava e gli imponeva di non lasciarsi andare troppo ne con le parole ne con i fatti.Luca era già rimasto scottato due volte e proprio con due donne russe. Ma non scottato nel senso che lo avevano lasciato punto e basta. Con ciascuna di loro aveva avuto un figlio ed entrambe, quando avevano trovato di meglio, lo avevano lasciato portandosi via i figli... e per un attimo gli ritornò in mente la causa che aveva in corso proprio con una di loro.

Cacciò via il pensiero annegandolo in una lunga sorsata di vino. Valentina era andata a farsi la doccia e Luca si rese conto che l'essere rimasto da solo, anche per poco tempo, lo aveva immediatamente rabbuiato. Sentiva di la lo scroscio dell'acqua e per un momento ebbe la tentazione di spogliarsi, di andare di la ed entrare nella doccia con lei. Gli sembrò subito una mossa eccessivamente sfacciata, per cui preferì alzarsi dal tavolo, versarsi dell'altro vino e sedersi sul divano. Ormai non mancava molto alle sette e sarebbe dovuto andare al lavoro. Un po' gli dispiaceva, ma si sentiva, al tempo stesso, rassicurato poiché questo gli avrebbe impedito di andare a letto con Valentina. Si esatto.. rassicurato... aveva paura di andare a letto con lei perché sentiva che quella persona gli piaceva, ma non voleva farsi coinvolgere in un'altra storia sfigata, già condannata a non avere un lieto fine... con una puttana poi!!? Men che meno, sicuramente a lei interessava solo il fatto che lui fosse straniero e benestante; sicuramente lei lo avrebbe circuito ed avrebbe cominciato ad approfittare del suo amore per prendere da lui quanto più poteva; sicuramente lei lo avrebbe... non ebbe il tempo di finire il pensiero che, alzando la testa, la vide davanti all'enorme parete a specchio. Era bellissima e quando alzò le braccia per alzarsi i capelli la cortisima sottoveste si alzò quel tanto che bastava a Luca per vedere qualcosa di lei che aveva già visto al night, ma che in quel momento poteva essere solo suo... Luca sospirò, si accese una sigaretta e versò del vino in due bicchieri porgendone uno a Valentina, poi sorprese se stesso a dirle: ""Devo andare al lavoro adesso, ma se vuoi tu rimani pure; tornerò verso le 7 di stasera e sarei felicissimo di trovarti ancora qui". Si tuffò nell'aria gelida del mattino chiudendo il portone alle sue spalle sapendo che non avrebbe dovuto dire quelle parole, ma non er questo pentito di averle dette...anzi, gli sembrava di essersi tolto un gran peso dal cuore.

 
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