OSCURO
"Benvenuti alla taverna del Angelo Oscuro. Io sono l'oste, Taur Maxime, e se avete qualche minuto, potete sedervi tranquillamente davanti al fuoco, all'ombra dei miei amici draghi, e ascoltare storie incredibili di giovani avventurieri, astuti ladri, potenti stregoni, che hanno varcato la soglia della mia taverna e mi hanno raccontato le loro avventure.
Per scoprire tesori hanno attraversato labirinti imprentrabili e bui, per salvare damigelle, hanno sfidato giganti e mostri, per un unico libro pieno di sapienza hanno tradito amici e ucciso senza pieta'.
Sedetevi dunque, sorseggiate la birra nera della Piana del Gufo, intingete il pane nella salsa piccante dei caldi Deserti del Fuoco e tendete le orecchie, perche' quanto sto per raccontarvi vi affascinera' oltre ogni limite."
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Post n°35 pubblicato il 02 Maggio 2007 da blackangel690
Black aveva il dono della preveggenza non lo aveva imparato da adolescente studiando libri o imparando ricette per porzioni, quello era un dono della sua famiglia che non conobbe mai. Fin da piccolo per lui è stata una guerra di sopravvivenza, la vita, e alla scuola delle arti oscure era sempre un passo avanti, fino a che anche il conclave degli arcimaghi dovette riconoscere che la sacra prova dove un novizio o muore o diventa un mago,era stata conclusa. La sua era una fame di conoscenza spasmodica e una voglia di emergere in battaglia che nemmeno lui capiva il perché, ma rimaneva il fatto che ogni lotta, ogni scontro leale per lui era un modo per misurarsi. Quel Luc era stato un osso duro, lo scontro lo aveva solo stancato fisicamente ma non mentalmente. L’Angelo della Distruzione aveva ancora molte risorse nascoste e oggi sentiva che lo scontro si faceva vicino, sapeva…sapeva perché lo aveva letto nella sua mente, lo aveva visto in sogno che quelle nuvole laggiù ad est erano le legioni dell’impavido RE. Le truppe del Re con i suoi generali paravano di fronte alla foresta magica, “quanti saranno? A migliaia” pensò Black… “tutto l’impero e qui di fronte a me, l’impero che doveva essere il mio popolo ora è il mio nemico”, un macabro sorriso distolto comparve sulla bocca del Signore dell’Oblio “mi stai offrendo il tuo regno, il tuo popolo per un’anima” e l’Angelo Oscuro scese le scale circolari della Torre per andare a serrare la sua armatura e pregare la sua Signora della Notte, la sua Regina, la sua dea Tarkhsis. Concentrato nella sua preghiera, la quale non era una richiesta di aiuto ma era solo il saluto onorevole che faceva l’Entità Oscura alla sua dea, in quel lasso di tempo, la Furia di Valaar, la sua spada, si illumino prima di una luce purpurea poi attorno ad essa scariche elettriche di un viola intenso rimanevano attorno alla lama creando un’aurea accecante. “È il momento del massacro” pensò… prese il suo flauto elfico e la sua spada bastarda e in un buco oscuro si dileguò… |
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