La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
BENVENUTI SU LA FARMACIA D' EPOCA!
La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
Nessuna di queste scatole è in vendita, nel caso in cui troviate delle foto dei miei oggetti su siti tipo ebay, sono annunci FALSI: segnalatemeli prontamente, in modo da evitare l'ennesima truffa online.
Se avete necessità della mia esperienza come collezionista, mandatemi un messaggio e-mail a lafarmaciadepoca@libero.it vi risponderò il prima possibile, fornendovi le informazioni che ho a disposizione.
Per riutilizzare il mio lavoro di ricerca:
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-Opere a CARATTERE COMMERCIALE: dal 1/04/2018 le consulenze per musei, scuole, scrittori, articoli, testi, enti, università, siti con pubblicità ed altre opere commerciali sono a pagamento con rilascio di regolare fattura. Contattatemi per chiedere un preventivo.
Fino a poco tempo fa il servizio è stato gratuito per tutti, fornendo foto senza watermarks ed a maggiore risoluzione, con testi più professionali rispetto a quelli pubblicati, ma la poca correttezza di alcuni personaggi nei miei confronti ha fatto terminare questa politica.
Grazie per la visita
Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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Il Bellergil fu uno dei prodotti di punta della Sandoz a partire dagli anni Trenta / Quaranta: esso era un’associazione di belladonna e fenobarbital, e sicuramente è in lizza per il titolo di “psicofarmaco più pesante” mai messo in commercio.
Il Bellergil, infatti era un preparato galenico con cui era bene non scherzare, come testimoniano i suoi ingredienti:
- alcaloidi puri estratti dalla foglia della belladonna: non solo la più famosa atropina, ma anche scopolamina, e iosciamina, molecole che agiscono sul sistema parasimpatico come antagonisti del recettore muscarinico per l’acetilcolina.
- tartrato di ergotamina: sin dagli anni Trenta fu utilizzato nella terapia dell’emicrania, per dare sollievo nei casi più gravi, grazie alla sua azione diretta sul nervo trigemino (inibisce i recettori della famiglia recettori 5-HT) ma al prezzo di pesantissimi effetti collaterali, quali vasospasmi periferici e coronarici, spesso causa di infarto del miocardio.
- fenobarbital: conosciuto anche come luminal, è un potente anticonvulsivo della famiglia dei barbiturici, ormai caduto in disuso, tranne che per il trattamento di casi severi di epilessia.
- acido tartarico: inibendo la produzione di acido malico tende a paralizzare i muscoli, cooperando all’azione anticonvulsiva.
- stearina: è un trigliceride formato da glicerolo e tre catene di acido stearico. Si tratta di un sostituto della paraffina, meno tossico e meglio adatto all’assunzione orale.
- lattosio: perché nella prima metà del Novecento quando il Bellergil fu formulato non ci si curava affatto delle intolleranze alimentari. Veniva impiegato come riempitivo per le pastiglie, oggi è stato sostituito da molecole più sicure per chi non tollera il lattosio.
- zucchero, amido di riso e talco: per la massa del confetto.
Il Bellergil era utilizzato nel trattamento delle “distonie neuro – vegetative”, una classe di sindromi neurologiche che comprende diverse manifestazioni patologiche, caratterizzate nella maggior parte dei casi da forti emicranie e presenza di attacchi epilettici.
Ecco la foto dei flaconi:
Il primo ( cm 4,3 x 2,7 x 1,9 ) risale agli anni Quaranta, mentre il secondo (cm 4,4 x 2,2 x 2,2) è databile anni Cinquanta / Sessanta. Nel corso degli anni la composizione è rimasta sempre la stessa, così come la posologia: da 3 a 6 confetti al giorno, secondo il consiglio del medico.
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