Creato da ChiisaiKitsune il 01/12/2008

Kitsune no Nikki

Il diario della piccola volpe

 

 

Shibuya 109

Post n°18 pubblicato il 25 Maggio 2009 da ChiisaiKitsune
 

Ieri, visto che pioveva, abbiamo deciso di darci allo shopping, e siamo andate a Shibuya, a visitare il 109 di Shibuya. Dovete sapere che Tokyo è la città più "in" del Giappone, che Shibuya è il quartiere più "in" di Tokyo,e che il 109 è il centro commerciale più "in" di Shibuya. In altre parole sono stata nel posto più "in" di tutto il Giappone (ma di tutta l'asia orientale, penso).

Volete sapere com'è stato?
Circa dieci secondi dopo che sono entrata mi è venuto mal di testa.
Al secondo piano mi sono resa conto che non era stata una buona idea rimpinzarsi di ciambelle prima di entrare.
Al quarto piano mi sanguinavano le orecchie.
Al sesto, gli occhi.
Al settimo piano non mi reggevo più in piedi e ho dovuto fare una pausa.
Ma avendo fatto io l'errore di andarci con un'amica fissata con la moda sono dovuta salire fino in cima.
Non lo farò mai più.

Perchè tutta questa sofferenza chiederete voi?
Non so se vi ho parlato del silenzio in Giappone. Qui normalmente tutto è silenziosissimo. Tranne i negozi. Perchè per qualche ragione assurda i negozianti (tutti i negozianti, ma più il negozio è grande più lo fanno) sentono il bisogno di urlare a squarciagola. A questo si aggiunge il fatto che essendo il 109 un posto molto "in", la musica a volume massimo non poteva mancare.
Inoltre la moda giapponese ha come caratteristica.... l'esuberanza di colore. Quindi dopo ore di rosa shocking, brillantini e brillantini rosa shocking, non ne potevo davvero più.

Però ho fatto un'interessante scoperta sui reggiseni giapponesi.
Le taglie dei reggiseni giapponesi non variano in base alle dimensioni del seno della persona che li usa, ma in base a quanto la suddetta persona vorrebbe avere grande il suddetto seno. Le taglie presenti andavano circa dalla seconda alla quinta, ma l'imbottitura cresceva in proporzione alla taglia in modo che tutti i reggiseni del centro commerciale potessero essere indossati da chi portava una prima scarsa. Il lato positivo è che la tasca dell'imbottitura era apribile, quindi volendo potrebbe essere estratta, ma penso che la tasca dia aperta per eventuali addizioni più che sottrazioni. Anche perchè vendevano anche imbottiture separate.

E infine una piccola chicca per chi ha visto Higurashi no naku koro ni ^O^

 
 
 

Tokyo Disneyland

Post n°17 pubblicato il 23 Maggio 2009 da ChiisaiKitsune
 

Come anticipato in precedenza, ieri sono andata a Disneyland.
E paragonandolo ai parchi a tema occidentali l'ho trovato decisamente esemplificativo della società giapponese moderna.

La cosa ce mi ha colpita di più sono state le dimensioni, pensavo che fosse molto più grande. Non che sia piccolo, ma escluso Disney Sea è grande più o meno come Gardaland, e da un parco disney mi aspettavo di più... Poi, sarà perchè avevo sei anni, ma Eurodisney mi era parso molto più grande di così.
Però le attrazioni nel complesso erano molto più grandi di quelle di Gardaland, ed è incredibile come l'intelligenza e l'ingegno giapponesi sappiano far stare attrazioni enormi in pochissimo spazio o addirittura sottoterra. Inoltra era tutto curato fino al dettaglio. Ad esempio il parco del castello disney aveva anatre vere e libere di volare (ci siamo chieste come facessero a farle stare lì, visto che potevano andarsene in qualunque momento), ninfee vere ma nemmeno una foglia fuori posto. E ogni singola attrazione aveva una divisa personalizzata: la casa infestata aveva solo inservienti donne in divisa da cameriera, il giro sul fiume tropicale solo inservienti uomini in tenuta da esploratori e così via...
Ma il carattere dominante di Tokyo Disneyland è quello che domina il Giappone contemporaneo: il consumismo. Perchè per ogni attrazione c'era un negozio che vendeva souvenir e oggetti disney, soprattutto i cerchietti  i fermagli con le orecchie di Topolino... e di Minnie, di Pippo, degli Aristogatti, dello Stregatto, do Dumbo, di Stitch, e di qualunque altra cosa con le orecchie vi venga in mente, cappelli a forma di testa dei personaggi di Monsters.inc, degli alieni verdi di Toy Story, di Stitch, elastici per capelli con attaccate teste o altre parti del corpo di personaggi disney, code da indossare dello Stregatto e di Tigro, e molto altro che la mia mente ristretta non riesce a ricordare.
Non spaventatevi ancora, la cosa più inquietante non è questa. La cosa più inquietante è che più di metà delle persone in quel parco aveva addosso uno o più di questo accessori inquietanti e tra l'altro costosissimi.

E alla fine mi sono adeguata anche io XD

 
 
 

Deliri da otaku...

Post n°16 pubblicato il 21 Maggio 2009 da ChiisaiKitsune
 

Da ora in poi ho deciso di comportarmi bene, così quando muoio vado in un negozio di manga usati a Ikebukuro U.U


Per chi non lo sapesse Ikebukuro è il quartiere dellE otaku, in concorrenza con Akihabara, il quartiere degli otaku maschi. Se quindi ad Akihabara si trovano negozi di cosplay sconci, maid cafè, tecnologia e robottoni, a Ikebururo si trovano soprattutto sale giochi, negozi di manga e doujinshi.

