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«Liberiamo il Duomo dalle auto», cittadinanza attiva contro il degrado urbano del Duomo

Post n°47 pubblicato il 28 Luglio 2012 da marcello.laforgia
 
Foto di marcello.laforgia

http://www.quindici-molfetta.it/%c2%abliberiamo-il-duomo-dalle-auto%c2%bb-cittadinanza-attiva-contro-il-degrado-urbano-del-duomo_26562.aspx

 

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=8f1d2c079b7302a

 

Liberiamo il Duomo dalle auto. La cittadinanza attiva di Molfetta si mobilita e crea sul facebook un gruppo aperto di protesta, «Liberiamo il Duomo dalle auto» (nato lo scorso 13 luglio quasi 700 iscritti), che riprende le tante denunce di Quindici contro l’affondamento del monumento romanico locale tra una immensa sterpaglia di ferraglia verniciata. Tanto più da ora in poi perché una determina del Settore Sicurezza ha revocato il divieto di sosta lungo il perimetro di Palazzo Dogana per consentire l’attracco di altre autovetture.
Una scelta non del tutto ideale, come già Quindici aveva spiegato giovedì scorso. Infatti, potrebbe incentivare le brutture di una zona deturpata e ingolfata dalle auto, nonostante sia stata (ora non lo è più) uno degli scorci più belli di Molfetta. Per di più, le polveri sottili, oltre ad annerire i monumenti della zona, insidiano la salute dei cittadini perché questa soluzione pare proprio incentivare il caotico traffico di Corso Dante. Insomma, nessuno può più ammirare il Duomo, dominato da un ingente ammasso di ferraglia verniciata, mentre Palazzo Dogana è un inutile rudere storico locale (come molte altri luoghi e strutture storiche molfettesi, come le torri), i cui lavori di riqualificazione, annunciati in pompa magna dall’amministrazione Azzollini nell’ottobre 2010, sembrano essere l’ennesima utopia azzolliniana.
«Il Duomo soffoca tramutato in parcheggio. Uno spettacolo indecente. Eppure, ci pareva essere considerato, da sempre, come uno dei gioielli della città, se non addirittura il simbolo di Molfetta, fonte di ispirazione per artisti locali e non, spoggetto prediletto di novelli o esperti fotografi che, ormai, devono ricorrere alla tecnologie più sofisticate per cancellare il parco ,macchine che circonda la chiesa. Ancora la si ricorda bianca e luminosa subito dopo il recente restauro, tuttora lucente quando è illuminata dal sole nelle domeniche mattina, ma se posi si abbassa lo sguardo il tappeto scuro ai suoi piedi ne distrugge ogni bellezza - si legge sul gruppo face book, che riprende un articolo di Quindici del luglio 2007 -. Per non parlare dell’esasperazione di arredo urbano: panchine, fioriere, alberelli che affollano un luogo che dovrebbe rimanere essenziale e arioso. Non ci si aspetta certo che gli abitanti della zona parcheggino sott’acqua o che si liberino delle auto dedicandosi alla vita in bicicletta, né che si fa faccia una pulizia selvaggia del luogo. Ci pare assurdo, però, che il traffico dinanzi al nostro “gioiello” sia così elevato nelle sere estive. A volte le soluzioni radicali non sono le soluzioni più giuste, basta solo raggiungere una ragionevole via di mezzo e un pizzico di buon senso».
Ed è proprio il buon senso amministrativo che manca a Molfetta ormai da anni. Perché una soluzione urbana poteva essere pianificata e varata immediatamente, ma nessuno ha mai mostrato un serio interesse per la gravissima situazione del Duomo, se non utilitaristiche parole e propositi di propaganda politica.
Ad esempio, più che la revoca, sarebbe stato opportuno e lungimirante, considerata anche la volontà dei cittadini, istituire una vera e propria zona pedonale nell’area urbana compresa tra la banchina e il lungomare, passando dal centro antico, per presentare Molfetta come una graziosa “pupa vestita”, anche se solo nel periodo estivo. Deviando la circolazione, come accaduto per i lavori del Piano Strade su via Madonna dei Martiri, e istituendo dei parck&ride (misura adottata nei concerti degli ultimi giorni).
Gli stessi iscritti hanno anche discusso la riqualificazione della Cala sant’Andrea (è in fase esecutivo il progetto del Comune di Molfetta, al centro di una diatriba tra Comitato di Molfetta Vecchia e uffici comunali), presentando il progetto dell’architetto e designer Gianni Veneziano, il waterfront area retro Duomo, datato 2009 e ispirato al paesaggio circostante.
Perciò, il gruppo «Liberiamo il Duomo dalle auto» chiede all’amministrazione comunale e, soprattutto, al sindaco Antonio Azzolini, in questi ultimi scampoli di governo cittadino, la limitazione del traffico nel centro antico (proposta già avanzata anche dai residenti, ma mai accolta dal Comune di Molfetta), lasciando che siano comunque consentiti i servizi di pertinenza del centro storico sia per gli esercizi presenti che per gli abitanti, con l’istituzione di una zona ZTL. Dunque, la creazione di aree pedonali e per biciclette, con l’unico obiettivo di rendere vivibile quell’importante scorcio di città, che racchiude tra le sue mura secoli di storia locale. Tuttavia, la disastrosa deregulation azzoliniana purtroppo non ha ancora termine.

 
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