Creato da victoria.v il 06/05/2012

Emeraude

Anime gemelle

 

 

Kokopelli »

perché ho scritto Eméraude

Post n°1 pubblicato il 06 Maggio 2012 da victoria.v

 

 

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Questo libro è nato dal desiderio di ri-formulare il pensiero sulle istanze di fondo che organizzano la nostra vita. Su come intendiamo evolvere affinché anche chi ci viene di fronte, a cominciare dal nostro compagno, sia allineato a quanto vogliamo e a quanto ci serve per stare bene e sempre meglio; sulle linee di forza dell'esistenza, sul come diventare coscienti delle nostre potenzialità.

In fondo, anima gemella, compagno di viaggio, sono metafore per dire il cammino interiore. Innanzitutto, l'amore per se stessi.

Come dico nella prefazione del libro, noi e gli eventi del quotidiano siamo la risultante del nostro pensiero, solo a noi dobbiamo tornare per trovare i nodi, l'impasse e quindi i punti di forza, le risorse per poter vivere un'esistenza gioiosa.

Quando ci assumiamo il 100/100 della responsabilità di quanto siamo e ci accade, cominciamo a vedere i nodi in cui siamo bloccati e possiamo iniziare a migliorare noi stessi e la nostra vita. In queste affermazioni giocano un numero consistente di elementi, di variabili, di condizioni, ovvero tutto quanto sta nel reale e come in esso ci muoviamo, ciò che esso - di fatto è - il come lo sperimentiamo.

Ma Eméraude non parla più dalla parte problematica di se stessa, Eméraude vuol vedersi già oltre il ponte. Già nella vita nuova. Per essere nella nuova realtà il mondo vecchio dell'illusione, della riduttività, dei sentimenti sofferti deve essere già sciolto, lasciato andare. L'osservatore punta oltre l'orizzonte degli eventi, solo da questa fermezza si può costruire realtà serena. È tutto molto concreto, questione di energia, di particelle che si fanno organizzare attorno ad un paradigma e ad un sentire che già è solare e accattivante. Permettersi il meglio del pensiero più alto, più amorevole verso se stessi e gli altri. Libertà del creare, del fantasticare e immaginare. In questa libertà che lascia accadere monadi di pensiero amorevole, concentrare le forze e l'intento. Consapevolezza ed energia creano la realtà. Si tratta di scegliere da quale qualità.

Eméraude è, intenzionalmente, un messaggio tutto al positivo, tutto in avanti. Mi sono detta: "Se ancora immagino e scrivo limite, sofferenza, allora ancora esse si manifesteranno nella mia vita. Voglio scegliere di stare dall'altra parte. Di non vedere più la riduttività, il limite, solo così sarò sempre più velocemente spinta verso il benessere e la gioia".

Possiamo dire che il tema di Eméraude "Anime gemelle" è un contenitore, una traccia scelta tra tante altre per osservare il pensare; per ri-formulare, evolvere il nostro pensiero. È quanto serve affinché la realtà esterna si allinei di conseguenza e corrisponda.

In Eméraude il linguaggio è sicuramente aperto, libero. Il pensiero analogico codifica i personaggi e i fatti. Tutto accade in un mondo che ha già integrato la parte fantastica, creativa della persona sapendo che queste potenzialità sono l'eredità che abbiamo dentro e che possiamo utilizzare.

Basta saper uscire dai limiti della mente. Imparare a giocare tra logica e fantasia. Tra l'intelligenza razionale e le intelligenze multiple, analogiche, che immettono in una visione ed esperienza dell'esistenza molto più ampia, possibile, e ricca.

Passare dai significati alla "funzionalità" delle cose, che non significa "usare" nel senso che si è soliti attribuire e questo termine ma è entrare in connessione con le sincronicità, le sinergie delle energie che dentro di noi agiscono e, attraverso noi, costruiscono la realtà fuori dalle illusioni, dai teatrini, sapendo che ci sono, che li organizziamo e usiamo ma che non li subiamo.

Essere consapevoli che siamo un mondo di possibilità da sperimentare. Che i nostri corpi hanno potenzialità che spingono per essere attivate, accolte e messe in scena.

Sembra una pazzia questo libro, ha una grammatica tutta sua in cui i tempi dei verbi saltano, si sovrappongono, sono dati con una logica che non è quella del pensiero lineare ma del pensiero circolare - analogico, in cui più tempi e spazi coincidono, in cui si fanno accadere le cose che si pensano e si dicono in tempo reale.

