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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Da noi non è mai apparsa una pubblicità in tal guisa, da noi andava peggio e non credo che nonostante gli impegni e gli sforzi profusi, sia cambiata più di tanto la situazione: la cartellonistica stradale, quella di grandi superfici che non era possibile ignorare: grandi manifesti, grandi immagini osè e le battute più orrende per giocare sul calembur pruriginoso e divertente. Partiamo dalle modelle, del resto loro fanno questo lavoro,sono pagate e "nulla quaestio", le ditte invece che ordinano questo genere di pubblicità, badando essenzialmente a catturare l'attenzione dei maschietti, sperano di attirare affari e reddito. La foto su, se vogliamo non è troppo oscena, è la pubblicità di un marchio di moda olandese di circa sette/otto anni fa. Allora furono tutti offesi e stupiti dal tanto osare: non avevano visto i nostri cartelloni evidentemente, uno del tipo: che è già un po' meno spinto di altri...per collegiali e orsoline. All'epoca si sollevarono le donne e nonostante il malvezzo fosse diffuso per tutta l'Europa, furono tanto insistenti le donne "femministe" perché la si finisse con queste menate sessiste e inutili. In illo tempore, ricordo un mio post sull'argomento e devo ammettere che il tempo ha dato ragione alle donne insultate: i committenti di tali pubblicità hanno rivisto un po' le loro scelte e devo riconoscere che qualcosa sia cambiato nel tempo. Ritenendo superato il problema, mi ha stupito un articolo pubblicato sull'Espresso da Annamaria Arlotta, titolare di una pagina Facebook, dove riporta in pista l'argomento delle pubblicità sessiste e avendo vissuto per anni in Inghilterra, procede con una comparazione tra quel paese e il nostro che evidentemente l'ha sorpresa. Riconosce la Arlotta che molto si sia fatto da noi, ma resta alto il livello di guardia e per lei, è determinate che la protesta delle donne non cessi mai almeno fino a quando non cambi il malvezzo logoro e offensivo della dignità femminile. Sia ben chiaro e concludo: il problema investe tutti coloro che abbiano bisogno di fare pubblicità, nessun settore è escluso e ricordando un vecchio spot, anche la politica faccia a meno con i partecipanti alle votazioni che si servono di giochetti di parole e di immagini eloquenti come questa.
Vecchio ma sempre attuale per eventuali elezioni...pecorecce!
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