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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Oggi me la cavo con poco e vado sul facile. Mi permetto richiamare la vostra attenzione sulla domenica appena trascorsa, su tutte le domeniche che viviamo: per tanti è una giornata di riposo, non c'è da lavorare e resta un giorno da vivere diversamente dagli altri della settimana. Oggi con i ritmi e le compulsioni che vive la nostra società, la domenica è per tantissimi un giorno come un altro: lavorano per assicurare servizi anche voluttuari e garantire a tutti le proprie prestazioni. Non escluderei dal novero, anche tutti coloro che sono ai limiti dalla opulenta società come i poveri e i disoccupati. Sono liberi la domenica, ma la vivono nell'indigenza e nelle ristrettezze. Gianni Rodari, un grande della nostra letteratura, sempre attuale e pertinente specie per i bambini, scrisse anni fa una poesia che forse dovrebbero leggere anche gli adulti:
NON PER TUTTI E' DOMENICA
Filastrocca della domenica
un po’ allegra, un po’malinconica,
malinconica vuol dire mesta:
non per tutti domenica è festa.
Non è festa per il tranviere,
il vigile urbano, il ferroviere,
non è domenica per il fornaio,
per il garzone del lattaio.
Ma tutti i giorni sono neri
per chi ha tristi pensieri;
per chi ha fame, è proprio così:
ogni giorno è lunedì.
Rodari ha visto lontano quando scrisse questa breve ma intensa poesia, ha toccato tasti sensibili che evidenziano i cambi di questa società che non ha altro scopo che produrre sempre e a tutti i costi. Pensate al calcio: era il distintivo preminente della domenica: lo stadio era la destinazione per seguire la propria squadra del cuore. Oggi il calcio è per tutti i giorni della settimana e aggiunto alle tante “sirene” che la domenica cantano per i consumatori e gli aventi diritto ai “servizi”. Ecco, mi e vi concedo una piccola pausa di riflessione sulla domenica e la funzione fondamentale che è mutata nel tempo.
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Mi consola questa ricerca che rilevo sul web e pubblicata sulla rivista “Scientific Reports”. Una schiera di esperti di musica, ha scelto di ascoltare 12.000 brani di musica che coprono un arco di tempo lungo 40 anni, ossia, dal 1980 al 2020. Un lavoraccio molto intenso e puntuale, visto che i generi esaminati sono: country, pop, rock, r&b e rap. Per quanto riguardi la musica e i testi, si rilevano ripetizioni, emotività ai minimi storici e semplicità al massimo della sua marginalità. Il ripetere è sfiancante, un continuo reiterare ritornelli e strofe, con un ritmo sempre sostenuto, ma noioso e insopportabile basato sullo stesso giro di accordi. La struttura lessicale (ciò che conta molto in un testo) è ridotta ai minimi termini specie nei pezzi rock degli ultimi decenni, mentre nel genere rap, l'emotività è più avvertita. Invece nei pezzi r&b, pop e country, sembra emergere più negatività. In generale quindi, traspare in tutti i generi la rabbia, il raccontare spesso aspetti della vita del cantante o addirittura premiare l'autoreferenzialità. Pertanto, emerge la semplicità, l'orecchiabilità, si ascolta distrattamente, magari in sottofondo e senza dedicare l'attenzione necessaria per stimare testi e musica. Che dire? Sono solo canzonette!
