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MONDO CANO

Post n°102 pubblicato il 28 Agosto 2008 da AndreaL84
 

Riprendiamo a riscrivere in questo blog, dopo un periodo di vacanza.

Eravamo rimasti allo storico terzo posto della Nazionale Italiana al Rescue. Nel mese successivo si sono verificati altri eventi nel Salvamento italiano ed internazionale, di cui vale la pena parlare: dall’importante terzo posto delle Rane Rosse ai Mondiali per Club, all’assegnazione dei titoli italiani estivi assoluti e master, per finire con le tanto attese convocazioni per la Nazionale Juniores, che, nella prima metà di settembre, volerà in Olanda per i Campionati Europei.

Spero di riuscire a dedicare spazio a tutto ciò.

Ma, per ora, riprendiamo il discorso da dove l’avevamo lasciato, cioè al terzo posto mondiale dei 12 atleti azzurri (ricordiamoli: Carpentieri, Fanella, Ferrua, Mosconi, Pinotti, Proietti, Buratto, Cerquozzi, Chirieleison, Mariti, Prandi e Prelle) guidati dal CT Antonello Cano, coadiuvato dagli assistenti tecnici Paola Pelle e Massimiliano Tramontana.

Ho avuto modo di intervistare il fautore di questo trionfale risultato, l’allenatore più longevo dello sport italiano, Antonello Cano, che da ben 28 anni sceglie, segue e guida i Salvamentisti più forti dello stivale. Nella seguente intervista (che uscirà, in forma ridotta, sul prossimo numero della rivista “Lifeguard”), il CT ci parla del Rescue appena svolto, della situazione attuale del Salvamento italiano e mondiale, e del suo futuro. A lui la parola.

 

 

L’Italia termina il Rescue con un importante terzo posto. Qual è il quadro tracciato da Antonello Cano? Chi sono i promossi e chi i bocciati di quest’avventura?

Tutti promossi. È stato un obiettivo davvero importante e fortemente voluto dalla Federazione, che infatti ha espresso la sua soddisfazione a fine Campionati attraverso il vicepresidente Paolo Colica. Era una Nazionale bella e forte. E poi completa, grazie al nuovo criterio adottato per le convocazioni. Infatti, con il precedente criterio, venivano convocati d’ufficio i vincitori di quattro gare individuali in vasca. Tale criterio, seppur ci portò ad un risultato fantastico, il quarto posto di due anni fa, non garantiva che tutte le gare venissero ben coperte dagli atleti a disposizione per la Nazionale. Il nuovo criterio, invece, suggerito dalla Federazione, prevede una graduatoria a punteggio, che determina i convocati d’ufficio. In questo modo, vengono preferiti quegli atleti in grado di effettuare più di una gara ad alti livelli. Inoltre, un criterio del genere avvantaggia chi non prende squalifiche, perché anche una sola squalifica può influenzare pesantemente il punteggio conseguito da un atleta. E questo è un altro scopo che la Federazione si era prefissata, ovvero adottare un criterio che permettesse l’accesso alla Nazionale a quegli atleti che poi avrebbero avuto minor probabilità di subire squalifiche nella manifestazione internazionale.

 

Il terzo posto era un obiettivo sperato?

Assolutamente no. Per noi sarebbe già stato tanto confermare l’eccellente quarto posto conseguito in Australia. Poi le gare si sono messe in questo modo: dopo la piscina, nonostante alcune squalifiche, eravamo in testa alla classifica. Senza contare Australia e Nuova Zelanda, che sicuramente ci avrebbero sorpassato con le gare in acque libere, quello che notavamo era il grande distacco che avevamo sul Sudafrica, la grande favorita per il terzo posto. Nonostante in acque libere siamo inferiori ai sudafricani, siamo riusciti ad amministrare il vantaggio e in più abbiamo tenuto a  bada la Germania, che pure si stava dimostrando un avversario pericoloso, tant’è che è alla fine è giunta quarta. Siamo dunque estremamente soddisfatti di questo traguardo, e desidero ringraziare a tal proposito, per l’impegno e la professionalità profusi, gli assistenti tecnici Massimiliano Tramontana e Paola Pelle, la cui direzione è stata ineccepibile.

