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Questo Blog nasce con l'intento di comunicarvi il nostro nuovo modo di lavorare per costruire uno stato di benessere direttamente nelle case di chi ci contatta.
Non terapia, non farmacologia, non clinica pura.
Attività - giochi - esercizi di riflessione - rituali - collage - disegni -
Sono gli strumenti per riflettere in modo costruttivo su una fase di stallo che state vivendo: voi con il vostro partner o con i vostri figli.
Nei post a seguire troverete articoli e video che vogliono meglio spiegare chi siamo e cosa facciamo.
Noi per Voi
a Palermo.
AREA PERSONALE
Scena Finale: "Pensavo fosse amore ed invece era un calesse"
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Post n°6 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da familycare0
Le emozioni sono le lenti attraverso le quali guardiamo la realtà. Gli psicologi distinguono tra le sette emozioni primarie, non consapevoli (innate) ovvero rabbia, paura, gioia, disgusto, tristezza, sorpresa e interesse e le sei emozioni secondarie anzidette sociali e consapevoli perché acquisite quando l’individuo prende consapevolezza di sé in rapporto all’Altro e dunque anche dell’effetto del proprio agire sulla realtà. Queste emozioni sono anche connesse alla cultura di appartenenza e all’ambiente di vita. Esse sono vergogna, imbarazzo, senso di colpa, orgoglio, disprezzo e timidezza. L’imbarazzo, la colpa e la vergogna si situano lungo un continuum di intensità. Al primo gradino si trova l’imbarazzo che è un reazione lieve ad una situazione contingente e dunque passeggera, seguono poi il senso di colpa e la vergogna. Il senso di colpa è un disagio più intenso conseguente ad un errore ed attiva un bisogno di riparazione giacché si vuole riequilibrare il danno arrecato a qualcuno con un gesto compensativo. Per questo il senso di colpa è un sentimento più squisitamente privato e ha un effetto prosociale che valorizza i rapporti interpersonali con comportamenti costruttivi, empatici e riparativi in caso di danno. Tuttavia l’esperienza ci insegna quanto spesso il senso di colpa diventi cronico e immotivato, un vissuto interiore continuo che produce rimuginazioni e malesseri interiori. In tal caso il senso di colpa perde la sua valenza adattiva e diventa assimilabile alla vergogna. L’emozione della vergogna è notoriamente intensa e negativa; conduce alla fuga ed all’evitamento dell’esposizione sociale per sottrarsi alla valutazione negativa. La vergogna, seppur generata da un singolo comportamento, ha un effetto pubblico sulla immagine di sé. Sicché l’individuo che commette un atto vergognoso, mette in discussione tutta la propria immagine sociale cosicchè la propria immagine personale va in frantumi. L’effetto riparatorio viene a mancare perché il soggetto non si sente più adeguato a riparare con la conseguenza di danneggiare la relazione con l’Altro. Resta soltanto l’aspetto valutativo quasi che l’ambiente sia un tribunale ed il soggetto sia un imputato da condannare. La consapevolezza di queste differenze consente di comprendere come spesso le reazioni di fronte ad un comportamento sbagliato sono diverse in rapporto alle emozioni interiori di chi agisce ed all’idea di Sé che possiede chi commette un atto riprovevole. Molte reazioni di violenza, rabbia e depressione conseguenti alla vergogna sono spiegate come emozioni connesse alla perdita dell’immagine di sé per vergogna. Così anche molti rapporti conflittuali ed imbrogli relazionali trovano un sentimento di vergogna tra le sfumature emotive delle contese. Un intervento correttivo e/o di supporto deve tenere conto della globalità degli aspetti psicologici in gioco promuovendo una transizione dalla vergogna alla colpa e deve connettere e circoscrivere il disagio percepito al singolo comportamento negativo per consentire alla persona di valorizzare se stessa come individuo capace di intervenire nell’ambiente in modo costruttivo e prosociale. L’emozione così muta da negativa in positiva per l’effetto propositivo sull’ambiente. Queste considerazioni tuttavia, devono sempre tenere in considerazione la cultura di origine. Vi sono infatti culture orientali che traducono il sentimento della vergogna e della colpa con significati sociali molto diversi dalla nostra cultura occidentale. Da qui l’esigenza di approfondire la storia di ciascuno e favorire un rispetto di Sé e della relazione nella cornice culturale di riferimento.
