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Messaggi di Ottobre 2016

Esperienza finita. Domani si rientra!

Post n°623 pubblicato il 10 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Con gli ultimi sopralluoghi di oggi, termina una esperienza unica che sono (siamo) felice di aver vissuto.

Ho capito tante cose nuove, e soprattutto trovato la conferma che non bisogna più leggere i giornali e guardare le TV: le idee e le informazioni bisogna farsele e prendersele nel modo piu diretto possbile!

La giornata si è conclusa simbolicamente con il pianto di una nonnina, che ci raccontava lo spavento di quella notte. Lei, in casa sola, in quanto vedova, i figli che vivono lontano.
Cercando di scappare all'esterno, ha aperto la porta e il fabbricato oltre la via (siamo nel centro storico, quindi a tre metri di distanza non di più) che ondeggiava paurosamente (di fatto, abbiamo riscontrato qualche crepa preoccupante...). Si è messa a piangere ed è rimasta chiusa in casa, in piedi, aspettando la fine di una scossa che è durata almeno 30-40 secondi. Una eternità!
Ci chiamava entrambi "amore" (lo diceva all'inizio, a metà ed alla fine di ogni frase) oppure "stellì": non siamo riusciti a tranquillizzarla del tutto, sia per via del fatto che non tutto l'edificio era ispezionabile, sia perchè un muro sotto la cameretta aveva evidenti segni di dissesto. Ho potuto solo dirle che, in caso di terremoto, quel locale ove i figli gli hanno suggerito di rifugiarsi (perchè ha una soletta in c.a.) non sarebbe stato poi così sicuro.

A fine sopralluogo l'ho abbracciata e baciata, e lo stesso ha fatto Andrea. Mi ha commosso: questa donnina, piccola picola, con qualche difficoltà nel deambulare, sola, di notte, con un forte ed improvviso terremoto che cerca di scappare trovandosi davanti a un palazzo molto piu grande del suo che ondeggia. Credo che, a provare ad immaginare questa scena, a provare a mettersi nei suoi panni, si possa riassumere lo stato d'animo medio delle persone che abbiamo conosciuto e in generale a tutti coloro che si trovano d'improvviso in questa brutta circostanza.

L'altro emblema della giornata, e di questa popolazione, è il caffè che un signore perfettamente sconosciuto ha insistito affinchè bevessimo, nel frattempo che aspettavamo il proprietario della casa in cui dovevamo fare il sopralluogo. Ha sentito che dicevo ad Andrea, "vuoi bere un caffè?" (in quanto eravano in largo anticipo) che è andato a casa, ha avvertito la moglie, e poi è tornato indietro chiamandoci.

L'esperienza professionale è stata fantastica, unica. Ma la lascio un passo indietro rispetto a quella personale: per quanto io tenga molto alla mia professione, il lato umano è sempre quello che prediligo.

Lascio qui, indubbiamente, una piccola parte di me e ringraziando Daniele il titolare, Vincenzo e tutto il gentilissimo e professionale staff dello Zuniga Hotel, Pietro (il tecnico comunale che si vorrebbe sempre incontrare in Municipio) ringrazio simbolicamente i cittadini di Civitella che abbiamo conosciuto (che non sono pochi, avendo evaso in 5 giorni almeno una cinquantina di istanze).

Di sicuro, una esperienza e dei valori in più da trasmettere ai miei figli.

 
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Giornata un po' triste

Post n°622 pubblicato il 09 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

La giornata di oggi mi ha rattristato un po'.

Avendo finito il centro storico di Civitella (siamo stati bravi, evase circa 40 istanze tra mercoledì pomeriggio e questa mattina) nel pomeriggio abbiamo iniziato i sopralluoghi nelle frazioni. E abbiamo riscontrato una realtà diversa. Di 7 schede Aedes compilate (su altrettanti sopralluoghi) ben 4 inagibilità dichiarate e 1 inagibilità parziale con provvedimenti (ovvero: nelle prime 4, ordinanza del Sindaco e divieto di utilizzare l'immobile, nell'altra, invece, sarà possible usare una parte ma occorrerà effettuare degli interventi di messa in sicurezza che abbiamo prescritto).

