Creato da: pasqualepitari il 15/04/2009
Venerabile Serva di Dio (dal 6 aprile 2019)

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Gesu misericordioso

Gesù, abbi misericordia di noi: salvaci

Coroncina alla Divina
Misericordia!

-Nel nome del Padre,
del Figlio e dello
Spirito Santo.
-Padre nostro,Ave
Maria e Credo.
-Si usa una normale

Corona del Rosario:
-sui grani grossi:

Eterno Padre io ti offro
il Corpo e il Sangue di
Nostro signore Gesu' Cristo
in espiazione dei nostri
peccati e di quelli di tutto

-sui grani piccoli:
Per la sua dolorosa Passione
abbi misericordia di noi e
del mondo intero!
-Infine ripetere per tre volte:

Santo Dio,Santo Forte,Santo
Immortale abbi pieta' di noi e
del mondo intero!

 

 

 

La vita è un'opportunità, coglila.

La vita è bellezza, ammirala.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è una ricchezza, conservala.

La vita è amore, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è una tragedia, affrontala corpo a corpo.

La vita è una avventura, rischiala.

La vita è felicità, meritala.

La vita è la VITA, difendila.

  (Beata Madre Teresa)  

 

Oggi la gente è affamata d'amore,
e l'amore è la sola risposta
alla solitudine e alla grande povertà.
In alcuni paesi non c'è fame di pane,
la gente soffre invece di terribile solitudine,
terribile disperazione, terribile odio,
perché si sente indesiderata,
derelitta e senza speranza.
ha dimenticato come si fa a sorridere.
ha dimenticato la bellezza del tocco umano.
ha dimenticato cos'è l'amore degli uomini.
Ha bisogno di qualcuno che
la capisca e la rispetti.

****

Sappiamo che se vogliamo amare veramente,
dobbiamo imparare a perdonare.
Perdonate e chiedete di essere perdonati;
scusate invece di accusare.
La riconciliazione avviene
per prima cosa in noi stessi,
non con gli altri.
Inizia da un cuore puro.

****

Madre Teresa di Calcutta

 
IL VALORE DI UN SORRISO

Un Sorriso non costa nulla e rende molto.

Arricchisce chi lo riceve,  senza impoverire chi lo dona.

Non dura che un istante, ma il suo ricordo è talora eterno.

Nessuno è così ricco da poterne fare a meno.

Nessuno è così povero da non poterlo Dare.

Crea felicità in casa;  è sostegno negli affari;

è segno sensibile dell'amicizia profonda.

Dà riposo alla stanchezza; 

nello scoraggiamento rinnova il coraggio; 

nella tristezza è consolazione;

Di ogni pena è naturale rimedio.

Ma è un bene che non si può comprare, né prestare,

né rubare, poiché esso ha valore solo nell'istante in cui si dona.

E se poi incontrate talora chi non vi dona l'atteso sorriso,

siate generosi e date il vostro; 

 perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso 

come chi non sa darlo ad altri.

Padre Faber

 

 

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NUCCIA TOLOMEO E IL CROCIFISSO

Post n°17 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da pasqualepitari
 
Foto di pasqualepitari

Il 1° novembre 2010 alle ore 18 l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace,Mons. Antonio Ciliberti, dopo una solenne concelebrazione eucaristica, onorerà la Serva di Dio Nuccia Tolomeo, collocando i suoi resti mortali nella cappella dedicata al Crocifisso della chiesa del Monte in Catanzaro, perché il suo messaggio di fede, di speranza e di amore trovasse lamassima eco presso il popolo di Dio e nella società. Il monolite che sarà posto al centro della cappella indicherà il luogoche conterrà le insigni reliquie. Il progetto è stato redatto dall’IngegnereMassimo Rubino. Si comprende questa scelta, considerando che la vita e ilmessaggio della Serva di Dio sono incomprensibili senza il riferimento a GesùCrocifisso, di cui lei è stata un’icona luminosa.

Ecco alcuni scritti diNuccia in cui è evidente la centralità del Crocifisso nella sua spiritualità.

 1)Nel suo diario-testamento prima del 1980 Nuccia scrive: “Gesù, mi offro a Te,vittima ai tuoi piedi, fa di me quello che vuoi, voglio essere l’umile tuaserva, un tuo piccolo fiore, un lume acceso che arde sempre ai piedi del tuotrono eucaristico. La mia vita deve essere come l’ape che vola di fiore infiore per succhiare il nettare e portarlo a Te, Gesù, assieme alla mia sofferenza.…Alla vista della mia vita stroncata, di una vita che non doveva più essere perme che sorgente di amare delusioni, sono stata turbata di abbandonarmi a pensierispaventosi. Allora, nel mio prepotente bisogno di amore e di protezione misono rivolta al Crocifisso. Egli comprende ogni cuore martoriato ed ascoltacon immensa pietà ogni lamento. Vicina a Te, non mi lamento, non mi annoio,anzi ringrazio l’Amore di avermi crocifissa per amore. …Le preghiere più belle sono l’ora santa e lavia crucis. Al termine dico: ”…O Gesù, rendimi umile, dolce e rassegnata”. …Avolte ho un mal di testa molto doloroso. Guardo Lui coronato di spine e miunisco a Lui. La sofferenza è tanta! E’ mai possibile, Signore? Silenzio. Lapoltrona e il letto mi sembrano più duri. Con sgomento tendo le braccia alSignore e piango… Nello stesso istante scende dalla croce di Gesù la luce e laforza. Mi rassegno. …Se non brucio d’amore, molti morranno di freddo”!  

 2)Nel suo testamento spirituale Nuccia scrive: “…Desidero consegnare loro il dono più grandedella mia vita, la fede, che Tu gratuitamente, Signore, mi hai elargito, percomunicarmi la sapienza della Croce, farmi penetrare e accettarecome servizio speciale il mistero del dolore. … La tua potenza d’amorefaccia di me un cantore della tua grazia, trasformi il mio lamento ingioia perenne: un inno alla vita, che vinca la morte e sia messaggio disperanza per molte anime tristi. …Grazie, Signore, per il dono della vita,grazie, perché mi hai predestinato alla croce, unendomi a Cristo nel dolore eai fratelli nel vincolo indissolubile dell’amore. …Grazie, Gesù, per avertrasformato il mio pianto in letizia, per esserti costituito mio buon cireneo,mio sposo e maestro, mio consolatore. Grazie per aver fatto di me il tuo corpo,la tua dimora, l’oggetto prezioso del tuo amore compassionevole, delle cure edell’attenzione di tanti fratelli. Grazie di tutto, Padre buono emisericordioso! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio per ogni gesto d’amorericevuto, ma soprattutto per ogni privazione sofferta. Voglio ringraziarti inmodo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me unavera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine, ed è statoper gli amici del mio Getsemani, esercizio di carità e di ogni altravirtù”.  

