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Vale e Fernando, due ragazzi ad alta velocità

Post n°43 pubblicato il 01 Ottobre 2005 da ale.nasi
Foto di ale.nasi

Domenica 25 settembre 2005 la velocità ha eletto i suoi trionfatori.
Sulle due ruote per la quarta volta su quattro campionati di MotoGp (nel 2001 era ancora Classe 500) ha dominato il numero 46 di Valentino Rossi.
Sulle quattro ruote invece è stato il talento precoce e senza fronzoli dello spagnolo Fernando Alonso a strappare lo scettro al pluricampione Michael Schumacher.

Valentino due anni fa, per dimostrare prima a se stesso e poi a tutti di essere semplicemente il migliore, cambiò scuderia e passò dalla vincente Honda all’inaffidabile e incontrollabile Yamaha.
Due anni dopo si ritrova con due titoli mondiali, una Yamaha che dietro di sé lascia il vuoto e ci regala un torneo dove non s’intravede nessun possibile pretendente al trono.
Fernando due anni fa era alla prima stagione come pilota ufficiale in casa Renault; l’anno prima ne era soltanto il collaudatore.
Sulle spalle il ragazzo nato ad Oviedo ha un’adolescenza sulle quattro ruote in miniatura dei Kart, disciplina di cui è stato sei volte consecutive Campione di Spagna.
Il team francese, con alla guida Flavio Briatore, ha scommesso sul talento del giovane spagnolo e quest’anno è stato ripagato con una affermazione netta e costante nell’arco dell’intero torneo: sei primi posti che rientrano nelle 13 volte che è salito sul podio, su 17 Gran Premi finora disputati.

Valentino e Fernando sono due campioni simili solo per la loro precocità, ma due piloti molto diversi per stile di guida e scelte tattiche.
Valentino ama il rischio, cerca sempre la vittoria, il sorpasso all’ultima curva o la derapata in fondo al rettilineo ma soprattutto non si risparmia mai, spinge sempre e rischia sempre per ottenere una vittoria anche se i numeri e la classifica lo premierebbero già.
Fernando, forse tradendo un po’ il suo sangue spagnolo, è più freddo, certamente veloce ma sempre preciso, costante, durissimo da superare e capace di gestire la corsa come pochi, avendo maturato una capacità innata di sbagliare pochissimo, praticamente mai. Lo spagnolo è un calcolatore, gestisce la corsa senza esagerare, senza prendere troppi rischi inutili.
Esattamente l’opposto di Valentino.

Due ragazzi, due campioni che qualcuno vorrebbe vedere sulle stesse piste ma a cui il Dottor Rossi domenica ha risposto così: <<Almeno per oggi non mi chiedete di quella là, com’è che si chiama, la Formula 1? Non so cosa sia>>.

 
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