|
Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Messaggi del 20/06/2017
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Nel ricordare il suo primo anniversario, è giusto che il sindaco Virginia Raggi si affretti e si attrezzi per una prossima beatificazione. Con una lettera aperta, ha provveduto con dovizia di dettagli a informare i suoi concittadini circa le questioni (tutte aperte) del suo immenso municipio. Giù una sfilza di grandi opere, una progettualità da vera metropoli e un insieme di idee perché la città possa tornare a vivere il suo fulgore e la sua eternità storica. Tutto bello, attraente come le funivie sospese che attraverseranno Roma spostando i cittadini da una parte all'altra come se facessero un giro turistico sospeso. Eviterebbero il traffico insopportabile e nocivo, non avrebbero problemi di nessun genere; poi le buche e le strade dissestate: ecco per ora si è provveduto a ridurre i limiti di velocità sia per le vetture che per le bici e per tutti i mezzi con le due ruote in movimento. Le buche scompariranno col tempo e i limiti saranno rialzati ai famosi 50 km. all'ora. Insomma, sta lavorando per i romani, sta in continuo movimento affinché la città riprenda un suo assetto civile e virtuoso. Per i topi, i cinghiali e i gabbiani non si comprende bene se ognuno dovrà attrezzarsi ad hoc con armi improprie e/o trappole per catturare quanti più ospiti indesiderati possibili. Di promesse e progetti la Virginia ne ha fatti tanti e in questo caso la conclusione è stata chiara e nitida: "Entro cinque anni, vi assicuro che vedrete una città cambiata del tutto. Intanto abbiamo evitato che si continui a rubare e questo è già tanto". Beh, un anno cara Raggi te lo sei già giocato, te ne restano quattro e per le tue promesse e i tuoi grandi progetti pronti per la fine del tuo mandato, staremo a vedere: mal che vada...sarà stato un dispiacere! Lei, donna molto modesta, poco incline alla spocchia, alla presunzione e alla vanità, analizzando tutto ciò che ha fatto finora, si è concessa un voto meritevole con tutta onestà: un bel 7 e mezzo che non è...un gioco con le carte. Su un quotidiano che non le vuole bene, oggi c'è la classica domanda per i lettori: "La Raggi si è data un bel sette e mezzo! Voi che le dareste?". Io non ho voluto "giocare" sulle pagine di quella testata perché non è dalla mia parte, però mi permetto sul mio blog, dire cosa le darei: "Sette anni e mezzo di fucilazione a vita!". Mi sembra un buon voto!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Sempre più spesso, alla luce di sentenze emanate dalle varie Corti e/o in occasione di processi eclatanti, la Giustizia Italiana è al centro di polemiche e discussioni. Non passa giorno che se ne sentono delle belle e ovviamente quando qualcuno viene toccato personalmente in negativo, ha sempre da ridire. Non va mai bene per nessuno, parlare di giustizia "giusta" e applicata senza interpretazioni tendenziose, ormai sembra utopia mentre dovrebbe esserci una unica buona regola: applicare la legge. Abbiamo recentemente dissertato sul caso di Riina: se offrirgli una morte dignitosa sia o meno il caso, visto che il 41 bis non concede alcun beneficio. Su questo si è discusso molto e se per taluni, a solo titolo di misericordia cristiana, andrebbero concessi i domiciliari, per moltissimi altri non se ne parla nemmeno. Specie i parenti delle vittime: nessuno è disposto a cedere nulla su colui che da mafioso ha causato la morte di tanta gente innocente. Sopita la notizia della probabile libertà per Totò, oggi si torna a parlare di una sentenza che ha lasciato tutti perplessi. Ancora una volta si scontrano quelli che sono animalisti a tutto campo e quelli che fissati alcuni paletti, non perdono tempo a discutere se un'aragosta debba vivere o meno con delle inibizioni prima di essere consumata a tavola da buongustai. Bella lotta, uno scontro che va al di là della cultura personale e della volontà di voler far male ad un animale di qualunque specie sia. Un ristoratore toscano è stato condannato per aver detenuto un'aragosta nel ghiaccio e con le chele legate. Per un alto magistrato questa è una vera e propria detenzione, ossia una "Detenuta in attesa di morire", una aberrante cattiveria perseguibile e punibile poiché non si fa soffrire al freddo l'animale. Ossia, il ristoratore per mero interesse commerciale non può detenere l'aragosta in quelle condizioni infami e l'interesse dell'animale, è decisamente superiore a quello del ristoratore. Quindi, hai una aragosta che serve a preparare un piatto delizioso e squisito? Lo tieni nell'acquario predisposto: libera di muoversi e senza alcuna alienazione. E così giungiamo al controsenso, alla inspiegabile presa di posizione della sentenza che cozza (no cozza mitilo, cozza verbo) con l'opposta realtà: non è reato lessare l'aragosta viva! Allora come funziona? Cosa interessa principalmente? Che l'aragosta non soffra quando è libera di stare in giro per il ristorante, quindi nessuna imposizione malefica e dolorosa per lei; però se un cliente la desidera, passa dall'acquario alla cucina senza remore, e viene lessata nel pentolone mentre tenta disperatamente di risalire e guadagnare l'orlo. Tornando a Riina e parlando di morte dignitosa, dove la si può ravvisare? In un mafioso che rimane in carcere nonostante soffra per i mali che l'affliggono e quindi destinato a finire in galera i suoi giorni, oppure salvaguardare la buona salute dell'aragosta evitandole il troppo freddo del ghiaccio e le chele bloccate? E ancora, perché lessarla viva e non morta? La sofferenza dell'acqua calda per cucinarla non vale quanto la sofferenza del ghiaccio o del frigo? E se non si deve fare alcun intervento per Riina, perché non evitiamo una sentenza sciocca e inutile visto che per l'aragosta lessa...quella è la morte sua?
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |