Creato da: marcello.laforgia il 19/06/2012
giornale locale

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

anteaspaolofabios5474francesco.addatigian970magik841studiofgfpatrizia.tavolazziavv.fpinamonti2007stradisgino321ingvincenzomasiospeschocoeli88phylosophy
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Ultimi commenti

 

 

Alga tossica, nessuna emergenza per l’ARPA Puglia: e i disturbi ai bagnanti?

Post n°54 pubblicato il 18 Agosto 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/alga-tossica-a-molfetta-nessuna-emergenza-per-l-arpa-e-i-disturbi-ai-bagnanti_26667.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=2060c889149687e2

 

Alga tossica, Molfetta sarebbe un’isola (semi)felice. L’ARPA Puglia ha pubblicato i dati sulla presenza della Ostreopsis Ovata a Molfetta nella prima quindicina di agosto 2012: secondo le analisi (la Prima Cala è stazione di campionamento), sarebbe di modesta entità la densità dell’alga nelle acque di fondo (11,880 cellule/litro), quasi inesistente nei campionamenti di colonna.
Stessa simile sorte sarebbe toccata a san Domino a Foggia, con una presenza abbondante nelle acque di fondo. Bollino rosso solo per il porto Badisco allo scalo di Enea a Lecce. Sembra che per questa estate la Puglia sia stata risparmiata, anche se i sintomi avvertiti dai bagnanti sembrano descrivere una situazione differente. Insomma, nessuna particolare emergenza rispetto al 2011 quando nel mese di agosto la quantità di alga tossica aveva raggiunto anche a Molfetta livelli preoccupanti.
Proprio Quindici lo scorso 14 luglio aveva segnalato a Molfetta l’aumento dei tipici sintomi da contatto con l’Ostreopsis Ovata: disfagea (difficoltà nel deglutire), starnuti, nausea, vomito e dolori addominali, occhi rossi, tosse e malessere generalizzato. La problematica è stata avvertita da Bisceglie fino al Salento, rendendo poco fruibili i tratti più belli della costa pugliese.
Infatti, le elevate temperature di fine luglio hanno favorito la proliferazione dell’alga e il maltempo dell’ultima settimana (vento e mare agitato) ha sicuramente peggiorato la situazione, facilitando l’inalazione delle tossine o dei frammenti di alghe. Unica eccezione il Gargano (esclusa la località san Domino), ancora incontaminato dall’alga.
Resta da spiegare ancora la divergenza tra i dati della Procura di Trani, raccolti durante le indagini condotte per identificare le cause dei disturbi ai bagnanti, e quelli dell’ARPA, secondo cui il tratto di costa Trani-Molfetta sarebbe pulito e balneabile. Di sicuro, è necessario verificare e unificare le metodiche di prelievo dei campioni di acqua: il campione non solo deve mantenere inalterate le proprie caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, ma le apparecchiature tra un campionamento e l’altro devono essere accuratamente pulite e decontaminate.
Tra l’altro, i vari centri di campionamento consigliano di prelevare quantità di campione in eccesso e di distribuirlo in più contenitori, per avere anche la possibilità di compiere altri accertamenti se necessario. Allo stesso tempo, durante il prelievo e l’apertura delle bottiglie sarebbe opportuna una certa cautela per non perdere la frazione più pesante del particolato in sospensione: se la parte solida sospesa non è distribuita uniformemente nella colonna d’acqua, il campione raccolto dovrebbe riferirsi allo strato di colonna interessato dal campionamento e non a tutta la massa d’acqua.
Del resto, anche la corretta misura della profondità del punto di campionamento rappresenta una variabile di campo significativa per le successive interpretazioni della validità del campionamento (dato assente nella tabella redatta dall’ARPA).
È anche vero che l’inquinamento marino ha accresciuto in questi anni le criticità ambientali del mare locale. La stessa Procura di Trani ritiene che probabilmente una serie di disturbi accusati dai bagnanti siano riconducibili all’inquinamento marino. Non è più un mistero che lo scarico dei liquami non trattati a Torre Calderina e il disperdersi di agenti chimici dai numerosi residui bellici disseminati sui fondali vicino Molfetta abbiano non solo depauperato il patrimonio naturalismo marino, ma soprattutto infestato le acque.
Si attendono i dati della seconda quindicina di agosto, che dovrebbero ricalcare quelli già pubblicati.

© Riproduzione riservata

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Matrimoni e divorzi politici tra Ridge Forrester e Brooke Logan

Post n°53 pubblicato il 10 Agosto 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/azzolliniminuto-la-storia-infinita-ricomincia-dopo-l-ultimo-divorzio-un-nuovo-matrimonio-politico-a-molfetta-_26634.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=f19899b7913eae

 

