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attualità, politica, cultura

 

 
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Il Presidente della Repubblica umilia il popolo italiano

Post n°1488 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da r.capodimonte2009
 

Un’ “osannah in excelsis deo” quella pronunciata dal 90% del media di regime, in merito al discorso  “bulimico” del “golpista” Sergio Mattarella pronunciato il 31 dicembre di fronte al 30% degli italiani, quelli che hanno votato SI al referendum, e che fanno parte integrante della consorteria che vive di lobby e privilegi.  E costoro hanno trovato “dolci armonie” per le loro orecchie, tra cui la più diabolica (almeno così come è stata esposta senza un minimo di ritegno da un ex-membro della Consulta!), è stata quella che al popolo sarà negato, ancora una volta, il diritto elettorale, in nome di tonnellate di pateracchi, menzogne e intrighi, perpetrati dal “partito di Stato” cui appartiene il Presidente.

E’ già, perché questi “ducetti” con il crocefisso appiccicato al petto, e che imitano i più marcescenti dei “sepolcri imbiancati” cui faceva riferimento Gesù Cristo, non hanno alcun rispetto istituzionale per la “democrazia”, che pure ha trionfato con il 70% dei suffragi, il 4 dicembre, ma, pure, ne masticano da mattina a sera, così come di pacificazione mondiale, di lotta al terrorismo, di equità fiscale, di onestà e lavoro, di concordia politica: e intanto appoggiano le intelligence criminali di Oltre Oceano, mandano armi ai terroristi tramite l’alleato arabo di Riad, e poi ce li ritroviamo a vagare per le nostre città, come se niente fosse; sottoscrivono gli omicidi di aziende e persone subissati dagli usurai del fisco e del credito, firmano i decreti-legge mortiferi per il lavoro, e non invocano quelli per il giusto processo contro corrotti e corruttori! E vessano, come razzisti indegni, l’oppisizione!

Forse che questa “faccia di bronzo” immagina di incantare, chi si trova alla soglia di povertà, grazie alla sua diretta responsabilità di avallante di “governi trasformisti e fotocopia”, e pretende di colpire con il legittimo voto questa “banda di malfattori”, che lo stato di polizia difende, ad ogni ora del giorno, con centinaia di scorte e picchiatori in uniforme, con il grigiore di un burocrate reazionario, che sa solo ripete a memoria la lezioncina appresa in sacrestia?

A leggere, l’ammasso della carta da macero che lo esalta,  l’incanto di questa vecchia sirena va a consolare le ultime statistiche sulla situazione della stampa di regime, quella pagata come Giuda, e che è restata lì solo per mendicare un altro po’ di ossigeno! Un Corriere della Sera che perde 100.000 copie all’anno, una Repubblica che ne perde 80.000; un Sole 24 Ore che, in attesa di portare i libri in tribunale, con buona pace di mamma Confindustria, ne volatizza 170.000, e i “bugiardoni” bolognesi 50.000! Per non parlare dei valvassori romani e milanesi che ormai vendono come i giornalini della parrocchia! E cosa sarebbe di questa massa si diseredati della carta stampata, se puntualmente, gli autarchi di Governo, in perfetto “voto di scambio” non erogassero altri milioni per coprire le loro menzogne?

La stessa cosa vale per le TV, le quali, a loro volta vengono millantate con miliardi di diritti televisivi provenienti dal business sportivo, ma perdono migliaia di abbonati al giorno (e poi si lamentano perché certi tycoon francesi ne effettuano la scalata!); oppure, come la Rai, vengono rimpinzati di servi e lacchè pagati a peso d’oro!

Qualcuno, allora si chiederà: ma la verità, quella di cui questo disgraziato Paese ha assolutamente bisogno per evitare la catastrofe, e che sembra una “chimera” visto che è calpestata soprattutto da chi, custode delle istituzioni, dovrebbe pretenderla e difenderla; dove è nascosta?

Sembrerebbe paradossale, ma la risposta è una sola, nel WEB. Questa “zona indipendente” priva di regole e influenze da parte dei poteri forti e delle lobby, è restata l’ultima spiaggia della verità. Perché là sopra non ci sono le attricette-giornalucole di Sky TG 24 a recitare la loro parte in commedia quotidiana, né si agitano le zampe di gallina dei ruffiani redazionali, suddivisi tra ricchi e poveri, quelli pagati col denaro pubblico a milioni, e quelli pagati a vaucher a spiccioli. Là c’è il popolo, certamente non il popolo degli intellettuali, né dei confessionali, né tanto meno delle logge, ma quello che vive alla giornata, prova sulla sua pelle le menzogne e le ingiustizie del regime, enumera gli scandali, così come i magistrati collusi e le imprese corrotte, assaggia, come pozioni velenose, le performance predatorie del fisco e delle banche; è costretto a pagare, sempre, di tasca propria, una tasca sempre più vuota, i disastri e le ruberie che politica e governi mettono in piedi. NON CI PUO’ ESSERE UN ALTRO PULPITO COSI’ VERITIERO!

Ma attenti, il branco di lupi famelici, è dietro l’angolo: il burosauro di turno, uscito dalle fila della massoneria e posto a far da barriera al mare aperto, come il più famigerato degli squali, in questo caso tal Giovanni Pitruzzella, garante dell’Antitrust, cioè un altro di quei baracconi che deve far finta di controllare che si attuata la concorrenza (e basti guardare come lo fa, mentre le benzine costano tutte uguali, le spese bancarie idem, le automobili per lo più, ecc. ecc.!): egli offende tutti noi, parlando di “post-verità” e “bufale”, mentre specchia se stesso sulle vergogne del mondo della comunicazione! E noi, per Pitruzzella, siamo, ovviamente il “populismo, “una delle minacce della nostra democrazia. Siamo ad un crocevia” dice lui, “dobbiamo scegliere se lasciare internet così com’è, come un selvaggio West, o se ci servono regole adatte al cambiamento subìto dalla comunicazione.” Tradotto, “lasciare che il web resti libero di parlare e di interfacciarsi, oppure comportarsi come i cinesi, i cubani, i coreani, i congolesi, e strappare la libertà di espressione dalle maglie dei social, e trasformali nell’eco del regime!”

E bravo Pitruzzella, di cui finora nessuno di noi conosceva neppure il volto e l’ubicazione! E bravo, questo Torquemada da baraccone, che vorrebbe prendersi il merito di introdurre in Italia una nuova Ovra o un Kgb o una Gestapo, pronte a mettere in galera chi, secondo lui, pronuncia “post verità” o riempie di “bufale”  l’interconnessione, “per danneggiare i privilegiati”!

E’ ovvio che, con lui, ascoltare tele-Kabul in diretta dal Quirinale sarebbe stato d’obbligo, per ingerire non la “post verità”, né le “bufale” ma le direttive del politburo PD, che abita le stanze del potere, e da lì trasmette gli ordini.

Un giorno George Orwell ipotizzò la nascita, il futuro apocalittico” del “Grande Fratello”, l’entità tirannica e autoritaria che plasmasse la società secondo rigide regole di potere assoluti. Egli indicò il 1984 come l’anno fatale della nascita di questo mostro. Aveva fatto male i suoi calcoli, ma non le sue previsioni! (ITALIADOC)

 

 
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