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Messaggi del 04/12/2017

PARCHEGGI E...REATI

Post n°2648 pubblicato il 04 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per auto parcheggiate troppo vicine


Ribadendo un vecchio e basilare principio di convivenza sociale e di educazione civile, dobbiamo prendere atto che la nostra libertà finisce là dove inizia quella degli altri. Pertanto, nessun atto personale può prescindere da questo principio e in tal senso, ogni nostra azione deve tener conto se può limitare, alienare e/o compromettere la libertà di un nostro simile. Sapete come il parcheggio dell'auto sia un problema quando i posti scarseggiano e l'affannosa ricerca di un "loculo" dove posteggiare, sia sempre un'impresa titanica. Nel caso di parcheggio  affiancato,  perpendicolare o a spina di pesce rispetto al marciapiedi, allora siamo a stabilire nel caso non sembri molto spazioso,  se possiamo entrarci e se ciò fosse possibile, nasce la domanda: "E poi da dove esco?". Questa è una situazione molto ricorrente ed è quella su cui vorrei richiamare la vostra attenzione: acuita la vista per entrare nel posto, fatalmente siamo portati ad addossarci alla macchina che abbiamo alla nostra destra per guadagnare spazio per uscire, molte volte appiattendo (a riuscirci!?!?!) stomaco e pancia, dal nostro posto di guida. Una situazione che spesso capita e magari nelle città dove in centro scarseggiano i posti, è una delle "battaglie quotidiane" per chi è costretto a cercare parcheggio. La Cassazione, con la sentenza nr. 53978/2017, l'altro giorno ha stabilito chiaramente che è reato impedire alle macchine che ci fiancheggiano, il normale e corretto uso delle portiere. O meglio, preciso per chiarezza: è reato quando l'autista penalizzato dalla macchina troppo addossata alla sua, non può entrare dal posto guidatore, ma magari entrare dall'altro lato! No, l'alienazione e la violenza personale, quindi il reato, sussiste anche se il guidatore potesse entrare dall'altra parte; ovvero, se il lato viaggiatore fosse libero e consentisse, magari con un po' di ginnastica acrobatica, l'ingresso non si evita l'accusa. Il guidatore ha DIRITTO ad entrare solo dalla parte che lo riguardi. Perciò, prestate attenzione, date libertà innanzi tutto allo sportello guidatore della macchina che vi affianca nel parcheggio e se possibile, non vi addossate neanche all'altra auto alla vostra sinistra,  nel caso vi capitasse una corte intransigente e scattasse il reato per entrambi gli ingressi. Ora, a parte la sentenza che comunque si basa su principi legittimi e inviolabili, resta da capire con quale auto sarebbe opportuno frequentare il centro per trovare un parcheggio che non induca a commettere un reato: o parcheggiamo con un auto provvista di tetto apribile per uscirne dopo aver parcheggiato, oppure di un'auto con il portabagagli sgombro in modo tale da abbassare gli schienali posteriori, intrufolarci con sinuosità corporea nel cofano e indi poscia, uscire da dietro. Difficile vero? Allora la terza possibilità resta la  più praticabile: muoviamoci con i mezzi pubblici.

 
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UMARELL: IL GADGET DA REGALARE A NATALE

Post n°2647 pubblicato il 04 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per umarell da scrivania

 

Umarell? Ekkevvordì? "E' dialetto bolognese, indica i vecchietti che si vedono in giro e magari, si piazzano con le mani dietro la schiena a guardare i lavori in corso". Li conosciamo tutti, sappiamo cosa facciano e a volte nella loro semplice ingenuità, passano ore e ore a seguire i lavori in un cantiere, i lavori in corso ecc.ecc. L'antropologo Danilo "Maso" Masotti, dieci anni fa circa, scrisse un saggio su questi personaggi ai quali mai nessuno aveva prestato attenzione più di tanto. Da allora, dal libro di Masotti, la figura è stata sempre più discussa e apostrofata: uno stereotipo che ha saldato radicalmente nella nostra conoscenza, la cultura della strada di questi anziani. In fondo questi vecchietti tipici nella loro posa, si comportano così solo per strada e solo quando c'è gente al lavoro. Figura indiscussa e reale tra le varie leggende metropolitane, gli umarell fanno parte della nostra società, sono tanti, vivono in mezzo a noi, ci osservano e noi osserviamo loro". Hanno tempo da perdere e magari invece di intrupparsi con altri coetanei che sostano nei giardinetti a gruppetti, loro preferiscono passeggiare e puntare un cantiere dove ci sia gente al lavoro. Sono così puntigliosi che a volte, in caso di recinzioni severe, loro spostano, forzano e agiscono sul materiale che impedisca di sbirciare, solo per poter seguire i lavori in corso. Bene, l'idea geniale e qui mi ripeto ancora una volta su coloro che hanno voglia di lavorare e che le idee se le fanno venire, ha fulminato i sigg. Colorini e Gamucci, due imprenditori in gamba che hanno pensato bene, nel loro laboratorio di fabbricazione digitale a Milano, di impostare e portare alla realizzazione in 3D, l'umarell. Pensate il caso, dovevano provare una stampante digitale e hanno disegnato un omino con le mani dietro alla schiena. Ecco l'intuizione e fatta girare in rete senza spendere un centesimo in pubblicità, l'umarell in 3D, è diventato un gadget da tenere sulla scrivania. Orbene, chi di noi sarebbe disponibile, mentre è da solo al PC per lavoro e/o per cazzeggio, sentirsi addosso lo sguardo del ficcanaso? Per molti è uno stimolo a lavorare di più perché si sentirebbe sotto osservazione, per altri sarebbe insopportabile averlo tra le scartoffie mentre tenta di ficcare il naso e gli occhi dappertutto. La filosofia è questa: "La cosa più difficile da fare è lavorare sodo quando nessuno ti sta guardando", ebbene le richieste sono tantissime, il gift è alto 14 cm. costa 18 euro ed è disponibile in diversi colori. Creato in tre dimensioni, il materiale è bioplastico. Spero di averne uno in regalo, la sua presenza sulla mia scrivania e la sua insistente curiosità, mi metterebbero premura e magari con lui ci potrei pure parlare. Lui dovrebbe sforzarsi di ripetere la parola "più" e io insisterei con la parola "meno". Dopo due/tre ore, avremo parlato del più e del meno!

 
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