Creato da: massimocoppa il 22/08/2006
"Ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati"

DAL 20 MAGGIO 2022 QUESTO BLOG
NON ACCETTA PIU' COMMENTI ED HA CANCELLATO LA LISTA AMICI.
SE VUOI SAPERE PERCHE', CLICCA
QUI.

 


"There is no dark side
of the moon, really.
Matter of fact,
it's all dark"

Pink Floyd

 

 

 

I MIEI LIBRI
(dal più recente
al più datato)

 

 

 

 

 

 

DOVE SCRIVERMI

Puoi scrivermi su: massimocoppa@gmail.com

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 


"Conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: ricordiamo".

Ray Bradbury, "Fahrenheit 451"

 

Area personale

 

 

"And all this science,
I don't understand:
it's just my job,
five days a week...
A rocket man"

Elton John

 

Un uomo può perdonare
a un altro uomo
qualunque cosa, eccetto
una cattiva prosa

                     Winston
                        Churchill

 
 

Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

Messaggi di Gennaio 2015

 

Mattarella, il prescelto di Renzi, diventa capo dello Stato

Post n°1979 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da massimocoppa
 

Un altro colpo messo a segno dal “padrone” d’Italia…
MATTARELLA, IL PRESCELTO DI RENZI, DIVENTA CAPO DELLO STATO

Da poche ore eletto il nuovo presidente della Repubblica, è d’obbligo fare qualche riflessione.
Come si sa, il nuovo inquilino del Quirinale è Sergio Mattarella. Giudice costituzionale, ex ministro, fratello del più noto Piersanti, presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia, autore della legge elettorale scherzosamente definita “Mattarellum” (criticatissima da tutti, gli stessi che oggi fanno finta di niente), nonostante la quasi unanimità di consensi che emerge dalla melassa mediatica non è un personaggio privo aprioristicamente di profili suscettibili di critica.
Proprio oggi il “Tempo” ricordava come, da ministro della Difesa, abbia strenuamente negato fino alla fine che nell’intervento armato nei Balcani la NATO avesse usato proiettili all’uranio impoverito, altamente cancerogeni, che hanno provocato malattia e morte in migliaia di soldati, anche italiani. Finché ha dovuto arrendersi all’evidenza ed alle stesse ammissioni della NATO.
Il fatto che Forza Italia abbia alla fine deciso di non votare per lui non ha alcun significato. Si è rotto uno scellerato patto affaristico tra Berlusconi e Renzi, altrimenti il Cavaliere l’avrebbe votato allegramente, dimenticandosi di quando Mattarella si oppose al varo della legge Mammì, che praticamente blindava le emittenti Mediaset.
Quello su cui è d’uopo riflettere, in maniera inquieta e amara, è che questo nuovo presidente della Repubblica non è nient’altro che l’ennesimo prodotto dell’inspiegabile strapotere di Matteo Renzi.
Come è noto, il premier che non è mai stato eletto dagli italiani (ed infatti oggi era assente alla votazione decisiva perché non è parlamentare!), forte semplicemente del fatto di aver conquistato il PD, ha spodestato il povero Enrico Letta (che aveva molta più legittimità elettorale di lui), ha conquistato la guida del governo, immediatamente formato da suoi fedelissimi e plasmato a sua immagine e somiglianza, ed ora ha completato il capolavoro: ha deciso che Mattarella doveva andare al Quirinale e così è stato. Il PD ha votato come lui ha ordinato: TUTTO il PD, pure la “minoranza” e persino l’”estrema” sinistra.
Il cerchio si è chiuso: lo strapotere di Renzi è assoluto.
Un giorno gli storici ci dovranno spiegare come sia stato possibile che un sindaco di Firenze abbia così irresistibilmente e fulmineamente asceso la scala del potere e sia diventato il padrone d’Italia, senza nemmeno presentarsi agli elettori.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Mi dispiace, ma io “non sono Charlie”

Post n°1978 pubblicato il 13 Gennaio 2015 da massimocoppa

Si fa confusione tra ragionamento, libertà di espressione e sistematica provocazione blasfema
MI DISPIACE, MA IO “NON SONO CHARLIE

