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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Che non succeda che Trump venga eletto, perchè i suoi detrattori andranno tutti a casa!

Post n°1415 pubblicato il 13 Settembre 2016 da r.capodimonte2009
 

Se dovessimo commisurare l’andamento della campagna elettorale americana, giunta ormai alle penultime battute, ci verrebbe voglia di esprimere un paradosso: tra quel che accade in Italia, dove la campagna elettorale è permanente, a causa di un governo “clintoniano” che vive solo di menzogne e di mistificazioni, difeso ad oltranza dai poteri forti, e quel che accade Oltreoceano, dove questi poteri li possiamo tranquillamente raffigurare, in modo netto, nella “religione civile” (il protestantesimo adattato alla massoneria, in un culto imperialista e reazionario); nell’alta finanza, a cui il Presidente Clinton regalò l’abolizione della legge Glass-Steagal, cioè la differenziazione obbligatoria tra banche d’affari e banche commerciali; nel militarismo imperante che vede le varie intelligence fare da mente e il Pentagono fare da braccio, nella conquista violenta di tutte le nazioni che non condividono il modello Usa; e quindi nell’industria degli armamenti e dell’atomo, che si contendono, con quella petrolifera, non solo la distruzione ambientale del pianeta, ma anche il monopolio del controllo sull’energia; e, infine, nella mercificazione della libertà di stampa. E qui, la lezione ai “giornalaisti” italiani è in pieno svolgimento. In più dobbiamo aggiungere la cocente ambizione di una donna, che, da trent’anni, vuole surclassare un marito fedifrago che l’ha umiliata di fronte al mondo intero: un carattere forte, ma privo del tutto di affidabilità politica, dimostrata nei terribili quattro anni in cui riuscì a imbarbarire, da segretario di Stato, tutto il Medio Oriente e il Nord-Africa!

Dall’altra parte abbiamo invece un uomo d’azienda, un tycoon che è sceso in politica per bloccare il decadimento morale e civile del suo Paese, spinto dall’imperatore nero, che è anche “pontefice massimo” di questa “religione di Stato”, che interpreta la democrazia in modo assolutamente improprio, che non ha certo le qualità politiche e diplomatiche che ci si aspetta da un candidato presidenziale, ma che sta salendo lentamente sulla vetta dei sondaggi, visto che non nasconde certe visioni “rivoluzionarie” delle strategie mondiali, come quella di lasciare che l’UE faccia il suo corso, senza proteggere più le sue terrificanti contraddizioni; che la Russia sia accolta pacificamente nel novero delle nazioni democratiche, con il suo nuovo ruolo di nazione euroasiatica; che la Nato venga, perciò, sciolta, visto che ha assunto compiti che non le competono, e ne negano i principi difensivi, e l’ha resa una macchina offensiva, uno strumento per costituire una “polizia planetaria”; che la politica economica americana, e lo dice chi se ne intende davvero, e quindi quella mondiale, riassuma i caratteri della competitività basata sugli investimenti e sul lavoro, non sulle scommesse  e sulla disoccupazione, causate da un’austerità, che gonfia i portafogli di personaggi diabolici, come il turco Gulan, gli ebrei sefarditi Soros e Buffet, e le segrete logge finanziarie di JP Morgan e Goldman & Sachs. Perfino alla Banca Mondiale e, di conseguenza, al FMI vanno restituite le funzioni originali, quelle di contribuire alla civilizzazione del mondo, e non a rapinare i popoli poveri, consegnando le loro risorse a quelli ricchi. Chi ha detto, se non appunto, i “giornalaisti” alla Zucconi o alla Skytg24, che quest’uomo non ha un programma? Il fatto è che ne ha uno molto più incisivo della Clinton, che, in questo, è la copia spiccicata di Matteo Renzi, quando dichiara di voler accorciare le abissali differenze sociali che angustiano gli Usa, e che la under-class si era illusa di ottenere da Obama, e intanto conta di moltiplicare per dieci gli investimenti militari, in un gioco al massacro, che si fa “inseguimento”, da capo, della Russia, ma stavolta, anche della Cina, e presto del Giappone. Quel che troverà sul tavolo, infatti, questa “donnetta muscolare” che i suoi definiscono “little bean”, la piccola belva, è un’alleanza di fatto a tre, che nasce dalle rovine di una politica estera arrogante e da un militarismo fanatico, tra potenze che mai prima d’ora si erano trovate tanto d’accordo contro Washington, intuendone la caduta verticale in termini di affidabilità. A questo va aggiunta la disintegrazione dell’idea europea, pretesa da Obama, perché non si determinasse una caduta dell’euro, a sfavore del dollaro, e quindi una perdita secca di competitività dell’economia americana; da qui l’appoggio incondizionato ad una Germania, libera di imporre le sue di regole, distruggendo gli altri partner.

Donald Trump, tuttavia, ha visto lungo: Obama sta scappando, non tanto per la fine del suo mandato, ma per il fallimento della sua politica monetaria, che ha moltiplicato in termini abissali il debito, per coprire le spese degli armamenti, tralasciando impunemente le politiche sociali. Adesso con 30.000 miliardi di debito, il dollaro non può più aspettare una rivalutazione incisiva, poiché la Cina ha trasmesso certi messaggi nefasti: dato che è la maggiore depositaria del debito Usa, non gli conviene più tenerselo, e sta  liberandosene, mettendo anche in conto l’abbassamento del suo PIL (se lo può permettere), ma causando ai mercati quel che ormai la Germania non può più evitare, un crollo monetario, perché la politica tedesca è arrivata anch’essa alla soglia di una “rivalutazione” consistente del suo euro, se non vuole, come presto accadrà, che l’Europa si sfaldi, dopo la Brexit. Per questo il tycoon aspetta al varco la Federal Reserve: l’ordine è rivalutare, e dimezzare le spese militari, ricoprendosi almeno con il 20% del rientro dal debito. Costringere le banche americane (e quindi mondiali) a ritornare agli impieghi, abbandonando la speculazione, verso una spesa sociale più accentuata e il recupero di una domanda interna soffocata dalla deflazione. Buttare nel cestino tutta o quasi la spazzatura finanziaria, sacrificando quegli istituiti che hanno i bilanci peggiori (così come accadde con Lehman Brothers, e come accadrà con Deutsche Bank e MPS!), e fondare banche statali e regionali sotto controllo pubblico.

La domanda angosciosa è: cosa accadrà di tutti coloro che stanno surclassando Trump, ne stanno parlando male e lo sbugiardano da mattina a sera, se mai dovesse essere eletto? Accadrà che l’ombrello americano che li protegge “politicamente” verrà tolto, e finalmente potranno essere giudicati dai popoli che, guarda caso, hanno tentato di convincere falsamente su quest’uomo?

Intanto sappiamo che Mr. Trump ha presentato pubblicamente il suo “certificato medico”, mentre Hillary Clinton non ha alcuna intenzione di farlo: e questo, permetteteci di affermarlo, nonostante le bugie delle redazioni giornalaistiche dei rinnegati murdochiani, la dice lunga.  (R.SCAGNOLI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                  

 

 

 

 

 

 

 
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