Come anticipato da Quindici sabato scorso, il sindaco senatore Antonio Azzollini ha (re)imbarcato nella sua “nave concordia” (la giunta municipale che sta affondando) la consigliera Carmela Minuto come assessore al Marketing Territoriale, ruolo ricoperto dall’ex Giacomo Spadavecchia, dimessosi nel luglio 2011.
Non è la prima volta che la Minuto traghetta da uno schieramento all’altro, per dirigersi comunque sempre verso Azzollini. E la storia infinita tra matrimoni e divorzi politici tra Ridge Forrester e Brooke Logan riprende a scorrere con una nuova serie di episodi. Nel 2001 era stata eletta consigliere comunale nella lista dei Cristiani Democratici Uniti (che appoggiavano Tommaso Minervini), mentre Luigi Panunzio, all’epoca consorte, fu nominato assessore comunale all’Ambiente. Nel 2006, dopo le elezioni comunali vinte da Azzollini, ebbe le deleghe alle Municipalizzate e al Patrimonio comunale, oltre alla nomina di vicesindaco.
Ma una terribile bufera si scatenò dopo qualche mese dall’insediamento della prima giunta Azzollini nel 2006, quando il sindaco ritirò improvvisamente le due deleghe alla Minuto, allora massimo rappresentante istituzionale locale dell’Udc, nonché membro del direttivo nazionale. Pomo della discordia la partecipazione della Minuto alla riunione della Commissione Provinciale di Pubblico Spettacolo che doveva ratificare l’apertura del Cinestar all’interno del Fashion District.
Azzollini, abituato a decidere per sé e per tutti sempre e comunque da solo, non accettò la partecipazione del suo assessore alla riunione convocata dalla Commissione (composta da rappresentanti della Prefettura, della Questura, dei Vigili del Fuoco, della Asl e del Comune) per esprimere una valutazione tecnica sulla agibilità della struttura e consentirne l’apertura. Nonostante il veto di Azzollini, la Minuto era stata sollecitata a partecipare alla riunione della stessa Commissione, considerata l’assenza di rappresentanti del Comune.
Il dominus legibus solutos reagì in linea con il personaggio che non ammette deroga alcuna, anche alle sue ben note esplosioni verbali. La storia tra i due è infinita, ma un altro è l’episodio paradossale. In una lettera del 27 dicembre 2007 la Minuto scrive ad Azzollini per farsi (ri)revocare le deleghe che le erano poi state riconsegnate.
«Ill.mo Sig. Sindaco, all’indomani delle elezioni comunali del 2006, ho accettato con entusiasmo da Lei la innovativa delega alle aziende partecipate oltre a quella sul patrimonio dell’Ente e mi auguravo di poter creare un proficuo rapporto collaborativo tra il Comune Proprietario e gli organi delle varie aziende […] - scriveva la Minuto -. Tutto questo non si è potuto realizzare perché mi è stato impedito di poter esercitare il mio ruolo per i seguenti motivi: l’azienda speciale ASM ed i suoi organi tecnici e politici si sono chiusi in un atteggiamento omertoso e, in alcune occasioni, di palese ostilità […]; la Molfetta Mobilità e Trasporti che condivide gli organi tecnici con l’ASM ha mantenuto atteggiamenti meno gravi, ma similari; la Molfetta Multiservizi, alla luce delle difficoltà dei rapporti con il socio minoritario, non ha mai interloquito con la sottoscritta; le partecipazioni minoritarie nelle ATO e nei consorzi ASI e Conca Barese sono state seguite da altri assessori e sporadicamente dalla sottoscritta che si è spesso trovata nell’imbarazzante situazione di non conoscere quanto fatto e/o detto in precedenza».
«Quanto sopra non mi ha scoraggiato ma alcune decisioni prese a mia insaputa in seno all’azienda speciale ASM che non posso assolutamente condividere mi hanno spinta a fare questo passo - concludeva la Minuto nella lettera -. Pertanto, Ill.mo Sig. Sindaco, La prego di modificare la mia delega sollevandomi dall’incarico di seguire le azienda partecipate in considerazione del fatto che non ho alcuna possibilità di incidere in alcun modo sugli aspetti politici delle stesse aziende».
Oggi, dopo un travaglio durato circa 4 anni, si sta per scrivere un nuovo capitolo di questo affaire politico con la nomina ad assessore senza delega. Non si sa bene se la Minuto resterà in carica solo qualche mese, se Azzollini si dimetterà ad ottobre per eliminare l’incompatibilità sindaco-senatore e ricandidarsi al Senato, come previsto dalla legge.
Anzi, non si esclude che Azzollini possa tirar fuori dal cilindro l’ultima astrusa interpretazione della legge. Infatti, secondo indiscrezioni, forzando il sistema, Azzollini potrebbe dimettersi appena 40 giorni prima delle elezioni per non far decadere in automatico la sua amministrazione, guidata dal suo vicesindaco, magari lo stesso che designerà a capeggiare la coalizione. Forse Carmela Minuto? O Nicola Camporeale, attuale presidente del Consiglio comunale? O qualcun altro?
Questo infernale escamotage, qualora fosse possibile, creerebbe un circuito chiuso durante la campagna elettorale con un vicesindaco alle sue strette dipendenze (ogni eventuale problema interpretativo sarebbe poi rinviato alla prossima giunta delle incompatibilità al Senato). Uno scenario da repubblica ex sovietica.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Bilancio comunale, istruzioni per vendere la fontana di Trevi

Post n°52 pubblicato il 04 Agosto 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/bilancio-di-previsione-2012-a-maggioranza-a-molfetta-venduta-la-fontana-di-trevi_26615.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=29408869c6a0c463

 

Un bilancio di previsione sostanzialmente falso. Una sentenza senza appello quella dell’opposizione in Consiglio comunale per il bilancio di previsione 2012 e per quello pluriennale 2012-2014. Motivata e senza una replica adeguata da parte dell’amministrazione comunale (assente il sindaco Antonio Azzollini, bloccato a Roma dai suoi impegni parlamentari).
Persino il capogruppo di maggioranza, Angelo Marzano (Pdl), ha preferito chiudersi in un singolare silenzio, senza esprimere nessuna dichiarazione di voto per il rendiconto 2011 e per il bilancio di previsione. Senza nemmeno contestare l’intervento finale del consigliere Pino Amato (Udc) sull’implosione della maggioranza (i 17 voti favorevoli sono l’evidenza di questo dato politico).

ATTI APPROVATI A MAGGIORANZA
In primis, il Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili comunali, presentato dall’assessore al Patrimonio, Mauro Magarelli (eliminati gli immobili di Edilizia Residenziale Pubblica già alienati). Una mera «svendita» del patrimonio comunale, il commento del consigliere Gianni Porta (Prc).
Infatti, le destinazioni delle entrate delle alienazioni immobiliari (quasi 2,4milioni di euro) potrebbero essere altre rispetto a quanto previsto dalla legge, come ha evidenziato il consigliere Giovanni Abbattista (Pd), se nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche manca qualsiasi progettualità di riferimento (manutenzione degli immobili comunali, opere di urbanizzazione, costruzione di nuovi alloggi Erp, ecc.).
Successivi la verifica di qualità e quantità delle aree e fabbricati da destinare alla residenza e alle attività produttive e terziarie e delle aree comprese nel PIP, la determinazione del prezzo di cessione delle aree e dei fabbricati per il 2012, infine il Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2012-2014 e dell'Elenco annuale 2012.
 
LO SCOSTAMENTO DI 15MILIONI DI EURO
Tra l’altro, sono state modificate in aula alcune schede del Piano delle Opere Pubbliche per un «errore di battitura» (cambio di annualità di alcuni progetti). Inoltre, grazie all’intervento del consigliere Nicola Piergiovanni (Sel) è stata apportata una importante modifica agli elenchi 2012 e 2013, con un emendamento dell’assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo: gli uffici comunali avevano erroneamente collocato al 2012 il completamento da 15milioni di euro del nuovo porto, nonostante l’indicazione della dirigenza, perché ancora assente un progetto preliminare dopo lo stralcio del progetto esecutivo lo scorso marzo 2011.
Una modifica necessaria per evitare di inficiare piano e bilancio di previsione. Uno scostamento, però, strategico da un punto di vista contabile: quei 15milioni peseranno come macigni sui bilanci della prossima amministrazione, che dovrà sanare questo lacerante e discutibile residuo politico della megalomania azzolliniana.
 