 3) Inun messaggio autobiografico del 24 marzo 1994 a Radio Maria Nuccia offre a Gesùle sue sofferenze dando ad esse un valore sociale, ecclesiale e redentivo:

 “Offro a Gesù, per Gesù, momento per momento, tutto il mio patire e lo unisco allesue sofferenze, a quelle della sua passione, per la conversione deipeccatori, per tutti i giovani, affinché comprendano il vero sensodella vita, e per tutti coloro che non Lo amano e non Lo conoscono. Facciodelle mie sofferenze umane un dono di riparazione sociale, affinché nessunovada perso.

…La sofferenza mi ha condotto ai piedi dellacroce e mi ha fatto amare il Crocifisso e la Madonna Addolorata. Gesù e Mariasono stati e continuano ad essere i miei migliori maestri. Il Consolatore, poi,mi ha dato la forza di combattere e superare lo scoraggiamento, soprattuttoquando al martirio della sofferenza fisica si è aggiunto quello del cuore.Infatti, nel calice della mia sofferenza non sono mancate le ingratitudini, itradimenti, le calunnie e tante altre amarezze da parte di amici e di parentipiù cari. Lo Spirito Santo mi ha sempre invitato ad amare e imitare Cristo ed iosono lusingata di vivere le sue stesse sofferenze. Sono sicura che,soffrendo con Cristo, per Cristo e in Cristo, risorgerò con Lui”!

 4) In un secondo messaggio autobiografico del 10 febbraio 1995, Nuccia ricorda comeai piedi della croce di Cristo lei trova pace e, persino, gioia.

“Ho compreso che la sofferenza va accettata e conmansuetudine offerta, perché è dono: tutto è grazia. … Ai piedi della croce,contemplando il Crocifisso con amore, ho sempre trovato la pace, il coraggio diandare avanti. Guardando le sue piaghe, mi sento amata: il mio cuore èavvolto dalla gioia e dal suo calore. …In quest’ultimo periodo sonocondotta ad una più intensa sofferenza. I miei polmoni non funzionano e latosse mi strazia. Soffoco. Le mie forze vengono meno, ma dico “fiat” e “grazie”.Gesù è il mio vanto, la mia forza, la mia gioia, la mia pace, la mia vita”! 

 5) Nelmessaggio di Pasqua 1995 Nuccia dice: “Lodo e ringrazio il Signore per la crocedi cui mi ha fregiata, perché crocifiggendo la mia carne, ha pure crocifisso imiei pensieri, i miei affetti, i miei desideri e, persino, la mia volontà, perfare di me sua gradita dimora, suo compiacimento, suo tabernacolo vivente”

 6) In una preghiera al preziosissimo sangue Nuccia ringrazia il suo Sposodivino: “Grazie, Gesù, infinita Carità, per avermi eletta vittima del tuoamore” per l’umanità sofferente.

www.nucciatolomeo.it- http://biografianucciatolomeo.blogspot.com/

Vice postulazione - mail: pasqualepitari@libero.it – tel:0961.883448 – 328.8103692

 
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SUSY, Sorriso di Dio

Post n°16 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da pasqualepitari
 

Il testamento spirituale di una ragazza SUSY morta di leucemia nell'ospedale di Catanzaro nel fiore degli anni toccata dalla fede: "Che cos'è la meta" musica di Don Giancarlo Gatto.

http://www.nucciatolomeo.it/Video_187_Susy_Fusaro_La_meta_Ioutube.html

 
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LA SERVA DI DIO LORENA D'ALESSANDRO PARLA DI SE

Post n°15 pubblicato il 09 Agosto 2010 da pasqualepitari
 

 

www.amicidilorena.it


Primogenita di tre figli, Lorena D'Alessandro, nata a Roma il 20 novembre 1964, a soli 10 anni viene ricoverata al Policlinico Gemelli dove subisce un trapianto osseo a causa di un tumore alla gamba sinistra. Due anni dopo, i medici si accorgono che il tumore si sta riformando: le viene amputata la gamba. Al suo posto avrà una protesi che porterà con molto coraggio e una certa disinvoltura. Studentessa al liceo classico, Lorena canta nell'animazione alla Messa e fa la catechista nella sua parrocchia alla Rustica; entra a far parte di un Gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel gennaio 1981, le viene diagnosticato un tumore al polmone sinistro con metastasi diffuse, che la porterà alla morte in appena tre mesi, il 3 aprile 1981. L'8 aprile 2003 si è conclusa, presso il Vicariato di Roma, la fase diocesana della sua causa di Beatificazione.

 
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La causa di beatificazione di Nuccia Tolomeo iniziata il 31 luglio 2009 si è conclusa il 24.01.2010

Post n°13 pubblicato il 14 Luglio 2009 da pasqualepitari
 
Foto di pasqualepitari

 

Cari amici, vi partecipo questa bella notizia:

Nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe

- quartiere Pianocasa di Catanzaro -

domenica 24 gennaio 2010 alle ore 17 

l'arcivescovo Mons. Antonio Ciliberti

ha concluso con una solenne celebrazione eucaristica

la fase diocesana della Causa di beatificazione della

Serva di Dio NUCCIA TOLOMEO,

morta a Catanzaro il 24 gennaio 1997

in concetto di santità.