Sono stati i primi due sopralluoghi che mi hanno rattristato: due edifici, ristrutturati da circa venti anni. Muratura di mattoni pieni, senza catene o cordoli in c.a. (solo il secondo aveva un tetto con soletta in laterocemento e dei cordoli di gronda che, però, invece di fare il bene strutturale del fabbricato lo appesantivano non poco...).
Nel primo fabbricato abbiamo notato una formazione di un cuneo dislocato a livello fondale nella muratura portante sul lato est e un altro a livello del primo piano in corrispondenza della scala: praticamente, dei tagli in diagonale che attraversano tutta la muratura dall'esterno all'interno, rendendola praticamente debole e a rischio crollo. Oltre a varie situazioni di lesioni dei maschi murari, degli intonaci e dei pavimenti (anche qui, fratture e lesioni varie che, pur non attraversando completamente murature e tramezzi, richiedevano attenzione).

Nel secondo fabbricato, il cuneo dislocato era appena sotto la copertura: una copertura pesante e "spingente" che durante l'azione del sisma ha sollecitato quella porzione d'angolo, dislocandola. Anche qui, altre lesioni, dovute anche ad eccentricità della costruzione (il fabbricato principale ha reagito diversamente dall'accessorio ad esso ammorsato, provocando fessurazioni di rilievo sia sulle murature sia sui pavimenti, una sorta di fenomeno di "distacco").

In entrambi i casi, rispetto alle situazioni rilevate nel centro storico, l'effetto del sisma di agosto è stato molto più sentito: anche laddove qualche lesione era preesistente e dovuta al terremoto dell'Aquila, dopo agosto si è avuto un sensibile peggioramento. Ne ho personalmente dedotto che il motivo possa essere da ricercarsi nella stratigrafia del sottosuolo.

Quello che mi ha rattristato è vedere la reazione dei proprietari. Due coppie di sessantacinque/settantenni. Entrambe avevano ristrutturato tali immobili non più di venti anni fa. Per altro con cura per il particolare, rendendoli davvero suggestivi e carini (classica muratura in mattoni pieni rossi oppure in travertino con ricorsi sempre di mattoni rossi, copertura in coppi, e interni con legno a vista, pietra, pavimenti in cotto).
Durante il sopralluogo, come sempre in questi casi, abbiamo cercato di mantenere un profilo piuttosto pacato, tranquillo, facendo notare, mano mano che avanzavamo nella verifica, tutte le lesioni degne di nota.
Solitamente, prima di arrivare a comunicare l'esito, in particolare se negativo, ho sempre dedicato qualche minuto a spiegare bene la natura del nostro ruolo ed il significato che ha l'agibilità data per la Protezione Civile.
Quando ho comunicato loro, in entrambi casi, che eravamo impossibilitati al rilascio di un giudizio differente dalla inagibilità totale (praticamente, come credo di aver detto su altri post, con l'agibilità si attesta che nel caso di un sisma analogo per intensità all'ultimo avuto, la struttura verificata deve garantire l'indennità degli occupanti) non ho potuto esimermi dal notare la loro reazione: hanno reagito con consapevolezza e con composta pacatezza. Se lo aspettavano, sicuro. Ma non una imprecazione, non un cenno di disperazione, non una maledizione. Dopo migliaia e migliaia di euro spesi per una ristrutturazione complessiva, soli  pochi anni prima, ritrovarsi a dover fare i conti con l'impossibilità di utilizzare l'immobile e dover mettere di nuovo mano al portafoglio, avrebbe giustificato qualsiasi gesto di rabbia. Invece nulla.

In entrambi i casi siamo stati ringraziati, con un sorriso (anche per la cortesia, indubbiamente hanno capito bene il tatto che abbiamo utilizzato).

Il terremoto credo rappresenti la situazione "migliore" di indifendibilità dell'uomo: se da un alluvione o da un incendio puoi in qualche modo difenderti, dal terremoto diventa tutto più difficile. Non è sufficiente allontanarti, non è sufficiente avere un qualcosa a fianco che ti difenda, non dà preavvisi. L'unica arma è quella di cercare di vivere in costruzioni il più solide possibile: oggi abbiamo avisto anche una costruzione di circa 30 anni, con largo uso di cemento armato. Con la scossa che si è avuta, non ha praticamente subito alcun danno (se non una disconnesione di tegole, figlia più di una cattiva progettazione dell'architetto, a mio avviso, che del terremoto...).