BILANCIO, NO DELL’OPPOSIZIONE
Controllo finanziario dell’ente e progettualità tecnico-finanziarie (più o meno fattibili), questo il bilancio di previsione 2012 illustrato dall’assessore al Bilancio, Giulio la Grasta: dal Piano Sociale di Zona ai 12,7milioni di euro di IMU (attenzione all’IMU pazza e agli errori contabili), dai 7milioni di euro di Tarsu previsti (con un recupero dell’evasione a 340mila euro) alle varie opere pubbliche (Piano Strade, Pirp, compostaggio, edifici scolastici, impianto di atletica leggera, urbanizzazioni nei comparti 1-9, ecc.).
Negativo il giudizio dell’opposizione. Oltre alle insufficienze evidenziate da Amato (inadeguatezza dei mezzi e delle strutture per i servizi sociali, allegra gestione delle strutture sportive, parcheggi interrati cartacei e mai realizzabili e scomparsa di 800mila euro a questi destinati nel 2004), Piergiovanni non solo ha sbozzato la “lapide” per le ultime settimane dell’amministrazione Azzollini, ma ha ribadito, come in altre occasione, tutti i suoi ammanchi amministrativi.
Ad esempio, la stagnazione del maxicomparto (che doveva essere chiuso a fine giugno) e le concessioni pubblicitarie regalate, i costi elevati del contratto di servizio con la Cooperativa Gea e il degrado urbano del centro antico, l’emergenza loculi al cimitero, la riappropriazione dei campetti di viale Gramsci e il completamento dei lavori alla Cittadella degli Artisti e alla Casina Cappelluti.
In particolare, Piergiovanni ha denunciato la scomparsa della graduatoria delle cooperative edilizie in qualche cassetto del sindaco Azzollini, nonostante sia pronta da settembre (probabile materia pidiellina della prossima campagna elettorale). Ripresa anche la battaglia contro gli affidamenti diretti e per urgenza per molti lavori pubblici: opportune le gare pubbliche (come quella per la mensa scolastica), ma «per ovviare alla legge, si scorporano i lavori dichiarati urgenti, senza che l’urgenza esista, e si affidano a ditte di fiducia, aggravando però le casse comunali».
 
ABBATTISTA, LE CRITICITA’
Oneri di costruzione e alienazioni immobiliari per pareggiare il bilancio: studiata operazione di marketing che, però, rivela tutto il suo deficit strutturale. Abbattista ha rigirato un affilato coltello tra le pieghe contabili comunali, perché i contributi dei permessi di costruire sarebbero «a sentimento»: se in 7 mesi sono stati incassati solo 150mila euro, come si potrà in 5 mesi incassare i restanti 2,5milioni di euro? In pratica, si tratterebbe di poste gonfiate ad hoc per sanare la spesa corrente.
Non solo, ma le alienazioni farebbero riferimento a volumetrie di comparti privi di convenzioni e di piani, che non sarà possibile scrivere in appena 5 mesi. L’ennesimo pasticcio contabile azzolliniano.
 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 04 Agosto 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/consiglio-comunale-a-molfetta-aliquote-imu-passano-a-maggioranza-tassazione-poco-equa-_26598.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=21508a419f44add8

 

Fissate aliquote e detrazioni IMU per il 2012 dal Consiglio comunale con soli voti di maggioranza. Aliquota ridotta al 5‰ e relativa detrazione d’imposta per l’abitazione principale e sue pertinenze, che non si dovrebbe scostare dall’Ici versata nel 2007, secondo quanto dichiarato nella relazione introduttiva dall’assessore al Bilancio, Giulio la Grasta. Aliquota agevolata al 6‰ per gli immobili contigui all’abitazione principale, purché adibiti ad abitazione principale (anche se distintamente accatastati). Infine, aliquota base pari all’8,80‰ per le restanti unità immobiliari, compresi i terreni agricoli e le aree fabbricabili.
«Ponderatezza» e «oculata determinazione», i principi con cui l’amministrazione Azzollini, come spiegato dall’assessore la Grasta, avrebbe determinato e applicato i criteri per la rideterminazione delle aliquote IMU, «salvaguardando le classi più deboli e soprattutto non a discapito delle famiglie che hanno raggiunto l’obiettivo della prima casa».
È stata, comunque, fissata dal Governo la possibilità di detrarre dall’imposta fino a 200 euro, maggiorata di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore ai 26 anni, purché dimori abitualmente e risieda anagraficamente nell’immobile (fino a 400 euro).
Allo stesso modo, secondo alcuni “consigli” statali, il Comune avrebbe potuto diminuire l’aliquota per gli immobili allocati, non produttivi di reddito fondiario e posseduti dai soggetti passivi IRES, deliberare nei confronti delle onlus o delle istituzioni riordinate in aziende pubbliche di servizi alla persona (o in persone giuridiche di diritto privato) la riduzione o l’esenzione dall’IMU. Oppure, specificare che non si procede all’accertamento e alla riscossione dell’imposta qualora l’ammontare dovuto comprensivo di sanzioni amministrative e interessi non superi per ciascun credito l’importo di 30 euro, con riferimento ad ogni periodo d’imposta (anno solare). Infine, introdurre agevolazioni (o la totale esenzione) per esercizi commerciali e artigianali in zone precluse al traffico a causa dello svolgimento di lavori per realizzazione di opere pubbliche che si protraggono per oltre sei mesi.
«Nessuna tutela per la famiglia» e «equiparazione tra il proprietario di una villa e quello di due camere e cucina»: nell’intervento del consigliere Mauro di Robertis (Sel) la posizione politica dell’opposizione. «Il Comune ha tassato tutti indistintamente, ma molte famiglie non avranno la capacità di pagare la nuova tassazione secondo le aliquote proposte dall’amministrazione»: tra l’altro, secondo de Robertis, «anche nel far cassa è opportuna una posizione di equilibrio». Infatti, lo stesso assessore la Grasta ha dichiarato che la parte dell’imposta destinata al Comune servirà a rimpinguare le casse comunali dopo i dolorosi tagli statali (circa 8milioni di euro).
«L’amministrazione non ha voluto cimentarsi in un lavoro più certosino per rendere più equa la tassazione», il commento finale di de Robertis, che ha perciò introdotto gli emendamenti dei consiglieri di opposizione Gianni Porta (Prc) e Saverio Patimo (Pd). Porta ha proposto la riduzione dell’aliquota per la casa principale al 4‰ (aliquota base), innalzando quella sulla seconda abitazione al 10,60‰ (massimo imponibile), mentre Patimo ha richiesto l’applicazione dell’aliquota agevolata al 5‰ per gli appartamenti contigui (stessa abitazione con duplice accatastamento) e dell’aliquota massima del 10,60‰ per gli istituti bancari.
Emendamenti rigettati in toto prima dall’assessore la Grasta a nome dell’amministrazione comunale, dopo una rapida consultazione tra il dirigente del Settore Tributi, Giuseppe Lopopolo, e il sindaco Antonio Azzollini, poco prima della sua partenza per Roma. Poi dalla maggioranza, eccetto il solo consigliere di maggioranza Mauro Squeo, che ha votato favorevolmente l’emendamento di Patimo (Squeo, responsabile di un Caf, ben conosce la problematica delle abitazioni contigue).
In realtà, per non votare e salvare la faccia di fronte al dominus Azzollini, Squeo, in preda alla disperazione, aveva cercato di sgattaiolare a gattoni dall’aula consiliare prima della votazione. Ma, fermato proprio dal sindaco (che come un centurione romano presidiava l’uscita dell’aula) e costretto a restare in assise, ha votato coscienziosamente a favore dell’emendamento di Patimo, creando un’empasse nella maggioranza che non si aspettava una presa di posizione così netta.
Inoltre, al momento della votazione, è mancato anche il voto del consigliere di maggioranza Pietro Mastropasqua che, pur essendo in aula, è sfuggito all’occhio vigile del presidente del Consiglio, Nicola Camporeale, perché fermatosi a parlare con uno dei segretari incaricati di redarre i verbali del consigli in fondo al’aula.
Approvate a maggioranza aliquote e detrazioni IMU, il capogruppo di maggioranza, Angelo Marzano, ha chiesto la sospensione della seduta per una riunione straordinaria di maggioranza dopo il comportamento anomalo di Squeo. Partito Azzollini per Roma, la maggioranza è finita improvvisamente sotto quota (ma era già nell’aria) e il consiglio è stato sospeso e rinviato in seconda convocazione a questa mattina.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Orcio comunale fratturato, gestione finanziaria a sentimento: atto di fede "buddista"

