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Filosofia, coscienza e conoscenza, metodo ontopsicologico di Antonio Meneghetti
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La Metanoia In Ontopsicologia
Post n°36 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da blogger70
Alessio: In alcuni post si parla di metanoia, ma non è molto chiaro cosa sia…io mi ricordo di aver sentito per la prima volta questa parola quando ero alle superiori e, pensate un po’, ci stavano spiegando i “Promessi Sposi” del Manzoni!!! Sì, insomma…se non ricordo male la parola metanoia era usata in riferimento alla conversione di Fra Cristofaro. Cioè, con l’Ontopsicologia vogliono convertire chi??? Bea: Bè, la parola metanoia in effetti indica una conversione, ma l’ontopsicologia non la intende in chiave religiosa! Metanoia infatti significa “cambio mente”, significa cioè cambiare quei modi di pensiero e di comportamento (acquisiti spesso durante l’infanzia) che ci impediscono di scegliere e agire secondo i nostri sani interessi. L’ontopsicologia propone un metodo, una tecnica che consente questo cambiamento, permettendo la realizzazione dell’individuo in questo mondo. Come vedi, nessun tipo di richiamo all’al di là di tipo religioso. Anzi, per non sbagliare ti riporto una frase scritta da Antonio Meneghetti: “La metanoia non è una questione religiosa, paranormale, piuttosto è come togliersi il fumo dagli occhi, togliersi gli occhiali sbagliati e toccare”. Alessio: Mmmm….carina la storia degli occhiali sbagliati :-)) Ma non lo diceva già Kant? (in una delle sue critiche…forse della Ragion Pura)...una cosa del tipo che tutti abbiamo come degli occhiali “permanenti”, come una specie di lenti colorate attraverso cui guardiamo la realtà? Bea: Sì, sì, proprio quella! Cioè Kant diceva che non è possibile guardare il mondo senza questi occhiali, invece l’ontopsicologia ti spiega che li puoi togliere! Fare metanoia significa proprio questo…anzi, la storia degli occhiali in sé forse non è originale, ma Antonio Meneghetti è stato il primo ad aver dimostrato che questi occhiali sono sbagliati perché deformano il reale e che è possibile eliminarli. Tanto per fare un esempio…oggi si parla molto di Programmazione Neurolinguistica, è una disciplina sviluppata negli anni settanta da Bandler e Grinder. È molto dibattuta, la usano nelle comunicazione di marketing. Può piacere o no, ma il concetto in sintesi è che loro propongono un modo per “migliorare” questo filtro che ognuno di noi ha quando guarda il mondo. L’Ontopsicologia ti dimostra che questo filtro è sbagliato perché ti porta a scegliere cose e situazioni che non ti appartengono, che non ti danno cioè né gioia nè soddisfazione! Per quanto tu possa ottimizzarlo, quindi, non arriverai mai a capire cosa ti serve per essere felice e realizzato… Carlo: Ma di ke parlate? Cambiare mente, pensiero, comportamento, chiamatelo come vi pare, a me sembra proprio ke togliere questi occhiali significa alterare la propria personalità. Alessio: No…guarda, credo di avere capito, provo a spiegarti sempre con la famosa storia degli occhiali…tu immagina che quando avevi pochissimi anni di vita ti hanno messo un paio di occhiali con le lenti rosse, ok? Ci sei cresciuto, li hai portati per anni e anni, convinto che tutto fosse rosso…pensa che noia e che monotonia… ;-) Un giorno ti dicono che il mondo è fatto di tanti colori e che se vuoi li puoi vedere…però devi togliere quella montatura a cui sei tanto affezionato…bè, a questo punto la scelta è la tua…però mi sembra evidente che l’alterazione è nelle lenti che ti porti appresso da una vita!! Toglierle, quindi fare il cambiamento, significa piuttosto tornare a vedere il mondo nella sua versione originale a colori…e quindi anche capire cosa veramente ci interessa e cosa no. Che dite, vi suona?? Bea: ok, abbiamo finito con la storia degli occhiali? Tutta questa faccenda a me sta facendo venire in mente il mito di Platone della caverna: quando si esce dalla prigionia della fissità di certi schemi mentali, si ha l’evidenza della finzione di tutto ciò che credevamo essere reale… Quindi, in Ontopsicologia fare metanoia significa recuperare la propria autenticità. Significa tornare alla guida della propria esistenza dopo aver imparato a riconoscere e a leggere la segnaletica giusta, quella che ci porta alla realizzazione…se non torniamo autentici, è come essere alla guida della nostra auto “succubi” delle indicazioni di un estraneo che vuole arrivare alla sua destinazione, allontanandoci invece dalla nostra specifica meta...insomma, è un po’ come condurre un’esistenza senza sapere che si sta facendo il taxista, con la sola differenza che anzichè guadagnare, perdiamo…perdiamo le nostre opportunità di realizzazione! quando ci si libera dalla fissità di certi schemi mentali, non si fa altro che recuperare qualcosa che già avevamo conosciuto, quindi qualcosa che ci apparteneva già in origine…prima di entrare nella caverna, prima di mettere le lenti rosse, etc…. |
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