Creato da Estelle_k il 01/04/2015

INFINITY

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--,--'-(@ OCCHIO PER OCCHIO- Capitolo 2 @)-'--,-

Post n°672 pubblicato il 18 Maggio 2019 da Estelle_k

 

RACCONTO BREVE DI ESTELLE_K

 

Bryan distolse lo sguardo dalla madre e abbozzò un sorriso sarcastico.

Mary faceva parte di quel gruppo di persone convinte di avere

in mano la perfetta conoscenza del prossimo solo perché vivevano

con loro a stretto contatto e il quanto si sbagliavano era ciò

che si sarebbero rifiutate di ammettere persino di fronte all’evidenza.

- Mi conosci così bene Mary, davvero? Se così fosse saresti già uscita

  da questa stanza e avresti telefonato di nuovo a mio padre.

  Non saresti ritornata qui dentro finchè non lo avessi convinto

  a rientrare da quella città lontana a causa del suo ridicolo lavoro, 

  visto la priorità delle mie condizioni.  L’hai fatto? Dimmi, l’hai fatto?

- Bryan, calmati. Non è così semplice….

- Risposta sbagliata, Mary. Tutto è semplice nella vita. Volere è potere.

  Causa e effetto. Azioni che portano a conseguenze.

  Come il fatto patetico che un adolescente dica  alla propria madre

  quello che dovrebbe fare.

- Capisco il tuo stato d’animo, piccolo mio. Ma i medici dicono che

  devi restare calmo. L’operazione avverrà domani. Tuo padre è già

  informato di tutto.

Bryan la fulminò con l'unico occhio sano, sperando di triplicarne

l’effetto. Poteva sua madre essere così ottusa?

- Non sono più “piccolo” da tempo, Mary. Non mi trattare ancora

  come un poppante da svezzare. Ho solo un occhio funzionante

  ma il mio cervello è sempre stato pienamente nelle sue facoltà.

  Mio padre. Voglio che mio padre sia qui con me. Hai capito?

  Ora io ho bisogno di lui!

- Lo so Bryan...e per quanto ora ti non ti sembri credibile,

  io ti conosco molto più di quello che tu voglia ammettere.

  Ho fatto il possibile per convincere tuo padre a  ritornare prima

  della tua operazione. Se ciò non è stato possibile non è dovuto a mia

  negligenza.

Irritato da quelle parole, Bryan distolse lo sguardo da lei, fece un paio

di respiri profondi e ritornò a squadrarla con gelo.

- Tu hai fatto il possibile..? Allora avresti dovuto tentare l’impossibile!

  Non è questo  che le madri fanno per i figli?

Mary lo guardò, con stanca tristezza. Aveva lo stesso carattere indomito

del padre, la stessa fierezza, la stessa durezza.

Non era solo un adolescente di 14 anni che soffriva per una situazione

avversa, questo poteva accettarlo. In Bryan c’era di più, un radicato

germoglio di irrequietezza e insofferenza alle regole,

un istinto di rabbia difficile da domare che l’aveva portato proprio

dov’era ora, su quel letto d’ospedale e cieco all’occhio destro.

Tutto era accaduto un anno prima.

Ritornò con la memoria a quei terribili momenti. La notizia ricevuta

al telefono dalla polizia stradale, la paura e la disperazione per la

situazione gravissima, lo  sconforto di attimi interminabili, e la scoperta

di una forza d’animo che non credeva di possedere.

In seguito la vita del figlio fu scandita da un susseguirsi di esami

e referti, consulti e cure , speranze aggrappate a un filo, situazioni nuove

da affrontare, decisioni difficili da prendere.

L’impatto causato dall'incidente gli aveva procurato una grave lesione

all’orbita oculare; era stato possibile ricostruire l’osso sottostante

mediante la sostituzione con una placca.

Bryan si mostrò sempre forte,  affrontando tutto con coraggio

e determinazione. Desiderava sopra a ogni cosa ritornare come prima,

anzi migliore di prima.

Questo era il suo obiettivo e se lo ripeteva ogni giorno nella mente

come un mantra ipnotico. Niente e nessuno lo avrebbe più sconfitto.

Si era creato un mondo interiore dove la sua volontà di ferro

era sopra ogni cosa e in quella riversava tutte le sue energie.

Non dovevano più esistere  debolezze, ma con il tempo inserì

fra queste anche il provare sentimenti come l’affetto,

l’empatia e l’amore.

L’unica eccezione era la smodata venerazione per suo padre.

E dieci giorni fa, ecco l’arrivo della grande notizia,

foriera di grandi speranze.

La possibilità di effettuare un intervento straordinario che mirava

a ottenere la ripresa funzionale del nervo ottico danneggiato

in paralisi,  che gli causava la cecità dell’occhio destro e lo strabismo.

Un chirurgo luminare del campo aveva accettato di operare Bryan, 

aveva affrontato un altro caso simile due anni prima, e grazie alla

preziosa collaborazione di un gruppo di assistenti qualificati,

quell’operazione risultò un vero successo segnando una pietra

miliare nel campo di quella scienza.

Di fatto Bryan sarebbe stato il secondo caso nella storia della

 microchirurgia oftalmica ad affrontare quel tipo di intervento.


                                                 *************************


L’infermiera di turno attirata dalle urla di Roger entrò nella stanza

e vide madre e figlio abbracciati. Di sicuro si trattava di un’altra crisi

del bambino, una delle tante, ma sembrava che si fosse già calmato

e che tutto fosse sotto controllo. La madre le rivolse un’occhiata di intesa,

non era necessario il suo intervento. L’infermiera li osservò pensierosa,

poi sentì la vibrazione del suo cellulare nella tasca. Due minuti dopo

si dedicava  alla lista di farmaci da distribuire nella corsia.


CONTINUA


 

 

 

 

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