La causa di beatificazione della Serva di Dio

era iniziata il 16 luglio 2009

CLICCA


 
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PREGHIERA PER I PRETI

Post n°12 pubblicato il 29 Giugno 2009 da pasqualepitari
 

 

 

PREGHIERA PER I PRETI

(di EDARICCI)

nell'ANNO SACERDOTALE

 


Parole di Giovanni Maria Vianney (il santo curato d'Ars) sul Sacerdote

"Se avessimo fede, vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro il vetro. Quando iL sacerdote è all'altare o sul pulpito, dobbiamo guardarlo come se fosse Dio stesso.Quanto è grande il sacerdote! Dio gli ubbidisce: dice due parole e Nostro Signore scende dal cielo. Se non vi fosse il sacramento dell'Ordine non avremmo Nostro Signore. Chi è che lo ha messo là, nel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto l'anima nostra al suo ingresso nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l'ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest'anima viene a morire, chi la risusciterà, chi le renderà la calma e la pace? Ancora il sacerdote... Dopo Dio, il sacerdote è tutto!... Lui stesso non si capirà bene che in cielo".

"Se comprendessimo bene che cos’è un prete sulla terra, moriremmo: non di spavento, ma di amore... Senza il prete la morte e la passione di Nostro Signore non servirebbero a niente. È il prete che continua l’opera della Redenzione sulla terra... Che ci gioverebbe una casa piena d’oro se non ci fosse nessuno che ce ne apre la porta? Il prete possiede la chiave dei tesori celesti: è lui che apre la porta; egli è l’economo del buon Dio; l’amministratore dei suoi beni... Lasciate una parrocchia, per vent’anni, senza prete, vi si adoreranno le bestie... Il prete non è prete per sé, lo è per voi".

Solo in cielo si comprenderà la felicità di celebrare la messa.

Il sacerdote non è sacerdote per sé. Non può assolvere se stesso. Non può amministrare i sacramenti a se stesso. Egli non è per se stesso: è per voi. Non sarebbe male se un sacerdote morisse a forza di fatiche e di pene sopportate per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

 
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DON TONINO BELLO, prima di morire

Post n°11 pubblicato il 04 Giugno 2009 da pasqualepitari
 
Foto di pasqualepitari

Ecco come parla un uomo di Dio

MONS. DON TONINO BELLO, già Vescovo di Molfetta

E' un video amatoriale registrato in una delle ultime uscite di Don Tonino Bello, prima della sua morte, in cui accoglie agli ordini minori due candidati. E' un video che fa riflettere chi si appresta ad un percorso vocazionale o chi è in ricerca vocazionale, per riflettere sul grande dono della vita e della vocazione. Sono parole sante di un uomo che prima di predicare, viveva il Vangelo!


Manda o Signore apostoli Santi nella tua chiesa!

 
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PAPA BENEDETTO XVI, incompreso e perseguitato

Post n°9 pubblicato il 15 Maggio 2009 da pasqualepitari
 
Foto di pasqualepitari

Come figli di Santa Romana Chiesa, diamo il nostro sostegno morale e di preghiera al

PAPA BENEDETTO XVI, incompreso e perseguitato.

Articolo di Renato Farina  su “Libero” del 13/5/2009

Questo Papa non ha ricevuto proiettili addosso come capitò al predecessore, ma chiodi nelle mani e lance nel costato non mancano mai. È il suo destino. Pone gesti di coraggio leonino, usa parole trasparenti: ma è trattato come un tipo minore, bastonabile da chiunque gli passi vicino. La gente comune è con lui, e lo vede perseguitato, secondo la profezia di Isaia per il Servo di Jahvè: "Hanno contato tutte le mie ossa". Ma è una consolazione senza gloria di mondo. Questo viaggio in Medio Oriente nel cuore della tragedia del nostro tempo, ha rimesso in scena questo teatro dell'ingiustizia. Benedetto XVI mite e inerme ha osato andare dovunque non si doveva andare, perché ci si poteva scommettere che avrebbe scontentato tutti quanti pretendono di dettargli parole, gesti, sentimenti per la loro causa. Il Papa Bavarese è stato imprudente e fantasioso, senza mai alzare la voce, senza chiamare a sostegno cardinaloni o politici di livello mondiale; lo è stato più di quanto sia capitato di veder fare dal suo amico Karol Wojtyla. Ma hanno fortune diverse sul set dei leader mondiali. Il sigillo di Ratzinger è essere segno di contraddizione, ed essere umiliato. Osservatelo però: è come se questi schiaffi sul volto, francescanamente, gli regalassero la perfetta letizia.

Il Grande Polacco aveva contro Breznev ma dalla sua Reagan, poi si scontrò con Bush padre e però aveva Gorbaciov a sostegno . Fu amato dagli ebrei per la visita alla Sinagoga di Roma, accusato per questo di eresia dai cattolici tradizionalisti di Lefèbvre. Fu apprezzato da islamici ed induisti. Ma a causa dell'indisponibilità al compromesso etico detestato dai progressisti alla Kung. E aveva dalla sua, forti e viventi, Madre Teresa e don Luigi Giussani. La malattia lo costrinse a pene private e pubbliche, ma fu venerato in vita dal popolo come già santo.

Ratzinger? Tutti contro, o quasi. Obama gli va contro per aborto e ricerca sulle staminali. Il resto ve lo risparmiamo, ingratitudine dei lefebvriani compresa. Basti dire che pochi giorni fa, al Parlamento europeo, solo per un pugno di voti non è passato un emendamento di condanna personale contro di lui: l'accusa era di essere una specie di untore sacro, favorevole alla propagazione dell'Aids perché sostiene che i preservativi servono poco contro il contagio. Lo aveva detto in Africa. A 82 anni si è scapicollato sotto il sole feroce del Camerun e dell'Angola. Niente, trattato come fosse un sadico. Lui incassa, non reagisce.

