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Post N° 291

Post n°291 pubblicato il 30 Aprile 2007 da vocedimegaride
 

da Il Mattino del 29/04/2007
Napoli, i diavoli in paradiso
di Felice Piemontese

immagineSe le cronache napoletane di ogni giorno - fatte di faide, di morti ammazzati, di efferatezze varie - vi angosciano; se vi indigna l'incapacità dei pubblici poteri non dico di risolvere ma di affrontare i problemi più urgenti; se vi esasperano le mille difficoltà del vivere quotidiano ingigantite da inefficienza e menefreghismo, ebbene, sappiate che c’è chi - pur non ignorando i problemi - considera Napoli non «un paradiso abitato da diavoli», come spesso si dice citando un antichissimo proverbio, ma un paradiso tout court. Molti lettori avranno già capito che si parla qui di Jean-Noël Schifano, di cui esce in Francia domani - in una fortunata collana dell’editore Plon - il Dictionnaire amoureux de Naples, il Dizionario innamorato di Napoli (pagg. 594, euro 24,50), opera originale e frutto di anni di lavoro e nello stesso tempo una sorta di summa di tutto ciò che la passione divorante dello scrittore francese per Napoli ha rappresentato per lui, per la sua poetica, per la sua impostazione di vita. Si tratta, come è evidente, di un vero e proprio Dizionario - e dunque si parte dalla «a» di Amelio e si finisce con la «z» di zoccola - ma il libro è anche una sorta di autobiografia, a tal punto SCHIFANO ha intrecciato la propria vita con quella della città in cui ha vissuto per anni, prima come giovane lettore di francese, poi come direttore del Grenoble, diventando anche cittadino onorario di Napoli. Nel corso degli anni, naturalmente, SCHIFANO ha nutrito la sua passione di letture e di riflessioni (che non sono solo sue) che lo hanno portato a conclusioni destinate certo a suscitare polemiche e discussioni (come è avvenuto anche, di recente, in occasione della riedizione delle sue Cronache napoletane da parte di Marlin): i problemi di Napoli sarebbero essenzialmente il frutto dell’Unità d’Italia, concretizzatasi - per quel che ci riguarda - in un «crimine storico»: «La decadenza programmata della sola città capitale d’Italia». Autori principali del «crimine», Garibaldi e Cavour, cui SCHIFANO riserva parole di fuoco, proponendo cambiamenti toponomastici e rimozioni di statue. Antecedenti: i protagonisti della rivoluzione del ’99, essendo la Repubblica partenopea «un’antistorica parodia della Rivoluzione francese». La stessa camorra non sarebbe altro che il prodotto di quello stesso «crimine storico» che l’avrebbe, nel corso degli anni, continuamente rafforzata, «per paura, incomprensione, disprezzo, indifferenza o franca collusione». Pci e Dc sono stati «alleati oggettivi» della camorra, e oggi «saggezza e realismo» vorrebbero «che ci si servisse dei più industriosi camorristi integrandoli, poiché non si può, o non si vuole, disintegrarli». E qui, paradossalmente, le idee destrorse di SCHIFANO trovano singolari punti di contatto con quelle del comunista Brecht, soprattutto quando ricorda che quasi mai le origini delle maggiori fortune italiane sono limpide, anche se oggi chi di quelle fortune dispone è lodato e rispettato e concorre magari alle più importanti cariche istituzionali. In assoluta controtendenza, SCHIFANO è anche quando si fa cantore ed esaltatore di quella plebe in cui moltissimi vedono il concentrato dei mali di Napoli, laddove per lui, al contrario, «la plebe è stata sempre la salvaguardia dello spirito napoletano, della lingua napoletana, dell’immaginazione napoletana, della letteratura napoletana, della filosofia napoletana, dei più realistici movimenti della sua civiltà». «La plebe è la linfa più viva di Napoli, ed è essa che ha sempre pagato con la sua carne per salvare Napoli, e continua oggi, malgrado incomprensioni e insulti». Una vita, dunque, quella che si svolge a Napoli, sotto il segno di quello che SCHIFANO definisce «barocco esistenziale»: «Felicità di vivere, di abitare, di respirare, di godere», «in un movimento naturale, evoluzionario e mai rivoluzionario, portati dalle onde della storia ma innanzitutto dalla porosità dell’esistenza napoletana in cui alto e basso comunicano senza tregua, nobiltà e plebe, poveri e ricchi, il ricordati-di-vivere e il ricordati-di-morire, l’antico e il contemporaneo, i bracci della scultura barocca che servono per asciugare la biancheria, le formelle romane che fanno i forni delle pizzerie, le stelle e gli stronzi, gli abitanti dei bassi hanno preso posto nei palazzi». Naturalmente, avendo posizioni così fortemente definite, SCHIFANO ha buon gioco nell’individuare amici e nemici, scrittori, studiosi cioè che in qualche modo rientrano nella sua visione delle cose o ne sono abissalmente lontani. Si è detto di Cavour e Garibaldi, aggiungiamoci Freud e Sartre scherniti senza riguardi, mentre i personaggi positivi sono compresi in un arco che va dall’adorato Basile a Totò, da Stendhal a Domenico Rea, da Lucio Amelio a Lello Esposito. Più che in ogni altra sua opera, SCHIFANO indulge all’autobiografia, e lo fa in pagine che sono tra le più sentite (e felici) del Dictionnaire.