Non tutti, però, possono permettersi case nuove, solide o comunque ristrutturazioni che permettano di adeguare i loro fabbricati: e allora vivono con la speranza e l'auspicio dettato dal fatto che "Civitella è sulla roccia", "Civitella non ha mai avuto sismi che abbiano generato vittime", ecc... ecc...

Oggi, pertanto, un'altra lezione che ho imparato: ho visto la dignità di una popolazione, che le TV si ricordano di riprendere solo quando piange nei momenti più bui (quando, a mio avviso, andrebbe solo lasciata in pace) e non invece quando reagisce, sobria, impostando nuovamente -e per l'ennesima volta - la propria vita (che sarebbe, invece, di esempio a tutti noi), con una consapevolezza e una fierezza che, almeno nel sottoscritto, hanno lasciato il segno.

Domani ultimo giorno di sopralluoghi: spero vivamente di assegnare solo agibilità.

 
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Si balla ancora

Post n°621 pubblicato il 08 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Oggi pomeriggio c'è stata ancora una scossa di terremoto, percepita da alcuni: noi eravamo in sopralluogo in una casa, per altro resa poi inagibile, e non abbiamo sentito nulla.

Sotto il profilo del lavoro di oggi, abbiamo attribuito due inagibilità: un primo fabbricato un po' ce lo aspettavamo, a quello di fianco era già stata affibbiata una ordinanza dal Sindaco, a seguito di sopralluogo dei VV.FF. per un problema alla copertura, pertanto ci siamo presi del tempo per effettuare questa visita. E questo ci ha permesso di fare un sopralluogo adeguato: siamo arrivati sul livello piu alto, due piani fuori terra, che a vista esterna non davano alcun problema, anzi, un bel fabbricato con la copertura ristrutturata di recente.
Osservato il fabbricato di fianco, ho deciso di iniziare il sopralluogo dal lato opposto: il centro storico di Civitella è arroccato su di una collina con una buona pendenza di versante, quindi dal lato opposto avevamo 5 piani fuori terra.

Esame prima a livello dei fondaci, poi salendo negli appartamenti: diagnosi terribile. Fabbricato abbastanza ampio, di circa 200 mq per piano, con parete verso valle completamente in fase di ribaltamento. Uno stadio iniziale, però con evidenti crepe a segnalare il meccanismo in atto, parziale crollo di muratura e lesione delle volte al piano terreno.
Ho dovuto rimproverare i proprietari che, allegramente, volevano seguirci nelle fasi di ispezione: non si rendevano conto della gravità, nemmeno a mostrargliela. Di fatto, oggi sapendo quello che ci aspettava, noi avevamo pure gli elmetti.
Quindi sentenza: fabbricato inagibile.

Un secondo nel pomeriggio: a prima vista tutto a posto, poi in una scala interna ho notato una crepa larga circa 1 cm. La proprietaria mi informava essere dovuta al recente sisma. Dall'altra parte, una analoga ma ancora piu grossa (creata dal sisma del 2009 e acuita da quello recente). Siamo tornati all'esterno rilevando che la parete portante del vano scale, in alto, per una larghezza di circa 3 metri, era completamente scollegata, con mancato ammorsamento nel piano. Anche qui, esito di inagibilità.

Quanto rilevato, comunque, attesta ciò che vado dicendo anche nei miei post precedenti: entrambi i fabbricati presentavano uno stato conservativo piuttosto degradato, in quanto mai soggetti ad interventi di consolidamento e/o ristrutturazione.

E, nel primo, si osservava tranquillamente come le gravi lesioni presenti non fossero dovute all'ultimo sisma (che, anzi, a mio parere non aveva comportato alcun problema particolare) bensì - a mio avviso - addirittura a terremoti ben piu vecchi di quello dell'Aquila!

Quindi, quando i governi parlano di "ricostruzione", dovrebbero rendersi conto che oggi ci sono persone che fanno fatica a mantenere le loro costruzioni in condizioni di conservazione ottimale: riuscire a garantire quella ricchezza personale ad ogni individuo, sarebbe il miglior viatico per poter pensare di ottenere dei fabbricati migliori anche sotto il punto di vista della riposta sismica. Come fare? Smettendola magari di opprimere il cittadino con tasse e balzelli che poi vengono sbriciolati e mandati in fumo in una spesa pubblica fuori controllo.

