Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 21 Giugno 2007 da lecceeuropei

Apc-PD/ SBARBATI: REGOLE DIVERSE SU COSTITUENTE O ME NE VADO
ROMA, 20 GIU. (APCOM) SPAZIO VISIBILE AI REPUBBLICANI O CE NE ANDIAMO
 
 "Non sono disposta a consegnare la nostra storia e la nostra bandiera a patto di passare sotto le Forche Caudine di qualcuno. Non esiste". Luciana Sbarbati, segretario dei Repubblicani Europei e membro del comitato dei 45, annuncia al quotidiano online Affaritaliani.it che se non cambiaranno le regole per l'elezione dell'Assemblea Costituente uscirà dal partito democratico.
"L'ho detto chiaramente nell'assemblea dell'altro giorno.
Innanzitutto non voglio rappresentare quote di nessuno, né essere lì come personalità. Intendo rappresentare un cultura democratica e moderna, quella repubblicana. Se fino a ieri nella federazione dell'Ulivo ero il segretario dei Repubblicani Europei, dovrò esserci anche in futuro. Tra i fondatori dell'Ulivo c'eravamo anche noi e tra i fondatori del partito democratico dobbiamo esserci. Senza una forza laica e non laicista come i Repubblicani non esiste il partito democratico. Lo penso non per megalomania, ma è un dato storico e culturale".
La Sbarbati non usa mezzi termini. "Non sono affatto soddisfatta delle decisioni del vertice dell'altro giorno. Ritengo che sia stato fatto un lavoro approfondito, ma ci sono tante lacune e molte distorsioni che non posso accettare. Sembra una proposta calibrata su due esigenze: quella dei Ds e quella della Margherita. Loro sembrano essere di fatto i soli fondatori e gli altri degli ospiti, che non si sa come e dove possano collocarsi in questi collegi dove ci sono cinque candidati con questo sistema di elezione. I piccoli, che non hanno grossi apparati alla spalle, per poter entrare nell'Assemblea Costituente dovranno patteggiare con i Ds o con la Margherita. Io non ho alcuna intenzione di farlo. Spero che le associazioni comprendano che questo sistema invita ad accordarsi. Io non voglio farlo".
E ancora: "Hanno sbagliato a fare riferimento alla legge elettorale, avrei preferito una proposta simile a quella della Triplice sindacale, dove le parti più piccole vengono tutelate anche se vengono comunque elette e non cooptate. Ci sono sistemi diversi e spero ancora che tre i saggi trovino un altro tipo di soluzione. Altrimenti, per quanto mi riguarda, come forza politica dovrò riflettere sul serio. Non posso pensare di consegnare una storia senza che nessuno dei nostri la possa rappresentare. Né i Ds né la Margherita sono titolati a farlo".
In sostanza sta dicendo che se non cambiasse nulla rivedrebbe il suo ingresso nel partito democratico...
"Certamente sì", risponde la Sbarbati. "Io dovrei mercanteggiare la nostra presenza? Con questo sistema non avremmo alcuna chance, perché probabilmente ci saranno due liste dei Ds e una della Margherita. Veltroni ha parlato di meticciato, bene, ma la mescolanza delle liste doveva essere un criterio fin da subito. Se invece ognuno fa la sua lista e i piccoli sono costretti a mercanteggiare un posto dentro la lista di un altro diventa il solito gioco".
Ma l'affondo non è finito: "Dall'Ulivo sono scappati i socialisti. Io sono rimasta nella federazione, anche se c'è stato il tentativo costante di escludere i repubblicani, fino a quando è stato detto chiaramente che il partito democratico è solo Ds-Dl. Io l'ho detto fino alla noia che non può essere così. Loro sono diventati i fondatori. Ripeto, loro. Al contrario i fondatori dovrebbero essere tutti quelli che aderiscono al progetto e i criteri non possono certo essere quelli che hanno presentato".
"Mi auguro ancora - afferma la leader dei Repubblicani Europei- che trovino delle soluzioni adeguate. Non si tratta di avere un posto, ma un accesso portando dei valori, dei contenuti e una capacità diversa di affrontare i problemi del Paese". Insomma, "dovrebbero fare in modo che ci sia uno spazio per noi, ma democraticamente, non come sudditi di nessuno. Se questo non ci sarà, lo ripeto, non sono disposta a consegnare la nostra storia e la nostra banidera a patto di passare sotto le Forche Caudine di qualcuno. Non esiste. Se le associazioni vogliono patteggiare, facciano pure. Io la politica la so leggere e la faccio da molto tempo. Discuto e spero che si arrivi a una sintesi positiva nell'interesse generale di tutti".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 19 Giugno 2007 da lecceeuropei