Post n°50 pubblicato il 01 Agosto 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/consiglio-comunale-maggioranza-sotto-quota-approva-il-rendiconto-2011-incertezze-sulla-spesa-del-personale-_26594.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=9e18a2128812c0b

 

L’ultima chiamata alle armi della maggioranza, considerata la relativa assiduità con cui sono stati convocati i Consigli comunali. L’ultimo rendiconto di bilancio redatto dall’amministrazione Azzollini. Questa volta discusso con una bizzarra impellenza temporale da olimpiade, non del tutto giustificata per gli impegni parlamentari del sindaco senatore Antonio Azzollini, presidente della V Commissione Bilancio in Senato (le conseguenze del doppio incarico).
Iniziale clima surreale da artefatta pax romana, con quasi tutta la giunta Azzollini schierata, poi lentamente disfattasi mano a mano che la discussione sul rendiconto avanzava. Una fuga silenziosa, fino alla sospensione del consiglio. Oltre al dimissionario Pietro Uva, al Consiglio comunale di ieri mattina erano assenti Mauro Spaccavento (vicino politicamente a Uva), Raffaele Laghezza (fuoriuscito Pdl e entrato nel movimento «Emiliano per la Puglia»), Giovanni de Gennaro, Vito de Ceglia e Raffaele Sgherza.
18 i voti favorevoli al rendiconto 2011, tutti di sola maggioranza allargata a tre consiglieri ex opposizione (Adele Claudio, Carmela Minuto e Pino de Candia). Una compagine che nei fatti si è rivelata ormai inesistente.

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
«Molfetta è un ente locale virtuoso», l’esordio dell’assessore al Bilancio, Giulio la Grasta, che nella relazione al rendiconto ha riportato alcuni dei dati più rilevanti della gestione 2011. Oltre all’highlander avanzo di amministrazione (372mila euro), nell’andamento finanziario del 2011 33milioni di euro sono state le entrate tributarie (riscosso l’86%), 10milioni i trasferimenti correnti (contributi statali), mentre la spesa corrente (funzionamento dei pubblici servizi) ammonta a 42milioni di euro e il conto capitale (investimenti a fini produttivistici) a 53milioni di euro.
Insomma, una «tranquilla gestione dell’ente», per la Grasta, nonostante i buchi di bilancio provocati dal taglio dei trasferimenti statali, il cappio delle aliquote IMU fissate dal Comune di Molfetta (a breve la trattazione approfondita di Quindici) e una serie di sospetti sull’effettiva solidità contabile delle casse comunali. Senza dimenticare le falle, rimaste insolute, che il consigliere di opposizione Mino Salvemini (Pd), assente alla seduta di ieri perché in ferie, aveva evidenziato nel consiglio sull’assestamento di bilancio nel novembre 2011.
 
RENDICONTO, UN ATTO DI FEDE
Come aveva pronosticato Salvemini, anche il rendiconto 2011 è stato macchiato da un disavanzo di amministrazione di quasi -263mila euro. «Un dato negativo derivato dallo sbilanciamento tra entrate e uscite - ha spiegato il consigliere di opposizione Giovanni Abbattista (Pd), poi affiancato dal consigliere Mauro de Robertis (Sel) -, che non palesa una gestione virtuosa dei residui attivi (entrate accertate ma non ancora riscosse e riscosse ma non ancora versate, ndr) e passivi (spese giàimpegnate e non ancora ordinate o ordinate e non ancora pagate, ndr)».
«Una gestione dei residui a sentimento», l’esegesi di Abbattista, che ha lamentato l’assenza di una comparazione contabile (il rendiconto 2011 è l’ennesimo «atto di fede») e di un attento monitoraggio degli accertamenti di competenza per il 2011.
Tra l’altro, Abbattista ha ribadito anche le perdite sistemiche per i bilanci di Asm e MTM, quest’ultima abbandonata a se stessa perché «manca l’attenzione dell’amministrazione alla mobilità urbana, che negli ultimi mesi ha palesato non pochi problemi, segnalati dai cittadini, come i mezzi inadatti e i percorsi limitati».
Tra le altre anomalie contabili evidenziate d Abbattista, la riduzione dei servizi al cittadino, soprattutto quelli sociali, nonostante i programmi del Piano di Zona dipingano una situazione eccellente (i due report di monitoraggio, che dovrebbero essere presentati ufficialmente a settembre, come riferito a Quindici dall’assessorato alla Socialità, riporterebbero numerose criticità logistiche).
Proprio nel settore Socialità, il consigliere di opposizione Pino Amato (Udc) ha rilevato un ritardo inspiegabile nei pagamenti di alcuni essenziali servizi sociali erogati da alcune cooperative alla comunità:
normale conseguenza della ripartizione delle risorse triennali del Piano di Zona, la spiegazione non del tutto convincente del dott. Giuseppe de Bari, dirigente dei settori Economico-Finanziario e Socialità. Anche se, secondo indiscrezioni, il ritardo dei pagamenti avrebbe anche finalità politiche restrittive e costrittive, tutt’altro che commendevoli.
 
