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racconti di vita, di sesso

 

Messaggi del 15/05/2014

corto 47

Post n°374 pubblicato il 15 Maggio 2014 da estremalatitudine

si erano conosciuti in vacanza, al mare, in quel piccolo posto in cui entrambi non erano mai stati prima, così piccolo e affacciato su una unica spiaggia che conoscersi era naturale, dopo qualche mattina, qualche saluto, qualche chiacchiera al bar, mentre si aspetta il caffé o il capuccino.

Avevano iniziato a scambiarsi commenti sui libri che stavano leggendo. Poi qualche battuta. Poi avevano avvicinato le sdraio e insomma erano diventati amici, proprio amici, forse qualcosa di più. Lui la aspettava per fare il bagno, lei se qualche mattina non lo vedeva arrivare incominciava ad andare in ansia. Però, però mai niente. Niente, neanche uno sfioramento, un piccolo tocco, uno stringersi di mani per qualche secondo. Niente.

Non gli piaccio, pensava lei, cioé sì gli piaccio, certo, ma non in quel senso. Troppo magra. e sì che a me lui piace proprio. fa sesso. forse lo sa e proprio per questo...

Perché lei, lei era un asse, niente seno, niente sedere, solo due lunghe gambe che lei cospargeva di crema ogni giorno e proteggeva di continuo.

Non gli piaccio, si confermò lei, quando lui lesse ad alta voce una scena di un romanzo in cui la protagonista andava in spiaggia e tutti si girarono ad ammirarne le forme. Sicuramente un metamessaggio. Parlava suocera perché nuora intendesse. Se no perché? cazzo che sfiga, pensò, lei: una volta che ne trovo uno che non sia un cerebroleso! e poi è sexi, decisamente.

Poi l'ultima sera, che il giorno dopo lei doveva partire, nell'accompagnarla a casa ecco lui la baciò. Fu un bacio lungo, lunghissimo, durante il quale i loro respiri si mescolarono e le mani di lui carezzarono quell'abbozzo di seno che lei ovviamente teneva libero sotto la maglietta.

Il giorno dopo lui la accompagnò al treno e lei, lei gli fece promettere di chiamarla appena fosse rientrato in città e lui, lui promise.

Finita l'estate non successe nulla. Nessuna chiamata. Nessun cenno.

Lei era disperata. Non capiva. Non gli piaceva, oppure.... oppure cosa? Cosa?

Dopo qualche settimana il telefonino squillò ed era lui che le chiedeva se potevano vedersi. Lei subito, quella sera stessa. Tante cose da dirsi, no?

Perché? Si era detta che non avrebbe dovuto, che non era una buona tattica chiederlo così direttamente, sfacciatamente, ma poi non aveva resistito e l'aveva chiesto, subito, quasi subito: perché? Perché non mi hai chiamato subito? Non ti piaccio? Che a me tu piaci un sacco! Ecco fatto il disastro, pensò lei.

Lui rimase interdetto. Silenzioso. Rabbuiato, tanto che lei, lei fece marcia indietro, se non vuoi parlare non importa, che importa, l'importante è che adesso siamo qui, no?

No, disse lui, no! E' che sono sposato. Al mare non c'è mai stata l'occasione, ma io, io sono sposato. Per questo non ti ho chiamato e non avrei voluto neanche chiamarti adesso. Non avrei dovuto.

La serata finì alla sveltissima. Lei era sconvolta. Lui imbarazzato. Si promisero di chiamarsi e quando a fine serata lui provò a baciarla lei si scostò.

Appena arrivata a casa chiamò la sua migliore amica e quasi si mise a piangere al telefono: sposato?!? hai capito il figlio d'androcchia, commentò la sua amica.

poi però a forza di parlarne arrivarono alla conclusione che sì va bé non sarebbe stato l'uomo della sua vita, ma era intelligente, spiritoso, sapeva comportarsi e anche contenersi e quindi perché no? Dai, su... quant'è che non scopi? cretina!