MOLTI NEMICI

Ratzinger ha amici, come ricorda lui, ed è vero. Ma contano poco. Questo viaggio è il massimo del rischio per un Papa, ma lo sarebbe anche per un capo politico mondiale. Ecumenico senza essere generico. Benedetto è stato in Giordania e ha pronunciato un messaggio di cristallina bellezza dal monte Nebo dove Mose salutò la Terra promessa: da quella terrazza evocante i millenni ha salutato gli ebrei come padri e fratelli, con i quali è essenziale per i cristiani cercare l'unità; poi è entrato nella moschea ad Amman e ha onorato gli islamici religiosi condannando quanti ideologizzano la religione negando libertà e praticando violenza. È poi passato in Israele dove ha visitato il museo dell'Olocausto. Qui ha parlato di «orrore della Shoah», dell'assurdità di qualsiasi negazionismo, era commosso, provato dal carico di dolore e di infamia scaricato sulle vittime: mai più antisemitismo, ha detto. È stato nella moschea della Cupola di roccia sacra ai musulmani, alla spianata delle moschee ha porto la mano per un dialogo vero e totale, «senza ambiguità» con i musulmani. Ha visto il Muftì di Gerusalemme e i due massimi rabbini di Israele. Oggi andrà nei Territori dell'Autorità palestinese, ne incontrerà i capi. Nessuno ha visto personaggi religiosi tanto importanti e contrapposti, ha parlato con gente di ogni idea e militanza in luoghi dove ci si ammazza da sessanta anni. Risultato: i giornali e le autorità israeliane lo hanno criticato, e questo è plausibile, ma lo hanno fatto in modo offensivo, addirittura inventandosi la storia mille volte smentita della adesione di Ratzinger adolescente alla Gioventù hitleriana. Ma il presidente della Camera di Gerusalemme ha fatto di peggio, attribuendogli sentimenti meschini, perché secondo lui avrebbe fatto un discorso sulla Shoah senza partecipazione, «dal di fuori», senza chiedere perdono per conto dei tedeschi e dei cristiani. In compenso i leader musulmani lo minacciano di morte dipingendolo su Internet con la faccia di maiale, i moderati lo trattano con antipatia perché filoisraeliano. Vicino alla spianata, dove il Papa ha teso la mano al Muftì, un gruppo di palestinesi distribuiva volantini dove si spingeva ad organizzare manifestazioni ostili in Galilea dove oggi giungerà Ratzinger.

IL POPOLO

Insomma in Terra Santa lo inchiodano come capitò a un tale di cui è vicario in terra. Eppure c'è un popolo silenzioso che gli vuol bene, un popolo senza potere. Cattolici del Medio Oriente e di tutti i continenti. Ma non solo, anche laici, anche ebrei, buddisti, persino islamici. Invece l'establishment lo vuole seppellire. Viene in mente san Paolo all'Aeropago di Atene, preso in giro da gente di cui nessuno sentirà mai parlare, perché proclamava la resurrezione. Ma alcuni lo seguirono...

GRAZIE, PAPA BENEDETTO, PER IL TUO CORAGGIO. DIO E' CON TE. GESU' L'AVEVA DETTO: "SE HANNO PERSEGUITATO ME, PERSEGUITERANNO ANCHE VOI". 


 
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DONAZIONE E TRAPIANTO D'ORGANI E TESSUTI

 

LA SAPIENZA, DONO DELLO SPIRITO SANTO IN NUCCIA TOLOMEO

 

