Creato da lechateau il 17/06/2006

La torre

Tante vite, un solo amore.

 

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Una sorpresa

Post n°29 pubblicato il 18 Luglio 2006 da lechateau

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Lei tornò a casa...

Era come anestetizzata: talmente forte era il dolore che in quel momento non sentiva più niente...

I giorni trascorsero...

La cosa più difficile non era gestire la sofferenza di un addio ma trovare una ragione  al comportamento di quell'uomo, o meglio riuscire ad accettare quelle che potevano essere state le sue ragioni...

Rifletteva continuamente, ipotesi su ipotesi...

"E' sposato, ha una figlia... quindi non desidera coinvolgimenti!... Va bene... allora c'era un coinvolgimento?... E se c'era, com' è riuscito a dirmi che non dovevamo più incontrarci?..."

Dopo un pò ricominciava da capo...

"Evidentemente non  c'è mai stata una vera attrazione nei miei confronti... allora perché le altre volte mi ha cercata?... E se le altre volte mi ha cercata perché ora non mi cerca più??... E se era solo un attrazione perché ha voluto smettere?"

Solo un ingarbugliamento di pensieri senza logica e mai una risposta precisa... era proprio quello il tormento... 

Persa nei suoi sospiri sentì squillare il cellulare... ormai quel telefono  l'odiava...  un'aspettativa continuamente disillusa....

Quando rispose al telefono non le parve di conoscere la voce dell'interlocutore... e chiese...

"Mi scusi, con chi sto parlando?"

Dall'altro capo del telefono...

"Ciao, sono il socio di Donato!"

In quel momento nella testa di lei scattarono mille pensieri contemporaneamente ma quello che ebbe la priorità su tutti fu decidere se dover negare di conoscerlo oppure no... nella sua confusione  cercò la prima frase neutra che le venne in mente...

"In che modo posso aiutarla?

"Io sono Franco, ci siamo visti quella volta in ufficio... forse non se lo ricorda... ma l'ho chiamata per dirle che il mio amico sta molto male e volevo capire cosa è successo per potergli dare una mano dato che si rifiuta di parlare..."

Pausa... Lei aveva sempre l'abitudine di parlare molto lentamente, ma in quella circostanza superò se stessa... aveva bisogno di rallentare ancor di più i suoi ritmi per trovare le parole giuste...

"Mi scusi... una domanda... Il mio numero chi gliel' ha dato?"

"Il mio amico... perché voleva che io le chiedessi come sta!"

Questa volta il pensiero si formulò immediatamente:  "Stronzo!"...

Poi decise  che era meglio continuare a fare la vaga, ovvero quello che le riusciva sempre meglio... del resto non poteva essere sicura che quello fosse veramente l'amico di Donato...

Continuò parlando al suo interlocutore...

"Guardi... io non so precisamente chi lei sia... comunque, mi ha detto di voler sapere come sto... le rispondo con la gentilezza che mi appartiene e le dico che sto molto bene... Adesso la saluto perché sto studiando!"

L'amico non le fece terminare la frase... e incalzando disse...

"La posso richiamare quando se mai è più libera?"

Momento di panico...

Lei si chiese: "Devo dire di si o dire di no???... Se dico  di si   ho  un contatto con lui, anche se indiretto... se dico di  no.. non ce l'ho più!" 

Decise per il suo solito "Ni"... e formulò una delle sue frasi sibilline...

"Oggi nessuno le ha dato il permesso di chiamarmi... quindi evidentemente lei agisce anche senza la mia autorizzazione... La saluto!!!!"

La telefonata finì...

...subito dopo una domanda scattò con prepotenza... "E quest'uomo adesso cosa vuole veramente da me?"

 

 
 
 
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