AZZOLLINI, LA REPLICA
Insomma, avanzo di amministrazione virtuale per l’opposizione. «Quello del Comune di Molfetta è sempre il miglior bilancio d’Italia, perché prudenziale», la replica del sindaco Azzollini che con la Grasta ha alzato le barricate in difesa del rendiconto. Non esiste il disavanzo, ma il -263mila euro è una conseguenza della contabilizzazione, per Azzollini, perché «nello specchietto di competenza bisogna riportare gli impegni e le spese dell’anno».
Nessuna interpretazione, «è un metodo di contabilizzazione del nostro bilancio consuntivo»: nel quadro riassunto delle spese, il disavanzo è pari a zero, ha spiegato Azzollini, mentre l’avanzo di amministrazione è pari a 882mila (avanzo del rendiconto 2010, ndr). «Siccome i Comuni si muovono per competenza finanziaria, se nella competenza registri la spesa relativa a quell’avanzo, e quindi gli 882mila nelle spese ci sono, non registri l’avanzo di amministrazione, perché è un fatto di cassa - ha puntualizzato il sindaco -. Sostanzialmente, il conto di competenza omette la prima partita, ma se aggiungiamo +882mila la gestione di questo Comune è positiva per circa +620mila euro, che sarebbe l’avanzo di gestione».
Tuttavia, proprio il punto di partenza citato da Azzollini, gli 882mila euro, potrebbe essere un dato aleatorio o, addirittura, artefatto. Infatti, come spiegava a novembre Salvemini, l’avanzo di amministrazione 2010 si basa non solo su alcuni crediti del 2006 che stanno per prescriversi e di cui non è stato ancora dimostrato l’avvenuto avvio delle procedure esecutive (crediti incerti e forse inesigibili, che inficiano l’autenticità e la veridicità del bilancio), ma anche su alcuni residui del passato che, pur privi del titolo, sono mantenuti in bilancio.
 
I CONTI SOSPETTI
Resta ancora da chiarire il peso finanziario del rinnovo dei contratti dei 4 dirigenti comunali (solo il contratto del dott. Giuseppe Lopopolo, dirigente ai Tributi, è a tempo indeterminato) sulle casse del Comune di Molfetta. Infatti, come Quindici aveva già evidenziato, i contratti comunali a tempo determinato devono essere in quantità inferiore al 40% della spesa del personale andato in pensione l’anno precedente (in questo caso nel 2011).
Nell’intervento per fatto grave all’inizio della seduta, Abbattista ha sottolineato la possibile violazione dell’art. 9 del Decreto Legge n.78/10, secondo cui le amministrazioni locali «possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009» (comma 28). Nessuna risposta dalla giunta o dal sindaco Azzollini. Domanda riproposta nella fase dei chiarimenti sul rendiconto: quasi costretto dal dott. de Bari, il dott. Michele Mezzina, presidente dell’organo dei Revisori dei Conti, dopo una lunga a anomala consultazione con lo stesso dirigente, ha dichiarato che «sono state eseguite le verifiche sulle spese del personale».
Risposta laconica e arrabattata, senza specificità alcuna (nessun richiamo alle quantità disaggregate), dettata da un’ansia mal celata, che non avrebbe avuto motivo di manifestarsi se i conti del Comune fossero stati realmente in ordine e se l’organo avesse eseguito i dovuti controlli sul rispetto dei limiti percentuali imposti dalla legge per i contratti comunali a tempo determinato.
Perciò, qualche legittimo sospetto potrebbe nascere non solo sui conti e sulle operazioni di accertamento, ma anche sulle dichiarazioni rilasciate al consiglio dal presidente dell’organo dei revisori. Abbattista ha chiesto che i revisori inviino una relazione dettagliata alla Corte dei Conti ( e ai capigruppo consiliari) proprio sulla spesa del personale comunale per accertare eventuali violazioni di legge o sprechi di risorse pubbliche.
 
Domani mattina (ore 8, aula consiliare di Palazzo Giovene) riprenderà il Consiglio comunale con la trattazione del Bilancio di previsione per I'anno finanziario 2012, del Bilancio Pluriennale 2012-1014 e degli atti amministrativi connessi.
 
© Riproduzione riservata
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Opposizione, scacco al reuccio: maggioranza sotto quota

Post n°49 pubblicato il 01 Agosto 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/opposizione-scacco-al-reuccio-azzollini-maggioranza-senza-numero-legale-consiglio-rinviato_26588.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=9f08821c5050f02

 

