Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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NON ANCORA UOMINI MA POTENZIALMENTE DEI: NOI...O LORO?

 

 

“Credo che arriveremo molto presto ad una società robotica (…)

E non accadrà solo in Giappone; ma in tutto il mondo.”

-Hiroshi Ishiguro-

 

Nell’Olimpo di Libero, dove le anime disegnano, pensano, scrivono e soprattutto collaborano, volando, nude, misteropagano aveva lanciato, alcune settimane fa, un progetto virtuale di albero natalizio

http://gold.libero.it/MISTEROPAGANO/13479121.html

da allestire con eventi reali e passati, chiedendo a tutti i partecipanti d’imbandire i rami dell’albero con argomenti scelti proprio fra tutti i più rilevanti del morituro 2016, che lei, in seguito, avrebbe elaborato collocandoli in sferiche e lucenti decorazioni, pronte per essere accese ad allestimento ultimato 

E come, di fatto, è accaduto:

 

Molti degli argomenti che sono stati scelti sono decisamente di notevole considerazione, ed alcuni degni di presenziare anche in qualità di visioni già realizzate, indicativi di un piccolo seme di cambiamento inedito.

Uno fra questi, divenuto sfera e appeso al nostro albero, è stato il passo compiuto dal primo ministro africano verso l'eliminazione dell’infibulazione, un passo supportato anche (e soprattutto) dall’attivismo di persone come Ifrah Ahmed:

http://gold.libero.it/MISTEROPAGANO/13484425.html

 

L’evento che ho scelto io, invece, fra i regali concessi dal fuggente 2016, per taluni, forse, non andrebbe neppure propriamente inserito fra gli eventi maggiormente distintivi dell’anno e, probabilmente, neppure fra quelli per cui rallegrarsi.

Al contrario, io lo ritengo non soltanto uno strabiliante risultato scientifico; ma anche un’esclusiva rivoluzione sociale ed etica.

Per questo sono convinta che meriti d’essere sfoggiato tra gli episodi (e gli esiti) più eccezionalmente rivoluzionari che potessimo concepire...

 

              

http://blog.libero.it/MISTEROPAGANO/13483977.html,

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http://blog.libero.it/MISTEROPAGANO/13483977.html,

" target="_blank">http://blog.libero.it/MISTEROPAGANO/13483977.html,

 

Hiroshi Ishiguro, professore dell’università di Osaka e punta di diamante fra i maggiori esperti di robotica al mondo, ha portato Geminoid HI-4, il suo doppio umanoide, per la prima volta in Italia circa un mese fa.

Da Blade Runner a Westworld ci si è già abituati con disinvolta dimestichezza a guardare da vicino un’ipotesi di mondo aperto alla robotica umanoide; ma se per alcuni tutto questo resta solo letteratura in stile “Anni d’oro della fantascienza” da riporre con noncuranza accanto agli episodi di Star Wars; per altri è cosa abbastanza risaputa che, in realtà, la sperimentazione è iniziata, più vera del vero, già negli anni Settanta a Tokyo, alla Waseda University, dove venne progettato il prototipo ufficiale di robot provvisto di arti e di sensori visivi.

E dal "futuro di allora" siamo arrivati al "futuro presente" degli ingegneri francesi della Softbank Robotics che hanno elaborato un umanoide, assunto come un “normale” commesso da alcune aziende, e  già programmato per dialogare e per comprendere le inflessioni emotive umane.

Se è vero, però, che il robottino più attivo e intelligente al mondo, al momento, resta ancora e sempre Asimo, il campione non umano in grado di correre, di eludere ostacoli, rispondere a comandi vocali, afferrare oggetti e riconoscere alcuni volti umani, è giusto anche ammettere come in un robot umanoide non sia, di fatto, concretamente possibile la riproducibilità del sistema ormonale che ci permette di provare emozioni o stati affettivi.

E così ci si trova, ancora adesso, nonostante l’evidenza di una complessità di algoritmi che rendono fattibile la realizzazione di un’intelligenza artificiale evoluta, tra due fuochi ardenti.

