Il concerto era terminato da pochi minuti.
Esausto, si lasciò cadere sul letto del camper super accessoriato e si accese una sigaretta. All'esterno, il brusio degli spettatori gli giunse ovattato, adorava il rumore del proprio pubblico. A nemmeno trent'anni aveva raggiunto il tanto agognato successo, non ne avrebbe più potuto fare a meno.
Da una piccola mensola prese un cofanetto e lo aprì con cura, una bustina trasparente apparve come per magia nelle sue mani, sorrise. Stava per versarne il contenuto sul tavolino, quando un sommesso bussare gli fece voltare la testa stupito. Jerry, il capo del suo staff, aveva l'ordine di non fare avvicinare nessuno dopo ogni esibizione, chi cazzo poteva essere?
Contrariato, si alzò avvicinandosi alla porta, quindi l'aprì con uno scatto secco.
La persona che si trovò dinanzi lo lasciò ammutolito
- Ciao Gianni...- Disse la donna. Trascorsero alcuni secondi duranti i quali l'eco di quel semplice saluto riempì l'aria come una scossa elettrica
- Come...come...- Balbettò il cantante.
Lei sorrise e si strinse nelle spalle
- Come ho fatto ad eludere i tuoi gorilla? Semplice, nell'ambiente mi conoscono e questa camicetta ha fatto il resto, non credi?
Il volto di Gianni assunse la durezza della pietra
- Cosa vuoi Monica, credevo che tra noi fosse tutto chiarito
Sempre sorridendo, la donna affondò una mano nella borsetta e quando la ritrasse stringeva un piccolo revolver, quasi un giocattolo
- Sono venuta a regolare i conti stronzo, avanti...entra!
L'uomo fu costretto ad obbedire, un leggero tremito gli fece muovere involontariamente il labbro superiore
- Ascolta Monica, se vuoi dei soldi sai che non ci sono problemi, ma non fare cazzate - riuscì appena a mormorare.
Tenendolo sempre sotto tiro, la donna si avvicinò al costoso stereo e inserì un cd.
Le note dell'ultimo successo della star invasero il camper, il rumore dello sparo praticamente non si udì nemmeno.
Centrato al ginocchio, Gianni stramazzò al suolo, il proprio urlo coperto dalla musica
- Ho cinque pallottole...le userò tutte, i prossimi concerti dovrai farli su una sedia a rotelle amore mio - disse Monica con freddezza.
Il dolore fu sostituito dalla paura, il cantante sapeva benissimo di cosa fosse capace. La sua mente andò a qualche anno prima quando, giovane autore dei propri testi, vagava da una casa discografica all'altra. Monica era la proprietaria di quella più importante, quella che deteneva, all'epoca, il potere di lanciare o distruggere chiunque.
Dopo un pomeriggio d'anticamera, Gianni era stato informato dalla segretaria che la signora non avrebbe ricevuto più nessuno. Stanco e infuriato, aveva letteralmente fatto irruzione nello studio privato, gli occhi fuori dalle orbite - Ma come si permette! Lei non sa chi sono io!- Aveva ruggito Monica alzandosi dalla lussuosa poltrona in pelle. Ne era seguita una discussione furibonda, alla fine della quale Monica aveva giurato di fare terra bruciata sotto i suoi piedi, nessun discografico l'avrebbe mai più preso in considerazione.
Gianni trascorse un anno pensando alla maniera di fargliela pagare. E il momento arrivò inaspettato sotto forma di Luca, un suo amico musicista truffato dalla donna. Con l'aiuto di un avvocato, riuscirono a dimostrare traffici illeciti di capitali all'estero.
In poco tempo, la casa discografica fu costretta a chiudere, Monica venne condannata a quattro anni di reclusione e la favola di Gianni spiccò il volo.
Il secondo e terzo sparo arrivarono in rapida successione. Il primo gli frantumò una spalla, mentre il secondo gli staccò di netto l'indice della mano destra. Gianni urlò di nuovo ma la sua stessa voce, proveniente dallo stereo, ne coprì ogni traccia
- Ancora due...- disse la donna con un sogghigno- Sono indecisa dove...-
Poi il suo volto s'illuminò fissando l'inguine dell'uomo
- Tanto chi vuoi che vada con uno storpio...
Per la quarta volta il revolver fece fuoco.
Stavolta Gianni svenne, mentre una chiazza scura andava allargandosi sui pantaloni di scena attillati.
A questo punto, Monica spense lo stereo e, avvicinatasi al tavolino, prese la bustina e ne vuotò il contenuto sul ripiano. Dopo averlo consumato per intero, si sedette accanto all'uomo svenuto e gli accarezzò la folta chioma
- Ora sai chi sono amore mio vero?
Quindi si portò la canna del revolver in bocca per il quinto ed ultimo colpo.
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Inviato da: emilytorn82
il 23/12/2016 alle 13:01
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