Liberta' di parola

Post N° 237

Questa sera tuona.

I cani acquattati guaiscono

tremanti e impauriti.

Come loro, lo strazio m’assale.

Vivere a che serve, a che vale?

Fatiche, angosce e dolori

alla vita ormai danno i sapori.

La speranza inutilmente alimentata

non serve a placare la passione malata.

A che serve scrivere e narrare,

se t’accorgi che non serve più amare?

Post N° 236

Vorrei dire basta a parole inutili,
pensieri sciocchi, stupide illusioni.
Parlerò solo di calcio e di politica...
o starò zitto, che è meglio!

Post N° 235

Spero di precipitare felice
nello sguardo dei tuoi occhi.
Spero di essere risucchiato
dalle tue eccitanti labbra.
Spero di percorrere il tuo corpo
seguendo le curve della tua pelle.
Spero di annegare presto
nel tuo soave pensiero.
Spero di perdermi curioso
nei meandri del tuo cuore.
Spero di essere amato
come io t’amo.
Insaziabile,
io spero di morire in te.

Vorrei...

Vorrei essere spirito
libero dall’obbrobrioso inviluppo
fatto di sangue e carne fatiscente.
Vorrei come puro angelo,
svincolato dai materiali bisogni,
librarmi nel tuo pensiero.
Vorrei con le incontaminate ali
lambire il tuo cuore
palpitante d’amore per me.
Vorrei offrire alla tua sete
il nettare del mio desiderio
profuso dal mio sentimento.
Vorrei, liberato da questo involucro
orrido, banale e volgare,
penetrare il tuo spirito luminoso.
Vorrei saziarmi di te,
impossessarmi di te,
fondermi con te.
Ti vorrei…

Post N° 233

Splendido pensiero,
agognata passione,
impossibile vagheggiamento.
Non sei tu assente,
sono io che difetto,
che vengo meno ad ogni prerogativa.
Tu, prodigio.
Io, vetusta banalità.
Tu, palpito di vita.
Io, inutile orpello.
Tu passionale beltà,
artistica passione,
fuoco vivido,
vaga amica,
mio struggente rimpianto.
Io, spero, tuo tenero ricordo.

Echi...

Echi di sentimenti,
come unghiate nella mente,
solcano i pensieri
lasciando fuoriuscire
i sapidi ricordi
che, come inutile nettare,
colano sulle labbra
ormai troppo aride

per catturarne l’effluvio e il sapore.
Bugie e illusioni
sfiancano ora il cuore
che vorrebbe essere sordo
alle stolide lusinghe.
Ma invano s’affatica ancora
ad inseguire ilari fantasmi
di care compagnie,
ormai a lui precluse.

Chetati spirito infine
che vano è il tuo affanno
e adagiati nel riposo indeprecabile.

Ciao, come stai?

Sto…
Sto davanti allo specchio.
Scruto quell’uomo
che riflesso nell’argento,
più non riconosco.
Dov’è il ragazzo
speranzoso ed entusiasta,
con lo sguardo galoppante
verso il desiderato futuro
per scoprirlo e impossessarsene?
Scruto quell’uomo
triste e tristo,
consunto dal nulla
e incapace  anche di voltarsi indietro.
Scruto quell’uomo
senza più lacrime per lucidare la gioia,
senza più lacrime per lavare la sofferenza,
senza più lacrime per annegare la tristezza.
Nei suoi occhi
scorgo solo un abisso
fatto di se stesso,
una voragine di ego egro.
Sto e aspetto.

Un quadro...

Se fossi un pittore
vorrei dipingere noi.
Dipingerei una fiamma di sangue,
fiamma che lambisca

un cuore fatto di passione:
il tuo sangue e la mia passione.
E stille di lacrime
che gocciolino sulla fiamma:
le mie lacrime e la tua fiamma.
Raffigurerei un bicchiere di vino,
vino rosso
per brindare senza senso
all’impossibile anelito:

il calore della tua fiamma.

Parole...

Parole.
Povere parole
sparse così, nel vuoto.
Vuoto che attende di sporcarsi
con pensieri vuoti
formati con parole
forse inutili e futili
e tanto stanche
ed esauste di sé stesse.
Parole
che formano disegni,
disegni che riempiono fogli,
fogli che diventano libri,
libri che forgiano i pensieri,
pensieri che nutrono il cuore,
cuore che batte per vivere
una vita fatta di povere parole
che formano pensieri vuoti.
Parole
dette e scritte da tutti.
Ognuno si riempie le mani
di parole da consegnare al vento,
convinto che il vento
le affiderà alle altrui menti.
Guardatele qui,
le mie parole sprecate,
frutto di un vano ragionare.

Post N° 228

Mia Signora,
vago smarrito
nel vuoto della tua assenza.
Avverto la mancanza
del battito del tuo cuore
sulla mia mano.
L’attesa delle tue labbra
sulla mia tempia
mi strappa le lacrime
prosciugandomi ogni pensiero.
Signora,
mi manchi.
Mi manchi
come manca il nuoto al delfino,
come il volo al falco,
come il sole al giorno,
come la luna e le stelle alla notte.
Attendo
il tuo sguardo su di me,
la tua mano su di me,
le tue labbra sulle mie,
le tue gambe fra le mie,
il tuo cuore contro il mio.
L’anima no:
la mia anima è già tua.