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Post n°5 pubblicato il 30 Giugno 2015 da familycare0
Talvolta troppo presi dal narcisismo estetico di Selfie, WhatsApp o pollicini su Fb, deleghiamo al caso l'impegno sulla relazione. Relazione che non può rimanere confinata nel pur auspicabile romanticismo a modalità casual-spontanea. Una cosa è l'innamoramento, altra cosa è l'amore. |
Post n°4 pubblicato il 21 Maggio 2015 da familycare0
I capricci sono comportamenti attraverso i quali i bambini provano a sperimentare se stessi come persone capaci di agire, decidere ed influenzare l’ambiente. “I terribili due” è l’espressione che denota questa prima fase di separazione dal genitore e di sperimentazione del Sé.
La gestione dei capricci ha a che fare con la capacità di sapere distinguere e mantenere una chiara e stabile definizione dei confini: da un lato il sottosistema dei genitori e dall’altro quello dei figli.
Come fare a gestire i capricci dei bambini?
Saranno utili pochi consigli che esprimono alcuni concetti base: Voi siete i genitori e voi stabilite le regole: se vostro figlio si ribella immotivatamente facendo i capricci, non cercate di farlo ragionare, piuttosto siate fermi e decisi nell’indicare l’azione corretta. Più sarete fermi nei messaggi meno vostro figlio ricorrerà ai capricci e sarà anche meno esposto a rimproveri e a frustrazioni. Non mostratevi mai demoralizzati e incapaci di gestire i suoi capricci; piuttosto mostratevi ai suoi occhi sempre certi di quanto dite e in sintonia con l’altro genitore. Evitate le contraddizioni tra marito e moglie su una regola già data. I bambini hanno ottima memoria e sono espertissimi a individuare le vostre debolezze e a manipolarle a loro favore. Se vostro figlio ha le crisi isteriche e si mostra inconsolabile mentre fa i capricci, provate a ignorarlo ma se non è un metodo efficace, contenetelo senza cedere sul motivo del capriccio. Guardatelo negli occhi e ribadite la vostra regola. Anche se vi sembra molto piccolo per capire, sappiate che la sua capacità di comprensione è superiore alla sua capacità di esprimersi a parole. Anche se tace, vi sta ascoltando e memorizza quanto gli dite. Ricorrete spesso ai rinforzi positivi. Nutrite la sua autostima e comunicate con lui con espressioni positive che lo incentivino a comportamenti elogiabili. Sarà contento di raccogliere consensi e ridurrà gli atteggiamenti di sfida.
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Post n°3 pubblicato il 19 Dicembre 2014 da familycare0
1) You and me: interventi rivolti alle coppie per problematiche relazionali
2) Sex & love: Interventi rivolti alle coppie per problematiche sessuali
3) Dalla pancia alla culla: Interventi alle coppie in attesa della nascita di un figlio o con bambini dietà compresa tra i 0 ed i 3 anni.
4) Family sitter: Interventi per le famiglie in difficoltà con bambini di età compresa tra i 3 ed i 12 anni
5) Quello che non ti dico: Interventi rivolti a famiglie in difficoltà con figli adolescenti di età compresa tra i 12 ed i 17 anni
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Post n°2 pubblicato il 19 Dicembre 2014 da familycare0
Siamo Giovanna Lo Giudice, Licia Cutaia, Ornella Longo, tre psicologhe di approccio sistemico relazionale che hanno deciso di lavorare insieme per creare un nuovo modello di intervento clinico non necessariamente terapeutico. Esso è orientato a gestire situazioni di malessere familiare quando si avvertono già segnali di disagio che pongono in allarme i membri di una coppia o di una famiglia. E' una sorta di prevenzione secondaria mediante la quale, a casa vostra, si "faranno" delle cose insieme per stare meglio...prima di dovere intraprendere un percorso più specificatamente psicoterapeutico. Per usare una metafora, potremmo descrivere il nostro intervento come una palestra in cui rafforzare le vostre capacità; gli strumenti saranno attività di gioco, uso di immagini, collage, ed altre azioni mirate a riflettere insieme sui segnali di disagio per ritrovare insieme uno stato di benessere. Per questo vogliamo parlare di Spazio Intermedio, ovvero una fase ristretta della vostra vita in cui per 12 incontri possiate dedicarvi a Voi stessi ed alla cosa più preziosa che avete: i vostri affetti. Questo percorso servirà a scoprire le risorse che vi tengono uniti o se vorrete, comprendere sinceramente il perchè i vostri legami non sono più funzionali. Il percorso nasce per voi, a casa vostra, per rendervi più protagonisti di un cambiamento consapevole che costruirete insieme a noi. Noi saremo le vostre guide. |