Lucky_borsa

finanza, borsa e dintorni

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 11
 

DISCLAIMER

Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi del 31/01/2015

BCE: altro che QE dovrebbe stampare euro per cancellare il debito

Post n°1806 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Mettiamola in questi termini: la Bce stampa più moneta per permettere alle Banche centrali nazionali di comprare titoli di Stato, ovvero debito pubblico, con lo scopo dichiarato di rilanciare l’economia (crescita del Pil) e lo scopo effettivo immediato di sgravare i bilanci delle banche private.

In termini economici, il Quantitative Easing è un’aberrazione in quanto viola le leggi di mercato basate sulla domanda e sull’offerta. Un’aberrazione che però lascia intatta la vera catena che imprigiona le asfittiche economie occidentali: quella del debito.

Mi spiego: se la Ue e la Bce e la volessero davvero rilanciare l’economia, dovrebbero avere il coraggio di andare fino in fondo ovvero non di stampare moneta per comprare debito ma di stampare moneta per CANCELLARE IL DEBITO, accompagnando questo passo da misure altrettanto rivoluzionarie e benefiche come la simultanea riduzione delle imposte sia sulle imprese che sulle persone fisiche e magari varando investimenti infrastrutturali.

Pensateci bene: oggi l’Italia è già in avanzo primario ovvero lo Stato spende meno di quanto incassa, ma il debito pubblico continua a salire perché la spesa pubblica è gravata dagli interessi sul debito. Detto in altro termini: l’Italia è in una spirale da cui difficilmente uscirà, per quanti sforzi faccia. Ma questo né la Ue, né la Bce, né il Fmi lo ammetteranno mai; anzi, continuano ad alimentare la retorica delle riforme ovviamente strutturali.

Logica vorrebbe, invece, che l’aberrazione del Quantitative easing venisse usata non per continuare ad alimentare il circolo vizioso del debito, ma per spezzarlo con una misura una tantum, eccezionale, irripetibile ma straordinariamente virtuosa. Chiamiamolo Il giubileo del debito.

Ipotizzate quesito scenario: taglio lineare di un terzo del debito pubblico di ogni Paese europeo, simultanea riduzione delle imposte sulle persone fisiche di 10 punti percentuali e dimezzamento di quelle sulle società per un periodo di almeno 5 anni. Il momento sarebbe più che mai propizio, considerando che i tassi di interesse sono prossimi allo zero.

Basterebbe una semplice operazione contabile creando denaro dal nulla (ovvero con un semplice click, come peraltro si apprestano già a fare), per togliere definitivamente dal mercato una parte del debito pubblico, studiando ovviamente le condizioni appropriate (ad esempio solo sui titoli in scadenza).

Risultato: un boom economico paragonabile agli effetti di un nuovo Piano Marshall. Starebbero meglio tutti: i consumatori che si troverebbero con più liquidità in tasca, le aziende che sarebbero fortemente incentivate a investire nella zona Ue, lo Stato che troverebbe le risorse sia per le Grandi Opere che per altre riforme. Le stesse banche private che non sarebbero più costrette a comprare titoli di Stato pubblici e vedrebbero diminuire drasticamente le sofferenze bancarie nel giro di pochi mesi proprio grazie alla ripresa dell’economia reale.

La macchina, insomma, si rimetterebbe in moto.

A “rimetterci” sarebbero solo la Bce, la Commissione europea e analoghe istituzioni transnazionali il cui potere implicito di condizionamento si ridurrebbe drasticamente.

Meno debito, meno vincoli, più libertà, più mercato. Il problema è tutto qui.

Marcello Foa su http://blog.ilgiornale.it

 
 
 

Analisi Intermarket al 31/01/2015

Post n°1805 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

 

"Il recente apprezzamento del biglietto verde sta creando non pochi problemi alle aziende statunitensi che, nell’ultimo trimestre del 2014, hanno dovuto fare i conti, non solo con la debolezza dell’economia mondiale, ma anche con il cambio sfavorevole. Gli introiti in valuta estera registrati fuori dai confini del Paese a stelle e strisce hanno subìto un forte ridimensionamento nel momento del cambio in dollari a fine anno. Basti pensare che il Dollar Index, che meglio rappresenta l’andamento della divisa Usa verso un paniere di valute, è salito di oltre il 9% tra settembre e dicembre, e quasi del 5% da inizio anno ad oggi.