Ma anche stasera voglio limitare le mie osservazioni, perchè voglio evitare di fare il polemico ad ogni costo: certo che fa rabbia vedere una signora di 80 anni, malata, con il marito più malconcio di lei, vivere a casa della figlia in quanto impossibilitata a mettere mano al portafoglio e ristrutturare quell'appartamento ove ha vissuto una vita e che, nonostante le condizioni strutturali e di vetustà, e stata capace di mantenerlo sempre in condizioni più che decorose.

Ho un grave difetto: mi immedesimo troppo nei panni degli altri, soprattutto in queste situazioni. Ma di fronte al disagio di un anziano (come per i bambini) non riesco a girare la faccia dall'altra parte.
E anche questo episodio, contribuirà a lasciare una traccia particolare nella mia memoria.

Mancano due giorni pieni di lavoro, martedì riorganizzeremo solo il lavoro di ufficio, e poi ripartiremo ala volta di Rieti per l'ultima consegna schede alla Di.Coma.C e quindi la partenza per casa, auspicando di arrivare in nottata non troppo tarda.

La famiglia inizia a mancare.

 
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Km di burocrazia e prime "sentenze"

Post n°620 pubblicato il 07 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Oggi la giornata è iniziata, al solito, in Municipio dove il solerte Geom. Pietro (che ci accoglie sempre con un sorriso e grande disponibilità) ha ritirato le schede predisposte ieri e assegnato ancora qualche immobile da ispezionare nei prossimi giorni.
Poi, a seguire, una ispezione in piazza centrale (a fianco dell'Albergo) di due immobili composti da varie unità immobiliari (dove abbiamo ritrovato una signora, piccola e paffuta, conosciuta ieri a casa della figlia, che ci ha raccontato avere un menisco rotto perchè da giovane giocava a calcio!! E che si definisce un libero, non proprio alla Scirea, ma molto efficace!! Davvero simpaticissima!) e poi via a Rieti.

Da qui a Rieti sono 150 km. Pertanto ne abbiamo percorsi 300 per portare le prime 11 schede (le istanze, circa una trentina, che abbiamo fin ora esaminato vengono raggruppate per edifici e mai lasciate per unità immobiliari, in quanto è l'edificio nel suo complesso che valutato e dichiarato agibile!): praticamente, dieci minuti di consegna con un funzionario della Di.Coma.C e quattro ore di auto!
Certo, con un presidente del Consiglio che, praticamente ieri, si vantava di informatizzare e digitalizzare la P.A. questa soluzione fa un po' ridere, ma queste sono le regole del gioco e quindi... ci si adegua.
Di buono c'è stato il ritrovo con Gervasoni e Castellano che sono invece a Capitignano, vicino a L'Aquila, con i quali abbiamo pranzato assieme: si è creato un buon affiatamento e si sta bene, peccato non essere tutti nello stesso posto.

Prende corpo la nostra conoscenza del luogo.
Stiamo osservando splendidi palazzi con appartamenti infiniti, composti di numerosi locali, e con metrature anche di 200-300 mq ripartiti su piu piani (il centro storico è sulla sommita di una collina rocciosa). Pochi i danni, fortunatamente, quasi assenti nelle parti basse, ove le grosse strutture murarie in travertino sono accompagnate da volte in cui si trovano attività commerciali o fondaci (ho imparato eh...qui non si chiamano cantine!!) tavolta davvero suggestivi.
Civitella è stata colpita diverse volte dal sisma: a parte il fatto che è facile intuire come nessuno si sia mai "abituato" a questa drammatica esperienza, c'è da rilevare che i cittadini hanno sempre risposto, dopo gli eventi più significativi, con interventi consolidativi dei loro edifici. Coperture più solide, chiavi e tiranti, solai rigidi o semirigidi.
I maggiori danni riscontrati (riconducibili per lo piu a lesioni di elementi non strutturali, quali intonaci o volte decorative) ci sono stati in unità immobilari o edifici mai ristrutturati negli anni o comunque di una certa vetustà.
Se si pensa che buona parete del centro storico risale al 6-700 del secolo scorso e, solo negli ultimi cento anni ha vissuto eventi importanti, da ultimo quello del 2009 che distrusse L'Aquila e un altro significativo si ebbe attorno al 1950, il fatto di avere pochi danni è sicuramente merito di una attenta capacità dei proprietari di "lottare" contro il rischio causato dai terremoti.
La TV a chi, come me, vive a 750 km di distanza, da una percezione di disastro immane esteso per ampi territori: alla fine, le situazioni più gravi (a quanto mi è dato di capire, non essendomi recato proprio nella zona dell'epicentro) sono poi circoscritte a pochi km.
E, ma questo per la verità viene detto anche dai media, i più colpiti sono fabbricati (vechissimi ma anche, talvolta, piuttosto recenti) inadeguati a resitere alle sollecitazioni sismiche.