SCHEDA di spiritualità su Nuccia Tolomeo, presto Serva di Dio

Post n°5 pubblicato il 23 Aprile 2009 da pasqualepitari
 

SCHEDA di spiritualità su Nuccia Tolomeo, presto Serva di Dio

Gaetana Tolomeo, da tutti conosciuta come Nuccia, è nata il 10/04/1936 a Catanzaro Sala ed ha vissuto per 60 anni, fino alla morte avvenuta il 24/01/1997, una vita semplice, ordinaria, costretta a una forzata immobilità per una paralisi progressiva e deformante fin dalla nascita. E’ stata sempre su una poltroncina o a letto in tutto dipendente dagli altri. Educata cristianamente, ha maturato la coscienza del suo stato in una visione di fede e ha trovato in Gesù Crocifisso le motivazioni per cantare la vita. Regalava a chi la andava a visitare una testimonianza di coraggio, di fortezza e un sorriso, che trovava nell’amore di Dio la sola giustificazione. Al suo angelo custode aveva dato il nome Sorriso. E il sorriso era diventato per lei il modo di essere. Soprattutto negli ultimi tre anni della sua vita, alle tante persone che le telefonavano o le scrivevano da tutta Italia raccontandole le loro miserie, lei offriva un ascolto empatico, inviava il suo angelo Sorriso, assicurava la sua preghiera e l’offerta della sua sofferenza  e, infine, incoraggiava a riporre nei Cuori di Gesù e di Maria tutta la loro speranza. Nuccia ha fatto parte dell’associazione Azione cattolica e della Milizia delle anime riparatrici del Cuore di Gesù; era entusiasta inoltre del movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito. Sacerdoti, suore e laici impegnati nell’apostolato spesso andavano a trovarla. Aiutata e sostenuta da tali amici, nella sua diversa abilità, ha cercato di dare un senso alla sua vita. Viveva per gli altri, soprattutto per i sofferenti e i peccatori. Voglio farli risorgere in Te, con il Tuo amore. Voglio pregare molto e soffrire per tutti loro, perché sono sicura che, mentre io prego e soffro, Tu li guarisci e li liberi…. Pregava tanto, soprattutto col rosario che teneva permanentemente legato alla sua mano, con l’adorazione eucaristica, con la via crucis e la lettura della Parola di Dio. Negli ultimi tre anni ha collaborato con Federico Quaglini, già conduttore di Radio Maria, nella trasmissione ‘Il fratello’ e nella rubrica ‘Beati gli ultimi’. I messaggi, che lei scriveva con cura e poi leggeva il sabato notte a Radio Maria, sono ancora oggi un vero tesoro di spiritualità e di mistica. Sono stati provvidenzialmente anche registrati e di quasi tutti i messaggi abbiamo ancora gli originali. Si rivolgeva a tutti, soprattutto ai fratelli reclusi, ai sofferenti nel corpo e nello spirito, alle prostitute, ai giovani delle discoteche, ai drogati, alle famiglie in difficoltà. Un grande bene ha operato il Testamento Spirituale, un vero vangelo di grazia. “… La tua potenza d’amore faccia di me un cantore della tua grazia, trasformi il mio lamento in gioia perenne: un inno alla vita, che vinca la morte e sia messaggio di speranza per molte anime tristi. Il mio cuore esulta di gioia, se penso a Te, mio Dio. Ora è giunto il momento propizio per innalzarti la mia ultima preghiera, la più pura, quella della lode, ed invoco l’aiuto dello Spirito e di Maria Santissima per saperti lodare e ringraziare. La mia ultima preghiera vuole essere un magnificat, un’esplosione d’amore e di gioia, per le meraviglie, che Tu, Signore, hai operato nella mia vita. Questo canto gioioso sia anche per voi, miei buoni fratelli e sorelle, la vostra preghiera. Non piangete per la morte del corpo, ma per il peccato dell’umanità, e adoperatevi per la pace, attraverso la gioia e l’amore di Cristo Gesù. Pregate e ringraziate il Signore, anche per me, perché Egli ha visitato la sua umile serva e l’ha trovata degna della sua grazia, della sua misericordia. Pregate così in memoria di me: Grazie, Signore, per il dono della vita, grazie, perché mi hai predestinato alla croce, unendomi a Cristo nel dolore e ai fratelli nel vincolo indissolubile dell’amore. Grazie, Gesù, per aver trasformato il mio pianto in letizia, per esserti costituito mio buon cireneo, mio sposo e maestro, mio consolatore. Grazie per aver fatto di me il tuo corpo, la tua dimora, l’oggetto prezioso del tuo amore compassionevole, delle cure e dell’attenzione di tanti fratelli. Grazie di tutto, Padre buono e misericordioso! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio per ogni gesto d’amore ricevuto, ma soprattutto per ogni privazione sofferta. Voglio ringraziarti in modo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me una vera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine, ed è stato per gli amici del mio Getsemani, esercizio di carità e di ogni altra virtù…”.Scrive la cugina Ida Chiefari nella biografia: “L’ansia evangelizzatrice di Nuccia era aumentata, era diventata ancora più forte, perché capiva che il Signore la usava come strumento per conquistare tanti fratelli a Cristo. ‘Se non brucio d’amore, molti morranno di freddo!’, soleva dire. Nonostante le sue condizioni fisiche andavano sempre più peggiorando, neanche la sua sofferenza riusciva a frenare l'impeto della sua carità e il desiderio immenso di annunciare a tutti che Dio é amore misericordioso e compassionevole”. Nel messaggio di Pasqua 1995 Nuccia dice di sé: “…Nella Sua infinita misericordia e sapienza, il Signore ha preparato per me un corpo debole, per il trionfo della Sua potenza d’amore… Lodo e benedico il Signore per la croce, di cui mi ha fregiata, perché crocifiggendo la mia carne, ha pure crocifisso i miei pensieri, i miei affetti, i miei desideri, e persino la mia volontà, per fare di me Sua gradita dimora, Suo compiacimento, Suo tabernacolo vivente. Grazie alla croce di Cristo, oggi posso affermare con l’apostolo Paolo ‘Non sono più io a vivere, è Cristo che vive e opera in me’. Grazie alla croce, la mia vita, apparentemente spezzata, sterile, vuota, ha pian piano acquistato significato. Anche nella malattia, nella sofferenza, una creatura come me ha potuto e può ancora rendersi utile, offrendo a Dio i meriti della sua croce in unione a quella di Cristo ed elevare preghiere di intercessione per la salvezza dell’umanità. Con Cristo, in Cristo, per Cristo, la croce è diventata la mia compagna di viaggio, ogni pena m’è diletto, pensando alla meta. Gesù è il mio angelo consolatore, il buon Cireneo, pronto a soccorrermi quando la croce diventa troppo pesante. Credo, infatti, che sia proprio Lui a soffrire in me e a portare la mia croce nei momenti più duri della prova … Quanta sapienza nella croce! … Uniti a Cristo, è possibile perfino amare la croce e soffrire con dignità, pronti a consegnarci nelle mani di Colui che solo sa trarre dal dolore la gioia. Si, fratelli, la gioia nasce dal dolore, perché la gioia è frutto della sofferenza, per cui gioia e dolore sono facce della stessa moneta: la vita. Allora, coraggio, uniamoci tutti a Cristo e partecipiamo alla Sua sofferenza, mediante l’offerta di noi stessi. Ricordiamo che, se partecipiamo alla Sua morte, un dì saremo anche partecipi della Sua gloria, perché non c’è risurrezione senza morte.  NUCCIA”. Bastano le suddette testimonianze per evincere la profondità, l’autenticità e la ricchezza spirituale del messaggio cristiano di Nuccia. Ma la forza ascetica e mistica di Nuccia la possiamo cogliere in modo chiaro e inequivocabile in queste parole di una sua preghiera a Gesù: “GRAZIE, INFINITA CARITA’, PER AVERMI ELETTA VITTIMA DEL TUO AMORE”.  Particolare non trascurabile: Nuccia aveva solo la quinta elementare. La profondità di certi concetti è legata al dono della sapienza da parte dello Spirito Santo.La fama di santità di Nuccia e le sue opere sono state fatte oggetto di studio in quattro convegni diocesani su di lei, ad ognuno dei quali ha partecipato con attenzione e interesse Sua Ecc. l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace Mons. Antonio Ciliberti. Le relazioni, svolte da diversi sacerdoti e da testimoni oculari, con competenza e lucida riflessione, sono state apprezzate dai fedeli che hanno partecipato numerosi, particolarmente interessati e motivati. Anche la stampa e la televisione hanno espresso un’apprezzabile e positiva risonanza. Sono state raccolte più di 800 cartelle documentarie, sistemate e ordinate in cinque volumi, depositate presso la Curia Arcivescovile di Catanzaro. E’ stato pubblicato un libretto di messaggi autobiografici di Nuccia veramente stimolanti e coinvolgenti la vita di fede, (5000 copie). La biografia di Nuccia, è stata scritta in modo chiaro e senza facili enfasi dalla cugina Ida Chiefari. Su Nuccia sono stati realizzati anche 34 DVD e un sito internet www.nucciatolomeo.it molto visitato. I suoi messaggi sono oggetto di riflessione per i sofferenti nella trasmissione curata da Federico Quaglini, presso la Radio Missione Francescana dei Cappuccini di Varese. Leggendo le opere di Nuccia, soprattutto il suo testamento spirituale, si colgono le stesse emozioni che si avvertono leggendo la “Storia di un’anima” di Santa Teresa di Lisieux. Sia Nuccia che Santa Teresa hanno fatto dell’amore crocifisso e obbediente il cuore della loro spiritualità. Le parole di Nuccia, semplici, chiare, dense di contenuti ascetici e mistici, ci presentano i lineamenti spirituali di sé, come donna diversamente abile ma ricca di fede e di gioia di vivere, bruciata dallo zelo per la conversione delle anime. Essa è stata una testimonianza preziosa regalataci dallo Spirito Santo per dare una parola di speranza all’uomo di oggi schiacciato da tanti interrogativi esistenziali. L’attualità del messaggio di Nuccia lo comprendiamo immediatamente, quando sentiamo nel vivere quotidiano frasi del genere: “Una vita spezzata, malata, terminale… è senza dignità e quindi non è degna di essere vissuta!”, “L’eutanasia è un atto di amore e di pietà! Un gesto di libertà!”, “Che senso ha vivere, se si è di peso agli altri e a se stessi?”, “Se mancano le gioie della vita, l’integrità fisica, i divertimenti, la salute, i soldi, l’amore, il lavoro… è meglio non esistere!”, “Se io mamma sapessi che il figlio che porto nel grembo ha qualche malformazione, senza dubbio abortirei!”… Nuccia è la risposta di Dio a tali affermazioni ed interrogativi. In questa prospettiva, conoscere il messaggio di Nuccia ha una rilevanza non solo religiosa, ma anche umana, civile, sociale. In sintesi, Nuccia è un fatto culturale: è una sfida che sconvolge, stimola, interpella e invita a ripensare il senso della vita, e soprattutto il senso della sofferenza, in chiave di dono d’amore.  Qual è il segreto della forza di Nuccia? Lo rivela lei stessa due mesi prima di morire, rivolgendosi ai giovani di Sassari: “Sono Nuccia, ho 60 anni, tutti trascorsi su un letto; il mio corpo è contorto, in tutto devo dipendere dagli altri, ma il mio spirito è rimasto giovane. IL SEGRETO DELLA MIA GIOVINEZZA E DELLA MIA GIOIA DI VIVERE È GESÙ. ALLELUIA!”. Con Nuccia vogliamo ringraziare il Signore per quello che lo Spirito Santo ha operato in lei, umile figlia della chiesa. L’Arcivescovo Antonio Ciliberti ha dichiarato che presto avvierà l’inchiesta canonica sulla sua vita, sulle sue virtù eroiche e sulla fama e sui segni di santità. La sua luminosa testimonianza di fede, di speranza e di carità sarà di esempio per molti. A lode di Dio.  (Padre Pasquale Pitari)       Catanzaro 24 gennaio 2009

