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Il PCL ringrazia quanti hanno sostenuto e partecipato alla nostra campagna elettorale e chi ci ha votato. Il buon risultato rispecchia il lavoro svolto in difesa della scuola pubblica, contro gli sfratti, i licenziamenti e lo super sfruttamento nelle cooperative. Il voto al PCL e al suo candidato sindaco Sergio Borsato rappresenta una minaccia per chi vuole guerre, razzismo, sacrifici antipopolari, ma rappresenta una speranza per chi crede ancora che la lotta paghi e che il mondo possa essere cambiato.
Non vogliamo cedere San Giuliano Milanese alla destra più reazionaria da cinquant’anni ad oggi, responsabile a livello nazionale di tagli insopportabili alla scuola pubblica e di un attacco frontale ai diritti dei lavoratori. D’altronde siamo consapevoli che il centro sinistra sia stato il principale responsabile del disastro politico nel nostro comune, perché non ha soddisfatto i bisogni vitali della popolazione e ha favorito la speculazione immobiliare e finanziaria, prima fra tutti il debito di Genia verso le banche.
Per questi motivi diamo libertà di scelta fra l'astensione e un voto contro la destra, in funzione del rafforzamento di uno schieramento autonomo dal centrosinistra padronale in difesa dei diritti della popolazione lavoratrice.
Grazie.
Sergio Borsato
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RISULTATI ELEZIONI COMUNALI SAN GIULIANO MILANESE
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Oggi diciamo che la lotta non serve solo a ritardare la sconfitta, ma allude sempre a un tempo nuovo e a un popolo che viene. Perché ogni gesto o parola di resistenza, per quanto piccoli possano apparire, prefigurano qualcosa, aggiungono un tassello nell’immagine concreta di un altro avvenire."
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la fotografia è dal sito corsari-milano
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... Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare..."
Elsa Morante (1912 - 1985) lo scrisse nel 1945, ma potrebbe averlo scritto cinque minuti fa.
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Il sequestro e assassinio di Vittorio Arrigoni da parte delle squadracce più reazionarie dell'integralismo islamico a Gaza, è un'autentica infamia. Tanto più perchè realizzato contro un compagno da sempre impegnato in prima linea, con la massima generosità e il massimo coraggio, al fianco del popolo palestinese contro i crimini del sionismo: crimini che Vittorio ha sempre denunciato e documentato contro ogni silenzio e complicità, sino a fare di questa denuncia una ragione di vita. Questo assassinio barbaro rafforza la nostra determinazione a lottare per la piena autodeterminazione del popolo palestinese, contro lo Stato sionista e contro ogni forma di panislamismo integralista. Ai familiari di Vittorio e a tutti i suoi compagni ed amici, a partire dalla redazione de Il Manifesto, il cordoglio più sentito e un forte abbraccio.
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Lui mi ha guardato in silenzio e poi ha detto:
- E lo sai perchè Dio ha dato all'uomo una vita più lunga di quella degli animali?
- No, non ci ho mai pensato.
- Perchè gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L'uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un'altra per poterli capire e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.
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Da "Educazione Siberiana"
di Nicolai Lilin - pag. 67
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È che la notte mi si aggrappa alle spalle e mi pianta le unghie affilate nel collo, all’attaccatura dei capelli, lì proprio dove si annida la tensione del giorno ed esplode qualcosa di simile ad un mal di testa che è fuori dalla testa.
Posso vederlo sul tavolo, un oggetto scuro, unto e poroso come un spugna, un po’ disgustoso e asimmetrico.
Non ha una forma riconducibile a un cubo o a una sfera.
È come fosse un insieme di forme incastrate tra loro e che senza muoversi si modificano con un continuo movimento invisibile.
Mi accorgo delle mutazioni perché le percepisco con la mente, non perché le veda mentre succedono.
E mi sorprendo a parlare come se questa astrusa forma potesse ascoltarmi e magari allontanarsi da me e non darmi più fastidio.
Ha colori cangianti, scuri, opachi, spenti che contrastano con il bianco del tavolo su cui è appoggiato.
E poi non sembra appoggiato sembra sospeso, ma nella stesso tempo non ha spazio sotto di sé e non si muove, anche se guardandolo fisso oscilla da destra a sinistra con un ritmo lento e continuo.
Come un battito di cuore.
Come un orologio a pendolo.
È un mal di testa non mio, perché non ho mal di testa, non mi fa male eppure è il mio mal di testa, sul tavolo, vicino a me, pulsante e maligno.
Mi viene voglia di dargli una manata e buttarlo lontano e non lo faccio.
Ho paura che vada in pezzi esplodendo e schizzando veleno fetido, ovunque.
È che la notte a volte è un brutto sogno.
