Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

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Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

Ultimi Commenti

ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 16:12 via WEB
Tua nonna è stata una donna molto saggia ;-) Io ho già divulgato a qualcuno il tuo brano in pvt...;-p Peccato solo che non ci sia modo di inserirlo nel blog. Ad ogni modo no, non ti "permetto" di dire che non sai suonare. Come non te lo permetterebbe nessuno, né chi suona i citofoni, né chi fa quello di mestiere. Mi dispiace. E il tuo rapporto d'amorosa corrispondenza con la chitarra è un esempio di splendido cazzeggio...Sei bravo. E tanto.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 16:07 via WEB
Grazie Niccolò. Davvero.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 16:00 via WEB
La natura predispone per un legame che i deficit umani - patologie mentali, traumi, esperienze di vita e quant'altro...- cancellano in un istante.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 15:58 via WEB
Grazie Argyria. Dirò a korov di passare a leggere gli apprezzamenti ;-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 15:57 via WEB
Vero? E credo che sia una traduzione molto utile. Grazie raven.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 15:56 via WEB
Assolutamente, lo stesso discorso vale anche per i figli. In quanto anch'essi individui. Grazie davvero, soprattutto per il fatto che hai sfidato il caldo per leggere questo lungo post e per rispondere! ;-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 15:49 via WEB
Intanto grazie per l'intervento e per le parole che hai scritto. Ora cercherò di chiarire meglio cosa intendevo nel risponderti. Li suddivido in punti in modo da non perdere questioni per strada: 1. Ciò che tu evidenzi è il legame biologico e genetico tra un figlio e i suoi genitori, ed ovviamente ogni individuo è unico proprio perché è il risultato della combinazione del DNA di entrambi i genitori, ma quello che intendevo dire con il termine "clonazione" (adottato non in senso letterale) è che un figlio, pur essendo un prodotto 'duale', non è mai una "copia" di uno dei due genitori o di entrambi, ma piuttosto una combinazione unica e irripetibile delle loro caratteristiche genetiche. La variabilità genetica introdotta dalla mescolanza dei geni paterni e materni, naturalmente, dimostra che il figlio ha un patrimonio genetico che contiene elementi di entrambi, ma li contiene in una combinazione che non è mai stata vista prima e che non sarà mai ripetuta in modo identico. In altre parole, anche se possiamo rintracciare il lignaggio genetico di una persona attraverso i suoi genitori e oltre, l'unicità di ogni individuo risiede nel fatto che il suo DNA ha una nuova configurazione che non è mai esistita prima. Non stavo parlando di una effettiva 'clonazione' in senso stretto, ho solo adattato il termine medico-scientifico al corpo del post, in una libera "licenza non poetica". 2. Quando parlo di 'riscatto evolutivo', non mi riferisco strettamente all'evoluzione biologica, nel senso darwiniano del termine per intenderci, ma piuttosto ad una forma di evoluzione più ampia, che comprende sia gli aspetti biologici sia quelli personali e sociali. È sicuramente vero che l'evoluzione biologica è un processo di adattamento che si manifesta a livello di specie e che si basa su modifiche genetiche trasmesse dai genitori ai figli; ma noi esseri umani viviamo anche una forma di evoluzione personale: ognuno di noi, pur ereditando un corredo genetico dai propri genitori, ha la capacità di svilupparsi in modi unici grazie alle esperienze di vita, alle scelte fatte, e alla capacità di riflettere su se stessi. Quando parlo di 'riscatto evolutivo', quindi, mi riferisco alla capacità dell'individuo di trascendere il proprio background genetico e sociale per sviluppare una propria identità unica, con tratti distintivi che vanno oltre la semplice somma dei geni dei genitori. Questo non lo chiamerei un 'bluff', ma una realtà che vediamo nella crescita e nell'autorealizzazione delle persone. Gli esseri umani non sono predestinati ad un percorso immutabile tracciato unicamente dalla biologia o dalla storia familiare; abbiamo tutti il potere di evolvere in modi che vanno al di là di ciò che la nostra genetica e il nostro contesto iniziale sembrerebbero suggerire. E quando parlo di 'evoluzione' e 'riscatto evolutivo', mi riferisco all'evoluzione a livello individuale, del singolo, non necessariamente a quella della specie umana nel suo complesso. La mia riflessione era più focalizzata sul concetto di evoluzione della persona in sé, piuttosto che sulla continuità biologica dell'intera specie. Ogni individuo, pur partendo da un patrimonio genetico ereditato, ha la possibilità di evolversi in modo unico grazie alle proprie esperienze, scelte, e percorsi di vita e questa 'evoluzione' non implica il progresso lineare in termini di miglioramento genetico o intellettuale da una generazione all'altra, ma piuttosto la capacità singola di sviluppare una propria identità, competenze e caratteristiche uniche che non sono predeterminate esclusivamente dai geni o dal contesto sociale di partenza. Se ogni nuovo nato rappresentasse automaticamente un'evoluzione in termini di avanzamento della specie umana nel suo insieme, dovremmo aspettarci che ogni nuova generazione sia composta da individui migliori rispetto ai loro predecessori; ma non è così, perché l'evoluzione personale (e sottolineo personale, per non dar adito a fraintendimenti) non segue una traiettoria predeterminata. Questa è la differenza chiave: mentre l'evoluzione della specie è un processo collettivo e biologico che si sviluppa su scale di tempo molto lunghe, l'evoluzione dell'individuo è un percorso di crescita personale che può accadere in una singola vita e non vanno di pari passo. 3. Quando parlo di "riscatto evolutivo", non mi riferisco affatto ad un avanzamento nella scala sociale, culturale o economica! Né intendo una sublimazione del piacere nella cultura, come hai articolato nel tuo commento (benché sia auspicabile promuovere la cultura). Il mio discorso non stava vertendo su come la società o le civiltà umane definiscono e gestiscono il concetto di "evoluzione", ma si riferiva, molto più semplicemente, ad un'evoluzione interiore del singolo soggetto e al miglioramento - da un punto di vista etico e personale - che può avvenire all'interno della stessa linea familiare. Non sto dicendo che l'ultimo nato, con 3 lauree e 2 master, sia l'espressione migliorata di un genitore analfabeta; al contrario, quel genitore analfabeta potrebbe essere molto più saggio, consapevole e capace di quanto mai potrà diventare suo figlio. Sto dicendo, invece, che un figlio può essere moralmente migliore del padre, dimostrando una propria evoluzione - e quindi un riscatto -spirituale, etico e/o psicologico, e sicuramente non legato ad una scala sociale o considerato in quei termini. Anzi, in questo senso, il "riscatto" è solo il processo attraverso il quale un individuo può crescere e sviluppare qualità e valori superiori a quelli delle generazioni precedenti. È un "riscatto" dal passato non in termini di status sociale o successo economico, ma in termini di valori umani fondamentali, come l'empatia, la giustizia, la compassione o l'integrità morale. E questo non significa affatto denigrare, disprezzare o non riconoscere le proprie origini. Non significa non riconoscere la ricchezza morale della propria famiglia, quando c'è e dove c'è. Significa solamente distaccarsi dalle parti "malate" (e specifico, non certo da un punto di vista di condizione fisica) o da meccanismi insani, da corruzioni e vacuità e dall'incapacità di amare. Vorrei chiarire, quindi, che l'uso del termine "riscatto", proprio come non ha nulla a che fare con un avanzamento sociale o culturale, non ha neppure nulla a che vedere con una "sublimazione" dei valori vitali. Si tratta solo di un miglioramento personale e morale, che è possibile per ogni soggetto, indipendentemente dal contesto sociale o culturale in cui si trova. 4. Sull'amore, sulla conflittualità umana nessuno dice nulla. Difatti ho specificato che ognuno ama come può, mi pare. E non è certo una forma di condanna riconoscerlo. Ognuno fa quello che riesce compatibilmente a ciò che è e a ciò che ha vissuto, benché non credo si possa neppure utilizzare la parola "padre" o "madre" nei casi estremi di quegli individui che hanno abusato dei propri figli (psicologicamente o fisicamente) e che li hanno seviziati ed uccisi. Al di là di questo, però, nessuno ha detto - non io almeno - che non si deve "perdonare" la mancanza di manifestazione adeguata del sentimento perché, per l'appunto, ognuno ama come sa e come può (e non c'è nulla da "perdonare" in tal senso). Ma è evidente che accanto ad una madre eccezionale - come è stata mia nonna, che mi ha cresciuto e a cui devo tutto - si affiancano pessime madri. Ed è un dato di fatto anche questo.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 14:18 via WEB
Ah, però... adesso siamo direttamente al latino...;-))
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 14:17 via WEB
Grazie misti, efficacemente sintetica e sempre puntuale ;-) Hai ragione, la questione sta tutta lì...Ora volo di là...
 