 

Tra i 12 atleti che ci hanno rappresentato al Rescue, c’è n’era uno che per la prima volta vestiva la casacca della Nazionale Assoluta, Mariano Carpentieri. Come giudichi il suo debutto?

Mariano non è andato al massimo nella sua gara, giungendo quarto in una prova, il Super Lifesaver, in cui ambiva al podio, pagando lo scotto dell’emozione e, soprattutto, dell’inesperienza in campo internazionale. Ma, a conti fatti, un quarto posto mondiale, per un atleta che debutta in questa competizione, è comunque un ottimo risultato.

 

Passato il Sudafrica, adesso avanti, e tanto avanti, ci sono l’Australia e la Nuova Zelanda. Il gap da queste due Nazionali è tutto nelle gare oceaniche. Cosa si farà per raggiungere le due nazioni più forti del Mondo? Si punterà tutto sulle oceaniche o in piscina si può ancora migliorare qualcosa?

Bisogna migliorare sicuramente nelle gare in acque libere, e per questo c’è l’intenzione di effettuare qualche collegiale in Australia, per imparare da chi è più bravo di noi la tecnica nelle competizioni oceaniche. Ma l’attenzione non va data esclusivamente alle gare oceaniche: bisogna stare attenti a non perdere quanto di buono abbiamo conquistato in piscina. Per cui negli anni a venire l’obiettivo è quello di mantenere un certo equilibrio tra la vasca, dove dobbiamo continuare a mostrarci i più forti del mondo, ed il mare, dove dobbiamo crescere.

 

L’Australia è da sempre la nazione più forte del Mondo. E la sua Nazionale è composta per metà da atleti “indoor” e per metà da atleti oceanici. L’Italia potrà arrivare ad avere una siffatta composizione?

Nulla è escluso, ma, per arrivare ad avere una Nazionale da vertice, quello che conta è riuscire a creare un gruppo forte ed affiatato. L’obiettivo è pertanto avere atleti che siano in grado di competere una decina d’anni con la Nazionale: in questo periodo, infatti, potrebbero formarsi con collegiali e competizioni, e dunque migliorare sempre più la loro tecnica. Giunti in età avanzata, sarebbero poi in grado di trasmettere le loro conoscenze ai loro successori. Avendo continui ricambi, invece, una cosa del genere non sarebbe possibile, e si rischierebbe di perdere il lavoro svolto dallo staff tecnico.

 

Come vedi la scena del Salvamento internazionale? La Nuova Zelanda è sempre più vicina all’Australia. Può mettere fine al dominio Aussie che va avanti da anni?

Certo che sì. Già avevo visto a Warendorf, in occasione dell’ultima Coppa di Germania, gli enormi progressi in vasca degli atleti neozelandesi. Adesso, inoltre, la Nuova Zelanda è prima nella graduatoria per i World Games, segno che questa Nazionale sia in forte crescita.

 

Per quanto riguarda l’Europa, invece, l’Italia rimarrà incontrastata ancora a lungo?

La situazione è la seguente: gli avversari più temibili per noi sono da sempre la Germania e la Spagna. La Germania ha un buon gruppo, ma gli manca un atleta di punta. Prima aveva Lutz Heimann, che in piscina vinceva praticamente tutto, ma che, nel momento del suo ritiro, non ha lasciato degni eredi. Sarebbe stato bello vederlo gareggiare contro l’atleta del momento, Federico Pinotti. Purtroppo Lutz ha lasciato, quando Federico ha iniziato, quindi i due non si sono mai scontrati, ma, se lo avessero fatto, per Lutz sarebbe stata dura. Chiusa la parentesi, alla Germania serve quindi quell’atleta di punta, che gli permetta di fare la differenza. La Spagna è invece in calo, e quest’anno anche lei ha pagato un’assenza importante, quella di Fernando Del Villar. Tant’è che non si è qualificata neanche per i World Games, in quanto l’organizzazione dei WG ha deciso di portare solo le prime sette classificate della graduatoria, anziché le prime otto, come da tradizione, per riservare l’ottavo posto alla Cina Taipei, paese organizzatore, e la Spagna è giunta ottava. Dovrebbe esserci comunque a Taipei, perché molto probabilmente la Nuova Zelanda rinuncerà alla partecipazione. In ogni caso, credo che la Nazionale iberica si riprenderà, i tecnici spagnoli hanno la volontà di ripartire e di ricreare un gruppo competitivo.