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Tutto sommato non sono brava con le prime impressioni. Non sono brava nei pronostici. Non sono brava nelle premonizioni e figuriamoci se capisco qualcosa di quello che potrebbe succedere partendo da fatti certi. Insomma l’ipotizzare non è pane per i miei denti. Piccolo esempio molto casalingo. Settimana scorsa comprai un arrosto di vitello e siccome “che” non capisco un beato cazzo di tagli di carne e qualità, insomma non so distinguere un pezzo di maiale da uno di pollo, se non fosse che il pollo ci ha le ali mentre il maiale non mi sembra le abbia, vado sempre dal solito macellaio, il signor Gianni, che sa i miei gusti e mi dà esattamente quello che penso di volere, insomma sa leggermi nel pensiero. Ma l’altro giorno il signor Gianni era in ferie e lo sostituiva uno sconosciuto che mi è subito stato antipatico e mi ha rifilato un arrosto che non mi convinceva proprio per niente. L’ho cucinato e portato in tavola stasera ed è stato un successone! Il figlio mi ha detto mamma ma un arrosto così buono non l’hai mai fatto. La fidanzata si è servita ben tre volte ed è una che non ama molto la carne. Il padre con un bel sorriso: sembra da ristorante di alta cucina. Ecco questa sia la lezione e che mi serva per non ipotizzare il negativo prima di vedere se quello che succede non sia positivo.
E se prima cercavo di vivere solo la giornata senza andare troppo oltre, adesso credo sia proprio il momento di non guardare oltre il piccolo passo e che la punta della scarpa diventi il mio orizzonte.
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E per non dimenticare quello che accade intorno a me … “Eve of Destruction” Barry McGuire - 1965
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L'unità d'Italia del 1861 fu la subordinazione del Risorgimento italiano agli interessi di Casa Savoia e del blocco industriale ed agrario: in funzione dello sviluppo del capitalismo nazionale entro un mercato unificato, e della sua colonizzazione manu militari del mezzogiorno. E' dunque naturale che le stesse classi dominanti che oggi accentuano il proprio sfruttamento sulla classe operaia e le masse del Sud, celebrino la propria vittoria di 150 anni fa, avvolgendola nel tricolore e negli inni patrii. Come è naturale da parte loro il coinvolgimento solenne nell'evento della Chiesa papalina: che prima sparò per trentanni sui patrioti del Risorgimento, poi scomunico' il Regno d'Italia, ma infine si riconciliò con le sue classi dirigenti nel nome dei comuni interessi finanziari, agrari, immobiliari.
Per la stessa ragione i comunisti, e persino i coerenti democratici, non hanno nulla da celebrare il 17 Marzo. Il Risorgimento che noi rivendichiamo è quello che perse: quello dell'insurrezione popolare delle 5 giornate di Milano del 1848 poi disarmata dall'esercito sabaudo; quello della Rivoluzione repubblicana a Roma del 1849, poi affogata nel sangue dalle truppe francesi chiamate da Papa Pio IX ; ma soprattutto quello che cercò, di connettere la battaglia risorgimentale ad una prospettiva di liberazione sociale degli sfruttati e degli oppressi, contro la borghesia liberale e lo stesso campo democratico mazziniano.
Due nomi risaltano tra i tanti militanti e dirigenti del risorgimento popolare che volevano quello sbocco alla liberazione d’ Italia: Filippo Buonarroti e Carlo Pisacane.
Il primo, compagno in Francia di Gracco Babeuf nell’organizzare il primo tentativo di rivoluzione comunista della storia (“La congiura degli Uguali” del 1796),fu il principale organizzatore ed dirigente fino alla sua morte nel 1837 delle società segrete “giacobine rivoluzionarie” in tutta Europa. In Italia ciò si espresse in quella che fu, fino allo sviluppo della democratico piccolo borghese Giovane Italia Di Mazzini, la più importante società segreta “carbonara”: i “Sublimi Maestri Perfetti”, il cui terzo e massimo grado implicava il giuramento dell’impegno alla realizzazione dell’uguaglianza sociale con l’abolizione della proprietà privata.
Il secondo, Carlo Pisacane, l’eroe dello sfortunato tentativo di Sapri del 1857, che lottò per la costruzione di un partito “socialista rivoluzionario” in Italia, dichiarando di non preferire i Savoia agli Asburgo e polemizzando contro il repubblicanesimo democratico di Mazzini e la sua parola d’ordine “Dio e popolo”, in nome della lotta tra le classi e della rivoluzione sociale.
I tempi storici erano allora immaturi per la vittoria di quei generosi tentativi. Ma essi prefigurarono nelle pieghe del Risorgimento il futuro del movimento operaio rivoluzionario italiano: quello di Antonio Gramsci e del Partito Comunista D'Italia del 1921.
