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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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C'E' PONTE E PONTE: IL NOSTRO E' SOLO VIRTUALE
Se ne parla sin dalle guerre puniche, le prime (264-241 A.C.) e io portavo i calzoni alla zuava: si accennò alla grande idea di un ponte che collegasse i due lembi ormai noti: Reggio Calabria per il continente e Messina per la Trinacria. All'epoca se ne parlò e non se ne fece niente, poi man mano che si andava "indietro" nel tempo (Avanti Cristo non so se mi spiego), si giunse all'anno Domini e da allora procedendo in avanti (appunto Avanti Cristo), le cose cambiarono: se ne parlava più a lungo! Azz! Un buon segno finalmente, parlarne, discuterne più a lungo significa che c'è la volontà politica di concretizzare i progetti e procedere di buona lena. Seeeeeee!!! Erano gli arbori della politica italiana, si parlava più a lungo è vero, ma era solo politichese incomprensibile per un progetto immenso e impegnativo anche finanziariamente. Quante proposte, quanti progetti, quanto cammino hanno macinato sul ponte della salvezza, quello che avrebbe consentito ai Siciliani di non sentirsi isolati e distaccati dalla nazione. Di acqua ne è passata sotto il ponte virtuale, se ne parla ogni volta che arriva un nuovo presidente del consiglio, anzi, non fa a tempo ad avvertire gli italiani che i lavori stiano per iniziare, che già cade il suo governo. Punto e a capo, si ricomincia ogni volta. Noi ormai ci siamo abituati e senza entrare nel merito dell'utilità della maestosa opera, non ce ne frega una beneamata mazza!!! Loro parlano e a noi non importa, tanto sappiamo che si parla e non si procede. Però ora, c'è un bella novità, ora c'è forse un aspetto che ci fotte e sarebbe anche il caso che qualcuno decida di battere qualche pugno sul tavolo. Sta per realizzarsi (no il ponte, magari) il più grande colpo che si possa mettere a segno in Italia: la società a suo tempo istituita per gestire il grande progetto, nonostante il ponte non si faccia, è sempre in essere, vive, lavora (???), agisce e resta ufficialmente l'organo istituzionale che bada alla...alla....booh!!!!! Vabbè, l'Anas (buona quella) che è la società a maggior capitale insieme ad altre grosse società italiane, ha messo subito in atto un mossa che spiazzerà tutti: chiede allo stato italiano 325.750.660 euro per indennizzo a causa dei lavori rallentati, bloccati, mai iniziati ecc.ecc. Insomma, una causa da parte dello stato contro lo stato. Una sceneggiata che Mario Merola, oltre all'attacco di orticaria, si sta rivoltando nella tomba. Trattasi di una lunga serie di contenziosi da dipanare e tra questi, v'è appunto il risarcimento milionario. Ancora un inciucio tipico italiano, un fraseggio politichese che solo un popolo come il nostro può subire. Non aggiungo altro perché già sono incazzato come una bestia, non so come la pensiate e intanto per badare alla nostra buona salute, non dovremmo nemmeno fare cenno alla ennesima boutade che ci stanno spiattellando. Ma dico io, non facevamo prima a chiamare qualche prezzolato terrorista che ci minava il ponte nei punti più strategici, lo faceva saltare a regola d'arte e così non se ne parlava più nei secoli dei secoli? Ponte virtuale merita esplosione virtuale: BOOOOOM!!!
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