Maggioranza in minoranza. Ora è un dato di fatto: e un fatto politico. Approvato il rendiconto di gestione 2011, il regolamento comunale dell’IMU e le aliquote e detrazioni relative per il 2012, nel Consiglio comunale di questa mattina la maggioranza ha palesato tutte le sue dissenterie interne: assenza del numero legale e consiglio rinviato a mercoledì 1 agosto (ore 8). Un vero e proprio scacco al re, quello dei consiglieri di opposizione rimasti fuori l’aula consiliare durante l’appello successivo alla sospensione chiesta dalla stessa maggioranza per discutere il voto favorevole del consigliere di maggioranza Mauro Squeo all’emendamento del consigliere Saverio Patimo (Pd) su aliquote e detrazioni IMU (nelle prossime ore un resoconto dettagliato di tutta la seduta). 
15 i consiglieri presenti in aula all’appello (solo di maggioranza). Opposizione tra le fila del pubblico in attesa della conta dei presenti da parte del segretario generale del Comune di Molfetta, Michele Camero, parecchio scuro in volto. Un appello durato quasi 20 minuti e “sospeso” dal presidente del consiglio, Nicola Camporeale, piuttosto indeciso e terrorizzato: proprio come nell’ultimo consiglio, la maggioranza era in minoranza, anzi per tutta la seduta di questa mattina (soprattutto per l’approvazione del rendiconto di gestione 2011) si è retta sulla presenza e sui voti favorevoli di tre dissidenti dell’opposizione, i consiglieri Adele Claudio, Pino de Candia (ex Pd) e Carmela Minuto (ex Udc).
Baruffa in aula. Rientrato temporaneamente tra i banchi del consiglio (non era stato ancora chiamato), il consigliere Nicola Piergiovanni (Sel), come un indomito Perseo, ha invitato il segretario generale e il presidente del Consiglio a procedere con l’appello dei consiglieri come previsto dalla legge e dal regolamento comunale: la lentezza era finalizzata all’atteso rientro dei consiglieri Benito Cimillo (maggioranza) e de Candia che stranamente si erano allontanati durante la sospensione chiesta dalla maggioranza.
Consiglieri di maggioranza con lo sguardo impaurito e spaesato. In silenzio Angelo Marzano, capogruppo di maggioranza, appoggiato al muro in piedi con il consigliere Pietro Mastropasqua, in attesa del verdetto finale. Intanto, qualcuno cercava di inviare alla disperata un sms ai consiglieri Cimillo e de Candia, quasi dispersi, mentre l’appello procedeva a singhiozzi. Insomma, uno scenario spettrale, mai registrato negli ultimi 6 anni di amministrazione Azzollini, ma nell’aria (e forse nelle intenzioni) già da stamattina, nonostante il clima disteso che Azzollini aveva cercato di comporre ad hoc.
Un’opposizione battagliera, quasi ispirata dai consigli di Quindici dopo l’ultimo Consiglio comunale, ha giustamente richiesto la chiusa immediata dell’appello. E la situazione è degenerata quando Camporeale ha dichiarato di dover consultare il regolamento comunale, pur essendo presidente del consiglio. Inutile ancora di salvezza. Alle armi anche il consigliere di maggioranza Pasquale Panunzio.
Chiuso l’appello, si è catapultato in aula un trafelato consigliere de Candia, senza giacca e quasi stupito dell’accaduto, mentre la consigliera Adele Claudio lo assaliva per il presunto errore commesso (non si esclude che il tutto fosse stato ben pianificato nei giorni passati). Solo dopo un quarto d’ora il consigliere Cimillo è arrivato a Palazzo Giovene, anch’egli molto nervoso e quasi indispettito.
Uno solo il dato politico schiacciante, evidenziato già da Quindici nell’ultimo periodo: la maggioranza non esiste più. Unico collante, le parole, le promesse e i ricatti politici del sindaco senatore Antonio Azzollini che per tutta la mattinata ha presidiato come un centurione romano la porta d’uscita dell’aula consigliere, quasi a voler impedire l’abbandono dei lavori da parte di qualche consigliere comunale di maggioranza in fibrillazione. Infatti, appena salpato per Roma (questa mattina al Senato era stato già calendarizzato il provvedimento sulla spending review), la maggioranza ha rotto gli ormeggi e ha manifestato, seppur con un balbettante silenzio, tutte le sue diatribe politiche interne. Non è passato inosservato il silenzio dei consiglieri di maggioranza, in particolare di Marzano, durante la discussione per i punti all’ordine del giorno discussi.
Tra l’altro, le modalità scelte dalla maggioranza per manifestare il dissenso verso Azzollini appare come l’ennesima pagliacciata costruita su misura. Questa volta l’opposizione ha davvero segnato uno scacco al re dopo i vani tentativi degli ultimi 4 anni e mezzo. Si attendono imminenti sviluppi politici.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Come azzoppare gli ospedali: decapitazione dei primari e danni all'utenza

Post n°48 pubblicato il 28 Luglio 2012 da marcello.laforgia
 
Tag: sanità
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/ospedale-di-molfetta-decapitazione-dei-primari-centro-trasfusionale-prossimo-agonizzante_26573.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=20e0d0c036a269cb

 

Sarà una lenta agonia, dopo le decapitazioni apicali ai reparti di dialisi, farmacia, radiologia e ortopedia, al laboratorio di analisi e al centro trasfusionale. Privati del primario, questi settori ospedalieri non avranno più un riferimento interno di coordinamento e programmazione, con gravissime e inevitabili conseguenze sulla loro operatività (chi si assumerà nell’immediato la responsabilità delle scelte mediche e ambulatoriali?).
Saranno drammatici gli effetti della seconda fase del Piano di Rientro ospedaliero della Regione Puglia sul Presidio Ospedaliero “don Tonino Bello” di Molfetta. I tagli cadranno come una mannaia anche su alcuni reparti di eccellenza, tra cui il centro trasfusionale che, operativo da oltre 25 anni, non è solo riconosciuto a livello nazionale per la sua costante e copiosa attività di aferesi (produzione di plasma), ma è anche il centro più importante in tutto il sud Italia.
Eliminata la figura del primario, il centro dovrebbe essere accorpato all’Ospedale san Paolo di Bari, con risultati negativi per la sua organizzazione interna e il coordinamento delle attività. È probabile che, in assenza di una programmazione selettiva e controllata, il centro molfettese subisca ob torto collo una riduzione delle attività, non certo per colpa degli operatori medici. Ingente sarà anche il danno arrecato all’interna collettività.
Ad oggi, sono quasi 15mila le donazioni realizzate ogni hanno a Molfetta, un dato eccezionale che, ad esempio, non ha altri riscontri simili in Puglia. Eppure, nella riorganizzazione della pianta organica, il centro trasfusionale di Molfetta ha avuto lo stesso trattamento di Monopoli e Putignano (2mila e 3mila donazioni annuali): non una posizione campanilistica, ma indirizzare sui 3 centri dalla differente operatività la stessa quantità di dipendenti (15) potrebbe implicare un corto circuito a Molfetta e uno spreco inaccettabile a Monopoli e Putignano.
Alta la tensione tra il personale del centro molfettese per una scelta che appare senza logica. Per di più, questo centro fornisce gratuitamente albumina all’Asl: l’accorpamento con il san Paolo, la riduzione delle attività ambulatoriali e l’eventuale chiusura obbligherebbe il Sistema sanitario pugliese ad acquistare albumina da altri centri. Quale sarebbe, dunque, il risparmio economico per le casse regionali? Si declassa e (eventualmente) si chiude un centro di eccellenza operativa, per poi spendere risorse finanziarie (forse anche maggiori di quelle accantonate con la chiusura) per acquistare un prodotto medico fornito dello stesso ed anche gratuitamente. Un controsenso all’italiana.
Per altro, è ingiustificato il silenzio del CRAT (Coordinamento Regionale della Attività Trasfusionali) sulle decisioni assunte dalla dirigenza sanitaria pugliese. Già, nel 2005 il centro trasfusionale di Molfetta rischiava di subire una cruenta riduzione delle attività (fino alla chiusura), ma grazie all’intervento dell’assessorato alla Sanità della Regione Puglia non solo si mantenne operativo, ma si organizzò la sua pianta operativa complessa (Legge Regionale n.24/06). Questa volta nessun argine potrà fermare l’assalto dei tagli e della spending review sanitaria su Molfetta, che nelle forme assunte (o da assumere) sembrano avere anche un indirizzo politico.
Inoltre, si stanno già affacciando molti dubbi sull’effettiva efficienza operativa del centro ospedaliero Molfetta-Corato-Terlizzi, soprattutto per quei reparti che accorpati ad altri ospedali (soprattutto baresi) saranno comunque investiti da problemi di organizzazione, coordinamento e controllo. Forse sarebbe opportuno ripensare l’organizzazione della pianta organica per il centro trasfusionale di Molfetta. Il rischio concreto e immediato è privare l’utenza di un servizio efficiente e indispensabile per la salute del cittadino.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

