Cari Viestani, alla fine di ogni anno ho sempre tenuto fede alla gradita consuetudine di partecipare alla Vostra attenzione un messaggio augurale per salutare l’anno che tramonta e per accogliere quello che nasce di qui a poche ore.
Lo faccio anche quest’anno, ma lo faccio con una disposizione dell’ animo particolare, perché è l’ultimo messaggio di fine anno che Vi partecipo da Sindaco della nostra amata città. (...) Con il 2016 si concluderà il secondo e conclusivo mandato alla guida della nostra città conferitomi grazie alla fiducia che mi avete accordato nelle ultime due consultazioni elettorali.
"10 ANNI FA, SEMBRA IERI"
Ebbene sì, veloci come lo scorrere del tempo, sono passati 10 anni anche se sembra ieri quando in quel maggio del 2006 per la prima volta il popolo viestano decise di affidare a me, donna -caso unico della storia viestana- l’esercizio e la responsabilità della guida della città assumendo la massima carica cittadina.
Da allora è iniziato un cammino, intervallato da un rinnovo della Vostra fiducia manifestatosi alle elezioni del 2011.
Con uno sguardo d'insieme rivolto al passato non posso che constatare che sono stati anni di un’esperienza indimenticabile, che non vi ringrazierò mai abbastanza di avermi fatto vivere; anni caratterizzati come ogni vicenda della vita da alti e bassi.
Un periodo nel quale avvenimenti, persone, gioie e tristezze si sono avvicendati segnando uno spicchio di storia che non ho alcuna intenzione di rimettere o di voler ridurre ad un giudizio, perché ritengo che sarà un giudizio sempre e comunque parziale e mai obiettivo sia da parte di chi vuole esaltarlo positivamente, sia da parte di chi vuole denigrarlo negativamente.
Lo consegno semplicemente alla storia di questa città con la semplicità d'animo che mi è caratteristica e con la constatazione coscienziosa che semplicemente "ho fatto tutto quello che ho potuto".
"GIUDIZIO BUONO O PESSIMO, SARA' SEMPRE PARZIALE"
Nessuno di noi può vantare la pretesa di rappresentare una sorta di tribunale della storia e incarnarne la toga di collegio giudicante con la boria di chi pensa di pronunziare sentenze inappellabili.
L’unico giudizio al quale intendo sottostare è quello della mia e della vostra intima coscienza che mi ha sempre suggerito di servire la mia città con onestà e con buona fede, senza secondi fini, mai perseguendo finalità di arricchimento personale nonostante i limiti della mia e della nostra umanità con i quali bisogna fare i conti sempre e comunque in tutte le cose della vita.
Io la viestanità la intendo così: onestà e buona fede, senza risparmiarsi mai, e non avendo timore di sottoporsi alle critiche che nella maggior parte dei casi –come ho potuto constatare in questi anni- sono più frutto di malanimo che di valutazione serena e senza pregiudizi.
Io credo che essere viestani nel senso più genuino lo si dimostri quando di fronte ad un impegno, anche uno proibitivo come quello di amministrare una comunità intera in tutta la sua complessità di questi ultimi anni, si sia leali con se stessi e con gli altri, non si indietreggi di fronte agli ostacoli, ma ci si assuma la piena responsabilità di ciò che comporta quell’impegno nel bene e nel male, anche a costo di essere impopolari.
"ESTRANEA ALLA POLITICA POLITICANTE"
E’ quanto ho profuso in questi anni: in tutte le situazioni, soprattutto quelle più difficili, ci ho messo sempre la faccia; non mi sono fatta impressionare da ruoli, da gerarchie, dall’armamentario della politica politicante che mi è del tutto estraneo e dal quale fortunatamente non ho imparato nulla.
A tutto questo ho sempre reagito con la mia semplicità, con la schiettezza che, alla fine, mi ha fatto superare anche le situazioni più difficili ed irte di ostacoli ed ha sempre spiazzato coloro che si muovono con il calcolo e col cinismo senza sconti.