Se l'albergo dove pernottiamo non ha avuto alcun danno, ad esempio, nemmeno di piccolissima entità, abbiamo potuto visionare appartamenti in case popolari di una cinquantina d'anni, avere delle lesioni, anche risalenti al sisma del 2009, che ci hanno fatto un po' preoccupare, tanto da segnalare comunque nelle annotazioni queste situazioni.

Oggi nel pomeriggio abbiamo visitato una palazzina di queste, con una ragazza spaventatissima.
La palazzina aveva il piano terra pilastrato, con gli appartamenti che si sviluppano dal piano primo in su, e il vano scale in posizione eccentrica: praticamente, l'esatta individuazione della pessima struttura sotto il profilo della resistenza sismica!
Le ho consigliato vivamente di abbandonare quell'appartamento in cui vive, sia per il fatto che essendo condominiale lei non riesce a far partire interventi di consolidamento delle struttura lesionate dal 2009 o anche semplicemente da una grave vetustà, sia per il fatto di quanto riscontravo dal punto di vista costruttivo.
Sostanzialmente le anticipavo, ancor prima di salire in appartamento, quello che lei ha percepito quella notte, quale parte dell'appartamento presentava le maggiori fessurazioni, e il perchè: le mi mi guardava quasi sbigottita affermando "ma questo è proprio quanto è avvenuto!". Dicendole che la casa che possiede in centro storico era sicuramente migliore di questa, auspico di averla convinta: mi auguro, e lo auguro a tutte le persone nel salutarle uscendo dai loro appartamenti, che qui non si vivrà mai piu un evento similare e, pertanto, nemmeno uno più forte.
Ma visto che gli auspici di positività in questo caso sono figli solo di una codarda visione del futuro, in quanto la zona è comunque sismica e non si può escludere nulla vivendo con le toppe sugli occhi, nel caso di un sisma con epicentro piu vicino, e quindi piu violento, la casa di questa ragazza è proprio della tipologia di quelle che rendono il terremoto un micidiale trucidatore di vite umane.

Ci sarebbe da dire molto anche, infine, sulla "preparazione" della gente, della protezione civile a livello locale. Ma è una parte sulla quale mi riserverò forse il cappello finale a questa mia cronaca quotidiana, in quanto le osservazioni troppo generiche ed affrettate potrebbero far il male delle persone che, invece, stanno operando seriamente (e ne abbiamo incontrate diverse).

Infine, comunicazione di servizio per Alice: oggi ho fatto pranzare Andrea, che fa il timido e non prende il secondo... ma almeno ha mangiato un primo piatto!! Stasera, al solito, ci ha pensato il buon Daniele a fare la controparte. Stai tranquilla, il ragazzo credo stia già dormendo, satollo e soddisfatto! :-D

 
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Si procede ottimamente

Post n°619 pubblicato il 06 Ottobre 2016 da miglioriamo.vogogna
 

Anche oggi ordinaria giornata di lavoro, con numerose istanze evase.
Orario di lavoro serrato h 8-20 senza pausa pranzo (ma rispetto a ieri ci siamo ricordati di mangiare un po di frutta!!), iniziato subito con una bella soddisfazione: il tecnico comunale ha riscontrato il nostro lavoro riconoscendo una certa completezza documentale (domani l'esame sarà a Rieti, dove ci recheremo a consegnare alla Di.Coma.C le prime schede compilate, e lì sono fiscali!).
Sostanzialmente in Municipio si consegnano di primo mattino le schede del giorno prima, poi nel frattempo che si espletano le ultime parti "burocratiche" (Andrea è precisissimo) io organizzo gli appuntamenti della giornata. Nelle pause (si fa per dire) tra un sopralluogo ed un altro, ci portiamo avanti in albergo, compilando le schede.
Ne abbiamo ormai evase un 70% per cento buono di quelle consegnateci l'altro ieri e contiamo con domenica di chiudere tutto il borgo antico di Civitella del Tronto, poi nei giorni che rimarranno saremo a disposizione per iniziare le frazioni.
Oggi Andrea era un po' tirato, forse i ritmi che impongo a lui ma anche a me stesso sono un po' troppo serrati, però sono (ma lo dico anche per lui perchè poi è matto come me...siamo!) troppo esigenti: siamo qui per questo e non per andare a spasso, quindi diamoci sotto!
Se per domenica primo pomeriggio, come crediamo, termineremo tutte le istanze, ci riserveremo un poco di tempo per rifiatare e visitare la fortezza che sovrasta il borgo antico.