«Liberiamo il Duomo dalle auto», cittadinanza attiva contro il degrado urbano del Duomo

Post n°47 pubblicato il 28 Luglio 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/%c2%abliberiamo-il-duomo-dalle-auto%c2%bb-cittadinanza-attiva-contro-il-degrado-urbano-del-duomo_26562.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=8f1d2c079b7302a

 

Liberiamo il Duomo dalle auto. La cittadinanza attiva di Molfetta si mobilita e crea sul facebook un gruppo aperto di protesta, «Liberiamo il Duomo dalle auto» (nato lo scorso 13 luglio quasi 700 iscritti), che riprende le tante denunce di Quindici contro l’affondamento del monumento romanico locale tra una immensa sterpaglia di ferraglia verniciata. Tanto più da ora in poi perché una determina del Settore Sicurezza ha revocato il divieto di sosta lungo il perimetro di Palazzo Dogana per consentire l’attracco di altre autovetture.
Una scelta non del tutto ideale, come già Quindici aveva spiegato giovedì scorso. Infatti, potrebbe incentivare le brutture di una zona deturpata e ingolfata dalle auto, nonostante sia stata (ora non lo è più) uno degli scorci più belli di Molfetta. Per di più, le polveri sottili, oltre ad annerire i monumenti della zona, insidiano la salute dei cittadini perché questa soluzione pare proprio incentivare il caotico traffico di Corso Dante. Insomma, nessuno può più ammirare il Duomo, dominato da un ingente ammasso di ferraglia verniciata, mentre Palazzo Dogana è un inutile rudere storico locale (come molte altri luoghi e strutture storiche molfettesi, come le torri), i cui lavori di riqualificazione, annunciati in pompa magna dall’amministrazione Azzollini nell’ottobre 2010, sembrano essere l’ennesima utopia azzolliniana.
«Il Duomo soffoca tramutato in parcheggio. Uno spettacolo indecente. Eppure, ci pareva essere considerato, da sempre, come uno dei gioielli della città, se non addirittura il simbolo di Molfetta, fonte di ispirazione per artisti locali e non, spoggetto prediletto di novelli o esperti fotografi che, ormai, devono ricorrere alla tecnologie più sofisticate per cancellare il parco ,macchine che circonda la chiesa. Ancora la si ricorda bianca e luminosa subito dopo il recente restauro, tuttora lucente quando è illuminata dal sole nelle domeniche mattina, ma se posi si abbassa lo sguardo il tappeto scuro ai suoi piedi ne distrugge ogni bellezza - si legge sul gruppo face book, che riprende un articolo di Quindici del luglio 2007 -. Per non parlare dell’esasperazione di arredo urbano: panchine, fioriere, alberelli che affollano un luogo che dovrebbe rimanere essenziale e arioso. Non ci si aspetta certo che gli abitanti della zona parcheggino sott’acqua o che si liberino delle auto dedicandosi alla vita in bicicletta, né che si fa faccia una pulizia selvaggia del luogo. Ci pare assurdo, però, che il traffico dinanzi al nostro “gioiello” sia così elevato nelle sere estive. A volte le soluzioni radicali non sono le soluzioni più giuste, basta solo raggiungere una ragionevole via di mezzo e un pizzico di buon senso».
Ed è proprio il buon senso amministrativo che manca a Molfetta ormai da anni. Perché una soluzione urbana poteva essere pianificata e varata immediatamente, ma nessuno ha mai mostrato un serio interesse per la gravissima situazione del Duomo, se non utilitaristiche parole e propositi di propaganda politica.
Ad esempio, più che la revoca, sarebbe stato opportuno e lungimirante, considerata anche la volontà dei cittadini, istituire una vera e propria zona pedonale nell’area urbana compresa tra la banchina e il lungomare, passando dal centro antico, per presentare Molfetta come una graziosa “pupa vestita”, anche se solo nel periodo estivo. Deviando la circolazione, come accaduto per i lavori del Piano Strade su via Madonna dei Martiri, e istituendo dei parck&ride (misura adottata nei concerti degli ultimi giorni).
Gli stessi iscritti hanno anche discusso la riqualificazione della Cala sant’Andrea (è in fase esecutivo il progetto del Comune di Molfetta, al centro di una diatriba tra Comitato di Molfetta Vecchia e uffici comunali), presentando il progetto dell’architetto e designer Gianni Veneziano, il waterfront area retro Duomo, datato 2009 e ispirato al paesaggio circostante.
Perciò, il gruppo «Liberiamo il Duomo dalle auto» chiede all’amministrazione comunale e, soprattutto, al sindaco Antonio Azzolini, in questi ultimi scampoli di governo cittadino, la limitazione del traffico nel centro antico (proposta già avanzata anche dai residenti, ma mai accolta dal Comune di Molfetta), lasciando che siano comunque consentiti i servizi di pertinenza del centro storico sia per gli esercizi presenti che per gli abitanti, con l’istituzione di una zona ZTL. Dunque, la creazione di aree pedonali e per biciclette, con l’unico obiettivo di rendere vivibile quell’importante scorcio di città, che racchiude tra le sue mura secoli di storia locale. Tuttavia, la disastrosa deregulation azzoliniana purtroppo non ha ancora termine.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La cassetta cannibale, Equitalia e il pignoramento del portafogli

Post n°46 pubblicato il 28 Luglio 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/la-cassetta-cannibale-equitalia-e-il-pignoramento-del-portafogli_26569.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=8e1d2e09a98b813

 