Per questo, solo un governo dei lavoratori che liberi l'Italia dalle attuali classi dominanti potrà recuperare il filo storico del comunismo risorgimentale e dei suoi eroici pionieri. Portando al potere il risorgimento sconfitto. Realizzando sino in fondo le sue migliori aspirazioni sociali , democratiche, anticlericali. Riscattando nel concreto la memoria di chi già allora diede la propria vita non per una dittatura degli industriali e degli agrari, ma per una rivoluzione sociale, per una “Dittatura rivoluzionaria per instaurare la perfetta Uguaglianza” (Buonarroti); per una “terribile rivoluzione, la quale cambiando l’ordine sociale metterà a profitto di tutti ciò che ora riesce a profitto di alcuni” (Pisacane) .
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PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Comitato Esecutivo
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" hey now don't forget: the change will save you "
Uberlin dei R.E.M. da Collapse Into Now (2011)
Cambiamento. Spavento e preoccupazione, ma anche coraggio e curiosità. La ricerca di nuovi punti di equilibrio perché i precedenti saltano tutti come ponti durante un’alluvione. Ecco. Il dilagante dilagare di un fiume in piena assomiglia al cambiamento. E dopo un periodo di assoluta calma, in cui nemmeno una brezza lieve scompigliava la superficie e tutto sembrava immobile nei gesti e nelle abitudini, una tempesta che travolge e sconvolge e forma enormi onde che si frangono con fragore contro lo scoglio duro dell’assuefazione al sereno benessere del nulla, sembra una cosa impensabile. Uno sconquasso assurdo. Un pensiero insopportabile. Una paura viscerale. Paura. Davvero paura. Eppure l’aria diventa più leggera e l’adrenalina ricomincia a spalmarsi sulla pelle, come fosse una crema, per addolcire l’infiammazione. E alla paura si aggiunge la dolcezza. Ha il sapore buono di quelle caramelle che da bimba rubavo dalla ciotola di cristallo sul tavolino basso del salotto. Paura con dolcezza, come un ossimoro. Non tutti gli equilibri sono equilibrati. Non tutto è come vorrei che fosse. Non è tutto nel posto esatto dove dovrebbe essere. E mi chiedo se è poi così importante? Se non è meglio il caos della ricerca all’immobilismo del traguardo?
Comunque. Sto bene.
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A sostegno dello sciopero dei metalmeccanici indetto dalla FIOM del 28 Gennaio
Il Coordinamento dei Lavoratori Uniti di San Giuliano Milanese
ORGANIZZA
Un presidio-discussione con i lavoratori di San Giuliano Milanese
In Piazza Italia Sabato 22 gennaio dalle ore 17,00
dove ognuno dei presenti potrà esprimersi sulla vicenda Fiat e sulle conseguenze che potrà portare nella vita di tutti i lavoratori e lavoratrici.
E’ ora di dire basta alla arroganza dei padroni che con la scusa della crisi mettono in ginocchio decine di migliaia di famiglie, costringono i lavoratori a subire situazioni di ricatto criminale che solo un governo schierato con i padroni come questo può accettare, a questo si aggiungano i sindacati padronali Cisl, Uil e altri che li assecondano
Fuori Marchionne dall’Italia!!!
Ma la Fiat è di tutti i Lavoratori, che hanno pagato di tasca loro per anni l’inefficienza dei manager che l’hanno gestita.
Sono invitate ad aderire tutte le forze politiche della sinistra di San Giuliano Milanese, i sindacati , i movimenti e le associazioni che operano sul territorio.
La giornata si concluderà presso ::
ETEROTOPIA – Via Risorgimento – San Giuliano Milanese
:: Serata PUNK HARD CORE ::
KALASHINIKOV Collettivo Romantic-Punk
POINTBREAK Boys&Girls & Punk Hard Core
MISERIA Hard Core Crust
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LIBERTÀ PER GLI SFRATTATI
Festa per il ricongiungimento familiare
DOMENICA 16 GENNAIO 2011
DALLE ORE 20.00
Presso:
Spazio Pubblico Autogestito
Via Risorgimento 21 - San Giuliano Milanese
LIBERTÀ PER GLI SFRATTATI
Festa per il ricongiungimento familiare
CENA DEI BUONI INCONTRI
Per donne e uomini d'ogni parte del mondo. Poveri, precari, neri, terroni, migranti e comunisti. Per mischiarsi e vivere il presente.
Dal 15 dicembre Radwane vive a casa della famiglia del fratello in zona Loreto. Mentre Rachida con i due bambini, dopo lo sfratto, vivono a Corvetto in una comunità nella quale il papà non può entrare a far loro visita.
