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La Guerra Delle Formiche: il travolgente prog-rock anni '70!

Post n°4 pubblicato il 29 Aprile 2008 da jungle.rain

Questa volta ci inoltriamo tra adorabili sonorità anni 70 e non solo! Il caro Carlo Sanetti e la sua band (insomma, La Guerra Delle Formiche) ci riportano infatti indietro nel tempo, rispolverando il vecchio prog – rock italiano e le sue psichedeliche atmosfere. L’omonimo EP  contiene otto canzoni  che già dal primo secondo lasciano una certa acquolina in bocca; la ricetta usata consta infatti di testi conturbanti, suoni ruvidi e melodie celestiali. Carlo si avvale dell’aiuto di musicisti bene assortiti e preparati,  con i quali intraprende un vero e proprio viaggio musicale che mostra un po’ il panorama rock delle origini. Non è un lavoro da poco, e non tutti (almeno nel viterbese) avrebbero il coraggio di fronteggiare una cosa simile. L’introduzione è timida ma rilassante,e dopo 45 sec di arpeggio si approda direttamente alla seconda canzone,  “ Il principio del cerchio”: subito siamo rapiti dalle sonorità vintage e delicate specialmente della voce, che poi verso il finale lasceranno posto a sfumature più epiche e movimentate, quasi “apocalittiche”. A lungo andare si nota che questo tipo di contrasto è presente in tutto il cd, e si configura come una piacevole nota che rende il tutto più interessante e dinamico. La conferma di tutto ciò è “Crisalide”, che inizia con una parte suonata al pianoforte subito seguita da un breve duetto fra una voce maschile e una femminile. La struttura è ben congeniata e tende ad essere in continuo movimento, mostrandosi, per alcuni versi, davvero conturbante. Dopo “ Sarà la sera” è il turno dell’eccentricità di “ Notturna” (senza dubbio il miglior pezzo del cd, pari merito con la prima track): la batteria è inarrestabile, con i sorprendenti incastri di tempo che riesce a creare con gli altri strumenti del gruppo. Questa è sicuramente una traccia ipnotica che non manca di sfoggiare un certo fascino, e contribuisce a mettere nell’ascoltatore una mistica voglia di sentire le canzoni tutte d’un fiato fino al termine. Da notare è anche quell’aria un po’ grunge e ruvida che trasale dai pezzi, scaturita forse dalle influenze un po’ alla Marlene Kuntz / Afterhours  e da quello stile inglese che rende tutto più piacevole.

Tirando le somme c’è da ribadire che la  band, lungo tutto l’album, non manca mai di stupire. Nonostante la registrazione non sia delle migliori e traspaia qualche pecca tecnica, il sound resta comunque piacevolmente venato di particolarità, ottima base di un prog – rock  molto variegato nell’insieme, che lascia presagire una strada sempre in salita per il gruppo e ottime prospettive per prossimi progetti.     

 

 

La guerra delle formiche

 

Ep:La guerra delle formiche

 

Titoli

 

Intro

Il principio del cerchio

Crisalide

Sarà la sera

Notturna

L’enverse et l’endroid

Questo mi disse il nord

Anima

 

Testi e musiche di Carlo Sanetti

 
 
 
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Un blog di: jungle.rain
Data di creazione: 13/04/2008
 
 

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CONTRO LA DITTATURA RADIOFONICA

Non si pone spesso attenzione sull’importanza delle radio nel veicolare e diffondere musica, eppure queste, pur non avendo più lo sconfinato potere di un tempo, continuano a detenere il coltello dalla parte del manico per ciò che riguarda i gusti della maggioranza delle persone. Al centro commerciale, in un negozio, a volte anche al lavoro, in macchina o in casa ciò che ci martella le orecchie sono i suoni che provengono dalle frequenze radiofoniche. Si sentono le stesse canzoni decine di volte, finchè quasi automaticamente si giunge a conoscerne a memoria il motivo.
Prestando un po’ di attenzione è facilissimo notare come le radio italiane in linea di massima selezionino i brani operando un vero e proprio “razzismo musicale”: un piccolo esempio? L’ossessività con cui vengono proposte canzoni di artisti come ad esempio Laura Pausini o Eros Ramazzotti, e la rarità con cui vengono fatte ascoltare le produzioni di gruppi invece famosi all’estero come Lacuna Coil o Linea 77… ma non solo! Per fare un esempio sugli artisti più gettonati abbiamo utilizzato due esempi italiani, ma forse ho un po’ sbagliato: la quantità di musica italiana che viene messa in onda è assolutamente irrisoria se paragonata a quella straniera. Molte stazioni si giustificano adducendo il pretesto che in Italia manca innovatività o uno stile personale: questa tesi è più che ovviamente falsa… basta pensare a gruppi come Subsonica o Bugo, assolutamente scartati dai programmi radiofonici!
Vi chiedete il perché le radio emarginino alcuni artisti, emancipandone altri? Bè, proviamo a darvi una risposta noi… perché si pensa troppo alla commercialità, all’orecchiabilità! A questo punto viene logico dire: “Le radio DEVONO pensare alle cose commerciali perché sono quelle che piacciono alla massa!”. Bè, a questa tesi sono da ribattere alcuni fatti storici: Elvis Prasely quando ancheggiò per la prima volta in tv era commerciale? Eppure è considerato il re della musica! E i Pink Floyd? Hanno rivoluzionato la musica! E con loro gente del calibro di Jim Morrison, Genesis, Nirvana…
Concludiamo con un augurio: che le radio la smettano con la loro dannata dittatura e inizino a dare spazio a tutti… dovrebbe essere veramente il pubblico a decretare chi merita fama e chi no, selezionando i propri artisti preferiti tra i molti che le radio dovrebbero mettere a disposizione di tutti gli uditori.

Rain, Laura Liguori

 

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