Una volta, andavi ad aprire la cassetta della posta con gioia, magari perché aspettavi una cartolina o una lettera d'amore. Vivevi normalmente, vivevi come un uomo avrebbe diritto di vivere, serenamente. Da qualche anno a questa parte aprire la cassetta della posta è diventato un incubo. Nelle sue vicinanze, frequenza cardiaca e ansia aumentano fin quasi a indurre una sensazione di apnea. 
La cassetta della posta è diventata come una pianta carnivora che divora la mano, pronta a fagocitare del tutto portafogli e conto in banca. Vorresti cementificarla, vorresti murarla, vorresti sfasciarla con un machete. Abbatterla. Non passa giorno marchiato da un balzello da pagare, una contravvenzione, una cartella di Equitalia, una lettera minatoria dell'avvocato pronto a contestare l’inverosimile. S’inventano qualsiasi meccanismo per stillare soldi e, soprattutto nel caso di Equitalia, si tratta molte volte di somme non dovute di cui è necessario dimostrare la non esigibilità, con tutto lo stress e la perdita di tempo conseguente: telefonate e accessi agli uffici (in)competenti, dopo i rimbalzi da un ufficio all'altro, da una città all'altra come una pallina di gomma. 
La cassetta è diventata un incubo. Ti svegli la mattina con il terrore della cassetta. Torni dal lavoro con il terrore della cassetta. Torni dalle vacanze o dal viaggio di nozze con il terrore della cassetta. Nessun risparmio nemmeno di ritorno da un pellegrinaggio e, se sei un buon cristiano, ti consoli perché è l’ennesima croce da dover sopportare. Magari, quando oramai sei sicuro che nessuna “lettera minatoria” sarà recapitata durante il giorno, il pomeriggio squilla il citofono per un telegramma o una imposta da pagare entro cinque giorni, pena il pignoramento.
Il cittadino italiano vive le sue angosciose giornate non solo nell'incubo quotidiano dello spread, dell'aumento dell'età pensionabile, del licenziamento, della crisi economica, ma soprattutto nel terrore della “cassetta cannibale”, pronta a divorarlo in ogni momento, pronta ad indurlo al suicidio o a invocare il “tanto peggio” come il “tanto meglio”. Eppure il terrore genera altro terrore: ad ogni azione corrisponde una reazione. Siamo tutti vittime ogni giorno di queste “bombe a grappolo”. È assurdo pretendere di restare inermi all'infinito, sotto questa perenne “pioggia acida”.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Un feudo politico in Italia: sindaco senatore rinnova contratti ai dirigenti

Post n°45 pubblicato il 27 Luglio 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=21d1d248ef121917

 

http://www.quindici-molfetta.it/rinnovo-contratto-ai-dirigenti-la-figuraccia-nazionale-di-azzollini-dubbi-di-legittimita-legislativa-della_26556.aspx

 

Una delibera di dubbia legittimità, quella approvata dalla giunta Azzollini per il rinnovo dei contratti di quattro dirigenti comunali, come Quindici ha già spiegato in esclusiva ieri pomeriggio.
Da un punto di vista legislativo, il rinnovo si dovrebbe basare sulle novità introdotte dal Decreto Fiscale dell’aprile 2012 (Legge n.44/12), con l’ampliamento del limite percentuale per il conferimento degli incarichi dirigenziali a termine, conferibili secondo il comma 1 dell’art. 110 del TUELL (per Molfetta il 20% della dotazione organica). Il dubbio di legittimità si pone, però, nell’applicabilità della nuova normativa ai contratti di diritto privato, ovvero a quei dirigenti che hanno ricevuto una nomina politica (di fiducia).
Ad esempio, l’ing. Enzo Balducci (Settore Lavori Pubblici) e il dott. Enzo Roberto Tangari (Settore Demografia-Appalti) sono due funzionari subapicali, collocati in aspettativa senza assegni dal posto d’organico ricoperto. Sono di nomina politica il dott. Giuseppe de Bari (Settore Economico-Finanziario) e il dott. Mimmo Corrieri (Settore Affari Generali): il primo ex consigliere di Forza Italia a Molfetta, il secondo già assessore al Bilancio, Finanze e Programmazione della prima giunta Azzollini, assessore del Pdl detronizzato nel secondo mandato di Azzollini, per la questione delle quote rosa (una nomina dal vago sapore compensativo).
Dunque, l’applicabilità è in discussione per i dirigenti de Bari e Corrieri, ma come Balducci e Tangari, nonostante questa delibera giuntale, potrebbero (e dovrebbero, per buon senso amministrativo) essere detronizzati dalla prossima amministrazione. Questo, però, potrebbe aprire gravissimi contenziosi interni al Comune che ricadrebbero inevitabilmente sui portafogli dei cittadini in un tempo di restrizioni economiche.
Inoltre, il Decreto Fiscale consente un unico rinnovo per gli incarichi dirigenziali a tempo determinato in corso e con scadenza al 31 dicembre solo «con provvedimento motivato volto a dimostrare che il rinnovo sia indispensabile per il corretto svolgimento delle funzioni essenziali degli enti» («a valere sule ordinarie facoltà assunzionali a tempo indeterminato»). Come Quindici ha evidenziato ieri, la giustificazione della delibera è quantomeno ipotetica e risibile, dunque non ha i caratteri di «provvedimento motivato».
Il DPR n. 361/57 e il D.Lgs. n. 533/93 prevedono la cessazione del mandato elettivo del sindaco almeno 180 giorni prima della data di scadenza per l’incompatibilità elettiva delle figure di sindaco-senatore. Siccome il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, anche senatore e presidente della V Commissione Bilancio in Senato, prevede (con chi?) di candidarsi al Parlamento nelle prossime elezioni politiche del 2013, sarà costretto a dimettersi 6 mesi prima, qualora sia questa la pianificazione politica dei prossimi mesi. Di conseguenza, cesserebbero le funzioni dei dirigenti comunali, il cui incarico è legato al mandato del sindaco: quindi, il Comune «si ritroverebbe privo delle figure dirigenziali con la conseguente impossibilità ad assicurare lo svolgimento delle funzioni essenziali».
Insomma, un vero e proprio artificio politico, perché la candidabilità di Azzollini è per ora una semplice ipotesi che oggi non giustificherebbe in nessun senso il provvedimento giuntale assunto. Che pare sia stato pubblicato sull’albo pretorio senza che Azzollini, emigrato a Roma per adempiere ai suoi affaire romani (ecco i danni del doppio incarico), fosse stato avvisato in anticipo. Infatti, la delibera ha di sicuro frantumato la maggioranza, come Quindici ha già spiegato ieri: una pubblicazione forse forzata, ma di certo voluta e programmata.
Tra l’altro, il provvedimento comunale è contrario alla spending review al varo in Parlamento, ai cui lavori partecipa anche Azzollini come senatore Pdl: la revisione della spesa pubblica potrebbe implicare la riduzione del numero dei dirigenti da 8 a 6 per il Comune di Molfetta, creando non poche difficoltà interne agli uffici comunali dopo la delibera pubblicata ieri, ma approvata il 16 luglio. E probabilmente proprio in vista di questa eventuale riduzione, sono stati affrettati i tempi in Comune.
Infine, è opportuno ricordare che i contratti a tempo determinato devo essere in quantità inferiore al 40% della spesa del personale andato in pensione l’anno precedente (in questo caso nel 2011). E forse il rinnovo dei 4 contratti non solo oltrepassa questa soglia, ma anche quella del 20% fissato per legge.
Sarebbe stato opportuno che l’amministrazione comunale e il senatore Azzollini chiedessero un parere al Ministero del Lavoro o dell’Economia e Finanze per non incappare nell’ennesima figuraccia politica (questa volta pure nazionale), la cui gravità potrebbe accendere su Molfetta anche i lampioni della Magistratura.

 
© Riproduzione riservata

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
« Precedenti Successivi »

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963