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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Sono trascorsi appena due anni da quando Angelo Cambiano sia stato eletto sindaco con una lista civica di sinistra al comune di Licata (AG) in Sicilia. Licata, è bene ricordarlo, non è famosa solo per la sua bellezza cittadina e per i suoi siti da visitare, è famosa anche per il suo mare limpido e cristallino meta di tanti turisti. A causa di quel mare e di quelle spiagge tipiche del sud dell'isola, da decenni in quel comune si combatte una guerra cruenta e senza esclusioni di colpi. Il buon sindaco è stato battuto in consiglio, è stato mandato a casa anche da chi lo ha tradito perché non si è uniformato alla tacita linea politica dei cittadini che non vogliono, dopo sentenze definitive e ormai eseguibili da tempo, che le loro case (ville ormai) situate sulla costa a meno dei 150 metri fissati per legge, vengano abbattute. Case che devono essere buttate giù, rase al suolo per rendere giustizia alla costa depredata della sua naturale bellezza. Una battaglia interminabile: da anni gli abitanti di quelle abitazioni "abusive" si oppongono e puntualmente sono anni che i sindaci che si susseguono, cercano di eseguire l'abbattimento voluto dai giudici. La verità è che i precedenti amministratori, non hanno messo il piglio e la volontà politica per assolvere al mandato e cincischiando, temporeggiando, hanno fatto in modo (all'italiana) di rimandare ed evitare che si abbattesse, magari, anche la loro casa. Con il sindaco Cambiano le cose potevano patire una sorte conclusiva e definitiva: in campagna elettorale e in tv (il caso era diventato nazionale) aveva promesso il pugno duro come legge voleva e così è stato: due anni di impegno civile e sociale per eseguire un ordine giudiziario. Macché, non ce l'ha fatta e così lo hanno sfiduciato: ancora una volta un'autorità scelta dal popolo soccombe difronte alla barriera insormontabile e omertosa della gente che se ne frega delle leggi, protegge il suo bene abusivo e non intende farsi soffiare una casa che con il suo belvedere sul mare vale molto di più di ciò che valeva decenni e decenni fa, quando furono costruite e parevano case coloniche. Oggi a vederle molte sembrano ville signorili: sapevano che non avrebbero potuto costruire eppure hanno infranto la legge e hanno ampliato, ammodernato e abbellito tutte le loro case. Chi vincerà alla fine questa guerra? La legge o la gente che fa il suo comodo e se ne frega delle leggi? E coloro che non posseggono case sul mare, sempre cittadini di Licata, che dicono?
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