DOCUMENTO POLITICO DELLA DIREZIONE E DEL CONSIGLIO NAZIONALE MRE
18/06/2007
 

La Direzione e il Consiglio Nazionale del Movimento Repubblicani Europei riunitisi a Roma il 16 giugno 2007, udita la relazione del Segretario Nazionale, l’approvano.
 
RILEVANO
 
che la debolezza del sistema politico nazionale, l’incapacità di caratterizzare il desiderio, presente nel Paese, di una grande partecipazione democratica, l’autoreferenzialità dei partiti politici sempre più distanti dai bisogni della gente, impongono di guardare con attenzione non a un qualsiasi Partito Democratico, ma a un soggetto politico nuovo di estrazione laica, cattolica, socialista e riformatrice;
 
RIBADISCONO
 
che il PD dovrà nascere da un processo di aggregazione politica dal basso e con regole condivise, in “primis” le primarie sempre e dovunque, con il pieno coinvolgimento dei cittadini;
 
CONSIDERANO
 
rilevanti le modalità con cui le primarie stesse dovranno essere fatte e a tal fine auspicano che i componenti dell’Assemblea Costituente siano tutti eletti, con un sistema proporzionale, con liste contrapposte;
 
CHIEDONO
 
che il Segretario Nazionale on. Luciana Sbarbati rappresenti all’interno del “gruppo dei 45” il Movimento dei Repubblicani Europei, che non intende confluire in modo indistinto nel PD, ma esserne cofondatore insieme alle altre forze costituenti per garantire il pluralismo culturale;
 
RIAFFERMANO
 
che per i Repubblicani Europei la costruzione del PD per un’altra Italia, per l’Italia che vogliamo, è obiettivo strategico da condividere con la società civile e in particolare che la pari dignità politica dell’MRE sia declinata fin dalla fase costituente al centro come in periferia;
 
RITENGONO
 
Che, se il PD vorrà essere un partito autenticamente riformista e nuovo, dovrà dotarsi di modi di agire trasparenti, sia in termini di regole che di persone, e passare dalle disquisizioni sugli assetti al dibattito sui contenuti, per un grande coinvolgimento popolare, offrendo un autentico spazio di pluralismo;
 
ESPRIMONO
 
pieno sostegno al Segretario Nazionale nel suo lavoro e impegno per il PD che proseguirà nei termini del mandato congressuale.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 06 Giugno 2007 da lecceeuropei

SBARBATI, PARLAMENTO EUROPEO: 2 IMPORTANTI INIZIATIVE ORGANIZZATE DALL’ON. LUCIANA SBARBATI, SEGRETARIO NAZIONALE MRE E PARLAMENTARE EUROPEO, A BRUXELLES CON IL GRUPPO ALDE.
05/06/2007

Oggi dalle ore 17.00 alle 19.00 un incontro culturale dal titolo “Le minoranze religiose, come pietra miliare dell’Europa”. “Questo seminario – dice la Sbarbati- vuole esprimere un’alta valenza civile e istituzionale ed è anche felicemente legata nella sua denominazione ad una bi-millenaria storia di arte, poesia, di cultura e di pensiero: la storia che è stata la fiamma segreta, che ha scaldato ed illuminato di segni di civiltà e di libertà il lungo cammino di un’Europa in cerca di una sua vera anima”.

