Che Amore sia una delle forme in cui il Divino si rivela, e rivela la Differenza tra i Mortali e i Celesti, è reso evidente dal fatto che Amore non sembra essere soggetto al tempo.
Certo, “amai, ho amato, amo, amerò”, ma nessuno prenderebbe in seria considerazione chi dicesse “t’avessi incontato ieri ti amerei quanto oggi non posso fare”, oppure “nel tempo, saprò amarti”.
Risulta insopportabilmente umana, limitata, finita, questa attitudine d’amare, che antepone il modo d’esser nostro proprio a quello dell’incontro con l’Altro.
Oh, sicuro!, quel che oggi io sono, non sarò più domani e non ero ieri, ma unico è il modo di amare, unico il modo di darsi, di ricevere, di “fare di due, uno”.
Così non dobbiamo chiedere del tempo, parlando dell’Amore, e se pure gli amori finiscono, Amore è eterno, e sempre pronto ad accogliere chi sappia ascoltarne la voce, e l’intento.
« Noi chiediamo panem quotidianum, il nostro pane quotidiano, e Dio non dice mai dovevate venire ieri, non dice mai ritornate domani, ma oggi se ascolterete la sua voce, oggi egli vi ascolterà. »
John Donne
R.E.M., "Aftermath" (Around the Sun, 2004)
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