Sono diversi giorni che mi arrovello tra il desiderio di esprimere la mia opinione su quanto accaduto a Parigi e la paura di essere orribilmente frainteso.
Tuttavia farei violenza alla mia natura se continuassi a tacere. Ho sempre affrontato le conseguenze del mio vizio di dire le cose apertamente, e non verrò meno a questo principio neanche stavolta.
Mi sto riferendo all’eccidio perpetrato ai danni della redazione del settimanale satirico francese “Charlie Hebdo” ed all’attacco, parallelo, al supermercato ebraico: entrambi gli atti di violenza sono stati messi a segno da estremisti islamici.
Ci sarebbe tanto da dire, ma non sarebbe questa la sede: del resto è almeno dagli anni Ottanta che si ragiona sulla natura, le cause, le responsabilità e la forza del fondamentalismo islamico e delle sue azioni, fin quando, con l’attentato alle Torri Gemelle, il mondo intero ha dovuto prendere atto che questo fenomeno esiste, è diffuso, è potente e vede l’Occidente non privo di responsabilità nella sua esistenza e dirompenza.
Per giorni interi i mass media ed i social network ci hanno detto che siamo di fronte ad un atto di estrema gravità: al di là degli omicidi, è la motivazione che ferisce ed indigna. Si è parlato di gravissimo attentato alla libertà di espressione e di satira, un fondamento della democrazia e della civiltà occidentale.
Milioni di francesi sono scesi in piazza fisicamente e virtualmente, con lo slogan (lanciato chissà da chi) “Io sono Charlie”: a significare che siamo tutti colpiti, come cittadini ed esseri umani, dalla strage in redazione.
I capi di Stato di mezzo mondo (ma non il presidente americano) si sono precipitati nella capitale francese per farsi vedere uniti tra loro e con la gente in una splendida ed eroica coesione contro la barbarie islamica.
Avevo già i miei dubbi sulla qualità della “satira” di “Charlie Hebdo”. Quando, alcuni anni fa, un famigerato giornale danese pubblicò una serie di vignette su Maometto, scatenando reazioni enormi nel mondo musulmano, si disse che era giusto farlo, che ognuno è libero di esprimersi come vuole ecc. Erano disegni offensivi ed inutilmente provocatori, ma tant’è.
“Charlie Hebdo” ripubblicò quelle vignette, sempre ammantandosi di grandiosi concetti di libertà, tolleranza e via discorrendo, con l’aggravante della deliberata provocazione, visto che non erano nemmeno farina del proprio sacco.
Finché il sito Internet del “Corriere della Sera”, credendo forse di dare ulteriore forza al settimanale pseudo-satirico francese, ha pubblicato alcune vignette “storiche” del giornale.
Ho avuto così conferma che “Charlie” non fa satira, ma produce solo insulti e blasfemia.
Non capisco proprio cosa ci sia da ridere e dove siano l’intelligente ironia, l’arguzia e la sagacia in una vignetta dove un tizio disegna il volto di Maometto; questi arriva e lo rimprovera (l’Islam vieta la raffigurazione del Profeta) ed allora il disegnatore si difende argomentando di stare disegnando il pene di Maometto, non il volto…
Per non parlare delle altre religioni. In una vignetta anti-cattolica appaiono il Signore che viene sodomizzato da Gesù, il quale a sua volta viene sodomizzato dallo Spirito Santo sotto forma di triangolo celeste. Chiedo scusa per la crudezza dell’espressione, ma questo è quello che viene raffigurato.
In tutta evidenza, è arduo capire cosa ci sia da ridere in una vignetta del genere, dove sia la battuta. Siamo solo all’insulto di una religione, cioè all’offesa di un sentimento condiviso da miliardi di persone.
In un’altra vignetta una ragazza si infila il burqa nel sedere argomentando che quello è il posto giusto dove tenerlo.
Non c’è nulla di geniale in queste vignette, ma solo la volontà di offendere diverse sensibilità trincerandosi dietro un’arroganza intellettuale mascherata con nobili principi.
Vauro ed altri famosi vignettisti italiani hanno criticato, in passato, sia il giornale danese che quello francese, argomentando giustamente che quella non era satira, ma solo insultante volgarità, oltretutto blasfema. Ora, sbagliando, si sono rimangiati quelle critiche, dicendo subito che anch’essi “sono Charlie”.
È corretta la posizione dei giornali americani, che si sono rifiutati di ripubblicare le vignette di “Charlie”, anche adesso, spiegando che la loro politica non prevede la pubblicazione di soggetti che offendano la sensibilità di intere categorie di persone.
Nessuno deve ricevere violenza o morire per una vignetta, né per alcuna altra azione di tipo intellettuale. Però non c’è da stupirsi che qualche fanatico metta mano alle armi di fronte a provocazioni reiterate e sistematiche.
Se “Charlie Hebdo” fosse stato un centro studi, un giornale, un think-tank di intellettuali che denunciava la barbarie dell’Islam estremista, analizzava il Medio Evo in cui la società islamica ancora si dibatte, ragionando sulla confusione, micidiale, tra religione e Stato che i musulmani non hanno ancora risolto, stigmatizzando la sottomissione della donna, allora il discorso sarebbe stato ben diverso. Così, invece, confondiamo i principi e incorriamo in un equivoco enorme e pericoloso.
La pietas umana e cristiana non si può e non si deve negare ai redattori di “Charlie Hebdo”.
Però, mi dispiace, io “NON sono Charlie”.

PS: Troppa grazia, Sant’Antonio! A distanza di giorni da questo post, Papa Francesco ha detto praticamente le stesse cose! Il Papa, dico! Mica cotica!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963