“Al dibattito sulle radici cristiane dell’Europa così forzato e contraddittorio, vorrei rispondere con la mia profonda convinzione che non esiste contrapposizione tra Cristianesimo e Diritto greco-latino, poiché quest’ultimo è arrivato al cuore dell’Europa grazie alla straordinaria abilità e dedizione dei monaci benedettini, amanuensi e interpreti di una civiltà giuridica in cui l’Europa è incardinata. Non a caso – conclude la Sbarbati- S. Benedetto è stato scelto quale patrono d’Europa.

Relatori a questo evento, cui partecipano il presidente del Parlamento Europeo on. Hans Gert Poettering, il presidente del gruppo Alde, on. Graham Watson e gli on.li Luciana Sbarbati e Marios Matsakis, sono il prof. Pier Fernando Giorgetti, autore del libro “Da Hegel a Nietzsche”, che sarà presentato durante il seminario; il Rabbino Capo della Comunità ebraica di Firenze, dott. Joseph Levi; il prof. Gianni Long, già presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Ammochostos Vassilios, metropolita di Constantia – Cipro; il Diacono Antranik Ashdjian, responsabile della Chiesa armena di Cipro e Jan De Volder della Comunità di S. Egidio di Bruxelles.

 

- Nel pomeriggio di domani, si svolgerà un incontro di studio con 40 commercialisti della Regione Marche, ospiti dell’on. Sbarbati presso il Parlamento Europeo, per aggiornarsi sulla fiscalità europea, la sua armonizzazione nonché i fondi strutturali per le imprese e la ricerca.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 02 Giugno 2007 da lecceeuropei

2 GIUGNO: FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

In pochi sanno che questa festa é dovuta alla proposta di legge SBARBATI: «Ripristino della festività nazionale del 2 giugno» (655/2000); 

tratto da IL MESSAGGERO del 02 giugno 2002

Le radici più profonde di un ideale

di GIOVANNI SABBATUCCI

IL 2 GIUGNO 1946 gli elettori italiani scelsero di congedare la dinastia sabauda, e con essa l'istituto monarchico, e di dare all'Italia unita il suo primo ordinamento repubblicano. Lo scarto fu abbastanza netto in cifre assolute (circa due milioni di voti), ma non schiacciante. Oltre dieci milioni di italiani (per l'esattezza, 10.719.284, pari al 45.7% dei voti validi) avevano confermato la loro fiducia nella monarchia; e in quasi tutto il Mezzogiorno l'opzione repubblicana restava nettamente minoritaria.
Più delle voci mai provate di brogli (peraltro improbabili, almeno nelle dimensioni necessarie per pesare sul verdetto finale), più delle contestazioni successive al voto da parte di coloro che, appellandosi alla lettera della legge istitutiva del referendum, avrebbero voluto mettere nel conto anche il milione e mezzo di schede nulle (ma neanche questa anomala procedura avrebbe modificato il risultato), fu la relativa esiguità dello scarto a venare di perplessità la legittima soddisfazione dei repubblicani: fra i quali si annoverava la stragrande maggioranza dei dirigenti dei partiti che allora governavano il paese e che si videro confermata la fiducia popolare nelle contemporanee elezioni della Costituente. Se poco meno della metà degli italiani si schierava in favore della monarchia, nonostante le sue ultime catastrofiche prove, dalla chiamata al potere di Mussolini sino alla fuga dell'8 settembre, questo significava che il paese reale non si rispecchiava appieno nella rappresentanza che pure aveva liberamente scelto; e che il nuovo ordinamento repubblicano poggiava su basi non del tutto sicure.
Queste preoccupazioni si sarebbero presto rivelate eccessive. Anche coloro che avevano optato per la monarchia, vuoi per istintivo conservatorismo, vuoi per fedeltà a una tradizione non sempre ingloriosa, accettarono tranquillamente la nuova realtà istituzionale. Questa diffusa accettazione non era, a mio avviso, dovuta solo a fattori contingenti - da un lato la tenuta complessiva delle nuove istituzioni e il prestigio personale dei primi presidenti, De Nicola ed Einaudi; dall'altro il dignitoso riserbo mantenuto dal re in esilio e la pochezza dei suoi eredi -, ma poggiava anche su un deposito non trascurabile di culture politiche e di tradizioni in larga parte preesistenti allo stesso Risorgimento. Se è vero infatti che la monarchia sabauda aveva svolto un ruolo fondamentale nel processo unitario e che la classe dirigente liberale aveva esaltato, costruendovi attorno il più imponente apparato simbolico di cui disponesse l'Italia prefascista, è anche vero che il mito della res publica - intesa non solo come forma di governo, ma anche come cura del bene comune - era sempre stato ben presente nella storia e nella cultura nazionale.
Come ha spiegato Aldo G. Ricci in un bel libro (La Repubblica) uscito l'anno scorso nella collana del Mulino "L'identità italiana", l'ideale repubblicano aveva dunque nel nostro paese radici più profonde e diffusione più ampia rispetto ai gruppi e partiti che, a cominciare dal Pri, vi facevano esplicito riferimento. L'Italia diventata repubblica non sempre seppe o volle rifarsi a quell'ideale che, depurato delle sue componenti mitologiche e da eccessi di "virtuismo" incompatibili con una visione liberale della politica, avrebbe potuto costituire la base di una cultura civica condivisa. Mancò soprattutto, come dimostra in primo luogo la storia della festa del 2 giugno - la capacità di costruire attorno ad esso un apparato simbolico-celebrativo capace di colmare il vuoto apertosi con la fine della monarchia. Nel momento in cui il nostro presidente della Repubblica si sta adoprando per rimediare a questa carenza, è importante ricordare che i suoi sforzi non poggiano su un vuoto totale di memorie e tradizioni.
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 02 Giugno 2007 da lecceeuropei