Il giorno dopo fu lei a chiamarlo e la sera cena, cinema e passeggiata. Poi lei lo invitò a salire in casa e lui, lui accettò. Tua moglie? Lascia stare. Una storia complicata. Comunque non è un problema. Bene, allor. Saliamo, disse lei.

Appena in casa, i baci piovvero che neanche a marzo. Poi dopo i baci, le carezze, di lui, su tutto il suo corpo. Lunghe, estenuanti, finché lei non gli chiese una attimo per andare in bagno e al suo ritorno, quando anche lui a sua volta chiese dove era la toilette, lei, lei si spogliò completamente e si mise sotto le lenzuola, lasciando fuori solo gli occhi, occhi lucenti, curiosi, divertiti. Che voglia, pensò lei.

Lui tornò e vedendola iniziò a spogliarsi lentamente e lei, lei era come fosse a teatro e si godeva ogni mossa, ogni muscolo, fino a quando lui corse ancora in mutande e maglietta intorno al letto e si infilò anche lui sotto le coperte.

Ancora baci e baci e ancora baci. le mani di lei lo cercarono e lo aiutarono a togliere la maglietta e poi più giù pretesero che si liberasse delle mutande. e.....

nel carezzarlo una sorpresa: ancora non del tutto in tensione il suo coso al tatto sembrava un dito di media grandezza. o cazzo! pensò lei.

Non è ancora eccitato. Cè grande differenza tra prima e durante. A volte miracoli.

Lei continuò a toccarlo e quello in effetti si indurì e crebbe, ma sì va bé, non importa.

Proprio in quel momento lui smise di stare al gioco, si liberò e iniziò a toccarla. Aveva mani lunghe, nodose, calde, magre e una lingua larga e ruvida.

Il suo corpo da ragazzina iniziò a tremare sotto le sue carezze e i suoi baci profondi, insistiti, avvolgenti. lui la fece girare a pancia sotto e poi allargandola iniziò a baciarla così al contrario, non evitando nulla, nulla, neanche quello che lei fin dalle prime volte aveva iniziato ad usare come arma di seduzione, anche se piatto, anche se senza rilievo, ma pur sempre sexi e soprattutto proibito. farselo leccare per lei era il massimo e quando le sue dita entrarono in lei, contemporaneamente sopra e sotto, davanti e dietro, e lui, luin iniziò a fotterla con le sue mani nodose, lunghe, magre, lei, lei in poco venne singhiozzando dal piacere.

Dopo, appena ripresa, lo cercò, cercò il suo cazzo e lo carezzò, scoprendolo e ricoprendolo. avrebbe voluto baciarlo, ma così, così piccolo, da bambino quasi, le faceva impressione e allora continuò solo a toccarlo avvicinando le sue labbra all'orecchio di lui e soffiandoci dentro.

divenuti intimi, mesi dopo, dopo che le carezze che si scambiavano non avevano limiti o barriere, in una pausa del piacere, lui le domandò se non sentisse il bisogno di.... cosa? lo provocò lei. di quello? io sì, ogni tanto, non sempre, rispose lei. poi lei continuò:  Tu mi basti. quasi sempre.... e tu?

io cosa? chiese lui stupito.

non senti il bisogno? di cosa? chiese lui sempre più stupito

di altre donne?

no, rispose lei sorridendogli e abbracciandolo forte, non di quelle, di lui, voglio dire.

Di lui?!?!?

Sì, io ne sento il bisogno ogni tanto e tu, tu mai? gli sorrise lei, poi gli si allungò contro e gli soffiò nell'orecchio, intanto che con un dito gli cercava il buco di dietro e trovatolo glielo stuzzicava, mentre con l'altra mano gli prendeva il piccolo cazzo.

Che fai? Niente, disse lei smettendo.

Continua, disse lui dopo qualche secondo.

Io ne sento il bisogno ogni tanto. Tu mi basti certo, ma ogni tanto... e tu, tu mai? davvero? e il suo dito medio era dentro di lui, mentre il cazzo le scivolava tra le dita.

Non senti mai il bisogno di un cazzo più grosso... amore mio?

lui le venne tra le dita.

 

 

 
 
 

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Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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