 

Parliamo della nostra Nazionale. Tra i maschi, ci sono stati tanti esclusi, che spingono per entrare nella Nazionale quanto prima. Buccioni è un atleta che non si discute; Bolognesi e Capacchione hanno avuto una grande stagione; Procaccia ha già vestito la casacca della Nazionale e quest’anno, nonostante l’esclusione, si è fatto valere; ci sono giovani in continuo miglioramento, come Casini e Bonanni; e vecchie glorie della Nazionale come Locchi, De Marco, De Stefani e Mastrostefano. Chi, tra tutti questi, può entrare o rientrare nella Nazionale?

Tutti. Tutti, ma per loro sarà dura. Tutti gli atleti menzionati da te sono da Nazionale e di grande valore. Ma per vestire la calottina azzurra, devono fare anzitutto un salto di qualità, e poi dover dimostrare di mantenersi ad alti livelli per lungo periodo. Quindi si richiede salto di qualità e continuità.

 

Riguardo le femmine, invece, vi sono dal 2001-2002 sempre le stesse quattro atlete che guidano la Nazionale: Prelle, Prandi, Buratto e Cerquozzi. Allora viene spontaneo da chiedersi: ma esiste un ricambio?

Il motivo per cui le quattro atlete sono da anni inavvicinabili è che, oltre ad essere molto forti, hanno anche accumulato una grande esperienza tecnica, che al momento le rende ancora inattaccabili dalle altre. Ma il ricambio esiste sicuramente.

 

Quando sei andato alla guida della Nazionale, nel 1980, l’Italia non era ai vertici del Salvamento mondiale. C’era solo qualche buona individualità, tipo Roberto Bonanni, ma nel complesso, negli anni ’80, erano Polonia e Bulgaria a dominare la scena, mentre l’Italia era relegata ad un ruolo di secondo piano. Poi il boom negli anni ’90, ed adesso siamo ai massimi livelli. Cosa è cambiato in questi 28 anni?

È cambiato il tipo di preparazione, e soprattutto è cambiata l’organizzazione. Inizialmente non avevamo i collegiali, e quindi spesso gli atleti andavano alle manifestazioni internazionali quasi allo sbaraglio. Con gli anni, poi, ci sono stati diversi aiuti, anche economici, della Federazione, che ci hanno permesso di intensificare l’attività dei collegiali, anche al di fuori dell’Italia.

 

Cosa c’è nel futuro di Antonello Cano?

Non so quando, ma tra un po’ dovrò tirare i remi in barca, e per questo mi sto adoperando a preparare alcuni tecnici che potrebbero prendere il mio posto. Posso fare anche qualche nome: Paola Pelle, Massimiliano Tramontana, Ettore Gavarente, Gianpaolo Longobardo e Gianni Anselmetti. Uno di questi potrebbe essere il mio successore. In realtà avrei voluto lasciare già nel 2000, ma la Federazione mi chiese di continuare, a causa del vuoto che si sarebbe creato. Vuoto che non ci sarà la prossima volta, vista la preparazione a cui si stanno sottoponendo questi tecnici.

 

L’ultima domanda è legittima sui Campionati Europei Juniores, che è la prossima manifestazione internazionale in programma. Come andrà l’Italia?

Veniamo da due titoli europei juniores consecutivi, ma per una manifestazione molto aperta quale è gli Europei Giovanili, io ci andrei molto cauto. La concorrenza è agguerrita: ci sono la Germania, la Spagna e anche la Francia, ed aggiungerei inoltre l’Olanda, nazione ospitante, che potrebbe riservare qualche sorpresa. Possiamo riconfermarci, ma adesso bisogna pensare a fare le gare e soprattutto evitare le squalifiche. Poi gli obiettivi ce li porremo via facendo.

 

 

Andrea Longobardo

 

 
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