Da una parte i facili atti di tracotanza umana che liquidano con ingenui certezze (inesistenti) una incommensurabile serie di incognite scientifiche, biologiche, etiche e filosofiche riguardanti la nascita della coscienza (tuttora, invece, senza risposte) e dall'altra tutte le perplessità inquiete della scienza sugli effetti negativi che possono derivare alla singolarità tecnologica ipotizzata da Ray Kurzweil, riguardante appunto la perdita di controllo e di gestione, da parte dell’uomo, proprio di quelle macchine dotate di un'intelligenza artificiale considerate passibili di un’evoluzione indipendente...

Un umanoide, infatti, non è solo una lavastoviglie di ultima generazione decorata con capelli lunghi e rivestita di guaine di silicone ad emulare la pelle artificiale. E questo, semplicemente, perché la lavastoviglie non è un’intelligenza artificiale.

Se negli umanoidi la manifestazione emotiva e la capacità di provare sentimenti sono precluse, almeno intendendole in senso autentico e non come simulazioni, è, però, anche vero che è possibile ottenere da un umanoide quello che una lavastoviglie non avrà mai: al di là di lunghe ciglia ed occhi verdi, quello che il nostro elettrodomestico non ha, e non può avere, è una memoria di esperienze tale da permettergli di interagire con un essere senziente.

L’umanoide compie analisi semantiche. Anche attraverso verosimili, per quanto non umane, reazioni emotive, in risposta agli impulsi dati attraverso la reciprocità della conversazione e del rapporto con l’essere umano.

L'umanoide riconduce ad esperienze mnemoniche, gioiose o negative, l’interazione.

Ed, infine, l’umanoide risponde. Producendo reazioni adeguate al contesto e corrispondenti all’elaborazione di tutti gli eventi presenti nella rete della sua memoria artificiale.

L’umanoide si adegua agli stimoli provenienti dall’esterno. E, sopra ogni cosa, impara dall’esperienza, come facciamo noi.

 

Per il resto...?

 

Si, sono macchine. E no, essendo prodotti di robotica e non di una clonazione genetica, non possono presentare le manifestazioni proprie del sistema biochimico degli esseri umani.

Però...hanno una rete neurale che procede come la nostra: che organizza sillabe in parole, parole in frasi, crea le associazioni e i significati.

Una ventina di anni fa Deep Blue, il computer di IBM, vinse il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov.

Il super computer, in quell’occasione, ha dimostrato un comportamento che possiamo, tranquillamente, definire intelligente. Anche più intelligente di quello palesato da Kasparov.

Ma il punto è un altro e la domanda andrebbe riformulata.

Non ha senso chiedersi se un umanoide sia intelligente o non lo sia, dal momento che la risposta è scontata: è sicuramente dotato di intelligenza, certo, se consideriamo l’intelligenza come la capacità di gestire immagini e simboli per poter predisporre azioni vincenti e/o risposte adeguate.

Ma se l’intelligenza significa coscienza, allora, il discorso si complica.

Pertanto la domanda più pertinente e logica da porsi è: per poter definire una macchina come pensante, è sufficiente che questa possieda l’intelligenza o è indispensabile il possesso di una coscienza?

Ed il discorso diventa più complesso proprio perché la scienza stessa non ha la possibilità, ad oggi, di rispondere a questa domanda, in quanto non è a conoscenza di quale sia l'elemento decisivo che determini l'insorgere di una coscienza.

Una cosa, però, è obbligatorio precisare, vale a dire ciò che Riccardo Manzotti, l’ingegnere elettronico, filosofo e dottore di Ricerca in Robotica sulla possibilità d’implementare architetture artificiali provviste di intenzionalità, ci ricorda: che l’essere coscienti è un concetto differente e separato dall’essere vivi.

Laddove, infatti, la condizione dell’essere vivi implica l’essere costituiti da molecole basate sulla replicazione del DNA, l’essere coscienti significa, invece, essere in grado di fare esperienza del mondo.

 

Ed il fatto che, per ora, gli unici “esseri coscienti” sono al contempo anche “esseri vivi”, non deve, però, precludere il tentativo di costruire “esseri coscienti” senza fare ricorso a strutture biologiche viventi…

 

P.S.

Un grazie ancora a misteropagano.

Sul suo profilo si legge: Le parole sono il senso, le immagini il loro peso...E tutte queste sfere, elaborate da lei, hanno il peso di un talento grandissimo, ma anche la leggerezza di un volo condiviso.

 

 

 

UN BUON ANNO A TUTTE/I E BUON FUTURO,

GIA' DA OGGI...                

                                                                                                         

 

 

 
 
 
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