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La Grande Loggia massonica di Londra è in Italia per porre un argine ai Cinquestelle

Post n°1581 pubblicato il 23 Maggio 2017 da r.capodimonte2009
 

La Grande Loggia di Londra si riunisce a convegno, a Pesaro, il prossimo 27 maggio per discutere di come dare il colpo di grazia all’Italia e spartirsene “equamente” le spoglie. Non è un caso che costoro, per la prima volta,  si siano spogliati della loro veste “segreta”: la Grande Loggia, ormai, contrariamente alle “insignificanti massonerie” di casa nostra, che assomigliano più a saltimbanchi e a pagliacci, sempre pronti a deviare attenzioni dalla sorella maggiore, ha ormai il controllo, assieme alla Grande Loggia di Washington, a cui aderiscono anche alte cariche del nostro Stato, di buona parte dell’orbe terracqueo. Grazie alla cugina “francese”, altro immenso potentato europeo, ha piazzato Macron alla Presidenza, si appresta a incoronare per l’ennesima volta la “cancelliera”, e cerca, in tutti i modi, venendo qua, di comprendere il fenomeno cinquestelle, che la spaventa non poco, così come teme tutti quei fenomeni dove la corruzione e l’intrigo sono considerati deleteri per la gestione politica ed economica di un Paese. E magari studiare un piano strategico, che, nella discussione parlamentare sulla nuova legge elettorale, e sui futuri assetti politici italiani, sta già emergendo.

Davanti all’incubatrice che è stata accesa con dentro il mostruoso essere prematuro nato dall’amplesso sordido tra PD e Forza Italia, con contorno di infermieri satanici, da Verdini ad Alfano, catto-socialisti e catto-democristi, compresi,  si sta decidendo il destino del nostro Paese: ecco perché madama massoneria non è più l’invitato di pietra, ma il testimonial di questa nascita sordida.

Non azzardiamo paradossi, se vi diciamo che il futuro dell’Italia è sotto gli occhi di tutta l’Europa, ma anche del mondo: dalle elezioni politiche prossime, infatti, dipendono i futuri equilibri dell’Unione Europea, ma anche quelli della Troika, e quindi, del FMI, e quindi della Banca Mondiale, e quindi della Federal Reserve, che la finanzia, e quindi di grandi potenze, come la Cina e il Giappone, che sono gonfie come palloni di carta-dollaro; e quindi della Russia, che sta là, pronta ad approfittarne.

La piccola Italia, la cenerentola del mondo occidentale, la spugna che assorbe ogni tipo di corruzione, malversazione e intrigo politico, è arrivata, dunque, a determinare il destino di milioni di persone, molte delle quali, i tre quarti, già toccate dai guasti della globalizzazione, dell’imperialismo militarista americano, della commercializzazione selvaggia dei cinesi, e dal contagio irresistibile dell’alta finanza.

Finora molte  stampelle sono state date in dono al nostro Paese, affinchè la sua “zoppia” non diventasse crollo: un Papa chiacchierone, che, da buon gesuita, sa plagiare le masse, imbambolate di socialismo cristiano; una BCE che ha fatto piovere su di noi miliardi e miliardi di euro, poi inghiottiti dal gorgo dei fallimenti bancari; una bonomia della Commissione Europea, allargata a franchigie paradossali, mai utilizzate, ad esempio, con Grecia e Portogallo, e che ci mantengono in vita, con un’economia disastrata e fuori, da vent’anni, dalle regole d’ingaggio di Bruxelles.

Tutto questo per annacquare e addomesticare il momento della verità, che i poteri forti, abbarbicati come mignatte alle nostre istituzioni, hanno saputo rinviare a babbo morto, contando, ahimè, sui loro “agenti” inetti, da Monti a Letta, da Renzi a Gentiloni.

A questo punto, dopo aver sperimentato sulla pelle del M5S ogni sorta di ludibrio, in combutta dinamica tra massoni, criminali, giornalisti e magistrati, senza ottenere altro che nuove adesioni e più grassi sondaggi, al sistema non resta da giocare che la carta di una legge elettorale così’ ingarbugliata che possa servire alla politica raffazzonata e corrotta, a mantenere almeno una parvenza di potere, per tirare avanti. Fino alla normale conclusione della tragedia.

I giochetti sono ormai tutti scoperti: il “popolino” del PD è all’erta, quello di Forza Italia, trama, le “destre” sono confuse e temono di restare senza poltrone, così come le “sinistre”, che abbaiano ma non mordono. Tutti contro Beppe Grillo, e, in questa “guerra dei bottoni” in cui si rischiano le mutande, la maggioranza sa (ma speriamo nella minoranza!) di essere in “buona compagnia”.

In compagnia di quella “ignominia” che a Pesaro discute di vita e di morte, non di individui singoli, ma di popoli interi, compreso, ovviamente, il nostro... (ITALIADOC)

 

 
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