Mi dicono che lascio passare troppo tempo tra un post e l’altro, che rispondo in ritardo ai messaggi, che così chi mi visita si disabitua e nessuno verrà più a leggere ciò che scrivo. Ma vedete, io scrivo per ridare spazio alle parole, non per metterci su una data di scadenza. Scrivo quando il mio tempo si incontra con la voglia di farlo.
Quand’ero giovane scrivevo con carta e penna e le lettere erano contee bianche che piano si popolavano di grafie minute e serene o invadenti o sbeffeggianti. Oggi cerco il mondo tra quelle lunghe linee d’inchiostro nero e leggo di un me lontano; guardo intorno, guardo di nascosto come da dietro tendine discoste appena, e quel che il riverbero violento rimanda agli occhi è... velocità.
Velocità: l’unica cosa che conti oggi. La velocità che ci permette di avere sempre più tempo a disposizione per spenderlo in altra vita veloce; senza nemmeno più il mito yuppie dell’usa e getta. Vita nuova di zecca buttata ancor prima di essere usata, ancor prima di aver capito che era nostra; buttata ancora incartata
Li guardo e non si fermano mai, nemmeno a respirare; ingoiano aria e tempo come se la vita fosse sempre un po’ più in là ad aspettarli, come se non dovessero morire mai, ed alla fine muoiono senza aver vissuto.
Un megahertz, un gigahertz, mille gigahertz. Miliardi di pulsazioni sempre più strette, sempre più rapide e convulse accartocciate nel guscio immutabile di un secondo: quanto può battere in fretta un cuore?
Occasioni. Tante, troppe, facili, e il mondo si è lasciato imbrigliare. Oscilla, vibra, risuona su se stesso senza muoversi di un passo e la fatica diviene stress; il dono, sacrificio; il valore, paura: è il nuovo.
Vite due punto zero, tre punto zero, mille punto zero. Mille o millantate, ché tanto è uguale.
L’immagine di gesti lenti come una carezza, gesti sereni: ecco quel che mi resta di un tempo andato.
Quanti respiri può fare un uomo? Quanti battiti, il suo cuore?
Voglio poterli contare uno ad uno.
P.S. Grazie a tutti coloro che, malgrado la lentezza, continuano a “parlare” con me.
Unica precauzione: non distrarli quando si è vicini agli scogli :-)
Il problema è che anche le migliori compagnie, a volte, si stancano di aspettare, perché è vero, i rapporti, anche quelli virtuali, hanno bisogno di cura. È un po’ come per quelle donne che ti rimproverano se per tutto il giorno non hai mandato loro neppure un sms:
- Diammine, si vede che non mi pensi proprio: tutto il giorno e nemmeno un “ciao”.
Allora tu, che a lei ci pensi quasi più che alle cartelle di Equitalia, che fai? Il giorno dopo:
- Ciao
Risposta:
- Ammazza, ti sei sprecato?!?
Non è fantastico? :-)
È anche da esperienze come questa, che è nato il post qui sopra :-)
Buona serata, Mappe :-)
Che poi di frenesia ne ho già abbastanza nella vita reale, ci manca pure che me la porti dietro anche qui dentro :-). Il blog era nato come un momento di pausa e di dialogo (più o meno serio che fosse), se dovesse trasformarsi in una sorta di ossessione perderebbe la funzione che originariamente doveva avere e diverrebbe una fonte di stress… cosa di cui non ho assolutamente bisogno.
D’altro canto comprendo coloro che vorrebbero avere un dialogo meno discontinuo, perché i rapporti, anche se virtuali, come ho già detto, hanno bisogno di un minimo di cura e spero che chi mi apprezza non si senta “trascurato”.
P.S. A volte mi chiedo come faccia, tu, a scrivere, rispondere a tutti quei commenti e commentare nei blog altrui: io diventerei matto :-)
Grazie per l’appoggio, Wood, e buona giornata.
La ringrazio per la carrellata di testimonianze di cotanto rango a mio favore, nonché per il suo appoggio che ritengo ancor più corroborante, visto che Kundera, Savage e la Barbery posso solo leggerli, mentre con lei posso “parlare”.
P.S. Le scuse erano più in rapporto alle risposte ai commenti e ai messaggi privati: non vorrei che i miei ritardi in tal senso passassero per mancanza di rispetto nei confronti di chi mi dice la sua e si aspetta, giustamente, una risposta in tempi umani. Purtroppo, come già detto, il mio tempo è piuttosto risicato; cerco di fare del mio meglio, ma… se devo recuperare tempo il blog è una delle prime cosa a cui ne sottraggo. Questo non vuol dire che io non mi connetta o che legga una volta al mese i blog che abitualmente seguo, in genere passo senza loggarmi e medito su quanto leggo, poi mi segno i commenti da fare o le risposte da dare e quando trovo il tempo posto tutto insieme (potrei anche postare man mano che mi appunto le cose, ma mi sembrerebbe di fare un torto a qualcuno, commentando prima qualcun altro :-)
Chi ti apprezza ti seguirà comunque, chi pretende la quantità non ha che da voltare lo sguardo e rincorrere quei blog che stanno in cima alle classifiche, pieni di tutto e di niente. Coloro che non amano la profondità del pensiero forse è meglio perderli piuttosto che guadagnarli. La loro assenza non si sentirà affatto.
Ciao....CARLO.
Grazie anche a te per il sostegno quanto mai gradito, Fosco, e l’augurio per una buono serata caldoafosa di metà maggio da godersela assolutamente, visto che, a quanto dicono, pare che da giovedì torni il freddo: che palle! :-)