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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 20/04/2017
Vorrei sfatare la leggenda metropolitana delle vip, delle star, delle donne belle che facciano i selfie e siano spesso e volentieri sui social. Loro sostengono che lo facciano solo per mantenere i contatti con i loro fan anzi, se non fosse per loro, le donne importanti e belle, farebbero la calzetta o sarebbero in altre faccenda affaccendate. Sarebbero felicissime di evitare tutto il tempo da dedicare alle pose, alle nuove auto, al nuovo ragazzo o compagno, al mare dove la noia assale e impedisca di fare un bagno in santa pace. Come sono fastidiosi questi fans, questi insistenti followers, non mollano mai e pretendono l'intrattenimento costante. Che fatica! Allora se su queste donne si debba stendere un velo pietoso, consentitemi di gratificare e lodare giusto perché se lo meritino, quelle brave attrici che abbiano scelto di non avere una vita "social" intensa in tutti suoi aspetti pubblici. Ho volutamente postare tra queste, la Selena Gomez solo per un dettaglio: lei era la star con 100 milioni di fans appiccicati a Instagram per seguirla passo dopo passo, succinto dopo succinto. E già, perché se sei sul social e non sei succinta, che ci stai a fare? Beh, la Gomez per quei 100 milioni è stata male, è caduta in depressione e l'hanno dovuta curare in clinica per...disintossicarla. Quindi lei per libera scelta ha mollato i social, è guarita (?) ed è tornata a vivere, mentre le altre famose come Emma Stone, Jennifer Aniston,Kristen Stewart, Scarlett Johannson, Jennifer Lawrence, e tantissime altre che non sto a elencarvi, non sono sui social, hanno una vita normale e ne fanno volentieri a meno. Non mi sembra che abbiano perso ammiratori e fans, sono sempre in pole position e se ne fregano se milioni di persone non possano saper i kakki loro e men che mai vedere parte delle loro nudità. Concludendo e puntualizzando: interessa a qualcuno se una delle belle donne che apprezzi, stia friggendo un uovo a tegamino mentre sia nuda e solo con un grembiulino addosso? Mah... oppure veramente si deve sbavare dietro una bella donna, non interessa se attrice (mod. Belen) brava, bella e gnocca, l'importante è che sia succintamente svestita (o vestita), oppure nuda che è meglio? Cioè credono che siano là centinaia di migliaia di persone solo per la loro bravura? Allora chiedo: fans e attrici, vere o finte, ci fate o ci siete?
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Lei e tante altre mostrano sui social gli effetti di una mancata depilazione. Morgana Mikenas la fitness blogger che vedete, per libera scelta non si depila da un anno. Niente rasoi e niente cerette, garantito al 100%. "La presenza di peli non sminuisce l'essenza di una donna" sostiene la nostra amica. Beh, scusate non so voi ma è inguardabile, è irritante e sicuramente i peli non sminuiranno l'essenza di una donna...dentro, ma fuori sicuramente sì! E se pensiamo ad altri posti non visibili oltre le gambe e le ascelle, non immaginerei assolutamente che piano di deforestazione bisognerebbe attuare. Lei è padronissima, anzi con il seguito che abbia su Instagram, può dettare la linea che predilige. Non ci tiene a indurre le donne alla depilazione, vuole che ogni donna faccia ciò che le pare, senza sentirsi costretta e inibita. Vabbè, ogni donna faccia pure, ma in quelle condizioni non si presentino né da me né ai concorsi di bellezza. Il pelo sul corpo delle donne io non lo sopporto, e voi?
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Fa male vedere la nostra compagnia di bandiera ridotta con le "pezze al sedere": l'ultima gestione ha saputo produrre solo...le nuove divise. Non credo ci sia stato altro che abbia segnato la vita dell'Alitalia sotto il profilo economico e finanziario. Non interessa, ancora una volta, fare nomi e muovere accuse dirette: il mercato è il "deus ex machina" di ciò che accada ad una azienda che non sia in grado di lavorare in regime di concorrenza spietata. E pensare che non v'è bisogno di studiosi, economi professori ed esperti in materia: parlano chiaro i concorrenti che abbiano "spento" la forza della compagnia italiana. Ryanair, Volotea Esasyjet sono tre grosse compagnie capaci di battersi sul mercato e fornire alternative degne di attenzioni con prestazioni alternative. E allora, al di là delle divise, come è stato affrontato il problema della concorrenza? Un azienda inerme e incapace di dare svolte incisive, subisce e viene soverchiata da chi si muove fulmineamente sull'organizzazione e sullo sviluppo delle linee da proporre con vantaggi economici per la clientela e garantendo buone prestazioni. Certo, viaggiare in modo spartano non piace a tutti, ma a quasi tutti piace viaggiare a poco prezzo. Pertanto, chi nel tempo abbia potuto scegliere cosa offrire con i suoi voli, ha pagato e ha ottenuto per ciò che abbia speso. Credo che su questo aspetto fondamentale e prioritario, non vi siano dubbi e tentennamenti. E allora? Personale professionale in esubero, stipendi molto più alti di altre compagnie aeree, la nostra Alitalia da sempre è stato il carrozzone per antonomasia che serviva alla politica e ai sindacati. Lo so, adesso attirerò le ire dei puristi, di coloro che ragionano solo in un senso, ma in realtà queste esperienze erano prevedibili, le tempeste si sono susseguite nel tempo e con l'ultimo cambio padronale e dirigenziale, non è che sia cambiato molto: la nostra compagnia rantola sofferente, al suo capezzale ci sono tutti gli interessati, ha perso quattro miliardi in questi ultimi cinque anni, le misure da prendere non sono difficili da trovare per salvare la moribonda. Solo che i posti di lavoro non si toccano, non servono all'azienda, ma il sindacato non ci sta. E quindi? Mettiamo la patata bollente in mano al governo (cioè noi), aiuti alla baracca traballante e andiamo avanti per altri cinque anni riportando un bel deficit maggiore dell'ultimo magistralmente conseguito. Cari sindacati, per me siete finiti, siete con la maschera ad ossigeno dove qualcuno, molto intelligente, tiene un piede ben premuto sul tubicino per impedire che arrivi aria al moribondo. Costa molto dire tutto ciò, ma costa ancor di più continuare con le meline che non servono più a tutelare i lavoratori e nel caso Alitalia, l'accordo raggiunto, serve solo a farvi belli ma no a risolvere il problema fondamentale che è uno solo: il mercato sovrano e indiscutibile con i suoi perversi ingranaggi. Prendere o lasciare, non ci sono vie di mezzo. L'esempio dell' Alitalia e del centro commerciale di Serravalle, vi servano di lezione! Ma che lo dico a fare? Tanto è l'Italia, maestra di inciuci e di governo (sempre noi) con mammelle sempre piene!
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