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« TRA IL BENE ED IL MALE C...LE PROMESSE DI DIO, AVVE... »

IL NOSTRO PADRE DIO CI AMA DI'INFINITO AMORE ED ASPETTA SOLO UN NOSTRO SGUARDO

Post n°772 pubblicato il 21 Marzo 2014 da sebregon

II SETTIMANA DI QUARESIMA – SABATO


 

 


 

 

 

Lc 15, 1-3. 11-32

 
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». 

 

Perché il figlio più giovane vuole andare via di casa? Solo perché voleva viver una vita dissoluta? Forse, ma anche, perché no?, perché non trovava uno spazio vitale e significativo all’interno della famiglia. Il padre è vero se la cava dicendo che ciò che è suo è anche dei figli ma fatto sta che il lavoro doveva essere la cosa più importante da cui non si poteva scappare e gli amici non avevano una buona accoglienza se non si poteva far baldoria neppure con capretto del padre.

 

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Di fronte a questo tipo di vita il figlio dice no anche perché non vuole diventare come il fratello la cui personalità gretta conosceremo bene alla fine della parabola. Il giovane va fino in fondo alla sua pazzia sperperando le sue sostanze e solo quando non ne ha più è solo allora che si trova davanti a se stesso in un momento di verità. Egli dunque vive due momenti di verità la prima quando non vuole stare più in famiglia e la seconda quando non ha più niente.Egli sa dunque che cosa non va nella sua vita ma soprattutto quando si trova nella più nera disgrazia è qui che riesce a rinsavire e ritrovare il bandolo della sua vita.

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Sembrerebbe allora che sia meglio seguire i propri impulsi quando sono genuini perché, anche se possono portare a disastri, almeno aprono ad una verità sulla propria vita. No, non si può tirare mai una simile conseguenza perché il male è sempre male ed il bene risplende sempre e dunque da desiderare sempre .

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Si può solo dire che all’inizio il giovane è stato attirato da un bene positivo e cioè la sua libertà ed il suo voler cercare una vera soddisfazione per la sua vita ma che lungo la strada, essendo uscito dal campo protettivo della famiglia, non ha saputo reggere la situazione e si è perso. Troviamo allora in lui nello stesso tempo positività e negatività ed è dunque questo miscuglio di valori e non valori che gli ha permesso alla fine di trovare la strada del ritorno. La parabola però è finalizzata ad esaltare la figura del padre che rimane sempre tale anche quando il figlio prende una strada che lui non desidera e vuole pure dirci che il nostro Padre celeste non ha paura dei nostri peccati, né si offende per i torti dei suoi figli ma sempre li aspetta per abbraccialli.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo, che sei perfetto conoscitore  del Padre, aiutaci ad avere più coscienza del suo infinito amore in modo da  non deluderlo mai con i nostri peccati ma se anche dovesse succedere di peccare spingici sulla via del la strada del ritorno come ha fatto il figliol prodigo.

 

Michele Sebregondio

www.montetabor.de

 
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