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Cadde tanto in basso
nella mia considerazione
che lo udii battere in terra
e andare in pezzi sulle pietre
in fondo alla mia mente.
Ma rimproverai la sorte che lo abbatté
meno di quanto denunciai me stessa,
per aver tenuto oggetti placcati
sulla mensola degli argenti.
(Emily Dickinson)
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SESTO RACCONTO - Gioco letterario "LEI NON SA CHI SONO IO"
Lei non sa chi sono io – le origini
(autore anonimo fino alla fine del gioco)
Quello del cacciatore era un mestiere molto faticoso. Soprattutto perché ancora non ne esistevano altri e cacciare era l'unico modo per garantirsi la sopravvivenza.
Erano tempi davvero duri. I mezzi a disposizione erano ben pochi. Potevi darti da fare solo con la forza bruta. L'intelligenza contava, così come la furbizia, ma le possibili prede non stavano di certo a guardare.
Gli ominidi non si reggevano in piedi; si muovevano ancora a quattro zampe, seppur saltellando anche con discreta velocità, ma avevano già acquisito la capacità prensile e riuscivano a tenere ben stretta l'unica arma che erano riusciti a modellare: la clava.
Ma già da allora avevano capito che l'unione fa la forza e quindi cacciare in due è meglio che farlo da soli.
Per questo quella mattina, Grunt uscì dalla sua piccola fredda caverna, clava in mano (si fa per dire) e, quando vide Groag anche lui clava in mano, uscito dalla sua maxi-caverna pluriaccessioriata con riscaldamento autonomo, fece per seguirlo e si affiancò a lui.
Entrambi erano diretti a caccia; entrambi avevano lasciato la loro femmina a guardia dei rispettivi rifugi.
Groag gli lanciò uno sguardo per niente benevolo ed emise un grugnito d'avvertimento, ma alla fine, fatti i suoi bravi calcoli, lasciò che Grunt l'accompagnasse nella battuta di caccia.
Grunt ringraziò con un grugnito molto più mite. Erano due ominidi di poche parole (a quei tempi mancavano gli argomenti di conversazione) e in fondo, seppur vicini di caverna, si conoscevano ben poco.
Un lungo cammino li portò, tra un grugnito e l'altro, verso il luogo favorevole all'avvistamento della preda: un bel cinghialone roseo e pasciuto. Ottima cena da portare in caverna.
Fu un combattimento selvaggio (e come sennò?), ma alla fine, tra una botta di clava e l'altra, tra urla e grugniti d'ogni tipo, il cinghialone fu abbattuto.
A loro modo festanti, i due cacciatori presero la via del ritorno. Al povero Grunt toccò sobbarcarsi il peso della preda, mentre Groag lo precedeva saltellando allegramente.
Giunti in prossimità delle loro caverne, Grunt lasciò scivolare la preda sul terreno e, benché trafelato dal lungo cammino e dal peso sopportato, fece come per dividerla in due parti a colpi di clava.
Fu a quel punto che inaspettatamente Groag assunse la posizione eretta e, appropriandosi di forza dell'intero cinghialone, emise per la prima volta al mondo una frase di senso compito: “Lei non sa chi sono io !”, e dopo aver inferto una randellata al povero Grunt, si avviò trionfante verso la sua maxi caverna accolto dai saltelli di gioia della sua femmina.
Il povero Grunt non poté far altro che rientrare tristemente nella sua piccola caverna dove l'attendeva per un'altra randellata la sua femmina furiosa.
Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia.
(Anche se Voi non sapete chi sono io !)
** * **
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Non affidarti alla mia immaginazione
non ti fidare, io non ti conservo,
non ti metto da parte per l'inverno,
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Patrizia Cavalli
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Con un agile amore -
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Definitivamente saldo - lassù -
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Non importa il Riposo!
Non importano i volti fuligginosi
Che si sbracciano alla Fucina!
L'acqua, è insegnata dalla sete.
La terra - dagli oceani traversati.
Il trasporto - dallo spasimo -
La pace - dai suoi racconti di battaglie -
L'amore, dalla memoria di un ritratto -
Gli uccelli, dalla neve.
(E. Dickinson)
Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
Pedro Salinas
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