La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
BENVENUTI SU LA FARMACIA D' EPOCA!
La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
Nessuna di queste scatole è in vendita, nel caso in cui troviate delle foto dei miei oggetti su siti tipo ebay, sono annunci FALSI: segnalatemeli prontamente, in modo da evitare l'ennesima truffa online.
Se avete necessità della mia esperienza come collezionista, mandatemi un messaggio e-mail a lafarmaciadepoca@libero.it vi risponderò il prima possibile, fornendovi le informazioni che ho a disposizione.
Per riutilizzare il mio lavoro di ricerca:
-Opere a CARATTERE NON COMMERCIALE: basta citare la provenienza e l'autore dell'articolo o della foto nel rispetto dei diritti di copyright!
-Opere a CARATTERE COMMERCIALE: dal 1/04/2018 le consulenze per musei, scuole, scrittori, articoli, testi, enti, università, siti con pubblicità ed altre opere commerciali sono a pagamento con rilascio di regolare fattura. Contattatemi per chiedere un preventivo.
Fino a poco tempo fa il servizio è stato gratuito per tutti, fornendo foto senza watermarks ed a maggiore risoluzione, con testi più professionali rispetto a quelli pubblicati, ma la poca correttezza di alcuni personaggi nei miei confronti ha fatto terminare questa politica.
Grazie per la visita
Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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Oggi niente farmaci miei perché abbiamo ospiti: qualche mese fa mi ha contattato Giuseppe C. fornendomi una valanga di foto della sua “eredità” farmaceutica, in quanto la sua famiglia può vantarsi di essere farmacisti da generazioni.
Tra la sua enorme collezione mi ha inviato le foto di alcuni pezzi molto curiosi, che sicuramente apprezzerete anche voi:
Il primo medicinale è un vaccino antidifterico della casa farmaceutica statunitense Lilly. Per riuscire a datarlo ho dovuto persino interpellare lo Smithsonian Museum, che nonostante le mie numerose mail ( è il mio punto di riferimento e spero un giorno di eguagliare una sua particolare collezione!) mi risponde sempre, e penso che a questo punto si siano un po’ affezionati.
La Eli Lilly & Company aveva introdotto questo vaccino sul mercato negli anni Quaranta, e molto probabilmente questa scatola potrebbe essere arrivata in Italia con le truppe americane. La difterite, fino al secondo dopoguerra, era endemica in alcune zone del sud Italia, e pochi potevano accedere alle vaccinazioni, in quanto sviluppate in Paesi esteri nel periodo del conflitto. In sostanza la penicillina e il vaccino antidifterico erano prodotti da mercato nero.
Il Corynebacterium diphtheriae, l’agente eziologico della malattia, è molto subdolo, in quanto non esplica la sua azione solo a livello del focolaio primario d’infezione, ma produce anche una tossina che può arrivare a danneggiare il sistema nervoso e cardiaco, che può causare seri danni se non prontamente debellata.
Nella foto sotto, invece abbiamo due vaccini “made in Italy”, prodotti dall’Istituto Sieroterapico Milanese Serafino Belfanti: il primo è un vaccino antigonococcico degli anni Venti, mentre il secondo è un vaccino antitifico degli anni Trenta.
Fortunatamente, almeno in Italia, non sentiamo più parlare di tifo e ormai si vaccina solo chi, o per lavoro, o per piacere, si reca in zone del Mondo dove è ancora presente questa patologia, ma la Neisseria colpisce ancora duro in Europa.
A questo genere tassonomico fanno parte sue batteri patogeni molto pericolosi che hanno la peculiarità di essere parecchio resistenti agli antibiotici: la Neisseria meningitidis , responsabile della meningite cerebrospinale, e la Neisseria gonorrhoeae, l’agente eziologico della gonorrea o blenorragia.
Se a questo punto pensate che il Corynebacterium diphtheriae sia un genio del male, non avete mai sentito parlare della Neisseria gonorrhoeae.
Questo simpatico batterio infatti, ha ideato un metodo di trasmissione sessuale assolutamente eccellente, in quanto possiede particolari molecole chiamate adesine, che gli permettono di attaccarsi fermamente alla mucosa vaginale, dando origine ad una infezione completamente asintomatica nella femmina.
Nel maschio invece è una delle infezioni uretrali più dolorose e fastidiose possibili, in quanto penetra verso la lamina basale dove inizia a costruirsi una capsula di acido sialico e a produrre endotossine che scatenano l’infiammazione caratterizzata da uno scolo purulento.
Così in questo modo, il batterio riesce a sopravvivere e ad infettare a più non posso, facendo della gonorrea una tra le malattie a trasmissione sessuale che più colpivano in passato, soprattutto nell’Italia della prima metà del Novecento, dove nonostante esistesse già dal 1922 l’“HAbemus TUtorem” del Commendator Goldoni ( sì, è esistito veramente), era usato da pochi a causa della sua "incongruenza" con i precetti cattolici dell'epoca e dell'ideale di famiglia fascista.
Grazie per aver letto il post e grazie a Giuseppe C. per avermi mandato le sue foto!
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