Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

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EVOLA E GUENON: QUALCHE DIFFERENZA NELLA RICOSTRUZIONE DEI PRIMORDI UMANI

Post n°3 pubblicato il 18 Luglio 2012 da MICHELEALESSANDRO
 

Tra gli autori tradizionalisti, Julius Evola e Renè Guenon sono senz’altro quelli che hanno avuto modo di fornire le maggiori indicazioni sul tema delle origini e della preistoria umana, per cui cercheremo ora di svolgere alcune brevi considerazioni in merito a quanto da loro espresso, tra le altre, soprattutto in opere come “Rivolta contro il mondo Moderno” (Evola) e “Forme tradizionali e cicli cosmici” (Guenon).

Partendo dai quattro punti elencati in premessa, possiamo dire che Evola e Guenon si rivelano sostanzialmente in accordo sul primo, ovvero sull’approccio antievoluzionista di fondo; l’accordo invece può essere considerato solo parziale in merito alla localizzazione boreale dell’inizio del nostro ciclo e la relativa cronologia dei primordi, mentre si può affermare che denotano una sostanziale differenza di valutazioni in relazione al discorso monogenetico.

Quanto al quadro cronologico, più che esservi disaccordo sul concetto generale della quadripartizione oro-argento-bronzo-ferro delle varie età succedutesi nel tempo, in quanto elemento tradizionalmente attestato (rif. Esiodo) e quindi difficilmente contestabile, sembrano piuttosto essere i tempi di questa scansione a non collimare del tutto tra i due autori.

E’ innanzitutto necessario ricordare che, come più volte segnalato da entrambi, l’iniziale età dell’oro dovette rimandare al nord e all’Artide, alla terra veramente primordiale, cioè la Tule iperborea, mentre la successiva età dell’argento ebbe invece relazione con l’ovest e l’Atlantide.

Ebbene, è noto che Julius Evola, parlando delle fasi iniziali del ciclo umano, tese piuttosto frequentemente ad accostare il termine “atlantico” a quelli più prettamente polari (p.es. “nordico-atlantico”, “artico-atlantico”) ed a sovrapporre i due concetti, con il risultato, a nostro avviso, di ricadere inconsapevolmente nell’errore di considerare come momento primordiale, una fase che, pur molto antica, non lo era invece già più. A tal proposito è probabile che le vedute di Julius Evola sulle origini umane fossero fortemente influenzate da idee al tempo circolanti in Germania, soprattutto ad opera di Herman Wirth (che ipotizzava una civiltà nordica sorta attorno a 40.000 anni fa e le cui prime migrazioni verso sud sarebbero avvenute in un periodo situabile all’incirca tra i 20.000 ed i 30.000 anni fa).

In relazione alla possibilità di tali erronee sovrapposizioni, l’idea di Guenon fu piuttosto chiara ovvero che “la stessa Atlantide settentrionale non aveva nulla di iperboreo”, riaffermando cioè la netta separazione della vera fase primordiale, unitaria e letteralmente polare, con qualsiasi altro momento che, pur anche genericamente nordico o boreale, risultava però essere necessariamente posteriore alla prima e non più legato al polo geografico. Infatti, come abbiamo visto nella premessa, per Guenon l’inizio della prima età partiva da più di 60.000 anni fa e le date di Wirth, rispetto a questa, risultavano più tarde di almeno 20.000 anni; è quindi ipotizzabile pensare i due quadri cronologici non necessariamente alternativi l’uno all’altro, ma complementari. Gli eventi ai quali si riferiva Evola dovettero cioè essere molto probabilmente simili a quelli iniziali, ma temporalmente e geograficamente diversi: interpretati cioè come primordiali ma invece riconducibili ad una fase più avanzata del nostro ciclo.

Quindi due momenti distinti, entrambi realmente verificatesi, che però molto spesso, nelle memorie del Mito, ebbero a confondersi tra loro; e ciò è ad esempio riscontrabile anche nella mitologia indù, che ricorda i due antichi continenti Ilavrita (artico, primordiale e corrispondente al Paradiso Terrestre vero e proprio) ed il, almeno in parte, successivo Uttarakuru (“Terra settentrionale” ma semplicemente boreale, legata al nord-ovest) le cui caratteristiche furono però suscettibili di numerose reciproche sovrapposizioni.  

Vedremo prossimamente come tale, tutto sommato relativa, differenza prospettica sul quadro cronologico e geografico dei primordi fu collegata alla ben più radicale diversità di vedute che ci pare di cogliere, tra i due autori, in merito al particolare tema della monogenesi umana.

 

 
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