Emé è un'alchimia, una magia accaduta innanzitutto all'autrice. È stata la scommessa dell'autrice. Scrivere Emè e, facendolo nascere sotto le dita, trarre da se stessa, tessere la sua Anima gemella e renderla presente. È accaduto.

Leggere Emè significa entrare in una chiave e usarla per far accadere il Sogno, ciascuno il suo.

Non necessariamente gli elementi del sogno debbono essere quelli di Emè, anzi no, ma sono le dinamiche, le chiavi che vanno usate, mettendoci ciascuno le proprie immagini, il proprio intento e sogno.

Si tratta di liberare la vitalità del pensiero, di lasciarlo fluire così come viene senza resisterlo, senza tentare di spiegarlo, di dargli una sistematizzazione organica e razionale. Il sogno sta fuori dalla logica, sta nel tempo di Dio, ovvero nell'inconscio e per risalire ha i suoi sistemi. Va lasciato agire.

Bisogna fidarsi dei propri doni. Del proprio sentire e sapere che si è, sempre, nella giusta rotta. La fiducia in se stessi è la chiave fondamentale.

Questo è Emèraude. Deciso questo il pensiero e l'immaginazione si sono date tutte le possibilità, hanno cominciato a parlare dal livello della leggerezza, fantasia, dall'ironia. Anche seduzione, insieme a competenza. 

I capitoli in Eméraude sono 22 e sono contrassegnati dalle lettere dell'alfabeto ebraico con la loro funzione: 1 alef- unisco;  2 bet - contengo, 3 ghimel - metto in movimento... ecc.

Questo è essenzialmente un percorso nella Forza.

L'essere cosciente di come la forza agisce in noi e nel mondo. Usare la forza, ben sapendo che è Lei che ci usa, organizza il mondo e gli eventi. Perché la forza ci orienta alla concretezza ed alla coerenza interiore. La forza rende vuoti, per cui assolutamente liberi. E, dal vuoto, creare se stessi nuovi, liberi da aspettative e attaccamenti. Condizione indispensabile per creare realtà è la singolare rettitudine di coscienza. Con se stessi.

Questa ricerca ha trovato nel mondo degli archetipi - e qui intendo le 22 lettere degli alfabeti dell'occidente - un canale privilegiato e funzionale che conduce, appunto, all'essenzialità dell'esistenza e delle cose. Su questo ho diversi scritti e organizzo i laboratori.

I 22 segni sono i 22 modi in cui la forza si dà nella realtà, in tutte le sue forme. Gli archetipi permettono di rendersi conto di come funziona il pensiero, ci immettono naturalmente in una visione quantica della realtà, ci conducono ad essere coscienti della nostra condizione di creatori di quanto sta fuori di noi.

Questi segni e simboli hanno in sé, o meglio sono:

vibrazione - matematica - suono - sostanza - essenza - forza - funzione - sono chiavi che aprono le dimensioni e le potenzialità che abbiamo dentro e non ricordiamo, che sono criptate ma oggi in via di risveglio, di ri-connessione con la nostra coscienza.

Si tratta di passare dal significato dei segni (e di ogni altra realtà) alla funzione. Allora il pensiero si pulisce, si dà l'orientamento corretto e si velocizza.

Scrivo sulla forza e scrivo del cristallo. Siamo corpo cristallo. Il mio è un raccontare usando simboli, metafore, per dire di un mondo nuovo che sta emergendo che è già leggerezza, che mi sento dentro da sempre.

Parlo della felicità come materia felice. Onde e particelle di materia felice.

Il libro con leggerezza e ironia comprende anche l'eros, inteso come strada privilegiata per aprire la psiche, per prendere coscienza dei nostri corpi sottili; la presa di coscienza aumenta la vibrazione e l'attivazione di queste parti di noi in cui stanno le potenzialità che per molti secoli abbiamo lasciate inespresse.

Questo libro, Eméraude, è per adesso, la risultante del mio pensiero. Scrivo sempre in chiave analogica, d'altronde certe cose esigono il linguaggio della poesia, della fantasia, del gioco, per essere comunicate.

Divertente anche l'esperienza di scrivere un libro di questo tipo. Scoprire di essere un Kokopelli così divertente e positivo, sapendo che questo già si sta vivendo nel qui e ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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