Un po' di variazione sul tema: avviso mia moglie che potrei non tornare! Per colpa di Daniele Zunica, il titolare dello splendido Hotel Zunica (http://www.hotelzunica.it/home.php) che ci ospita. Ogni sera ci delizia di una squisitezza diversa, fatta sempre di prodotti locali sapientemente cucinati dallo chef e accompagnati dal Montepulciano di Abruzzo che ritengo uno dei vini migliori d'Italia. Per finire con dei dessert che, se anche io e Andrea decliniamo, alla fine ci vengono praticamente imposti! " Ma come, volete rinunciare a una delizia del genere??"
Daniele non sa che quando risalirò sulla bilancia, a casa, gli fischieranno le orecchie!!
Comunque, se già mi sembra di aver consigliato a tutti questo splendido borgo a un tiro di schioppo da Ascoli e da San Benedetto del Tronto, non posso che raccomandarvi di passare a trovare Daniele e farvi deliziare dalla sua cucina.

Forse il fatto di serrare così tanto i ritmi del lavoro è anche un po' per "discolparmi": siamo volontari venuti qui per dare una mano, ci ritroviamo invece coccolati dalla grande cortesia delle persone (ormai conosciamo buona parte delle persone che incontriamo camminando su e giù per il borgo anche chiamandole per nome!) e, non da ultimo, da questo guru della ristorazione.
E' inutile: come dicevo ieri, se il profilo professionale si sta rivelando denso di esperienza positiva, e quindi la stanchezza che mi fa chiudere gli occhi mentre scrivo è di certo caratterizzata anche dal cumulo di situazioni nuove e positive vissute, sotto il profilo umano si sta rivelando davvero eccezionale. E, se come professionisti abbiamo sempre ampi margini di crescita, pare sempre invece sempre piu difficile crescere come uomini, soprattutto perchè quotidianamente non siamo capaci di sfruttare le opportunità che invece si presentano. In questi giorni stiamo invece ricevendo tanto e in maniera così naturale che sono sicuro che questa esperienza, al pari di quella di oltre venti anni fa all'AISM di Torino, rimarrà indelebile. E, proprio come quella di allora, quando ci ripenserò tra vent'anni mi sembrerà come fosse vissuta "ieri". E, come quell'esperienza, quel qualcosa che rimarrà "dentro" mi permetterà di essere migliore in altre situazioni di vita!

Sono sicuro che qui tornerò. Potrà essere solo di passaggio (mi sono ripromesso di portare mia moglie ad apprezzare la cucina di Daniele), potrà essere la prossima estate come tra vent'anni, ma ritornerò. Per come sono fatto, instauro sempre un legame forte e duraturo con le persone, i luoghi e le situazioni che mi hanno dato tanto. Quindi, qui, tornerò!

Un po' mi sento abruzzese oggi: mi piace pensare alla positività che respiro in questi giorni che riesce a farmi calare in una realtà del tutto nuova con una naturalezza inimmaginabile. E il lasciarsi andare, nei racconti, negli andennoti o anche solo nell'uso dei termini (qui non nomino più il locale cantina, qui ci sono i "fondaci!") è come respirare il calore che si riceve tra le mura domestiche nonostante siamo a oltre 750 km da casa.

Non so se riesco a rendere l'idea, spero di si. Quello che posso consigliare a ciascuno di voi, è di vivere, in qualche maniera, questo tipo di esperienze almeno una volta nella vita: ci si ritrova a dare, a mettere in campo con estrema naturalezza energie talmente enormi, perchè si percepisce chiaramente come il volontariato che si sta prestando sia sempre troppo poca cosa rispetto a quanto si sta ricevendo.

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