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GESU' SANA IL FONDO MARCIO DELL'UOMO E LO RIDA' AL SUO FUTURO. IN MILIONI NE HANNO FATTO ESPERIENZA

Post n°624 pubblicato il 17 Gennaio 2013 da sebregon

I SETTIMANA DEL T.O. - VENERDÌ

 


 

 


Mc 2, 1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

 

E sì anche noi rimaniamo stupiti per le parole del Signore ma soprattutto perché è riuscito a toccare il nostro essere  in punto molto sensibile:  il peccato e la difficoltà che abbiamo nel perdonarlo sia a noi stessi che agli altri. 

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A livello micro non possiamo dire che l’uomo nella sua storia non conosca il perdono: penso all’amore di una mamma che diventa cieco di fronte alle malefatte del figlio e che è sempre disposta a perdonarlo anche se c’è peccato e peccato. Recuperando ora un orizzonte più vasto, ma tremendamente reale, chiediamoci cosa avviene nella coscienza di un uomo quando uccide il prossimo  o lo opprime con ingiustizie disumane.

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Avviene che egli si avvia verso un fare bestiale  ed una falsificazione dei rapporti umani. Uno così non crede che sia possibile essere giusti e di conseguenza proietta anche negli altri la stessa impossibilità. Il peccatore crede che  il male commesso non potrà mai essere lavato da nessuna acqua di questo mondo né dal perdono di chi in fin dei conti è nella stessa sua condizione e cioè un peccatore magari non conosciuto pubblicamente come tale ma della sua stessa stoffa.

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“Chi può rimettere i peccati?” : questo grido viene fuori dal profondo dell’umanità in quanto essa si percepisce imperdonabile.  Un uomo non può perdonare i peccati e Gesù qui è visto solo come uomo. Eppure Gesù per primo da che mondo e mondo, e prendiamolo in questo primo momento  solo come semplice uomo, si prende la responsabilità di dare a  tutti una via d’uscita.

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Di fronte al paralitico, di cui vede anche il disastro  morale, si pone come l’uomo buono che vede negli altri la bontà ancora possibile e gliene offre la strada. L’atteggiamento di Gesù è quello di cui  oggi beneficiano  i terapeuti dell’anima anche quelli che non si rifanno a Lui. Infatti cosa fanno se non prendersi in qualche modo carico di far risalire dalle zone di morte chi si rivolge a loro? E se lo fanno non è perché hanno forzieri di perdono da mettere a disposizione? Certo non un perdono dichiarato ma uno che agisce in profondità come percorso che l'altro può transitare per uscire dal malessere.

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 Gesù però va oltre ad un intervento terapeutico perché in lui il Padre  ha posto il suo sigillo di gloria e dunque sana il paralitico in radice con la sua parola ugualmente potente sia nel guarirlo che sanarlo nell’anima.

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La sua guarigione è subitanea perché quel Suo raggio di forza, luce e calore è ricreativa e cioè fa nuove tutte le cose che tocca. La lode che tutti rivolgono a Dio non è solo un ringraziamento per la guarigione ma anche per aver avuto la possibilità di vedere in   Gesù la stessa potenza di Dio. E così ci troviamo davanti ad una sottintesa  dichiarazione della divinità del Signore  Gesù.

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La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo dacci la grazia di aprirci con fiducia al tuo sguardo sanante nello stesso modo che il paralitico si dispose ad accettare le parole di perdono del tuo Gesù.

 

Gabriele Patmos

"Non dire le tue preghiere come un obbligo ma come una storia affascinante e nuova, all'orecchio del tuo beneamato. E le dirai anche meglio con un sorriso interiore. E saranno ben ascoltate!"( I -291)

(LUI E IO - Gabrielle Bossis -Diario intimo di una mistica del Novecento. Ed. Marietti 1820)

 
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