Non ho risparmiato alcuno sforzo: ho tolto tempo ed attenzione anche a molti aspetti della mia vita personale, ad affetti familiari, ad amicizie e passioni consolidate pur di assicurare tutto l’impegno che ogni singola situazione, che ogni singolo giorno di amministrazione ha richiesto.
L’ho fatto -ribadisco- con la buona fede di sempre, senza secondi fini e senza gli espedienti della politica politicante a me sconosciuti.
E' con quella che ho dovuto fare i conti in questi anni ed alla quale non mi sono mai abituata per una ragione molto semplice: quella politica, anzi quel significato deviato di politica, pone a chi la pratica un pedaggio pesantissimo che non ho mai voluto pagare.
Pone uno sdoppiamento della personalità, a mio parere inammissibile, per il quale esiste una morale da far valere nella vita normale dove ci si sforza sempre di seguire il bene distinguendolo dal male, l’onestà dalla disonestà; ed una morale che vale per la politica che solo in apparenza si preoccupa di perseguire il bene distinguendolo dal male, ma spesso li confonde, li simula e dissimula al solo fine di mettere il proprio io davanti a tutto e tutti; o quello di raggiungere i propri scopi stando dietro solo ad ambizioni smodate e perseguite senza scrupoli e senza guardare in faccia a nessuno.
Ecco in questa mentalità non mi sono mai riconosciuta, nonostante più volte mi hanno sollecitato ad apprenderne qualche lezione per risolvere con disinvoltura parecchie tensioni politiche. Io non ci sono mai riuscita, perché non l’ho mai accettato; l’ho ritenuto al di fuori di ogni logica ed etica.
"LA POLITICA LA FANNO LE PERSONE DI BUONA VOLONTA'"
Per me la politica resta l’incontro di persone di buona volontà nel senso più morale e religioso dell'espressione, che si parlano apertamente e onestamente senza doppi fini; non è la palestra dell’ambiguità, dei doppi sensi, dei conciliaboli nascosti, degli accordi da leggere in controluce ed interpretare solo secondo cinica convenienza; per me vale una stretta di mano, ciò che si dice apertamente ed onestamente. Nulla mi convincerà mai del contrario
Io non ho mai distinto il giudizio sulle persone, dal giudizio politico sulle stesse perché la politica la fanno le persone con i loro valori se riescono ad esserne portatori; le tattiche, le strategie o le doppia morale sono arnesi che mi sono stati sempre estranei e che tuttavia continuano ad infettare la politica vera, quella che dovrebbe mostrarsi a servizio dei cittadini, distogliendola dalla sua missione e asservendola a pratiche innominabili.
Pertanto con la consapevolezza di esserne rimasta immune mi auguro che la politica rimediti il significato della propria missione al servizio dei cittadini, improntandolo ad un primato dei valori condivisi e del bene comune nell'esclusivo interesse della collettività.
Detto questo, Vieste con tutti i suoi problemi -che a dispetto delle rappresentazioni di parte votate al catastrofismo sono quelli che una qualsiasi cittadina italiana si trova a vivere- attraversa, come del resto tutto il paese, un momento delicato dove le difficoltà economiche dovute ad una crisi economica lunga quasi un decennio, l'acuirsi del malessere sociale hanno lasciato il segno e messo a rischio parecchi equilibri nella nostra comunità.
Tale cornice ha inevitabilmente distolto l'azione politica dal perseguire obiettivi altisonanti, pressata com'è stata dall'esigenza del quotidiano, dalle basilari richieste dei cittadini.
Ed in effetti è stata una complessità difficile da amministrare, più adatta ad accontentarsi delle risposte "del giorno per giorno", che ne hanno drenato risorse economiche e finanziarie distolte necessariamente dalle grandi opere e dai grandi progetti, più adatti a cicli economici di crescita e non austeri come quelli di questi anni.