 

 

VIDEO-BIOGRAFIA scritta e letta da Ida Chiefari (56 minuti)

 

1a parte - 2a parte - 3a parte - 4a parte - 5a parte - 6a parte

 

 

Per vedere i 134 VIDEO su Nuccia Tolomeo, composti da Padre Pasquale Pitari e immessi su Youtube, cliccare:

www.nucciatolomeo.it

Pace bene

 
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CHI E' NUCCIA TOLOMEO

Post n°4 pubblicato il 21 Aprile 2009 da pasqualepitari
 
Foto di pasqualepitari

Nuccia Tolomeo è nata a Catanzaro Sala il 10 aprile 1936, di venerdì santo, e ivi è morta, all'età di 60 anni, il 24 gennaio 1997. La sua vita, nonostante la grave disabilità per il suo corpo contorto dalla nascita, è stata un canto all’amore di Dio per il dono della vita, della fede, della famiglia e della natura, che lei contemplava con occhi estasiati. Posso testimoniare, in quanto suo consigliere spirituale per circa sette anni fino alla morte, che la preghiera e l’amore a Gesù crocifisso e alla Madonna sono stati la forza e il segreto per la sua immolazione a favore dell’umanità sofferente. La sua casa era aperta all'accoglienza, alla consolazione e alla preghiera. Tantissime le persone che le telefonavano o le scrivevano da tutta Italia. A tutti indicava Gesù e Maria come la risposta ai vari bisogni e a tutti inviava i suoi angioletti “Sorriso” e “Tenerezza”. Dal 1994 in poi ha collaborato con Federico Quaglini nel programma “Il fratello” a Radio Maria. I suoi messaggi erano intrisi di alta teologia spirituale. Molto conosciuto il suo testamento spirituale (riportato sotto in video e testo).  Nel sito a lei dedicato possono essere consultati la biografia, gli scritti, le preghiere, la corrispondenza, i messaggi, il testamento spirituale, le testimonianze e un album di video, di foto e di canti a lei ispirati. Coloro che l’hanno conosciuta mantengono vivo il ricordo del suo sorriso e della sua vita di fede, di speranza e di carità a lode di Dio. All’uomo che cerca un senso al dolore Nuccia dà la sua risposta di fede: “Fratello, sorella, lasciati invadere dall’amore di Dio e sperimenterai perfino la gioia nella sofferenza”. Logo del sito è: “Nuccia Tolomeo, profezia del sorriso e della tenerezza di Dio”. La diocesi di Catanzaro-Squillace ha celebrato 4 convegni sulla sua spiritualità. I vescovi della Calabria hanno già dato il parere favorevole per iniziare l’inchiesta diocesana per la causa della sua beatificazione, per la gloria di Dio e il bene delle anime.

Pensieri sapienziali di Nuccia Tolomeo n. 1

Pensieri sapienziali di Nuccia Tolomeo n. 2

Pensieri sapienziali di Nuccia Tolomeo n. 3

Pensieri sapienziali di Nuccia Tolomeo n. 4

Pensieri sapienziali di Nuccia Tolomeo n. 5

A lode e gloria di Dio. Amen.