Ma la Fed non sembra essere preoccupata. Nell’ultima riunione, la Banca centrale ha confermato di voler alzare i tassi d’interesse a giugno, sostenendo che la ripresa economica rimane solida e che il rallentamento dell’inflazione sarà solo di breve periodo, mentre nel lungo periodo dovrebbe mantenersi intorno al 2%................


Dal punto di vista tecnico, l’indice S&P500 ha testato negli ultimi giorni l’area dei 2 mila punti dove passa anche la linea che congiunge i minimi degli ultimi due mesi. Il grafico  sembra lanciare un segnale ribassista preoccupante, visto che si sta configurando un testa spalle sul time frame giornaliero. È ancora presto per dirlo. Occorrerebbe una rottura della neck line e un successivo test alla stessa, questa volta come resistenza per completare la figura. In tal caso, la discesa potrebbe essere importante e vedrebbe come primo target area 1.870 punti (ovvero la distanza tra la testa e la neck line riportata al di sotto del punto di break out). Il livello successivo rimane a collocato a 1.820 punti, bottom di ottobre scorso. Questo supporto rimane strategico, dato che un suo cedimento potrebbe aprire a una pericolosa inversione di tendenza di questo rally che dura dal 2009".( Vincenzo Longo su http://news.itforum.it)


Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  La curva dei rendimenti USA non è invertita. Nel caso in cui i tassi di interesse a breve termine sono più elevati rispetto ai tassi a lungo termine, fa presagire male per l'economia (intesa come azioni e obbligazioni).Uno dei modelli più potenti per predire la recessione  nel'anno successivo è lo scarto della  curva dei rendimenti tra il T-Note a 10 anni e il T-bond  a 3 mesi.  I risultati di uno studio della Federal Reserve (Estrella e Mishkin) per il periodo 1960-1995  ha collegato il valore dello spread in punti percentuali alla probabilità di recessione. Un margine positivo (con valori compresi tra 1,21-0,02)  è collegato con probabilità del 5% al 25%. Una volta che lo scarto gira negativo, le probabilità vanno dal 30% ad una lettura di -0,17, al 70% a -1,46, 80% a -1,85 e il 90% a -2,40. Ora siamo a 1,66 con il T_note lanciato verso 1,50.
  •  IL LEI del conference Board , ancora  aumento dello 0,5 a dicembre (dodicesimo  aumento consecutivo) da indicazioni per una buona espansione del PIL USA intorno al 3% anche nel  2015  .
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito per dicembre i dati non sono ancora usciti . Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso.

Vediamo alcuni  Trading System cosa ci dicono :

  •  Da questa settimana ci spostiamo sul grafico weekly(Futures)  per ridurre il rumore di fondo dei mercati, e vediamo  sulle principali borse mondiali  una situazione   sempre  rialzista  con  le commodities in profondo rosso ( crude oil e rame e nat gas  ) mentre  il T_note   e il bund sono   nettamente Long, così come il dollar index [grafico in allegato].

 

  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile  ancora  LONG per febbraio 2015, S&P_500 ha chiuso gennaio   con una perdita   del   3,10%. Tutte  e tre  le medie mobili mensili danno Long sullo SP500  e tre dei cinque ETF  del  Portafoglio IVY   segnalano "investito" con l'eccezione dell'etf sulle commodities e sull'azionario globale .

Vediamo  ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato  cosa suggeriscono :

  • l’andamento dell’Up-Down Volume al NYSE a 22,33 in termini di media a 250 giorni conferma  il LONG ($NYUD), il dato differenziale risulta positivo  dalla fine  di luglio 2012. Da allora, non è mai tornato sotto la linea dello zero,"ossia se i compratori prevalgono sui venditori, il mercato sale, punto.  Finchè vi è prevalenza di Up Volume, non ci sarà motivo di temere_Gaetano Evangelista".

 

  • $OEXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P100  che sono sopra alla  loro MM  a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti  e dei punti di uscita per il mercato azionario, ora indica 56,00 in netta discesa ma al di sopra dei 50. Sopra il 52%  siamo in fase long del mercato ,  sotto il 47% si apre una fase short , tra il 47 il 52   siamo in una zona di incertezza.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

neveleggiadra0gianni3410prefazione09whiskynsodachildchildcassetta2Miele.Speziato0Desert.69marabertowsuarez65vita.perezfrankostopRobertGordontempestadamore_1967marinovincenzo1958
 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963