korov_ev
korov_ev il 24/08/24 alle 16:22 via WEB
Tu sai cosa penso al riguardo, cara Psike, e sai anche che non lo penso per immaginato, ma perché l'ho vissuto sulla pelle. Che poi un figlio prenda dai genitori caratteri genetici che non si limitano agli occhi più o meno azzurri o al colore dei capelli, be', questa è cosa certa, ma lo è tanto quanto il fatto che il carattere del futuro uomo o della futura donna si formerà anche, e soprattutto, attraverso ciò e che chi li crescerà saprà trasmettere loro e da come essi lo assimileranno.
In sostanza il mio pensiero si può riassumere abbastanza fedelmente con le parole di mia nonna quando diceva che un figlio è di chi lo cresce, non di chi lo fa.
P.S. Mettendo la traduzione della canzone sotto questo post mi hai confuso non poco: non sapevo più dove postare il commento :-)
Comunque ho letto della richieste di ascoltare il pezzo: per me non c'è nessun problema, basta che gli avventori del tuo blog confermino di non sapere assolutamente nulla di musica e di non aver suonato mai alcuno strumento di alcun genere, compresi i citofoni delle case a carnevale, altrimenti sai che figura di pupù che mi fai fare :-))
Per non dare false illusioni premetto che io non suono la chitarra, io cazzeggio con la chitarra e lei mi risponde... talvolta prendendomi a maleparole.
Ecco, ora puoi postare quel che vuoi, anche se non ho la più pallida idea di come farai :-)
 
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