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Messaggi del 07/02/2018

RINCOGLIONITO A CHI?

Post n°2755 pubblicato il 07 Febbraio 2018 da monellaccio19
 

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Rincoglioniti lo dici a qualcun'altro caro Di Battista. Tuttavia la tua indicazione piuttosto poco elegante, la devo condividere, ma no confermarla. Io qui lo dico e qui lo nego: a voler dar retta a voi politici, non solo c'è da dare del rincoglionito a  chi propenderà di scegliervi per il governo del nostro paese, ma anche a chi non vorrà andare a votare e a chi si farà abbagliare da un centrodestra che a chiacchiere in libertà non scherza, ma convince. Dopo le varie puttanate sparate dal fronte che marcia separato per colpire unito e massiccio, oggi ne sentiamo ancora altre: è come sparare in un bel mucchio pieno di persone, si sparano colpi all'impazzata e il tiratore della domenica, ne becca a bizzeffe! Così, Salvini riparte dal servizio di leva per uomini e donne e Berlusconi tanto per non farsi mancare nulla tra i settori e i comparti da convincere con le sue promesse, riabilita i condoni, specie quelli edili e promette costruzioni in libertà, senza chiedere autorizzazioni e procedendo dopo aver avvisato il comune di appartenenza. Ma come? Già oggi, nonostante la burocratica sequenza degli obblighi per costruire e per i quali si aspetta tanto tempo, si ruba a destra e a manca per le mazzette a briglia sciolta, ora invece si procede subito e l'importante è rispettare le leggi, tanto ...poi si controlla! AhAhAhAhAh!!!! E già, se ci saranno problemi, via con un altro condono e il gioco è fatto! Intanto il cav non può star tranquillo perché oggi è partito l'ulteriore coinvolgimento nel processo "RUBY ter" che sperava di saltare: stavolta "scenderà in campo" con il suo chitarrista personale Apicella per la corruzione; gli ha dato soldi perché non raccontasse le magiche serate delle olgettine in quel di Arcore. Siamo al rincoglimento totale: si punta alla confusione, si punta allo sfascio per creare nubi dense e non consentire a nessuno di andare oltre le sensazioni a pelle, quelle che sono scelte dettate dalla pancia e no dalla testa. Vince appunto chi avverte in tal guisa, nel momento del bisogno, sicurezza e benessere senza chiedersi: ma è verità o cazzata quella a cui sto per cedere? Rincoglioniti significa anche questo: Di Battista non lo può e non lo deve dire, basta solo pensarlo, perché alla fine in questo grande calderone italiano della politica, ci siamo tutti e tutti pronti a dar retta alla pancia come se i neuroni fossero tutti lì dentro! Io vittima e no carnefice!

 
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COPIARE SE STESSI

Post n°2754 pubblicato il 07 Febbraio 2018 da monellaccio19
 
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Nemmeno il tempo di iniziare e siamo già al primo caso "giallo" di Sanremo: la canzone (non brutta) del duo Meta/Moro "Non mi avete fatto niente", non è nuova di zecca come da regolamento del festival. Nella sezione Sanremo Giovani del 2016, pare che lo stesso pezzo sia stato cantato da un altro duo: Ambra Calvani e Gabriele De Pascal con il titolo "Silenzio". La prova è nel ritornello: "Non mi avete tolto niente, non avete avuto niente, questa è la mia vita che va avanti oltre tutto e oltre la gente”.  Questa la parte cantata nel 2016 e questo è il ritornello del 2018: "Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente, questa è la mia vita che va avanti, oltre tutto, oltre la gente”. C'è una persona in comune tra i due brani: uno degli autori è Andrea Febo che è presente sia nel primo brano "Silenzio" che nel secondo: "Non mi avete fatto niente". Pertanto, plagio non è, visto che si ruba a se stessi, ma certamente viene meno l'originalità del testo che sembra, salvo una modesta modifica, essere uguale. Vedremo quali saranno le decisioni e quali eventuali provvedimenti saranno presi. Cominciamo già con le prime avvisaglie e come spesso accade, sono il sale di tutte le edizioni del Festival di Sanremo. Guai se non ci fossero, forse sarebbe più noioso!

 
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QUANDO LA PROPRIA TERRA E' AMARA

Post n°2753 pubblicato il 07 Febbraio 2018 da monellaccio19
 
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A Reggio Calabria, un funzionario della Azienda Sanitaria della Provincia, ha scoperto durante le verifiche di documenti contabili, come alcuni dipendenti nonostante fossero stati condannati per reati gravissimi (anche per mafia), fossero ancora a libro paga dell'Azienda. Parliamo di fatti accaduti oltre dieci anni fa e per tutto questo tempo medici, infermieri e  dirigenti hanno ricevuto, tramite regolarissimi bonifici, le somme accreditate puntualmente.  Tra costoro anche il mandante di un omicidio per cui aveva avuto una condanna all'ergastolo. Ma come? Avrebbero dovuto essere tutti licenziati e invece, senza essere al lavoro, prendono ugualmente soldi a sbafo? Tutto è nato dalla profonda analisi, dalla cocciuta rendicontazione effettuata dal Direttore Brancati, il quale poco alla volta, insistendo su tutti i documenti, ha scoperto il giro dei pagamenti non dovuti. Un rete fitta e mafiosa di chi crede di poter fare veramente i propri comodi, ponendosi sopra e oltre le istituzioni. Benché costoro avessero subito l'interdizione dai pubblici uffici, la loro spettanza doveva essere riferita solo al un breve periodo di garanzia durante il quale avrebbero dovuto percepire un assegno detto "alimentare". Dopo quel periodo stabilito per legge, il conto viene chiuso e si sospendono tutti i pagamenti. Questo non è avvenuto e a partire dal più "vecchio" che prendeva soldi da un decennio, vi sono altri che hanno riscosso normalmente i soldini in tempi più brevi...appena pochi anni. Le carte sono passate in mano alla magistratura che provvederà ad approfondire la beffa calabrese. Il caso anche se grave, non è nuovo, una regione martoriata dal malaffare e che non merita questo marcio delittuoso. A tale proposito, ha catturato l'attenzione di tutta la rete, una lettera lasciata da un giovane che ha lasciato la sua bella terra, la Calabria. Ve la riporto:

"Cara Calabria, sei riuscita a far scappare tanta gente, mi piange il cuore per te, Calabria. Stai perdendo: i più onesti, i più sognatori, i più intelligenti, i più coraggiosi, i più lavoratori". Inizia così la lettera di Alessio Tundis, anche lui tra i calabresi costretti dalla crisi a lasciare la loro amata città d'origine. Ad Alessio, 21 anni, non resta che scrivere, raccontando proprio a lei, la sua Calabria, la decisione di andar via, affidandole tutta la tristezza di una scelta obbligata ma mettendo a nudo le difficoltà e le ingiustizie con cui i giovani calabresi devono fare i conti tutti i giorni. Perché la Calabria ha tanto da offrire "ma sai - scrive ancora Alessio - quando c'è di mezzo il futuro le tue "ricchezze" valgono ben poco".


Lettera tratta dall' "Huffington Post" del 6/02/18


 
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