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TESTAMENTO SPIRITUALE DI NUCCIA TOLOMEO letto da lei il 31/01/1996 per Radio Maria

Post n°3 pubblicato il 16 Aprile 2009 da pasqualepitari
 

 

 

TESTAMENTO SPIRITUALE     Foto di pasqualepitari

Catanzaro 20 /11/ 1995

Sento che l’ora della mia dipartita si avvicina e cresce in me il bisogno di prepararmi al grande incontro. Prima, però, mio Signore, fa che mi congeda serenamente dal mondo. Voglio salutare gli amici del mio Getsemani, fare loro le mie ultime raccomandazioni, ringraziarli per avere spezzato con me il pane della sofferenza, di avere parlato il linguaggio dell’amore. Desidero consegnare loro il dono più grande della mia vita, la fede, che Tu gratuitamente, Signore, mi hai elargito, per comunicarmi la sapienza della Croce, farmi penetrare e accettare come servizio speciale il mistero del dolore. La fede è l’unico frutto della mia vita, un fiore prezioso alimentato nel silenzio dalla Parola e profumato dall’acqua della Grazia, mediante i sacramenti e la preghiera. Tu, Signore, non permettere che esso vada perduto, consegnalo per me ad altri fratelli, perché si propaghi come fuoco nel mondo per la salvezza delle anime. Desidero poi salutare la natura, sfogliare per l’ultima volta il grande libro della vita, che mi ha sempre parlato della potenza, della grandezza, della bellezza, della sapienza e dell’amore di Dio. Concedimi, Signore, di vagare un po’ nella natura per sentire ancora l’odore dell’erba e il profumo dei fiori. Fammi stupire ancora una volta dinanzi ad un cielo stellato, ad un nido di rondine, ad una farfalla. Voglio abbracciare, in uno sguardo pieno d’amore, tutto il creato e benedirTi, ringraziarTi per ogni cosa, opera delle tue mani. E’ veramente commovente sapere che Tu, Padre buono, abbia fatto tutto per amore dell’uomo, tua creatura prediletta, e a lui tutto abbia donato e assoggettato l’universo! Grazie, Signore, per tanta tenerezza! La tua potenza d’amore faccia di me un cantore della tua grazia. Trasformi il mio lamento in gioia perenne: un inno alla vita, che vinca la morte e sia messaggio di speranza per molte anime tristi. Il mio cuore esulta di gioia, se penso a Te, mio Dio. Ora è giunto il momento propizio per innalzarti la mia ultima preghiera, la più pura, quella della lode, ed invoco l’aiuto dello Spirito e di Maria Santissima per saperti lodare e ringraziare. La mia ultima preghiera vuole essere un magnificat, un’esplosione d’amore e di gioia, per le meraviglie, che Tu, Signore, hai operato nella mia vita. Questo canto gioioso sia anche per voi, miei buoni fratelli e sorelle, la vostra preghiera. Non piangete per la morte del corpo, ma per il peccato dell’umanità e adoperatevi per la pace, attraverso la gioia e l’amore di Cristo Gesù. Pregate e ringraziate il Signore, anche per me, perché Egli ha visitato la sua umile serva e l’ha trovata degna della sua grazia, della sua misericordia. Pregate così in memoria di me: “Grazie, Signore, per il dono della vita, grazie, perché mi hai predestinata alla croce, unendomi a Cristo nel dolore e ai fratelli nel vincolo indissolubile dell’amore. Grazie, Gesù, per aver trasformato il mio pianto in letizia, per esserti costituito mio buon cireneo, mio sposo e maestro, mio consolatore. Grazie per aver fatto di me il tuo corpo, la tua dimora, l’oggetto prezioso del tuo amore compassionevole, delle cure e dell’attenzione di tanti fratelli. Grazie di tutto, Padre buono e misericordioso! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio per ogni gesto d’amore ricevuto, ma soprattutto per ogni privazione sofferta. Voglio ringraziarti in modo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me una vera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine, ed è stato per gli amici del mio Getsemani, esercizio di carità e di ogni altra virtù. Grazie, Signore, per tutte le mani, che mi hanno accarezzata e curata; grazie per i piedi, che sono venuti a trovarmi. Tutti sono stati per me le tue mani e i tuoi piedi, soprattutto quelli della mia dolcissima madre, rimasta, come Maria, sotto la croce fino alla fine. Fa scendere sui fratelli e sulle mie sorelle le tue speciali benedizioni e grazie. Riempili dei doni dello Spirito Santo e infuocali di amore, perché continuino ad evangelizzare il mondo con le opere di carità. E voi, amici miei carissimi, state lieti nel Signore, nel vincolo dell’unità: pregate e operate il bene. Siate custodi dei vostri fratelli e insegnate loro l’amore con la vostra stessa condotta. Siate saldi in tutto, coerenti al vangelo, pieni di zelo e d’amore per tutti. Ricordate che dall’amore riconosceranno che siete di Cristo; solo dalle opere buone molti saranno indotti a credere in Dio Amore. Solo l’amore salva. E un giorno tutti saremo giudicati sull’amore. Pregate, allora, perchè il Signore vi riempia del suo amore e vi rivesta dei suoi stessi sentimenti, per impiegare il vostro tempo fruttuosamente, lavorando nella vigna del Signore per l’edificazione del Regno. Ora termino: ogni volta che avrete bisogno di me, mi troverete tra i vostri ricordi. Sorridete sempre e ricordate che ogni volta che sorriderete io sorriderò con voi. Vi abbraccio e benedico nel nome del Signore. Nuccia.

 

Clicca: troverai una sorpresa!  

SONO FELICE DI VIVERE

Racconta l'attore Lillo Zingaropoli, amico di Nuccia: "Come puoi avere fede in Dio, -le ripetevo-, come fai ad avere sempre quel sorriso sulle labbra”? A queste mie parole il suo volto si riempì di luce e sorridendomi con una tale dolcezza, che non so descrivere, rispose: “E' la fede in Lui che mi rende felice, io sono felice del mio stato; se sorrido, nonostante il dolore che provo, è perché Lui è in me. Lo capisci?” “No, -le risposi-, non lo capisco”. “Sì che lo capisci, tu dici di non essere credente, ma se gridi contro di me e contro Dio è perché Dio è già nel tuo cuore, dentro di te...“E tu dici di essere felice, di amare Dio, di credere in Lui!”. E lei: “Sì, io sono felice del mio stato, amo Dio e credo in Lui. Come hai visto, io non posso stare sdraiata, il letto è la mia più grande sofferenza. Quindi trascorro le mie ore accanto alla finestra e da qui vedo quanto è stupenda la natura che Dio ha creato. Vedo sorgere il sole, poi lo vedo tramontare, osservo le piante, i fiori, gli alberi, alcuni diritti e belli, altri meno belli, altri storti, ma anche questi ultimi fanno parte della natura, vivono felici e danno i loro frutti. Io sono un albero storto, anch'io faccio parte della natura, anch'io do i miei frutti e sono felice di essere nata, sono felice di vivere. Lillo, io amo tutto ciò che mi circonda”. Fece una breve pausa, poi guardandomi negli occhi col suo solito splendido sorriso aggiunse: “Io amo la vita e credo in Dio”. Io non risposi, non l’aggredii come ero solito fare, la guardai incredulo, intontito, meravigliato, non so dire con le parole quello che provai dentro di me. Senza dire una parola mi alzai, la baciai e me ne andai. Mentre tornavo a casa mi risuonavano nella mente le sue parole “Io sono un albero storto, ma anch'io do i miei frutti”. Certo, Nuccia, non c'è albero al mondo che dia frutti più dolci e succulenti dei tuoi, ma, oltre ai frutti, tu semini nei cuori degli uomini la serenità, la pace, l'amore. Arrivato a casa sprofondai in una poltrona e piansi, piansi perché? Non lo so, so soltanto che dopo mi senti sereno e mi sorpresi col sorriso sulle labbra". Per ascoltare la testimonianza di Lillo cliccare:

