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DONNE ANCORA IN ATTESA

Post n°1528 pubblicato il 14 Ottobre 2015 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19


Grazie al recentissimo film "Le Suffragette" di Sarah Gavron, si può tornare a parlare seriamente di femminismo, tanto per intenderci, quello nato negli anni settanta e per niente spettacolare rispetto alle manifestazioni (tante) di cui oggi la cronaca è piena. Ovviamente il film è incentrato sulle prime reali battaglie femministe, quelle che purtroppo nel tempo si sono sfaldate perdendo il senso, il fine  e lo scopo per cui erano nate. Battaglie  non solo per strada nei cortei, ma essenzialmente "scontri" nei luoghi più o meno deputati, dove le donne avanzavano le loro proposte, le loro richieste, sventolando la bandiera della libertà per il loro sesso e chiedendo di sgombrare il campo da quei luoghi comuni e i tanti stantii stereotipi che le dipingevano come oggetto e strumenti casalinghi, retaggi ancestrali duri a morire per quell'epoca dove già da altri luoghi giungevano le notizie delle prime conquiste femministe. Grandi progressi sono stati fatti in tutti questi anni, i migliori rappresentanti della cultura femminista sono scesi in campo e le donne italiane hanno saputo cogliere le loro buone occasioni. Ma non è finita ahimè, ancora tanto c'è da fare e purtroppo molto spesso si divaga adeguandosi al tempo che viviamo, al contesto popolare che in oltre quarant'anni è cambiato in peggio. Usavo il termine spettacolarizzazione prima e non era casuale: oggi nel calderone di quelle lotte sanguigne, rabbiose e incisive, ci sta di tutto, qualcuno ha dimenticato anche il perché ci si schiera: solo colori, musiche, balli, slogan e nudi a volontà. Non è così che si conduce la battaglia o non è distruggendo i libri di fiabe che si insegna il rispetto per le donne. Permettetemi pertanto, traendo da un interessantissimo articolo comparso sull'Espresso, di riportarvi solo alcune brevi ma marcate considerazioni espresse da donne che sanno di cosa parlino  e che della lotta al femminismo, hanno fatto la loro  bandiera ad oltranza. Ci si chiede: dove sono oggi le donne? Neutralizzate, secondo la sociologa Camille Paglia: «Impegnate a cancellare ogni retorica della maternità, hanno perso la consapevolezza del loro potere sugli uomini». Annegate nel realismo: «Perché le donne non possono avere tutto», ha chiarito l’ex consigliera della Casa Bianca Anne-Marie Slaughter, descrivendo come talento e determinazione si infrangano contro le difficoltà sul lavoro e la famiglia. Schiacciate dalle più giovani, ha ipotizzato la scrittrice Elena Ferrante, femminista nonostante il sospetto d’essere uomo, in un’intervista a “Vanity Fair” negli Usa: «Le ragazze sembrano convinte che la condizione di libertà che hanno ereditato sia un dato di natura e non il risultato provvisorio di un lungo scontro ancora in atto, nel corso del quale si può perdere di colpo tutto». "Il femminismo è una rivoluzione interrotta, non fallita". Credo che in questa dichiarazione sia racchiusa una grande verità!

 
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