Il comune spende almeno 200 euro al giorno per la permanenza in comunità.
Tutti sappiamo che per trovare un affitto a San Giuliano Milanese ci vogliono 700 euro al mese.
Trovano il modo di fare soldi dividendo una famiglia, anche quando vieni sfrattato, quando ti ammali, se vuoi studiare, se cerchi lavoro, quando compri qualcosa, perfino quando avvengono calamità naturali come il terremoto dell'Aquila.
Ogni aspetto della nostra vita, ogni desiderio, sogno o bisogno sta diventando un affare per pochi, un affare solo per quel 10% che detiene il 45% della ricchezza nazionale.
Quel 10% fatto di grandi speculatori globali della finanza che stanno succhiando denaro pubblico imponendoci politiche di austerity e la crisi permanente, passando dai Marchionne che guadagnano come 6000 operai fiat, fino ad arrivare ai piccoli speculatori locali che hanno lasciato alla comunità di San Giuliano un debito di 38 milioni di euro a fronte di stipendi, per gli ex dirigenti genia, dai 4000 ai 9000 euro al mese.
Tutti a spiegarci che, per uscire dalla crisi, noi dobbiamo pagare il conto e loro devono privatizzare ogni cosa, il mondo.
Per vivere i poveri non hanno bisogno dei parassiti. Per essere liberi abbiamo bisogno di riprenderci ciò che noi produciamo ogni giorno nella metropoli. Abbiamo bisogno di reddito per avere più tempo per costruire, aldilà di ciò che è pubblico o privato, il comune.
SPAZIO NEGRO
per info: etero@ecn.org
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e i nostri passi conosceranno la terra.
Guarderemo un orizzonte al quale avranno strappato il sole
con la scusa della guerra.
Ci chineremo, ad uno ad uno verso lo specchio cieco,
la nostra ombra si stancherà di noi
l'immagine dell'altro.
Brinderemo alla Bellezza dei Margini, à la Beutè des Marges.
ed è allora che risponderemo
evitando le parole che non sapevamo dire magari
scegliendo il silenzio.
Cercheremo una ragione alla fine di tutto,
trovando tracce di un principio.
Cercheremo l'emozione per la fine di tutto,
E brinderemo alla Bellezza dei Margini, à la Beautè des Marges.
Brinderemo alla Bellezza dei Margini, à la Beutè des Marges.
e che mai arriverà
e arriveremo quando non saremo aspettati,
se arriveremo chissà.
Nell'attesa infinita e insoddisfatta scopriremo
di non aver atteso invano,
nell'attesa stupita e soddisfatta scoprirò
di non averti atteso invano.
Brinderemo alla Bellezza dei Margini, à la Beutè des Marges.
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GUARDA L'ALBA - Carmen Consoli
Già natale, il tempo vola, l'incalzare di un treno in corsa, sui vetri e lampadari accesi nelle stanze dei ricordi.
Ho indossato una faccia nuova, su un vestito da cerimonia ed ho sepolto il desiderio intrepido di averti affianco.
Allo specchio c'è un altra donna, nel cui sguardo non v'è paura. Com'è preziosa la tua assenza in questa beata ricorrenza. Ad oriente il giorno scalpita non tarderà..
Guarda l'alba che ci insegna a sorridere, quasi sembra che ci inviti a rinascere.
Tutto inzia, invecchia, cambia forma, l'amore, tutto si trasforma .
L'umore di un sogno col tempo si dimentica..
Già natale il tempo vola, tutti a tavola che si fredda, mio padre con la barba finta ed un cappello rosso in testa ed irrompe impetuosa la vita, nell'urgenza di prospettiva.
Già vedo gli occhi di mio figlio e i suoi giocattoli per casa, ad oriente il giorno scalpita, la notte depone armi e oscurità.
Guarda l'alba che ci insegna a sorridere, quasi sembra che ci inviti a rinascere, tutto inizia, invecchia, cambia forma, l'amore, tutto si trasforma.
Persino il dolore più atroce si addomestica.
Tutto inizia, invecchia, cambia forma, l'amore, tutto si trasforma.
Nel chiudersi un fiore al tramonto si rigenera.
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L'immagine è "Jessica's Hope" di Mark Ryden
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"La canzone del maggio " - Fabrizio De Andrè (1973)
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E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
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DA LEGGERE
Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)
" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......
Inviato da: magdalene57
il 25/07/2023 alle 20:20
Inviato da: stufissimoassai
il 22/11/2022 alle 16:23
Inviato da: cassetta2
il 21/08/2022 alle 22:53
Inviato da: Lucien.Chardon
il 29/07/2022 alle 14:13
Inviato da: liberante
il 03/06/2019 alle 12:21