Video: Testimonianza su Nuccia di Padre Pasquale e Lillo Zingaropoli

 

 

 
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MESSAGGIO AUTOBIOGRAFICO di Nuccia Tolomeo a Radio Maria

Post n°1 pubblicato il 15 Aprile 2009 da pasqualepitari
 
Foto di pasqualepitari

MESSAGGIO DI PUREZZA - GLI ANGELI

www.nucciatolomeo.it

MESSAGGIO AUTOBIOGRAFICO

di Nuccia Tolomeo a Radio Maria

Catanzaro 10/02/1995

Sono Nuccia. Mi presento, raccontandovi brevemente un po’ della mia vita. Sono nata a Catanzaro un lontano venerdì santo. Ho 59 anni; vivo con una zia anziana ed una cugina, che si prende cura di me. Sono una vostra umile sorella. Ho vissuto e continuo a vivere nella sofferenza. Non ho mai camminato. In tenera età sono stata colpita da paralisi progressiva deformante, per cui il mio corpo è martoriato e contorto. Negli anni sono stati interessati tutti i muscoli del corpo, togliendomi poco per volta ogni forza e possibilità di movimento e comprimendo e spostando la sede degli organi interni. Da qualche anno non riesco più a muovere nemmeno le braccia. Le mie mani sono debolissime, hanno appena la forza di stringere la corona del Rosario. Tra le dita mi mettono la penna e, con l’aiuto di mia cugina che mi sposta i fogli, con grande fatica ma con tanta gioia riesco a rispondere alle tante lettere che ricevo. In me, debole creatura, opera ogni giorno la potenza di Dio. Soffro molto. A questo terribile male Dio ha risparmiato la mia intelligenza: mi ha fatto scoprire la felicità di esistere, di amare la vita e gioire. Pur non avendo le gambe per camminare mi ha fatto scoprire la vera libertà, quella dello spirito. La luce della fede mi ha fatto attingere alla Sapienza Divina e, senza rendermene conto, sono molto attenta ai bisogni degli altri. Molti sono coloro che mi vengono a trovare, specialmente i giovani che entrano in confidenza e mi raccontano le loro storie e i loro problemi. Ed io sono pronta ad ascoltarli, ad incoraggiarli, a rasserenarli, ad aprire i loro cuori alla speranza e a dire loro che Dio è amore. Nonostante le mie condizioni, lodo e ringrazio il Signore per questa ricchezza di rapporti umani che ha creato intorno a me. Ho avuto una madre meravigliosa. In tutto questo ho visto sempre la tenerezza e la presenza continua di Dio, che non abbandona mai i suoi figli. Ho compreso che la sofferenza deve essere accettata e con mansuetudine offerta, perché è dono: tutto è grazia. Gesù e Maria sono i miei maestri. Ai piedi della croce, contemplando il Crocifisso con amore, ho  sempre trovato la pace, il coraggio di andare avanti. Spargete a piene mani il seme della speranza e dell’amore!  Guardando le sue piaghe, mi sento amata: il mio cuore è avvolto dalla gioia e dal suo calore. Mi sento lusingata di vivere le sue stesse sofferenze, perché ho sempre partecipato e partecipo alla sua passione. I miei polmoni non funzionano e la tosse mi strazia. Soffoco. Le mie forze vengono meno, ma dico fiat e grazie. Gesù è il mio vanto, la mia forza, la mia gioia, la mia pace, la mia vita. Quindi io dico: viva la vita, viva l’amore, viva Gesù e Maria. A voi, fratelli e sorelle, voglio dire: offrite con amore tutti i disagi, le sofferenze quotidiane, non lamentatevi, non imprecate, non ribellatevi, ma lodate e ringraziate il Signore sempre. Il buio della notte si aprirà alla luce di Cristo Risorto. Confidate in Lui, abbandonatevi alla Sua volontà. Lui sa cosa è bene per noi. Pregate sempre. Io mi unisco alle vostre preghiere, soprattutto per quanti soffrono nell’anima e nel corpo e non accettano. Offriamo tutto al Signore, certi che nelle Sue mani tutto verrà trasfigurato. Insieme proseguiamo il cammino cantando le sue lodi. Questa è la mia vita: è una vita semplice ma ricca di amore. Voglio ringraziare e lodare il mio Signore perché ha permesso che io, misera creatura, abbia potuto, essere la sua portavoce. Tocca, o Signore, il cuore di tanti fratelli ancora lontani. Ricomponi nell’amore tante famiglie disgregate, dai forza ai sofferenti, guida i giovani lungo le vie da percorrere, dona luce alle menti di coloro che governano i popoli. Infondi pace in tutti i fratelli ristretti, fa che, grazie alla fede, nasca in ogni cuore la speranza della salvezza eterna. Grazie, Gesù, perché sei nostro amico, il nostro sostegno. Grazie, perché ci tendi le mani ogni qualvolta siamo in difficoltà. Aiutaci Signore a perdonare, fa che l’amore sia sempre più forte. Grazie, Signore, perché non ti stanchi mai di noi e ci dai sempre il Tuo aiuto e il Tuo amore. Grazie per ogni giorno, per ogni speranza. Grazie, grazie, o mio Signore, e Tu, Maria, mamma dolcissima, prega per noi. Amen.

Video: alcune preghiere di Nuccia

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