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Fratelli carissimi, saldo nella fede e certo di trovarvi sempre raccolti nelle vostre esperienze nel culto del vostro Dio, sono ancora preso dalla dipartita del beato Silvio Berlusconi. Ormai, il tempo ci conduce verso nuovi orizzonti e dovremmo aprirci al domani e al nuovo che avanza. Penso che per evitare la sue celebrazioni e le commemorazioni audaci e insistenti, dovremmo pregare il Santo Padre, affinché provveda a proporre la Santità per quest'uomo che nella sua lunga vita ha, alla pari dei tanti Santi ormai nel regno dei cieli, provveduto essenzialmente al benessere del suo prossimo: opere immense e grandiose, opere per le quali ancora oggi si ricordano le sue gesta. Ci mancava il film della sua vita, riproposto perché nessuno dimentichi il suo operato e come se non bastasse, affinché la memoria resti sempre viva in tutti noi, un film su Doris suo compagno sin da giovane e socio in affari: due occasioni che rinnovano la conoscenza della sua lunga vita professionale e politica. Ebbene, mi auguro che tra trent'anni, quando verrà a mancare il fido Confalonieri, non si produca un film sulla sua vita. Sono i benvenuti, ma servono non solo a ricordare i grandi uomini che sono stati, bensì a richiamare sempre Silvio e le sue immense imprese. Pertanto prego il Papa perché provveda subito a nominarlo Santo: solo così potremmo tentare di dimenticare questo grande uomo e non subire la celebrazione e la commemorazione insistente e ambita da parte della sua famiglia, da parte dei suoi cari, delle sue care e di tutto il popolo dei beniamini sparsi sul globo. La pace sia con tutti voi!
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Ce ne faremo una ragione e probabilmente, alcuni, anche con molto piacere. Ama lascerà la RAI e punterà su Discovery, dove potrà tentare nuove esperienze, guadagnare più soldi e soprattutto, non essere imbrigliato dal burocratico e ormai logoro trattamento della Rai. Pare sia notizia sicura e le valige sono già pronte per il trasferimento: sul canale 9 (come Fazio) potrà disporre della massima libertà e dirigere tutto il trattenimento della piattaforma. Insomma un nuovo traguardo che premia la sua totale bravura e la sua ruffianeria, come io abbia sempre sostenuto, che lo ha reso simpatico a tutti gli italiani...o quasi. Accadrà? Pare certo e comunque, non soffrite, non piangete, vedrete che la RAI non si fermerà: continueranno tutti a lavorare, i programmi non saranno sospesi e magari accadrà che pure Fiorello seguirà le orme del suo amico. Quindi addio Amadeus, chi ti AMA ti seguirà e sarà felice di vederti manager, presentatore, conduttore e più ricco per i soldi in più che la nuova TV ha già offerto. Noi speriamo nei giovani, paghiamo un canone ed è nostro diritto pretendere che i giovani si facciano avanti. Non parteggio per nessuno e non faccio nomi, ma se ci pensate li individuerete voi stessi quali siano gli eredi del big man che ci lascerà. Bye bye Amadeus...che la fortuna assista te e la tua famiglia visto che si preveda l'occupazione per tua moglie e i tuoi figli che scalpitano. Per voi che soffrirete...amen!
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Dalle mie parti, si cita un adagio popolare espresso in dialetto barese che recita: "A casa dei suonatori non servono serenate". E' un modo molto pertinente per far intendere metaforicamente a chi voglia agire in modo scorretto nei confronti di un suo pari, che non c'è trippa per gatti. Avrete appreso che in questi giorni sia stata smantellata una grande banda di falsari che non solo operava in Italia ma anche all'estero. Ebbene, le forze dell'ordine hanno arrestato molta gente coinvolta e a Napoli v'era la centrale dei falsari gestita da un clan per la vendita diretta, in un basso del quartiere Mercato Pendino. Dalle indagini è emerso che uno dei tanti acquirenti è entrato nel “negozio” ha chiesto le banconote che voleva acquistare e ha pagato. Il cassiere ha preso i soldi, ha posto le banconote in una busta e il signore è uscito tranquillamente. Il cassiere non si è accorto di nulla e solo alla resa dei conti, un “capoccione” gli ha fatto notare che la grossa banconota ricevuta era falsa e addirittura riconoscibile dal numero di serie che loro erano soliti usare nella stamperia del falso. Raga', non è una barzelletta: Alla fine è cambiato niente? Falso per falso, tutti contenti come prima...
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