 

Comunque mi sono sorpresa davvero. Cioè, io sapevo che qui i prezzi sono più bassi e i negozi di manga molto più ampi, e sapevo anche che il mercato dell'usato è molto ampio e si trovano libri, manga e riviste usati a meno di metà del loro prezzo. Ero anche stata in un negozio di cd, dove le copie usate arrivavano a costare 100 yen (per chi non lo sapesse, 100 yen sono circa 78 centesimi di euro...).

 

Ma non sapevo che Ikebukuro fosse così.... paradisiaca *-*

Sarà che con i prezzi sia dei manga italiani, sia della merce importata sono davvero abituata male, ma quando ho trovato un artbook di Code Geass a meno di cinque euro (cinque euro!!!) e la guida ufficiale di Persona 3 a poco di più sono più o meno esplosa. Poi mi sono anche un pochino arrabbiata, perchè il prezzo di copertina è di una decina di euro, ma in italia me lo avrebbero fatto pagare almeno trenta. Quanto vorrei che ci fossero commercianti un po' più onesti U.U'''

 

Piccola curiosità... siamo andate anche in un negozio di doujinshi usate (mai visto tanto ben di dio tutto insieme... e dire che da noi costano dieci volte tanto) e la commessa alla cassa... era in cosplay ^-^

 
 
 

La Golden Week

Post n°15 pubblicato il 03 Maggio 2009 da ChiisaiKitsune
 

Al momento siamo proprio nel pieno della golden week, una delle vacanze più lunghe del calendario giapponese. In realtà più ce una festività intera consiste in un raggruppamento di festività più un ponte, che la mia scuola ovviamente non fa, perchè sette giorni di vacanza consecutivi sarebbero troppo. Comunque sono lo stesso cinque giorni di vacanza, e i professori erano tutti esaltati. D'altronde io da qui me ne vado a luglio, ma per gli studenti regolari il corso è di un anno e le vacanze estive sono tipo di due settimane, quindi immagino che tutti gli studenti siano felicissimi di avere qualcosa di simile ad una vacanza.
Parlare di vacanze mi rende sempre un po' triste, perchè questo posto è molto bello. Ad andare un po' in giro e soprattutto a parlare con le persone verrebbe davvero voglia di vivere qui. Solo che la vita lavorativa è semplicemente folle, soprattutto per una donna. Questa è una zona di uffici e nell'ora di pausa pranzo è pieno di impiegati, anche il sabato e la domenica... e però nelle altre ore non li si vede quasi mai. Io so perfettamente che non voglio vivere qui perchè non voglio lavorare qui, e quindi più questo posto mi piace più divento triste.

Chiedo scusa per il lungo periodo di attesa e per il post corto corto, ma sono stata malata e lo sono ancora in parte. Non siate tristi con me perchè mi sono ammalata durante un periodo di vacanza, siatene felici, perchè se sto assente anche un solo giorno devo portare un certificato medico e qui la sanità non è pubblica... mi è andata decisamente bene!

 
 
 

Vita quotidiana

Post n°14 pubblicato il 21 Aprile 2009 da ChiisaiKitsune
 

I Giapponesi danno molte poche cose per scontate. Come la storia dello stuzzicadenti. Quando compri da mangiare ti danno anche gli hashi (i bastoncini) e di solito sono sigillati. Quando sono sigillati hanno anche uno stuzzicadenti. In tal caso è scritto chiaramente, con tanto di disegnino esplicativo, di fare attenzione, che lo stuzzicadenti potrebbe ferirti le dita. Mentre salivo le scale mobili di un grande magazzino c'era una voce che diceva di fare attenzione, che se pioveva la scala diventava scivolosa. E le lattine hanno sopra scritto come si aprono. Il culmine di tutto ciò è stato quando alla riunione di orientamento per gli studenti stranieri della mia scuola l'insegnante ha spiegato come usare un bagno. Ora, va bene che ci sono studenti da tutto il mondo, ma la tassa annuale è di settemila euro, dubito che chiunque possa permettersi una scuola del genere non sappia come si usa un wc!!! Certo, questo ha portato a innovazioni tecnologiche molto comode. Ad esempio in cucina nel mio dormitorio c'è un rubinetto da cui sgorga solo acqua a 95 gradi centigradi, la cosa più comoda del mondo per farsi un te, un ramen istantaneo o anche solo una pasta. Inoltre i bagni della mia scuola sono fatti in modo che quando ti siedi parte un rumore di scroscio d'acqua che serve a coprire tutti gli eventuali rumori molesti. Io ne approfitto per soffiarmi il naso. (I giapponesi non si soffiano mai il naso in pubblico).
Purtroppo però, proprio le cose che non dovrebbero essere date per scontate, godono di poca attenzione. Tra queste la cosa più importante sono le indicazioni stradali della metropolitana. Ora, già la metropolitana di Tokyo è un labirinto di per sé, se per di più le indicazioni ad un certo punto spariscono è la morte. L'unico moto per prendere l'uscita giusta nella stazione di Shinjuku è avere culo e beccare l'unico percorso dotato di cartelli. Perchè oltre a questo si aggiunge il fatto che i giapponesi non danno indicazioni stradali. O almeno la maggior parte di loro non ne dà. Non so esattamente il motivo, ma se chiedi indicazioni a cinque giapponesi quattro di loro ti dicono che non lo sanno, fanno una faccia terrorizzata e scappano. Letteralmente. Cioè, non corrono, ma quasi. Il quinto ti accompagna fino a dove devi andare, anche se ci mette un'ora. Quindi se vi perdete a Tokyo chiedete almeno a cinque persone prima di perdere la speranza.

 

 
 
 

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