Ciò non toglie che augurarsi il bene di Vieste sia augurarsi che la città provata dai rigori della crisi ritrovi fiducia in se stessa, ritrovi quella forza e quello slancio che in passato l'ha destata da un esistenza isolata e desolata e l'ha lanciata nel firmamento dell'attrattiva turistica con tutti i benefici che ne sono derivati.
"VA RISCOPERTO UN SENSO DI SOLIDARIETA' PIU' DIFFUSO"
Ciò non toglie che proprio in ragione dei momenti difficili che si sono vissuti e che in qualche caso hanno messo a serio rischio persino la nostra convivenza civile, va riscoperto un senso di solidarietà più diffuso, più attento alla sorte complessiva della città e non solamente a quella dei propri averi.
La ricerca del benessere sociale va asservita solo alla capacità di creare lavoro in questa città e non all'accumulo di patrimoni in mezzo alla desertificazione sociale.
Ciò non dipende dal Sindaco e dalla Giunta o dal Consiglio Comunale. Ciò dipende da Noi tutti, in ogni ruolo e funzione e da quel senso della comunità che dovremmo aver meglio maturato dopo le dure prove di questi anni, da un sentirci viestani che nella tradizione di gente perbene, laboriosa ed altruista, trovi senso e moralità di riscatto e di affermazione.
E' questo l'augurio migliore che sento di poter indirizzare alla Nostra comunità ed a chi nel 2016 sarà chiamato a succedermi nell'onore di servire la città di Vieste.
"RINGRAZIO TUTTI I VIESTANI, UNO PER UNO"
In conclusione sento il dovere di ringraziare tutti coloro che in questi anni mi hanno accompagnato, tutti coloro che hanno arricchito questa mia esperienza in ogni ordine e grado; ringrazio i componenti delle giunte e dei consigli comunali che si sono succeduti in questi anni; tutto il personale del Comune in ogni ruolo e responsabilità; ringrazio anche i parlamentari, i consiglieri regionali di riferimento, i presidenti Vendola e Fitto, ma anche Emiliano per l’attenzione che vorrà dedicarci nei giorni a venire, i colleghi sindaci con i quali mi sono confrontata, i presidenti del Parco del Gargano Gatta e Pecorella.
Ringrazio i responsabili delle Forze dell'ordine locali e comprensoriali con i quali, insieme all'encomiabile attività dell' associazione Antiracket, abbiamo affrontato e superato momento difficilissimi vissuti sotto la pressione di un offensiva criminale senza precedenti.
Ringrazio tutti i cittadini di Vieste singolarmente ed associati perchè nel profondo del loro animo sento che comunque mi hanno sostenuta nelle prove di questi anni.
Un particolare pensiero di ringraziamento sento il dovere di indirizzare a Mons. Michele Castoro ed a Mons. Giuseppe D'Ambrosio arcivescovi della diocesi Vieste-Manfredonia-San Giovanni Rotondo, che non mi hanno fatto mancare in questi anni sostegno ed incoraggiamento.
Infine un ringraziamento che vuole nello stesso tempo essere espressione di preghiera, sento di dedicarlo alla Nostra Protettrice Santa Maria di Merino, la cui mano tesa, anche in questi anni si è destata a protezione della nostra comunità e con la devozione immutata chiediamo che lo resti anche per gli anni a venire.
Cari cittadini, è questo il senso della riflessione che vi volevo partecipare, al termine della quale non mi resta che augurare ad ognuno di Voi, alle Vostre famiglie ed a tutti i Vostri cari il mio più caloroso ed affettuoso Buon Anno, con l’auspicio che sia un anno di pace e prosperità per tutta la nostra comunità cittadina.
Vi ringrazio per la cortese attenzione riservatami. Viva la città di Vieste, viva tutti i viestani, Viva S. Maria di Merino che la protegge e sempre la proteggerà.
Dalla Residenza Municipale Vieste, il giorno 31 dicembre 2016
Il Sindaco Ersilia NOBILE |
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