ON. LUCIANA SBARBATI SU GOVERNO E PD: Se prevalgono spinte partitiche o corporative siamo destinati certamente all'insuccesso 


Luciana Sbarbati, leader dei Repubblicani Europei, presente al vertice dell'Unione, interviene a tutto campo sull' attuale situazione del governo e sul futuro vero del PD.

"Credo che il governo abbia intrapreso, per quanto riguarda gli aspetti economici, una strada giusta, consapevole e responsabile.

Ma non può essere tutto subito, come se ciascuno dovesse dimostrare che è più bravo degli altri. Si devono fare delle scelte prioritarie, e tutti devono condividere un percorso, altrimenti manca la collegialità. E su questo tema va fatta una riflessione vera. Non è soltanto una questione di portavoce e di comunicazione, che pure esiste, ma il problema è lo spirito di collegialità che in questi anni è scemato. Il partito democratico deve recuperare questo valore: si governa e si lavora per l'interesse generale, non si va al potere. Se ci si ritrova su questo punto ci sarà successo, se invece prevalgono spinte partitiche o corporative allora siamo destinati certamente all'insuccesso".

Ancora sul partito democratico la Sbarbati, membro del comitato promotore, attacca: "Quando sono interventuta nell'ultima riunione l'ho detto chiaramente: alla gente non gliene può importare di meno di chi sarà il coordinatore, di quando e di come sarà l'organigramma. Bisogna dare al Pd un'identità culturale, non deve essere solo la sintesi di Margherita e Ds. Io rappresento l'anima repubblicana del nuovo soggetto con altissimi valori, rispolverati anche da Montezemolo e da Draghi: merito, collegialità e responsabilità. Discutiamo sul modello di società che vogliamo, diversa da quella che ha in mente la CdL altrimenti non avrebbe alcun senso. E' un percorso non semplice, ma deve essere condiviso. A me non appassionano le discussioni sulla leadership e alla gente non importa un bel niente. I cittadini vogliono sapere che cosa facciamo sulle pensioni, sui giovani, sul lavoro e che risposte diamo agli imprenditori e agli artigiani sullo sviluppo e sulle tasse".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
« Precedenti
Successivi »
 
 

PARLAMENTO PULITO

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

IMMAGINI DAL MONDO

immagineOtranto: Costa Nord

  immagine 

Colombia: Santamarta - Taganga

immagine

Colombia: Villa de Leyva

immagine

Colombia: Costa

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Ultime visite al Blog

christian.cecchinipickvnariangelini.andrea1983lecceeuropeitriggianoeuropeiSdoppiamoCupidoiris_04twinmanu77
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963