in basso Totò e Sigmund Freud
I BUONI
immagineIn cima alla lista dei buoni c’è la plebe napoletana. I personaggi che meglio ne hanno interpretato le virtù sono Giambattista Basile, Totò, Domenico Rea. Stendhal ha saputo apprezzarla, Lucio Amelio e Lello Esposito ne hanno fatto arte.
I NEMICI
immagineIl 1799 come «antistorica parodia dela Rivoluzione francese», Giuseppe Garibaldi e Camillo di Cavour come gli artefici del massimo crimine dell’Unità d’Italia, Sigmund Freud e Jean-Paul Sartre per non aver mai capito l’anima napoletana.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 11:03 via WEB
Non oso immaginare quanto fastidio debba aver provocato a IL MATTINO di Napoli, accolita di martiri del '99, pubblicare questa recensione... ma Jean Noel Schifano è talmente autorevole e talmente "napoletano" che non potevano risparmiarsela. Ad un certo punto, però, il redattore non ha potuto evitare una schioppettata di urticante giacobinismo e gli da impunemente del "destrorso"... A prescindere dal fatto che chi non è giacobino non è necessariamente dell'altra sponda... potrebbe essere anche anarchico, buddista o frate trappista... che senso ha dare un colore politico all'onestà intellettuale, al revisionismo storico, alla sociologia, al buonsenso ed al libero PENSIERO? marina salvadore
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 12:01 via WEB
E che volevi aspettarti da un giacobino che di cognome fa pure Piemontese? E' mai possibile che solo gli stranieri amino e rispettino questa nostra città? Lello
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 13:25 via WEB
Per fortuna che almeno gli hanno dato la cittadinanza onoraria di Napoli. Io gli avrei dato anche un Assessorato... (se fosse stato possibile). Ambro
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 13:29 via WEB
Simpaticissimo, Ambro, come sempre! "Megaride" attende i tuoi contributi letterari. Non dimenticarlo! m.s.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 14:42 via WEB
Questa è una recensione magica! L'ho letta e riletta ed ogni volta ho pescato tra le righe - odiose - ulteriori ghigni satanici e volgari sfottò del lillipuziano Piemontese all'indirizzo del celebre autore francese. Provate, pure voi, a rileggerla! Come si dice, a Napoli? Pure 'e pullece teneno 'a tosse! Carmine
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 14:48 via WEB
E' vero, Carmine!!! E' un'acida satira infarcita di retorica psicagogica! 'a pullece nun tene 'a tosse ma....l'enfisema polmonare ;-)) marina
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 17:03 via WEB
Sì, sprizza acido fenico da ogni periodo, soprattutto tra le parentesi meschine messe ad arte. Ho gran pena di questi signori dal cervello pieno di calcare come una vecchia lavatrice. Possibile che non riescano a guardare avanti, a far volare la coscienza? Sono costoro i pretini spretati che celebrano messa nel tempio del potere locale? Claudia
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 18:08 via WEB
uuuuhhh io detesto questi megalomani che usano vigliaccamente il "condizionale": ciaccano e medicano! Enzo Bottone
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/07 alle 17:14 via WEB
per chi volesse inoltrare messaggi di felicitazione a Jean Noel Schifano, si consiglia di compilare il form destinato alla "direzione editoriale" sul sito della casa editrice www.plon.fr .Noi, l'abbiamo fatto! la redazione
 
crocco57
crocco57 il 30/04/07 alle 20:53 via WEB
Cosa strana...sono sempre coloro che vengono da altri Paesi ad apprezzare il Nostro!!! Se i Napoletani amassero veramente la loro Patria! Invece...tranne i pochi restno i cembali vuoti che pretendono di suonare inni di guerra. Ascoltate la canzone di Federico Salvatore: se i fossi san Gennaro, e vi farete delle risate amare...quanti napoletani famosi sono altrettanto fumosi? Se io fossi il sindaco di Napoli proverei vergogna come se fossi presidente della Regione...ma questi affermano di firmare senza neppure leggere cosa firmano...per pura fiducia (quando vogliono loro!)...Oh serva Napoli, di dolore ostello! Nave sanza nocchier in gran tempesta! seppur un di' fosti gran dama oggi ti hanno reso una puttana! Nonostante tutto:VIVA IL SUD. Antimo Ceparano
 
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a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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