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Beatitudini

Post n°17 pubblicato il 17 Giugno 2011 da genserich

  Nel giorno dello Shabbat, Gesù amava leggere e commentare il Tanakh/Antico Testamento assieme ai suoi discepoli; e sempre più persone si aggregavano, incuriositi dalle loro discussioni. Ed egli, vedendo le folle, salì sul monte e, come si fu seduto i suoi discepoli gli si accostarono. Gesù salì sopra un monte affinché tutti potessero vederlo e ascoltarlo.

Andrea: “saliamo sul monte come fece Mosè per prendere la Legge!”

Gesù: “solo che Mosè salì da solo, invece ora voi salite insieme a me. Perché un tempo Dio parlava agli uomini per mezzo dei profeti. Oggi, proprio grazie all’opera dei profeti, è come se fossimo tutti profeti”

Gesù poi disse: “Mosè che tanto fece per il popolo di Israele, per un errore, Dio gli ha impedito di entrare nella Terra Promessa. Che forse Dio sia cattivo e vendicativo ? è la Natura, che Dio ha creato, non perdona e punisce gli errori. E’ la natura delle cose che è impietosa: Dio è severo con noi, proprio per ricordarci che la Natura è impietosa. Se camminate lungo un dirupo e sbagliate a mettere un piede, la Natura non perdona, voi cadete giù. Un piccolo errore vi costa la vita. Non è Dio che non ci perdona: Dio ci avverte che la realtà in cui viviamo non perdona. Dio è severo con noi appunto perché ci ama. Dio ci ama e vuole la nostra felicità, per questo si è manifestato a noi”  

Un uomo si alzò in piedi e disse a Gesù: “Maestro, dov’è la felicità?”

Gesù: “la felicità non è fatta di gioie momentanee, effimere; che quando finiscono peniamo per la loro ricerca. La felicità sta nell’essere sereni, nell’avere un equilibrio interiore, nel saper godere quel poco che si ha, senza essere bramosi di troppi desideri: più desideriamo più siamo frustrati se i nostri desideri non si realizzano; e la frustrazione corrode la nostra anima, ci rende cattivi. Dobbiamo cercare la beatitudine dell’animo”

Nel testo originale in greco per ‘Beati’ è usato il termine Mακάριοι [Makàrioi], tradotto comunemente con “beati”. Nell’accezione usata per esempio dal poeta Pindaro si riferisce alla condizione in cui si è liberi delle cure e delle preoccupazioni quotidiane, condizione in cui si credeva stessero gli dei dell’olimpo. Beati… è la prima parola che sentiamo dire nella sua predicazione ne sta ad indicarne lo scopo: la ricerca di una felicità interiore, intesa come serenità ed equilibrio psichico. Gesù ci sconsiglia di seguire quelle felicità effimere e materiali, cui una volta terminato l’effetto immediato, ci porta a ricercarlo, col rischio di cadere nel vizio e nella frustrazione. Anche se Gesù di fatto da un elenco di persone gradite a Dio.

Lo stesso uomo: “e chi sarebbero coloro che sono beati?”

Allora egli, aperta la bocca, li ammaestrava elencando le beatitudini [Mt 5,1-12], dicendo: "Beati voi poveri, intendo i poveri  in spirito, chi non è cioè attaccato ai beni materiali,  perché vostro è il regno dei cieli. ¹

Beati coloro che piangono, piange chi soffre, chi è pentito, chi è sensibile, perché saranno consolati e perché rideranno. Come disse Isaia [61,2-3]: Il Signore mi ha mandato a portare agli infelici la buona novella, a fasciare le ferite del cuore, a consolare tutti gli afflitti, ci sarà per loro una gioia eterna” ,

Beato l’uomo che ha sofferto, egli ha trovato la vita! [Tm 63]

 Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra, come scritto nei Salmi  [37,11]. La calma è la virtù dei forti, con la calma si ottiene tutto.

Beati chi ha fame, perché sarete saziati; e beati anche coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Come vi è scritto nei proverbi [21,21]: chi segue la giustizia e la misericordia troverà la vita e la gloria”

Un uomo interruppe Gesù e disse: ‘cosa intendi per fame di giustizia ? intendi dire che seguissimo tutti la tua parola, nessun colpevole può sfuggire alla giustizia civile. Oppure intendi che chi sfugge alla giustizia civile in questa vita, non vi sfuggirà in quella ultraterrena. Oppure intendi che saremmo tutti uguali: che il ricco che commette un reato sarà giudicato allo stesso modo di un povero e debole; che il figlio del povere, ha le stesse possibilità di diventare un medico del figlio del ricco ?”

Gesù: ‘intendo tutte queste cose. Dobbiamo cominciare noi ad essere giusti: non giudicate con pesi diversi l’amico e il nemico; non siate magnanimi nei confronti dell’amico e severi coi nemici. E chiunque tutore della Legge, magistrato o poliziotto, ostacola consapevolmente il corso della giustizia, agevolando il colpevole, sia considerato esso stesso come se avesse commesso lui stesso quel reato. E siate consapevoli che chiunque riesce a sfuggire alla giustizia di questo mondo, non sfuggirà a quell’altra’.

Gesù continuò: ‘Beati i puri di cuore, che non hanno sentimenti maliziosi, che non hanno pregiudizi e sono equanimi, perché essi vedranno Dio.

Beati coloro che si adoperano per la pace e non mettono zizzania tra gli uomini, perché essi saranno chiamati figli di Dio. 

Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. E faccio riferimento alle persone vittime della giustizia intesa qui come giustizia civile, quella che di nome dovrebbe garantire “giustizia” ed equità ma spesso nella storia è stato ed è ancora un arma utilizzata dai potenti per sottomettere e controllare i più deboli.

Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi".

¹  Nella tradizione giudaica i termini ‘anawin e ‘aniyim indicavano i poveri in senso sociologico che ponevano la loro speranza in Dio, non trovando appoggio nella società. C’è chi intende i poveri di spirito i “vigliacchi” dell’epoca, quelli privi del coraggio e delle virtù guerriere e non avevano voglia di morire in guerra. Si noti che Luca dice semplicemente “Beati voi, poveri” come anche nel Vangelo di Tommaso [Tm 59]; Matteo ha voluto specificare che non è la ricchezza in se negativa, quanto l’attaccamento alla ricchezza. Un uomo poteva avere molti beni, ma essere nel contempo povero nello spirito in quanto non era legato interiormente a quei beni.

 
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